Preferiti dei bambini
Non hai accesso a questa pagina.

175. Quando gli altri riflettono loro paure e dubbi su di noi

In questo episodio di Educare con Calma vi propongo una riflessione sui nodi che gli altri creano sulle nostre corde, usando questa metafora che ci è cara su La Tela.

17 maggio 2024·
18 min
·1 commento
:: Nell'episodio menziono
Potrebbe anche interessarti il mio TEDx, in cui parto proprio da un aneddoto che racconto qui – Errori nella genitorialità: GPS e copioni per navigarli.
benvenuti e benvenute a un nuovo episodio di educare con calma. Oggi vorrei parlarvi di paure e insicurezze, ma non delle nostre, cioè non di quelle che originano in noi, nel nostro corpo. Parlo di quelle paure che fanno parte della storia e dell'esperienza delle altre persone e che spesso si nascondono nelle domande che avvertiamo come scomode nelle domande altrui che ci fanno sentire scomodi. Ad esempio Ah, ma fai auto svezzamento? Non hai paura che soffochi? Oppure ma come non lo fate un secondo figlio oppure la classica? Ma allatti ancora? Queste domande, probabilmente soprattutto quando non siamo ancora sicuri delle nostre scelte, ci fanno un po' vacillare e magari ci feriscono anche. E quel disagio ci porta a vedere dentro questi interrogativi una sorta di cattiveria gratuita tra virgolette. Se segui un po' il mio lavoro, Se ascolti questo questo podcast da tanto tempo, sai che ne ho già parlato in tante occasioni. C'è forse anche proprio un episodio che parla delle domande che facciamo senza pensare e che magari invece dovremmo insomma riflettere un pochino di più prima di fare. Ma oggi ne parliamo da un punto di vista un pochino diverso, perché per quanto siano scomode e non desiderabili queste domande. Io credo che molto più spesso in queste domande si nascondano ansie, vecchie, ferite, traumi dell'infanzia, magari anche desideri che le persone non riconoscono e non processano e che tendono quindi a proiettare sugli altri senza rendersi conto dei danni che possono fare, di quanto disagio creino, di quanto possano annodare ancora di più la nostra corda, la corda di altri genitori. Parlo di corda e nodi, perché questa è la metafora che abbiamo usato con le ragazze del team per parlare di alcune fatiche della genitorialità e di come possiamo riconoscerle e allentarle queste fatiche. Come possiamo alleviare questo disagio, questa sensazione? Che la genitorialità sia molto difficile che secondo me non lo è? Spoiler questo discorso e questa metafora poi ci è piaciuta così tanto che abbiamo creato proprio un focus specifico, quello che poi è stato anche il contenuto speciale che ha ricevuto. Chi ha acquistato il mio libro? Cosa sarò da grande nella prima tiratura e che oggi questo focus potete trovare su tela, nello shop, proprio nella serie focus dei workshop. Però qui vi parlo un pochino di che cos'è questa metafora per farvi capire che cosa intendo con questa immagine devo però fare un passo indietro. Okay, immaginate proprio il vostro percorso di genitorialità, ma di vita in generale, di evoluzione personale, come una corda. A volte siamo noi a creare dei nodi su questa corda, ogni difficoltà, ogni sfida, ogni credenza e pensiero limitante ogni volta che non ci ascoltiamo, ogni volta che agiamo secondo le aspettative della società, invece di seguire i nostri valori ogni volta che non deludiamo gli altri. Ma così facendo deludiamo noi stessi. Ecco, ognuna di queste volte noi facciamo un nodo sulla nostra corda, oppure magari ne stringiamo uno già esistente. È inevitabile che capiti a volte, ma quando capita, secondo me è importante riconoscerlo, perché se lo ignoriamo o al contrario, se lo trattiamo immediatamente come un problema, il nodo si stringe, si stringe, si stringe, poi diventa veramente difficile da allentare. E col tempo un nodo non riconosciuto può diventare sempre più stretto. Può diventare, anzi una vera matassa di fatica, che diventa poi difficile da sbrogliare. A volte tutto questo lo facciamo da soli. Ma ci sono i casi in cui, come vi dicevo prima, sono gli altri le persone intorno a noi, gli estranei, ma anche i familiari. Le persone che magari non capiscono o condividono i nostri valori sono queste persone, anche solo con domande apparentemente innocue, come quelle che abbiamo visto poco fa a creare i nodi sulla nostra corda. E può trattarsi di nodi, ovvero di fatiche che prima nemmeno sentivamo a cui nemmeno pensavamo, ma anche di altri nodi e fatiche che magari conoscevamo già e