Preferiti dei bambini

199. Non girarti dall'altra parte: sii protagonista del cambiamento nella scuola.

In questo episodio di Educare con Calma parliamo di scuola grazie alla testimonianza di un'insegnate e alla lettura della newsletter di settembre 2024.

13 dicembre 2024·
34 min
·20 commenti
In questo episodio di Educare con Calma affrontiamo un argomento scomodo: le lacune del sistema scolastico italiano e l'uso di punizioni e minacce in ambito educativo.

Vi porto non solo le mie riflessioni, ma condivido anche un aneddoto di un'insegnante che ha scelto l'empatia invece della paura per risolvere una situazione difficile in classe e vi leggo un estratto della newsletter di settembre 2024. Puoi leggere la versione integrale qui (con un abbonamento attivo):

Newsletter
La Tela di settembre: promemoria scomodi per l'anno scolastico

Carlotta: Benvenuti e benvenute a un episodio scomodo di educare con calma. Mi dirai Carlotta, ma tanti dei tuoi episodi sono scomodi, non devi mica anticiparlo! E invece lo anticipo per chi magari arriva qui oggi. Se senti scomodità ascoltando le mie parole rimani in quel disagio. È in quel disagio che vive la crescita, l'evoluzione personale, il cambiamento.

È in quel disagio che arrivano magari non le risposte ma sicuramente tutte le domande giuste. In questo episodio parlo di scuola e se hai letto il mio libro o hai ascoltato altri podcast di educare con calma su questa tematica saprai già perché è scomodo perché non sono disposta a rimanere in silenzio sulle lacune del sistema scolastico, sulle mancanze della maggior parte delle scuole in Italia e sulla scelta di ancora troppi insegnanti troppi e troppe insegnanti di ricorrere a punizioni minacce urla paura come strumenti di educazione non lo sono e dobbiamo continuare a contestarli questi strumenti di educazione Carlotta ma tu che ne sai? Che I tuoi figli non vanno a scuola e tua scuola non ci lavori che ne sai? Lo so lo so perché dal duemila nove al duemila quindici Ho fatto da tutor bambini ragazzi che mi hanno confidato le loro difficoltà in un sistema che non è disegnato per loro lo so perché il mio background è montessoriano e conosco molto bene il potenziale di cui siamo capaci su cui siamo seduti senza usarlo abbiamo eccellenze pedagogiche come Reggio Emilia, Montessori, Steiner, il Steiner con le quali potremmo letteralmente rivoluzionare il sistema scolastico e non le usiamo e lo so poi perché dal duemila ventuno ho creato il progetto La tela Teachers in cui do I miei contenuti gratuitamente a insegnanti per apportare un cambiamento dal basso da dentro.

Per apportare un cambiamento dal basso da dentro e sono proprio loro a raccontarmi ogni giorno la scuola da dentro a raccontarmi le sfide del cambiamento che affrontano ogni giorno e anche le loro vittorie e poi ovviamente ci sono tutti I genitori una comunità immensa di genitori che mi racconta ogni giorno le loro esperienze positive negative che hanno a che fare con il sistema scolastico. Quindi sì credo di poter parlare con molta cognizione di causa di questo argomento e anzi oggi vi riporto proprio un aneddoto di un insegnante che racconta sia una sfida che vissuto a scuola sia la sua piccola grande vittoria che è scaturita proprio da questa sfida e lo faccio leggendo con il suo permesso ovviamente il messaggio che mi scritto Cara Carlotta ti scrivo questo messaggio perché oggi è successa una cosa bellissima sono un insegnante ma ho iniziato a seguirti quando quasi due anni fa sono diventata mamma e in qualche modo piano piano quello che stavo imparando cambiato non solo la mia genitorialità ma anche il mio modo di insegnare Oggi mi trovavo in una classe prima media con bambini di circa undici anni Prima di entrare in classe la collega cui stavo dando il cambio mi ferma dicendomi che era successa una cosa gravissima Io ho pensato che qualcuno si fosse fatto male invece qualcuno aveva fatto un fischio durante la lezione e il resto della classe aveva coperto il colpevole non facendone il nome.

