Preferiti dei bambini

180. Bambini maschi e stereotipi di genere | con Zaira Schauwecker

In questo episodio di Educare con calma, parliamo degli stereotipi di genere che vengono assorbiti dai (bambini) maschi.

28 giugno 2024·
21 min
·3 commenti ·
Zaira Schauwecker
Vi leggo una newsletter di Zaira Schauwecker che inizia con tre testimonianze di genitori che hanno affrontato la difficoltà dei loro figli maschi nell'uscire dagli stereotipi di genere. Zaira sottolinea l'importanza di continuare a lavorare per decostruire gli stereotipi di genere, nonostante le influenze esterne e suggerisce 5 strumenti pratici per offrire un'alternativa a casa e preparare i bambini ad affrontare le (possibili) prese in giro.

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Zaira Schauwecker – Persona di riferimento per l'educazione alla parità
Ciao, sono Zaira! Sono un'ingegnera meccanica e nel tempo libero porto avanti zairacconta, un progetto per riflettere assieme a chi si prende cura di piccole persone riguardo al tema degli stereotipi e della parità di genere.
benvenuti e benvenute a un nuovo episodio di educare con calma. Oggi torno a parlare di stereotipi di genere, in particolare quelli che vengono assorbiti soprattutto dai bambini, dai bambini maschi. Questa specifica sfumatura del discorso sugli stereotipi è nata dalla lettura di una bellissima newsletter di Zaira Shaker che, come forse ormai sapete, è la mia persona di riferimento su temi relativi alla parità di genere. E questa newsletter di Zaira mi è piaciuta così tanto che ho pensato di riproporla anche qui. Sul podcast leggetevi proprio le sue parole tra l'altro non è la prima volta che invito Zaira su questo podcast personalmente o attraverso la lettura dei suoi contenuti. Trovate i link ad altre puntate con lei nelle note di questo episodio. Se mi ricordo di inserirli nella newsletter che vi leggo oggi, Zaira racconta di avere ricevuto tre testimonianze da parte di alcuni genitori sulla difficoltà che i loro figli maschi incontrano quando si tratta di uscire dagli stereotipi di genere. Ad esempio un genitore le ha scritto che il figlio di nove anni aveva comprato una matita rosa, ma poi non aveva avuto il coraggio di usarla in classe perché temeva l'imbarazzo che avrebbe avuto se fossero arrivate le domande sul perché il colore rosa. Un altro genitore invece, le raccontava che nonostante in casa non si fossero mai fatte distinzioni di genere su giochi e vestiti, adesso era il figlio stesso di cinque anni che iniziava a farle, ad esempio rifiutando di mettere la maglia rosa perché da femmina o ancora chiedendo di voler tagliare i capelli più corti perché i bimbi maschi hanno i capelli corti. Un altro genitore ancora scriveva che il figlio di sei anni, durante un allenamento si era tolto i sandali di Frozen e li aveva appoggiati a terra rovesciati perché altrimenti i compagni gli avrebbero detto che sono cose da femmine. Alla fine tutti questi genitori non è che si sentissero demotivati nel continuare quel lavoro quotidiano che serve per decostruire gli stereotipi, perché per queste famiglie scegliere di farlo fa parte dei loro valori, ma erano comunque un po', amareggiati nel vedere quanto fossero forti condizionamenti esterni, nonostante tutte le conversazioni a casa. Prima di leggervi il resto della newsletter ci tengo a dire che capisco benissimo la frustrazione di questi genitori e so che in questi casi si è portati a pensare che il lavoro che stiamo facendo a casa sia inutile se poi tutto il mondo fuori rema contro. Non mi voglio dilungare con una riflessione approfondita su questo, perché anche Zaira offrirà uno spunto per sciogliere proprio questo nodo, ma non posso non ricordarvi che non viviamo in una bolla. Il mondo fuori esiste ed è innegabile che spesso ci rendi conto per ora e speriamo sempre meno, perché stiamo davvero creando un movimento e facendo una rivoluzione nell'educazione l'ho visto nel tour del libro che ho fatto in Italia e lo leggo ogni giorno nei vostri messaggi reale. Siamo in tanti e abbiamo tanta voglia di un cambiamento, ma il mondo fuori esiste, non possiamo ignorarlo. E