stavamo provando anche ad allentare come nei ca-, nei casi in cui per esempio si è l'inizio di un processo di cambiamento e non si ha ancora quella sicurezza che arriva poi soltanto col tempo, con l'esperienza, col vedere che effettivamente si possono fare le cose diversamente da come le fanno tutti gli altri, si può andare contro o si può fa si può scendere dalle ruote del si è sempre fatto così e le cose funzionano comunque e anzi ci fanno stare meglio. Non sempre possiamo prevenire queste situazioni. Scusate, devo fare un piccolo una piccola parentesi mi sto rendendo conto che questo sarà un episodio di pensieri e ragnatela perché vedo già che la mia mente va da una parte all'altra um state con me, se vi va, ma sappiate che sarà una ragnatela di pensieri ormai se mi ascoltate da tanto, sapete esattamente di che cosa parlo. Okay? Stavo pensando che non sempre possiamo prevenire queste situazioni, giusto? Non sempre possiamo impedire che le paure altrui ci colpiscano e che quindi quelle paure che gli altri riversano su di noi effettivamente non ci facciano cambiare rotta. Io ricordo, per esempio l'ho raccontato anche nell'intervento al Tex che quando siamo partiti per viaggiare, spesso le persone ci chiedevano ma non avete paura di portare due bambini in Asia? Ho poi capito che questa era la loro paura. Quelle persone immaginavano di portare due bambini così piccoli in Asia, un posto che chiaramente non conoscevano perché non non fa paura l'asia e la vita, anzi la vita in Asia, esattamente come la vita qua, con una cultura diversa e con una lingua diversa e con tradizioni diverse e anche culinarie. E però ecco, io tutto questo prima di partire non lo sapevo l'ho poi scoperto dopo. Ma se io avessi seguito quella loro paura che riversavano su di me, forse non sarei partita. Ecco, quindi mhm, sicuramente non sempre possiamo prevenire queste situazioni. Non possiamo impedire che le paure degli altri si riversino su di noi però secondo me possiamo imparare a riconoscerle per evitare che possano annodare la nostra corda. Non è immediato, ma io credo davvero che ci si possa allenare a fare questo lavoro. E questo lavoro secondo me, va a braccetto con quello del riconoscere le ruote, come le chiamo nel libro no, le ruote del criceto su cui siamo su cui stiamo correndo, capire quelle che non ci appartengono, che non ci fanno stare bene, che non ci fanno andare verso il nostro benessere e piano piano scendere. Ora ve lo mostro con un piccolo esercizio anche che possiamo fare insieme adesso, proprio in questo momento insieme prendiamo alcuni esempi concreti e proviamo a rileggere quelle domande scomode con occhi diversi. Vediamo Mhm. A volte queste domande riguardano scelte davvero personali, come ad esempio la scelta del momento in cui una madre torna al lavoro o del momento in cui decide di investire in una nuova attività, per esempio e allora si sente dire Ma come? Ma torni adesso? Ma no, ma goditi tuo figlio finché è piccolo, crescerà prima che tu te ne renda conto. Oppure al contrario, magari non è ancora pronta per tornare e le persone le chiedono quando tornerà le dicono di non mettere da parte la sua carriera, eccetera eccetera eccetera. E certamente vi invito a riflettere prima di fare queste domande prima di buttare versare sugli altri le vostre paure, però pensiamola proprio da un altro punto di vista Diamo a queste persone il beneficio del dubbio che anche questa è una cosa, un allenamento proprio bellissimo. Magari queste frasi queste domande ci vengono fatte da un papà che non ha avuto la possibilità di scegliere e ha sofferto per essere tornato al lavoro troppo presto perché vive in un paese in cui la paternità è molto breve oppure sono fatte da una mamma che avrebbe desiderato invece tornare a lavorare, ma non è riuscita ad ascoltare e a validare quel bisogno e quindi a scendere da quella ruota che considera le donne meritevoli di valore solo se si sacrificano costantemente per gli altri. Però, in nessuno di questi due casi quella domanda quella fatica è un nostro nodo. Ma allenarci a vedere, o anche solo a immaginare questa fatica che provano queste persone che ci rivolgono queste domande può aiutarci a riconoscere il nodo e a non farlo diventare nostro un po' come quando vi dico di restituire l'emozione al proprietario. Ecco, non fatevi carico dei nodi altrui. Poi altre volte le domande riguardano scelte che hanno a che fare più direttamente con l'educazione e le regole. In una presentazione