Durante la mia ora di lezione arriva un'altra mia collega la coordinatrice di classe la quale dice agli alunni che erano successe ben due cose gravi: il fischio e l'omertà della classe, e che se non fosse venuto fuori il colpevole tutta la classe ne avrebbe pagato le conseguenze perché avrebbe annullato le gite. Ecco in quel momento mi era tutto chiaro ho fatto fatica a trattenere le lacrime tutto è diventato nitido davanti a me quel modo di educare con la paura e di ottenere qualcosa tramite la minaccia mi messo addosso una tristezza infinita. Una bambina si alza e dice all'insegnante che sa chi è stato ma preferiva riferirlo in privato. Rientrati la docente esce di nuovo con il bambino responsabile dell'accaduto che continua a negare e che sentiamo poi piangere fuori dalla classe. Appena la docente va via ho sentito il bisogno di parlarne con loro ho preso sotto il mio braccio il bambino responsabile che ancora piangeva e ho chiesto agli altri cosa potevamo fare insieme per aiutarlo in quel momento chi offerto un fazzoletto chi lo consolato chi detto che probabilmente non era stato lui.

Quasi tutti hanno fatto il suo nome ma questa caccia alle streghe mi è sembrata assurda. La bambina che aveva fatto il nome del responsabile detto che nel momento in cui faceva il nome si è messa a piangere perché era dispiaciuta per il suo compagno. L'ho guardata con gli occhi pieni di lacrime e rivolgendomi a tutta la classe ho detto che quella bambina aveva appena detto una cosa bellissima e che mi ero commossa. Per quello perché aveva provato empatia per il suo compagno e si era immedesimata in lui tutti si sono detti dispiaciuti poi ho spiegato che chiunque fosse stato a fare il fischio non era una cosa grave e che anche se in quel momento alla docente è sembrata una cosa sbagliata non importa perché tutti sbagliamo perché fare un errore non è un dramma ho spiegato che io sbaglio di continuo e chiedo scusa anche al mio bimbo di due anni in modo che un domani possa iniziare a chiedere scusa anche lui quando sbaglia è stato uno scambio molto lungo e sentito. Sbaglia.

È stato uno scambio molto lungo e sentito. Il bambino non mai confermato di essere stato lui ma alla fine della lezione si era calmato. Capito che capita a tutti di sbagliare e che non è una tragedia. La paura è calata I miei alunni si sono sentiti al sicuro con me e abbiamo continuato la nostra lezione serenamente Spero solo che non dimentichino le mie parole è la prima volta che mi capita di commuovermi in classe prima la vedevo come qualcosa di negativo come se la mia immagine di insegnante potesse essere messa in rischio. Oggi sono fiera di me e di non aver nascosto le mie emozioni.

Qualche giorno fa mi è capitato di alzare un po' la voce in un'altra classe per farmi sentire e ho poi chiesto scusa. I miei alunni erano sconvolti dal fatto che stessi chiedendo scusa Ho spiegato che urlare non mi appartiene e sono sicura che loro abbiano apprezzato le mie scuse. Anche quel giorno sono stata fiera di me. Vedi Carlotta da soli è difficile remare controcorrente è vero che siamo tanto sulla tela ma nelle scuole ci ritroviamo spesso ad essere soli a cercare di educare diversamente e non riusciamo a fare tanto Io vorrei poter essere utile ad altri docenti vorrei confrontarmi con loro creare progetti insieme e fare formazione ad altri colleghi che vogliono cambiare modo di educare. Credo sia necessaria una rete di docenti che insieme possano creare qualcosa da portare nelle scuole e far cambiare prospettiva.

So che la tua missione parte dai genitori ma credimi purtroppo per fortuna oggi I bambini passano a scuola gran parte della loro giornata ed è necessario un cambiamento soprattutto lì. Se posso essere utile affinché tanti altri bambini non si sentano tremendamente accusati perché gli è capitato di fischiare in classe bambini non si sentano tremendamente accusati perché gli è capitato di fischiare in classe io voglio farlo e chiedo il tuo supporto o chiedo di poter supportare il tuo progetto in qualche modo dalla prospettiva dell'insegnante. Grazie con grande affetto! Questo messaggio mi colpito tantissimo e ci tengo solo a fare due precisazioni su due parti: uno è questo quando dice ho spiegato che io sbaglio di continuo e chiedo scusa anche al mio bimbo di due anni in modo che un domani possa iniziare a chiedere scusa anche lui quando sbaglia. Ora quando noi chiediamo scusa ai bambini loro non solo imparano a chiedere scusa quando sbagliano ma imparano anche che quello che hanno vissuto è un ingiustizia e un abuso di potere e quindi imparano anche a riconoscerli fuori casa.

