173. Una routine non funziona? Usa flessibilità e creatività!
In questo episodio di Educare con calma mi riallaccio alla newsletter sulla routine e rifletto su come cambiare una routine che spesso crea momenti spiacevoli e lotte di potere.
Nell'episodio menziono:
Carlotta: Benvenuti e benvenute a un nuovo episodio di educare con calma, l'argomento che vi propongo oggi forse vi risuonerà un pochino familiare, ne abbiamo parlato nell'ultima newsletter che per chi magari non lo sa arriva l'ultimo venerdì di ogni mese, e offre riflessioni e strumenti pratici per aiutarvi a praticare un approccio educativo a lungo termine. Investiamo veramente tantissimo tempo in questa newsletter, è gratis per voi e inoltre quando vi iscrivete ricevete un pdf secondo me molto interessante, e quindi se non siete ancora iscritti vi invito a farlo e potete andare su la tela punto com barra newsletter e iscrivervi lì, e tra l'altro su quella pagina potete vedere anche quelle passate per decidere se fa per voi. Nella newsletter di aprile abbiamo parlato proprio di routine, prendendo in considerazione non tanto gli strumenti più pratici che possiamo usare per implementarle consolidarle insieme ai nostri figli, ma abbiamo provato a partire dal momento che viene prima e ad esplorare un po quello che è il mindset, quindi la mentalità che noi genitori possiamo adottare per osservare innanzitutto I momenti di difficoltà dei bambini e poi se necessario creare nuove routine o modificare quelle che non funzionano più per supportare così I nostri figli e navigare insieme come famiglia quei momenti, probabilmente ve l'ho detto in tutti gli episodi di questo podcast in un modo o nell'altro, ma sapete già che secondo me per cambiare qualsiasi cosa del nostro metodo educativo, della nostra routine, della nostra quotidianità, prima di tutto bisogna
L'ospite: cambiare la mentalità ed è per questo
Carlotta: che partire dal mindset anche in questo caso parlando con tanti genitori noto che una delle difficoltà principali nel lavoro sulle routine sta proprio nella rigidità con cui in genere I genitori provano a costruirle e a mantenerle nel tempo. Magari si viene a conoscenza di strumenti utili, si prova ad applicarli alla lettera senza calarli nella specificità della propria famiglia o a volte succede anche che si crea una routine che successo per un certo periodo ma poi a un certo punto inizia a non funzionare più perché tutti cresciamo, evolviamo e quindi si sperimenta frustrazione nervosismo rabbia, ecco sono proprio questi I momenti in cui a volte si cade in quella rigidità di cui vi parlavo e io lo capisco, capisco che ci vuole tempo, a volte ci vuole anche davvero tanto tempo e soprattutto tanta pazienza per creare delle routine solide, ma anche se sembra scontato, vale la pena ribadire che nessuna routine è immutabile, quindi anche se sembra difficile cambiare una routine, e tra l'altro parlo davvero di qualsiasi routine, non solo quelle che riguardano I bambini, ma anche quella che riguarda il lavoro, anche il lavoro stesso che potremmo considerare una routine, anche se una routine ci sembra impossibile da cambiare, in realtà lo ripeto nessuna routine è immutabile e quando utilizziamo quella rigidità a volte invece la vediamo proprio come immutabile.
Ora chiaramente questo discorso è intuitivo e vale sicuramente nel lungo periodo, perché sappiamo che I figli crescono, I loro bisogni cambiano, noi evolviamo, I bisogni della famiglia cambiano, però io vi invito ad applicarlo anche nel breve periodo, perché è possibile che anche a distanza di pochi mesi, poche settimane, magari a causa di un cambiamento improvviso anche solo, I ritmi e le dinamiche familiari evolvano quello che aiuta davvero a capire come impostare una routine, come cambiare una routine e l'osservazione, e l'osservazione ci aiuta anche in periodi che sono privi di cambiamenti particolari, quando solo sentiamo semplicemente che alcune giornate sono più difficili di altre, non negative ma magari semplicemente proprio un po più scomode. Prendiamo per esempio la routine mattutina, come abbiamo fatto nella newsletter, a volte ci sono giornate in cui tutto funziona, possiamo godere di quei momenti e sfruttarli anche per praticare nuove abitudini o per osservare quelle che già abbiamo e magari notare se ci sono altri aspetti su cui possiamo lavorare per rendere tutto un pochino più fluido, ad esempio magari nella calma di quelle mattine ci rendiamo conto che a nostra figlia piace particolarmente lavarsi e vestirsi insieme a noi, come per esempio ci raccontava Milena in una delle riunioni del team, possiamo annotarlo e magari possiamo proprio usare quell'osservazione come spunto e come base per creare una routine diversa, ad esempio per chi lo ritiene sostenibile per la propria famiglia, possiamo proprio accordarci con l'altro genitore come fatto Milena, in modo che suo marito si occupi di preparare la colazione, mentre lei invece si dedica a questo momento di preparazione condivisa oppure viceversa.