allora che cosa facciamo? Ci ricordiamo che il nucleo familiare, soprattutto nei primi sei anni e soprattutto se sviluppiamo con i nostri figli un rapporto di fiducia e non di obbedienza, è il punto di riferimento più importante per un bambino, per una bambina. Quando i nostri figli si fidano di noi. Quello che facciamo noi genitori in casa è il modello principale. E anche se sembra poco rispetto a tutto quello di cui poi possa fare esperienza fuori di il fatto è ciò che farà la differenza tra la loro percezione di giusto e sbagliato. Vi invito quindi a continuare questo lavoro. Continuate ad offrire il vostro esempio e a mostrare che esiste una narrazione alternativa, perché, come dico sempre, se i vostri figli non sanno nemmeno che esiste un'alternativa, non possono sceglierla. Quindi continuate, continuate a portare in casa le conversazioni sulla parità, a sgretolare gli stereotipi partendo dal linguaggio, ma anche con piccoli gesti quotidiani come quelli di C di cui ci parla Zaira. Perché se c'è una possibilità di rendere il mondo un posto più curioso, più gentile, non è certo controllando le azioni degli altri, che possiamo creare quel mondo e attivare quel cambiamento, perché non possiamo controllare i comportamenti degli altri, ma è scegliendo le nostre azioni e come ci comportiamo noi ogni giorno, come dico quasi ogni giorno ai miei figli. E ho detto anche nel mio discorso Tex scegliere il nostro comportamento, scegliere la nostra azione è la più grande libertà che abbiamo. Usiamola. E adesso passo a leggervi la newsletter di Zaira Zaira scrive Ricevo davvero molte testimonianze e ti assicuro che non ricevo quasi mai messaggi del genere che riguardano le bambine. Al contrario, ricevo molte testimonianze di questo tipo per bambini maschi. Quindi mi chiedo i bimbi fanno più fatica ad uscire dagli stereotipi rispetto alle bambine? E perché traduco liberamente dal tex della sociologa Myers? Se parliamo di bambini non conformi per genere, le bambine che si allontanano dal binario sono spesso celebrate e le si dice maschiacci, mentre i bimbi che si allontanano dal loro binario vengono spesso umiliati e chiamati femminucce. Il binario maschile e quello femminile non sono complementari. Piuttosto sono gerarchici. Uomini e bambini vengono valorizzati e hanno più potere di bambine e donne. Come mi avrai sentito dire diverse volte, tendere al maschile è visto come valido. Tendere al femminile è visto come una vergogna. E questo perché le cose da femmina, tra virgolette, se non le femmine in sé, nella nostra società valgono meno delle cose da maschio tra virgolette, se non dei maschi in sé. Viviamo in una società che penalizza il genere femminile non è un'opinione, ma la realtà che viene dimostrata da statistiche e studi. Le donne hanno meno tempo libero, hanno più carico mentale, guadagnano di meno, vengono molestate, prendono molte meno decisioni, essendo in netta minoranza nei luoghi di potere come governi, consigli d'amministrazione vengono discriminate sul lavoro in tempi di crisi sono quelle che prima perdono il lavoro, vengono prese meno in considerazione quando si tratta di sviluppare e testare nuovi medicamenti o sistemi di sicurezza su un'auto. Insomma, il sistema attuale discrimina le donne, ma questo non significa che il genere maschile se la passi bene. Gli uomini, i ragazzi, i bambini hanno sì dei privilegi, ma anche loro non sono del tutto liberi. C'è un messaggio trasversale a molte delle letture sulla parità di genere che faccio. Le donne si stanno emancipando, gli uomini non stanno cambiando granché le loro abitudini. Un po' sì, ma in misura minore. La parità di genere non si raggiunge solo con le donne che si emancipa, che vestono come vogliono, che escono, lavorano e fanno carriera. È necessario che anche gli uomini comincino a contribuire di più al lavoro familiare, possano esprimere le loro emozioni, svolgano lavori o avere passioni oggi ritenuti come femminili. Wow, non so voi, ma la mia ragnatela di pensieri si sta tessendo alla velocità della luce, che è quello che amo e che mi succede spesso quando leggo i contenuti di Zaira. E