del libro a Roma potrei raccontarvi tantissimi aneddoti perché in tre mesi di presentazioni abbiamo fatto quasi quaranta presentazioni in tutta Italia, da nord a sud, da est a ovest, e abbiamo conosciuto tantissima um, tantissime persone della nostra comunità. E proprio abbiamo parlato con loro e quindi io avrei tantissimi aneddoti da raccontarvi. Ma in questo momento mi viene in mente questa mamma che ha condiviso con noi durante la presentazione, che faceva molta fatica a gestire le critiche di una persona a lei vicina riguardo la sua scelta di far dormire il figlio di tre anni circa ancora nel lettone. Anche qui possiamo immaginare che in quella critica ci sia la fatica di chi ha seguito magari i dettami di questa o quella teoria educativa, senza prendere in considerazione i propri bisogni o i bisogni del bambino o senza modellarli sulla propria dinamica familiare. Magari quella persona effettivamente avrebbe preferito dormire con il figlio nel lettone perché lo sentiva come molto naturale un metodo molto familiare. Lo sentiva come qualcosa che di spontaneo. Ecco però effettivamente non ha saputo um seguire il suo istinto o non ha avuto gli strumenti l'aiuto necessario per seguire il suo istinto e magari oggi non è totalmente convinta che la sua scelta sia valida e quindi per validarla e per rafforzarla. E un po' per scacciare quell'insicurezza la proietta sugli altri. Altre volte ancora le domande scomode riguardano scelte familiari. Questo è quello che si verifica, ad esempio nel caso di viaggi o spostamenti. Ma come prendete un volo transoceanico con bimbi così piccoli, ma non reggeranno mai? Il viaggio è troppo lontano? Ma no, ma con i bambini piccoli è troppo difficile viaggiare. Oppure proprio come quello che vi ho detto All'inizio Ma non avete paura di andare in Thailandia con bambini così piccoli? Non è sicuro. Ecco, qui ci tengo a fare un appunto che non vi ho detto prima. Non pensate di essere i soli o le sole a sperimentare questo disagio, perché nemmeno le persone che dall'esterno sembrano essere sicure della propria scelta, delle proprie scelte. Sono immuni a queste critiche, soprattutto perché abbiamo visto sappiamo che tra la scelta e poi effettivamente essere sicuri di quella scelta se c'è sempre una fase di transizione, io per esempio, ricordo che all'inizio quella domanda. Quelle domande mi davano fastidio, mi chiedevo sempre avessero ragione loro e e al tempo non avevo l'esperienza e la consapevolezza che ho oggi credevo nei valori che avevano orientato quella scelta di viaggiare a tempo pieno. Ma quell'evoluzione era appena iniziata un po', come vi dicevo, all'inizio. E io credo davvero che in questi casi possa aiutare considerare che dietro domande di questo tipo può esserci tutta la frustrazione di chi magari vorrebbe fare una scelta simile alla tua, ma magari ha paura perché sente di non avere gli strumenti per affrontarla o magari perché non sente di avere il supporto delle persone intorno a sé. O magari ci ha provato, ma non considerando che anche un'esperienza come il viaggio richiede pazienza e allenamento, soprattutto con i bambini piccoli, non possiamo aspettarci di fare il primo viaggio con bambini piccoli e che vada tutto liscio e soprattutto se le nostre aspettative sono impostate male. Ecco, magari quella persona ci ha provato, ma ha sperimentato momenti di profonda fatica e ha bisogno di sapere che quella fatica non capita solo a lui, solo a lei che è difficile per tutti, perché veramente tutte le case sono in fiamme. Come scrivo nel mio libro? Okay, quindi abbiamo capito più o meno che queste critiche in realtà raccontano molto più delle persone che le pronunciano, che le fanno, che le versano su di noi piuttosto che qualcosa di noi. Ma cosa possiamo fare concretamente per non farle diventare nodi sulla nostra corda? Prima di tutto l'abbiamo già un pochino accennato, però io penso che quando una di queste critiche ci colpisce, la prima cosa che dobbiamo fare è respirare, mantenere quella calma. Proviamo un po' a dilatare il tempo tra quell'input scomodo e la nostra risposta e magari in questo tempo possiamo portare consapevolezza su quelle parole. Se ci aiuta possiamo proprio visualizzare come dei piccoli nodi sulla corda altrui, non sulla nostra corda. E magari possiamo proprio ripeterci come un mantra Questa non è una mia fatica, questo non è un mio nodo. Non mi prendo la responsabilità di questo nodo per chi segue il mio lavoro, per chi ha il percorso su