Poi ovviamente ci sono giornate in cui tutto è un pochino più complicato, magari siamo in ritardo, magari I nostri figli non collaborano, noi ci frustriamo, alimentiamo con questa nostra ansia e frustrazione e fretta la loro fatica, a volte questi casi sono casi estemporanei mattine che semplicemente non funzionano o che possiamo navigare lavorando un pochino sulle nostre emozioni ricordandoci che la nostra calma e la loro calma, faccio disco rotto, ma anche proprio rimodulando le aspettative che abbiamo per quella giornata, altre volte però quelle diventano situazioni un po più prolungate e quindi quella difficoltà si presenta davvero ogni giorno per lunghi periodi di tempo. Ecco questo sicuramente è lo scenario più faticoso, perché non basta più lavorare solo su emozioni e aspettative di quel momento estemporaneo, in quel caso serve proprio cambiare qualcosa in una routine che evidentemente magari non funziona più, partendo secondo me dai limiti, perché quelli sono sempre fondamentali, c'è questa falsa credenza, ne parlo sempre del fatto che I bambini in questo tipo di educazione non abbiano limiti, ovvero regole io chiamo limiti le regole dal mio background montessoriano, invece questa è proprio una falsa credenza, in questo tipo di educazione le regole sono importantissime proprio per dare sicurezza.
Quindi quando vediamo che una routine non funziona più possiamo partire proprio dai limiti che diamo ai nostri figli e dai limiti che impostiamo all'interno della famiglia. Per riflettere su come si può fare questo lavoro vi riporto l'esperienza che ci raccontato un giorno Miriam in una riunione del team e si come avrete intuito le nostre riunioni sono più delle chiacchierate tra amiche che riunioni vere e proprie per parlare di lavoro. Noi facciamo lavoro su whatsapp e vita vera privata personale nelle riunioni aziendali, e poi spesso questa vita vera personale entra anche nei nostri contenuti, proprio come entrata questo aneddoto di Miriam nella newsletter di aprile, perché appunto Miriam ci raccontava proprio che nelle ultime settimane I tempi di preparazione per la scuola delle sue bimbe che hanno adesso sei e tre anni erano diventati lunghissimi dalle sette più o meno alle nove tutte le mattine e lei era stanca di doversi scusare ogni giorno con le maestre e quindi deciso di puntare sul senso di responsabilità delle sue figlie. Questo ce l' raccontato ancora prima di parlarne con noi, ci raccontato io ho deciso di puntare sul senso di responsabilità delle mie figlie e un giorno detto loro adesso vi dico le cose da fare vi avviso quanto manca, ma non mi arrabbio più, se facciamo tardi diciamo alle maestre che siamo in ritardo perché non vi siete preparate in tempo.
Insomma lei all'inizio proprio cercato un po' di responsabilizzarle e deve dire che nell'immediato anche funzionato, nonostante lei sappia che a questa età probabilmente loro l'hanno vissuta un pochino come una sorta di minaccia velata, ovvero se non vi preparate in tempo fate tardi e lo diciamo alle maestre ecco, perché poi alla fine anche se noi non usiamo questo tipo di frasi in casa, magari a scuola le usano, magari altri adulti le usano, magari le sentono nei cartoni animati o da qualche altra parte, quindi ecco le associano un pochino a questo tipo di comportamento. Miriam ovviamente proprio perché sentiva tutto questo non era del tutto convinta di questa scelta, inoltre oltre a tutto quello che vi ho appena detto pensato che non fosse neanche rispettoso nei confronti dell'asilo, ci sono orari vanno rispettati, è gentile anche nei confronti delle insegnanti arrivare all'orario giusto, perché appunto loro aspettano che entrino tutti I bambini e le bambine per far partire le attività della giornata, e allora in seguito a una questa nostra chiamata in cui ne abbiamo parlato, Miriam iniziato a sperimentare pensato di puntare sulla preparazione più che sulla responsabilità. Un giorno detto alle bimbe adesso io vi lascio tutto pronto qui dove ne avete bisogno, vi metto nella condizione di prepararvi e poi io esco e vi aspetto in macchina e lo fatto davvero, preparato sul tappeto tutti I vestiti proprio nell'ordine in cui devono essere indossati poi preparato lo zaino detto loro questo è tutto quello che dovete prendere, non dovete pensare a nient'altro, è uscita di casa e le lasciate fare da sole.