Quindi questo è importantissimo. E poi un'altra cosa che scritto: ho spiegato che urlare non mi appartiene. Ecco qua quando noi spieghiamo adesso io non so se abbia usato queste parole o se le abbia solo scritte ma non diciamo urlare non mi appartiene diciamo urlare è sbagliato urlare non è un metodo di comunicazione efficace in modo che I nostri figli capiscano che quello non è il modo in cui uno loro devono comunicare con gli altri e due non è neanche il modo in cui devono accettare che le persone comunichino con loro e questo li aiuterà poi tanto tanto tanto nelle loro relazioni future. Ora farò due cose. Prima di tutto vi spiegherò brevemente perché quella scena questo messaggio che mi inviato questa insegnante mi fatto arrabbiare moltissimo ho tardato qualche ora a rispondere le ho proprio scritto ho bisogno di di tempo per rispondere perché avevo una rabbia all'interno del mio corpo e tutto ciò che vedevo era l'abuso di potere e quindi ho fatto fatica a vedere tutto il bello che c'era in questa situazione però in realtà quello che fatto questa insegnante in aula lo è è una bellissima vittoria e io la ringrazio per il suo lavoro come ringrazio tutti e tutte insegnanti che fanno parte della tela teachers e ci stanno aiutando a cambiare la scuola dal basso perché questa realtà esiste già noi dal duemila ventuno abbiamo creato questa realtà questa rete di docenti che possono veramente comunicare da poco abbiamo anche inserito nella tela teachers un forum dedicato solo a insegnanti in modo che possano scrivere confrontarsi che possano mettere un messaggio di questo tipo e trovare supporto dall'altra parte e magari anche condividere metodi per coinvolgere altri docenti, altri insegnanti, altri educatori in questo loro cambiamento si chiama la tela teachers lo trovate a la tela punto com barra teachers.

Detto questo come seconda parte di questo episodio ho deciso di leggervi anche le parole della newsletter che ho inviato a settembre duemila ventiquattro perché voglio lasciarle anche qui. Inizio dal perché ho provato rabbia. Ho provato rabbia perché quello che è successo è un chiaro esempio di abuso di potere da parte di insegnanti che sono diventati l'autorità indiscussa e questo non permette ai bambini di imparare abilità importanti come l'autocontrollo la resilienza l'integrità perché tutto questo richiede una mente critica richiede poter imparare in uno spazio in cui I bambini si sentono al sicuro si sentono sicuri di poter non essere d'accordo con l'adulto di poter contestare la nostra autorità senza avere delle ripercussioni e purtroppo in questo ambiente in cui minacciano umiliamo puniamo I bambini non possono fare questo non possono sviluppare una mente critica non possono sviluppare autocontrollo, resilienza, integrità, empatia, collaborazione potrei andare avanti Ho provato tanta rabbia perché non a fischiare Oliver fischia quando si concentra per esempio avrebbe potuto essere lui quel bambino in classe e Oliver è un bambino è una persona estremamente gentile attento rispettoso eppure fischia quando si concentra avrebbe potuto fischiare come sfida che gli hanno dato gli altri compagni non facciamo finta di non ricordarci come era essere preadolescenti o adolescenti in aula anche insegnanti in aula lo uno contro l'altro Ottiene il risultato opposto del sviluppare una bussola morale, del sviluppare una mentalità di cooperazione, di empatia che sono fondamentali per sviluppare l'integrità e se non avete ancora ascoltato l'episodio sull'integrità vi consiglio di recuperarlo significa che quel bambino può fare ciò che vuole no significa che quel bambino non avrebbe dovuto prendersi la propria responsabilità la responsabilità dei propri comportamenti no significa che quel quel bambino non avrebbe dovuto chiedere scusa no ma come fanno I bambini ad imparare se noi non gli permettiamo di imparare se noi non insegniamo loro a riconoscere giusto e sbagliato non insegniamo loro attraverso la nostra calma attraverso la nostra accoglienza la nostra comprensione come possono comportarsi diversamente in futuro, come possono imparare se non gli diamo alternative di comportamento ma li umiliamo, li minacciano e togliamo loro ciò che caro, li mettiamo l'uno contro l'altro.

L'altro. I bambini non possono imparare in questo contesto. Quindi no. Non significa che quel bambino possa fare ciò che vuole, non significa che I bambini possano fare ciò che vuole. Questo non è il punto dell'educazione che io diffondo dell'educazione a lungo termine.