in questo caso credo che sia importante ricordare che per sgretolare questa mentalità ci vuole un cambiamento da entrambe le parti. Come scrivo nel mio libro siamo tutti complici, uomini e donne, e il cambiamento lo raggiungiamo cambiando insieme, ma continuo a leggere. Zaira cita anche le parole della psicologa Chiara Volpato nel libro psico sociologia del maschilismo, che aiutano proprio a capire quanto sia importante partire dalla dinamica familiare, da ciò che si assorbe, da ciò che si fa in casa per sgretolare gli stereotipi. Ve lo leggo le donne sono oggi percepite come più capaci, ambiziose e assertive di qualche decennio fa in conseguenza del nuovo ruolo assunto nel mondo del lavoro, ma continuano a essere pensate come calde, altruiste, generose perché continuano ad avere ruoli domestici e di cura. Il ruolo primario dell'uomo è invece rimasto costante, con la conseguenza che lo stereotipo maschile non è cambiato. In altre parole, per essere considerato un uomo oggi devi fare le stesse cose che faceva un uomo. Ieri, invece, è necessario smantellare anche lo stereotipo del maschio. E a questo punto Zaira passa dalla riflessione teorica al lato pratico, suggerendo cinque cose da non fare con i nostri figli, specificando che questi sono appunto suggerimenti non universali, ma pensieri che ognuno può prendere e adattare alla propria realtà familiare e che possono valere tra l'altro anche per le nostre figlie femmine. Zaira scrive Ecco le cose che faccio o farei io nel mondo di oggi non influenzarlo verso scelte stereotipate a priori. Che cosa voglio dire? Che se tuo figlio volesse andare a scuola con una maglia di paillette rosa, io non lo fermerei per paura di eventuali prese in giro o giudizi degli altri genitori. Non mi pare un argomento abbastanza valido sarebbe fare il gioco della tra virgolette, polizia di genere, ovvero il rimettere nei binari le persone che cercano di esplorare come si sta fuori insegnerebbe valori come sì come gli altri si aspettano che tu sia adeguati allo status quo, anche se per te non ha senso non mettere in discussione quello che fa la maggioranza. Al limite puoi fare tutto ciò che è in tuo potere per prepararlo, come dipende anche dall'età potresti farlo leggendo libri di personaggi maschili che non si conformano o per bambini più grandi, leggendo e commentando insieme libri che parlano esplicitamente di stereotipi. A questo proposito vi racconto io Carlotta, non Zaira, che Oliver ed Emily, per esempio, hanno ascoltato la guida per L'adulto, che si trova all'interno del prodotto del contenuto per L'infanzia, la grandinata misteriosa creato proprio da Zaira. Zaira continua Se è più piccolo, d'età, se vuoi, avvisa senza mettergli paura o ansia. Sai al giorno d'oggi da queste parti le pallette rosa le mettono soprattutto le bambine. Non è una regola vera, si può rompere, ma può essere che qualcuno te lo faccia notare. Ti importa? Parla con l'insegnante, usa anche i miei contenuti che trovi più pertinenti come base di discussione. Sopportalo. Se viene preso in giro può essere che venga preso in giro, ma cogli questo fatto come un'occasione di crescita e per affrontare temi importanti come quelli della mascolinità tossica. Dagli le informazioni più importanti sul tema e poi lascia che decida se continuare ad esprimersi come vorrebbe, con la possibilità di essere schernito. Potete anche preparare delle risposte standard, delle sorte di copioni da ripetere in caso di prese in giro, per esempio. In effetti il rosa oggi viene indossato soprattutto dalle bambine, ma non è una vera regola. E qui, nella newsletter, Zaira mi saluta, dice ciao Carlotta, perché sa quanto sono importanti per me questi piccoli copioni, piccoli grandi copioni per modellare la nostra mentalità. E poi continua questo lavoro si potrebbe fare anche in fase di preparazione quando il figlio vuole uscire nel mondo senza di noi, in maniera non stereotipata. Io preferisco prepararlo in maniera più soft per non influenzare troppo la sua scelta. Temo di fargli passare la voglia di uscire vestito come gli pare. Sarebbe un peccato, perché poi magari nessuno lo