Questa strategia creativa alla fine avuto successo, sicuramente possono aver contribuito tanti fattori, come la scelta di presentare questa idea con calma e non sotto forma di punizione, per esempio fate voi, io me ne vado, vado in macchina, sono stufa di tutto questo, ecco lei non l' presentata così, lei l' proprio presentata come io vi aspetto in macchina, voi siete capaci, io mi fido di voi qui avete tutto quello che vi serve per riuscirci e ovviamente anche aiutato il fatto che Miriam abbia messo le bimbe nella condizione di avere successo, quindi proprio lasciato tutto preparato nei minimi dettagli in modo che loro potessero riuscire in questa cosa. Sicuramente la chiave di tutto questo è stata proprio la sperimentazione e la flessibilità in opposizione a quella rigidità di cui parlavamo all'inizio. Lei è stata flessibile nel mettere insieme alcuni degli strumenti che lei già a sua disposizione perché li conosce, però senza applicarli da manuale, mescolandoli e amalgamandoli un pochino insieme per far nascere un'idea nuova, e trovo che questo sia veramente un esempio molto valido per mostrare che per impostare limiti coerenti non serve fare delle lotte di potere, ma spesso basta semplicemente offrire un'alternativa nuova, un po' di flessibilità, un po' di creatività, un'alternativa magari divertente, e quindi uso questo esempio anche per ricordare a voi che per creare routine che funzionino servono sicuramente alcuni ingredienti fondamentali che io ho ritrovato nella sua storia che sono: osservazione flessibilità e sperimentazione.
L'osservazione perché Miriam osservato che il punto su cui le sue bambine facevano più fatica non era tanto il momento della colazione, del risveglio, dell'uscita di casa, ma quello in cui dovevano vestirsi e quindi deciso di lavorare su quell'aspetto specifico. A volte nei momenti di fatica pensiamo di dover fare
L'ospite: un lavoro molto più ampio su tutta la gamma, su tutta la routine e rivedere da capo a piedi magari gli orari della cena della
Carlotta: nanna per svegliarci tutti un'ora prima, ma spesso non serve rivoluzionare necessariamente tutti gli aspetti di una routine mattutina, basta, necessariamente tutti gli aspetti di una routine mattutina, basta concentrarsi e lavorare su quello che possa rendere più fluido tutto il resto, un po' come un domino. Poi ovviamente la flessibilità che io prima ho detto creatività, perché proprio questo che mi è sembrato, è una decisione creativa, perché Miriam rivisto il modo in cui le bambine generalmente si preparavano e ne creato uno nuovo, attingendo anche alla dimensione del gioco, preparando un ambiente che potesse mettere le bimbe in condizione di avere successo. Ecco l'ambiente è un aspetto su cui si lavora poco in questi casi, ma invece spesso proprio la preparazione dell'ambiente fa tutta la differenza in questi momenti sfidanti ne parlato anche Viola nel suo focus per la tela che affronta il tema delle difficoltà di bambini e bambine a lanciarsi in nuove esperienze, se vi interessa questo aspetto volete approfondirlo lo trovate proprio nel focus, nella serie focus sullo shop. E infine Miriam usato l'ultimo ingrediente che è la sperimentazione, cioè io dico sempre siate degli scienziati ai genitori e questo fa anche parte del processo, perché in questo processo non c'è una regola giusta o una regola sbagliata, nessuno strumento per quanto ci sembri valido una garanzia assoluta di successo, si va spesso a tentativi ed errori e quindi tentativi che funzionano o non funzionano in base al bambino, alla bambina che abbiamo davanti, alle nostre dinamiche familiari, alla nostra routine, le routine che sono già in piedi eccetera eccetera, quindi ci provo un giorno e se non funziona ricalcolo il percorso magari ho provato una cosa senza pensare che potesse avere un risvolto negativo su un'altra situazione, su qualcun altro, ricalcolo il percorso.