tutta la tela, sa che parliamo in questo modo anche di emozioni proprio di imparare a non prenderci la responsabilità delle emozioni altrui. Poi, dopo questa presa di consapevolezza, possiamo lavorare anche sulle risposte da dare alle persone. Io personalmente vi invito ad evitare frasi che possono sembrare aggressive, ma perché non è un mio metodo di comunicazione l'aggressività, nemmeno quella aggressiva passiva. Per esempio questo non è un mio problema, anche se è vero è una frase passiva, aggressiva o anche perfino aggressiva che io perfe-. Personalmente ho scelto di evitare. Io vi invito invece a restituire quella fatica al proprietario, proprio come facciamo con le emozioni, senza giustificarci, ma provando comunque ad esercitare rispetto ed empatia, per esempio. Eh sì, dorme insieme a noi e non vogliamo ancora smettere. Siamo felici di questa scelta oppure eh sì, ho deciso di ritornare al lavoro dopo tre mesi. È una scelta di famiglia di cui siamo soddisfatti. Oppure sì, sì, affronteremo questo volo lungo, conosciamo i nostri figli e abbiamo fiducia che possano sostenerlo. Oppure sì, sì, affronteremo questo lungo volo. Ci abbiamo pensato molto e siamo curiosi di vedere come andrà senza parlare di conosciamo i nostri figli. Non conosciamo i nostri figli che poi magari porta l'altra persona a dire eh, ma non puoi conoscerli finché non hai mai Ecco, quindi meno ci giustifichiamo, meno diamo, più mostriamo serenità nelle nostre risposte e ci prepariamo queste risposte prima e più riusciamo ad affrontare queste situazioni. Ecco, sono solo piccoli spunti, ma credo che possano aiutare a fare questo lavoro, sulle nostre emozioni, sulle nostre fatiche, sulle nostre corde. Prima di lasciarvi però un'ultimissima cosa Oggi abbiamo esplorato un pochino il caso in cui sono gli altri a riflettere su di noi le loro paure. Ma questa è una dinamica che può riguardare anche noi. Anche noi, come dicevamo prima, ve l'ho detto un po' tra le righe. Anche noi a volte possiamo finire per proiettare nostre paure, nostri desideri, sulle storie degli altri, sulle corde degli altri e senza accorgercene, creare cordi, creare nodi sulle corde altrui. Non vi dico questo per farvi sentire in colpa, anche perché più o meno tutti e tutte siamo caduti in questi schemi una o l'altra volta, ma per aiutarvi a prenderne consapevolezza, così come vi ho offerto piccoli strumenti per evitare che altri annidino la vostra corda. Oggi vi invito, come spesso faccio a scegliere il vostro linguaggio con cura, a pensare con più intenzione alle domande e alle frasi che dite agli altri e capire se magari riflettono i vostri nodi personali proprio per evitare di fare quello stesso nodo sulla corda di altre persone. Per oggi, con questi piccoli semini o nodini, magari dovrei dire e tutto. Ci sarebbero tante altre sfumature di questo discorso che mi piacerebbe affrontare e lo farò con una riflessione più ampia proprio nella newsletter di fine mese. Lì parleremo di uno dei punti che abbiamo visto oggi di bambini e vacanze e di come possiamo possiamo sciogliere alcuni nodi altrui, ma anche nostri e affrontare i viaggi e le vacanze con più serenità. Se non siete ancora iscritti alla newsletter potete farlo su la tela punto com barra newsletter e ricevere la nostra newsletter, che è veramente molto, molto, molto ricca. Me lo dico da sola, ma è così. Nel frattempo, se volete approfondire questo argomento, vi rimando al focus nodi come allentare le fatiche della genitorialità. Si intitola proprio così, di cui vi ho parlato e vi consiglio anche di ascoltare l'episodio centotrentadue del podcast che parla di relazioni sono sostenibili. Il titolo è proprio questo le tue relazioni sono sostenibili perché quando queste domande arrivano di frequente da alcune persone a noi più vicine, tipo i familiari e la nostra corda risulta davvero molto annodata. Oltre ad usare i mantra e i copioni che vi ho lasciato, può essere davvero utile riflettere e lavorare sulla sostenibilità di quelle determinate relazioni. Vi lascio il link di entrambi i contenuti nelle note dell'episodio. Spero di ricordarmi quando lo programmo. Detto questo, vi do appuntamento alla settimana prossima con un nuovo episodio di educare con calma e vi ricordo che mi trovate anche su la tela punto com e da lì ovviamente potete arrivare al mio instagram. Buona serata. Buona giornata o buonanotte a seconda di dove siete nel mondo. Ciao ciao.
Hai modifiche non salvate -
.
Hai modifiche non salvate -