prenderebbe in giro, ma dopo la prima presa in giro si può essere più espliciti e di supporto. A questo proposito Zaira offre uno spunto che ha trovato sul web Si tratta di una serie di mini depliant per l'autodifesa contro gli stereotipi di genere che in realtà sono in francese ma hanno davvero poco testo e sono facilmente intuibili. Trovate questa risorsa nella sua newsletter. Vi metto la newsletter nelle note dell'episodio. In pratica sono delle strisce pieghevoli a mo' di depliant che rispondono a varie domande tipo i bambini possono mettere lo smalto e rispondono semplicemente mostrando esempi di uomini che portano lo smalto l'idea è che se qualcuno fa un commento a nostro figlio, lui potrà tirare fuori il depliant corrispondente, chiudendo il discorso senza troppa fatica, io la trovo un'idea geniale. Zaira dice anche che le piacerebbe prepararne alcuni simili in italiano e trovo che sia un'idea davvero molto carina e chissà che non decidiamo di farlo insieme. Che ne dici zai? Fammi sapere, okay, Praticamente io aggiungo ogni ogni ogni volta la lista di progetti sulla tela. Vi leggo gli ultimi due suggerimenti di Zaira. Ecco le sue parole Supporta tuo figlio se decide di conformarsi, non giudicare tuo figlio se decide di conformarsi, soprattutto se lo vedi sereno nel farlo. Scrive ad esempio Aurelia Blanc in crescere un figlio femminista se il nostro figlio più grande ci tiene ad andare a scuola con le scarpe da ginnastica lilla e ci dice che le osservazioni degli altri non lo disturbano, tanto meglio. Ma se il più piccolo ci racconta invece che è stato insultato perché aveva un fermaglio nei capelli e che adesso non vuole più mettere quel fermaglio, ascoltiamolo. Mentre alcuni ragazzi hanno la voglia e la tenacia di difendere i loro gusti non conformi alle norme di genere, ci sono altri che invece possono vivere questa situazione di essere leggermente diversi rispetto al modello dominante con maggiore sofferenza. Tanto più che come leggo nello stesso libro scrive sempre Zaira tra i cinque e i sette anni circa è normale che i bambini siano rigidi riguardo alle norme di genere. Questo perché fid verso ai sette anni le persone non non sono ancora in grado di concepire che il loro genere rimane lo stesso quando cambiano il modo di presentarsi al mondo. E questo aggiungo io, Carlotta, è qualcosa che dovrebbero imparare anche tantissimi, tantissimi, tantissimi adulti. Ultimo consiglio non scoraggiarti. Ma allora chiede Zaira a cosa serve educare oltre gli stereotipi di genere? Se poi mio figlio si conforma annullando tutti i miei sforzi? Principalmente serve a mostrare l'alternativa, magari in in futuro tuo figlio vorrà allontanarsi da un qualche stereotipo e saprà che potrà farlo grazie a te. Saprà anche perché gli risulta a volte così difficile uscire dagli stereotipi e potrà decidere se fare questa fatica oppure no. Oltre al fatto che sì, tuo figlio potrà decidere di aderire ad uno stereotipo come tu magari in quanto donna, decidi di depilarti, anche se non la trovi l'attività più divertente del mondo. Ma almeno non si troverà a giudicare chi invece non si conformerà. Tuo figlio saprà che si può uscire dagli stereotipi perché sono regole finte che si possono rompere. Chiamalo poco. Eh sì, a volte ci sentiamo gli unici a portare avanti questo tipo di educazione, ma siamo sempre di più e possiamo sostenerci a vicenda. Fare rete è importante e a volte vuol dire uscire dalla cerchia in cui viviamo. Solitamente questo è un po', quello che vi dicevo all'inizio, ovvero sul fatto di continuare a mostrare quell'alternativa, perché se i nostri figli non sanno che esiste l'alternativa, non possono neanche sceglierla. E poi Zaira ci lascia con una riflessione finale, scrive Educare oltre gli stereotipi di genere non è semplice, anche per questa sensazione di essere una goccia in mezzo al mare. E per i figli maschi può essere ancora più difficile avere un'espressione di genere e delle passioni non conformi alle norme sociali, accompagniamoli come meglio possiamo senza giudicarli, qualsiasi scelta facciano. Il passo più difficile. Ma secondo me importante è non