A volte I genitori vedono questi momenti di ricalcolo come dei fallimenti, e invece secondo me sono l'essenza stessa del lavoro del genitore, proprio quella di adattare gli strumenti che abbiamo nella nostra cassettina degli attrezzi alla realtà della nostra famiglia questo non è un fallimento è un lavoro di consapevolezza e intenzionalità che è davvero prezioso e che possiamo iniziare a riconoscerci proprio a darci una pacca sulla spalla quando riusciamo a farlo. Poi ovviamente creare delle routine o ricreare delle routine, cambiare delle routine con flessibilità e creatività non è semplice, soprattutto se non ci abbiamo mai provato, soprattutto se non l'abbiamo mai fatto prima e quindi secondo me dobbiamo proprio approcciarlo a volte quasi come un esercizio di osservazione, ve l'ho raccontato tante volte in questo podcast, lo racconto nel mio percorso, nella formazione montessoriana l'osservazione proprio sedersi e osservare nella maggior parte dei casi l'aula, ma noi una volta ci avevano anche proprio messi ad osservare un maiale, forse questo lo racconto nel mio percorso. Ecco proprio sederci e osservare, osservare però senza l'intralcio tra virgolette delle emozioni, osservare proprio come osserverebbe uno scienziato e scrivere quello che vediamo, ecco tutto questo ci aiuta tantissimo, ed è per questo che io spesso e volentieri consiglio ai genitori quando vedono una routine che con la quale fanno fatica giorno dopo giorno giorno dopo giorno giorno dopo giorno proprio di decidere una mattina di mettersi il camice bianco dello scienziato e osservare e scrivere, osservare la routine e osservare I comportamenti, osservare le cose che succedono e scriverle, proprio come se fosse un resoconto oggettivo, e quando dico resoconto oggettivo intendo proprio anche di non necessariamente renderlo emotivo, nel senso proprio di mantenerlo il più neutro possibile di emozioni e il più oggettivo possibile.
Quindi magari invece di dire Mia figlia si arrabbia, possiamo dire Mia figlia prende un gioco e lo tira. Ecco questo è oggettivo. Il fatto che si arrabbi è una nostra interpretazione del suo gesto. E ma magari quella non è rabbia, magari quella è frustrazione, magari quella è tristezza perché sa che a breve dovremmo separarci. Ecco, ci sono tante tante tante diverse interpretazioni dello stesso comportamento ed è per questo che a volte scriverle proprio come uno scienziato senza necessariamente dare un nome all'emozione e poi rileggerlo più avanti quando siamo fuori dalla situazione e riusciamo a essere più oggettivi ci aiuta veramente tanto a capire quelle situazioni.
Ecco tutto questo per dirvi quando notate che una routine davvero non sta funzionando e state per iniziare a sentirvi molto frustrati ancora prima di iniziare quella routine, perché poi ovviamente se vi sentite frustrate voi è molto probabile che l'emozione va permeare tutta l'esperienza e quindi magari si parte già prevenuti, si parte con quell'ansia che poi I nostri figli fanno loro perché la riflettono eccetera eccetera eccetera. Quindi ecco io credo veramente che a volte osservare una situazione, scrivere quello che osserviamo, ci aiuti veramente tanto a capire dove possiamo cambiare qualcosa. Quindi in questo caso potete davvero prendere un foglio, scrivere minuto per minuto le cose che succedono in maniera oggettiva, poi dividere questo foglio in due a mente fredda dopo e cominciare a separare queste cose che succedono, quindi le cose che fate al mattino, in due colonne, una sono le cose che funzionano e l'altra sono le cose che non funzionano e all'inizio concentrarsi proprio su quelle che non funzionano, quindi capire se ce ne sono alcune che preferite eliminare, per esempio urlare oppure finire in una lotta di potere, ecco queste cose non mi piacciono vorrei cambiarle, queste sono quelle su cui potete allenarvi ogni giorno, ma che ovviamente richiedono il processo più lungo, poi dopo aver visto quelle che volete proprio eliminare, chiedetevi se ce ne sono altre invece che possono essere semplicemente fatte diversamente, e se si provate ad immaginare un modo creativo, anche solo un po fuori dagli schemi per farlo, un po' come fatto Miriam che scelto di preparare per terra tutti I vestiti nella sequenza in cui vengono indossati, anziché metterli semplicemente a portata delle sue figlie.
Ecco quale può essere il vostro modo flessibile e creativo di fare quella cosa, quella determinata cosa su cui fate fatica e che non funziona? E poi alla fine vi chiederei anche di guardare la lista invece delle cose che hanno funzionato, perché spesso e volentieri ci concentriamo solo sul problema, quindi Miriam ci raccontava proprio che per lei la routine della mattina stava diventando insopportabile, perché non lei arrivava proprio già con questa ansia di dover uscire di casa e allora noi le chiedevamo ma perché non si alzano l'ora giusta? No no si alzano l'ora giusta ma perché fai fatica con la colazione? No no con la colazione fanno bene ecco cioè noi facevamo tutte domande che in realtà erano tutte cose che magari noi pensavamo che potessero essere la causa invece tutto quello funzionava l'unico problema era il vestirsi e vi faccio notare che Miriam proprio cambiando quell'unica cosa e quindi approcciandola con creatività e facendola in maniera diversa proprio anche rimosso dalla sua responsabilità tra virgolette dalle sue spalle quella che era la difficoltà della mattinata ed è riuscita a e quindi vi chiedo anche guardate poi tutte le cose che funzionano invece e
L'ospite: cercate proprio
Carlotta: di non darle per scontate, potete lavorare anche su quelle per rafforzarle, per renderle, per dare più priorità a quelle piccole cose che funzionano nella vostra mente, quindi magari se sapete che il risveglio è un momento piacevole per tutti quanti, passate un po più di tempo a fare quel risveglio, invece di alzarvi subito e andare a tavola a fare colazione. Provate magari a rimanere nel letto ancora un pochino, a parlare di come avete dormito, avete fatto dei sogni, ecco insomma provate ad allungare un pochino quelle cose che invece funzionano, che sono piacevoli. O magari, per esempio, se la colazione non è la parte difficile, se non è quella che crea lotte di potere, non date per scontato quella colazione e anzi usatela per creare attaccamento, per creare qualcosa di positivo nella giornata, per iniziare la giornata più in sintonia l'uno con l'altro. Fate un gioco a tavola, raccontate ai vostri figli I vostri piani della giornata, fate un programma per il pomeriggio. Ecco, usate I momenti positivi facili per rafforzare la sintonia e l'attaccamento, perché poi questa sintonia vi aiuta a navigare in momenti meno facili.
Mentre a volte invece succede proprio che io arrivo a quella colazione che magari non è il problema della routine mattutina, già con l'ansia di quello che verrà dopo la colazione, quindi sono già nervosa di mio, perché so che poi I miei figli non vorranno vestirsi e quindi anticipo quel problema. A volte fare questo esercizio per iscritto e proprio vederlo nero su bianco aiuta piuttosto che invece immaginare tutto questo nella propria testa. Quindi ecco vi invito ad accogliere questo esercizio un po' con curiosità, ma prenderlo anche proprio come un diario di osservazione, come una piccola palestra per allenare la vostra flessibilità e mettere anche un pochino di creatività nel vostro approccio educativo, perché spesso si pensa alla creatività come un talento innato per artisti e pochi eletti, però in realtà secondo me molto a che fare con il modo in cui esploriamo strade diverse per trovare una soluzione ai momenti più sfidanti della nostra quotidianità. Ok quindi qui abbiamo parlato più del mindset, della mentalità proprio che sta dietro a questo lavoro sulla routine, però se avete bisogno di strumenti specifici per proporre e praticare le routine insieme ai bambini vi rimando a un altro episodio del podcast dove invece approfondiamo un pochino di più questo aspetto e vi offro una selezione di strumenti che a noi hanno aiutato molto come il calendario a pallini, il poster della routine, mi sembra che sia l'episodio centotrentotto routine e senso del tempo, magari se mi ricordo vi lascio il link nelle note dell'episodio, ma ovviamente vi ricordo che se siete abbonati a tutta la tela tante di queste cose che di cui vi parlo sul podcast, le trovate anche lì, proprio in categorie molto intuitive, divisi per categorie, collezioni brevi, esercizi, copioni e nello specifico proprio su tutto questo sulla routine in particolare c'è una categoria che si chiama ritorno a scuola perché noi l'abbiamo pensata come supporto proprio per I momenti di ritorno a scuola che possono essere dopo l'estate dopo le vacanze e li trovate davvero tanti contenuti tanti suggerimenti per aiutare bambini e bambini in momenti di transizione come quello di cui abbiamo parlato oggi e quindi sicuramente vi invito a dare un'occhiata anche lì.
Detto tutto questo è stato un po un episodio di pensieri a ragnatela, forse sono saltata un po' di qua e un po' di là però ormai conoscete il mio podcast e quindi spero che sappiate che è così la maggior parte delle volte, se volete dei contenuti strutturati dovete andare sul mio percorso, perché li abbiamo pensati davvero, mentre invece qua lo penso abbraccio, mentre vado. Se invece arrivi qua per la prima volta e questo è il primo episodio che ascolti, ti consiglio di ascoltare il primo e il secondo episodio di questo podcast e lì ti spiego che di solito è per me un buona la prima e un meglio fatto che perfetto, che è uno dei miei motti che aiutato tantissimo a tenere a bada il mio perfezionismo, ed effettivamente a fare qualcosa con tutti I contenuti che ho in mente. Ok vi do appuntamento alla settimana
L'ospite: prossima e con un nuovo episodio del podcast, e vi
Carlotta: ricordo che mi trovate