influenzare le loro scelte a priori per paura di eventuali prese in giro come genitori. Okay, a giver mettiamo le basi, ma poi saranno loro a costruirci sopra la loro vita. Et voilà, adesso forse avrete capito perché ci tenevo a leggervi questa newsletter che è densa, approfondita e precisa, ma anche molto pratica. Del resto questi sono proprio i tratti distintivi del preziosissimo lavoro che fa Zaira Oggi ho condiviso con voi i passaggi più importanti della sua riflessione, secondo me più importanti. Ma se volete leggere la newsletter integrale, come vi dicevo, vi lascio il link nelle note di questo episodio. Nella newsletter troverete anche alcune risorse quelle che ho citato oggi, per esempio i mini depliant per l'autodifesa contro gli stereotipi di genere, ma anche alcuni libri per l'infanzia suggeriti da Zaira e poi altri spunti utili. A proposito di libri vi ricordo o vi racconto se non lo sapete, che Zaira ha scritto un bellissimo libro per l'infanzia che trovate nella nostra serie cantiere creativo sulla tela. Si intitola La grandinata misteriosa e il suo valore sta proprio nel fatto che aiuta a sradicare gli stereotipi di genere senza spiegare, ma semplicemente tra virgolette, offrendo una rappresentazione onesta e inclusiva. Perché spesso davvero tutto ciò che serve è offrire rappresentanza, offrire rappresentazione. E se volete approfondire questi temi con uno sguardo ancora più ampio sulla diversità, non posso non segnalarvi anche il nostro story arcobaleno, che è la una guida per comprendere e accogliere la diversità di orientamento sessuale che abbiamo proprio riscritto e illustrato nuovamente da capo con tutto il team proprio qualche mese fa. E adesso è stupendo. Ho anche chiesto a Lorenzo Piccolo delle Nina Jacque Queens, che ho avuto l'onore di conoscere al Tex di Putignano. Ho chiesto a lui di darmi un feedback su questa guida e sul libro per l'infanzia e ha detto che abbiamo fatto un lavoro molto bello e molto completo. Io davvero credo che sia un supporto prezioso per affrontare questo tipo di conversazioni con bambini e bambine, ma in generale proprio per ampliare la conversazione intorno alla diversità. E proprio a proposito di diversità vi spoilero per chi sta ascoltando gli episodi in ordine che a luglio siamo nel duemila e ventiquattro tra l'altro se ascolti questo episodio tra qualche anno, a luglio, sulla tela parliamo proprio di diversità. Lanciamo una nuova guida su come parlare di disabilità che la comunità di abbonati a tutta la tela riceverà in omaggio per fare proprio questo lavoro insieme a noi e nella newsletter di fine luglio, sempre duemila e ventiquattro tratteremo un tema che mi sta molto a cuore perché per via del nostro stile di vita. Lo viviamo spesso in prima persona, ovvero quando i bambini si sentono diversi dagli altri o quando gli altri li fanno sentire diversi. E ultimo spoiler questo è bellissimo sentirsi diversi dev'essere visto e trasmesso e percepito come qualcosa di bello, di positivo e come una forza. Ed è proprio questo che possiamo insegnare ai nostri figli a vederlo e trattarlo come una forza. Okay, mi sento un bollettino pubblicitario, ma a volte ci vuole, perché se non vi dico io le cose meravigliose che facciamo sulla tela per cambiare mentalità, per scendere dalle ruote, chi ve le dice? Però ora è davvero tutto. Non mi resta che darvi appuntamento alla settimana prossima con un nuovo episodio del podcast e vi ricordo che mi trovate ovviamente su la tela punto com e da lì potete arrivare anche al mio Instagram. Buona serata. Buona giornata o buonanotte a seconda di dove siete nel mondo. Ciao ciao
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Ciao! Il link alla newsletter di Zaira non sembra funzionare. Potete controllare? Grazie!
Ciao Marzia, ci penserà il team della tela a correggere il link nella descrizione ma intanto ti lascio qui il link alla newsletter che Carlotta leggeva in questo episodio: https://preview.mailerlite.io/preview/61313/emails/101856839943062554  un caro saluto!
Grazie Marzia di avercelo segnalato, adesso è a posto ☺️
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