No! Significa che le minacce e le punizioni non sono strumenti educativi efficaci e che noi adulti dovremmo usare strumenti efficaci che invece aiutino I bambini a capire comportamenti sbagliati a fare in modo che la prossima volta scelgano di non farlo non perché hanno paura di noi ma perché lo scelgono perché scelgono di fare la cosa giusta Solo così si crescono e si diventa individui con una bussola morale chiara forte ben calibrata consolidata e poi ho provato tanta rabbia perché sono stanca di questi abusi di potere a scuola La scuola è un ambiente in cui I bambini dovrebbero imparare dovrebbero avere modelli morali ed educativi solidi invece questi abusi di potere sono classici delle persone che non sono capitani della barca delle persone che sono così insicure di sé e della loro guida del loro valore della loro efficacia da dover sottomettere gli altri per farsi rispettare e io credo che ogni insegnante specialmente insegnanti che lavorano a contatto con l'infanzia preadolescenza e adolescenza oggi abbia gli strumenti per imparare a essere il capitano della barca per imparare a essere una guida sicura che le persone rispettano non per terrore ma per fiducia Chi non usa ancora questi strumenti va contestato E poi due la seconda parte Dopo che vi ho raccontato perché ho provato così tanta rabbia vi ho promesso che avrei letto la newsletter che ho inviato a settembre duemila ventiquattro e così faccio senza dilungarmi oltre.

Questa newsletter l'ho scritta per tutti coloro che vogliono essere un agente del cambiamento spero che vorrei esserlo anche tu Sia che tu sia genitore sia che tu sia insegnante sia che tu abbia a che fare con bambini ragazzi in qualsiasi modalità Ve la leggo così com'è senza fare altre premesse La scuola è una di quelle conversazioni importanti che a me suscita mal di cuore e senso di responsabilità in parti uguali. Siamo tutti agenti del cambiamento se vogliamo. Ecco perché in questa newsletter ti offro un vademecum da portare con te tutto l'anno una bussola per continuare a navigare verso il cambiamento. Ti avverto ti offrirò le mie verità nella maniera più trasparente e gentile che conosco leggendo però potrai sentirti a disagio non avere fretta di rimuoverti da quel disagio spesso le consapevolezze e l'evoluzione più importanti nascono proprio in quello spazio Non girarti dall'altra parte Durante il tour del libro ho assistito a gite scolastiche e scene che vorrei non aver visto insegnanti che zittivano I bambini con urla che abbassavano le loro mani quando avevano una domanda che gli strattonavano se non stavano nel loro posto in cerchio una volta ho guardato Alex e sono scoppiata a piangere non tutte le scuole sono così certo ma alcune lo sono e quello non è l'ambiente che le piccole persone dovrebbero trovare a scuola nel luogo dove imparano non solo le tabelline ma anche a essere umani Negli ultimi dieci anni in cui ho portato l'educazione a lungo termine in italia mi accompagnata spesso la sensazione di scalare pareti di vetro ma oggi ho imparato a trasformarla in azione Quel giorno mi sono asciugata le lacrime Ho preso tanti bigliettini quanto erano gli le insegnanti e ho scritto loro un breve messaggio di speranza indirizzandoli verso il nostro progetto la tela teachers.

Ho continuato a farlo ogni volta che sentivo mal di cuore se di tutti quei bigliettini che ho scritto anche solo una persona è arrivata alla tela e al nostro progetto la teachers e sta ora portando un cambiamento dal basso Mi va bene! Non girarti dall'altra parte contesta ciò che senti sbagliato e sia anche tu ogni giorno un agente del cambiamento. Metti la scuola in discussione Non possiamo più limitare l'ambiente di apprendimento allo stare seduti in silenzio e a memorizzare le cose La maturità non l'istruzione accademica è la chiave per il successo degli studenti Queste sono due citazioni che troverai tra qualche settimana in un episodio del podcast che a questo punto probabilmente è già uscito quindi che andate a recuperare l'episodio passato e quello è l'episodio sul iniziare la scuola un anno dopo. Ma di queste citazioni potrei portartene tante tante altre. Ci sono sempre più ricerche e studi che dimostrano che il sistema scolastico attuale non sta preparando I nostri bambini per affrontare le difficoltà della vita, che non sono trovare la radice quadrata di cinquantasettemila seicento Oggi più che mai abbiamo bisogno di mettere la scuola in discussione che non significa attaccare insegnanti e I loro metodi o pensare di saperne di più significa informarsi sviluppare la nostra mente critica e avviare una conversazione onesta con le nostre piccole persone così da sviluppare anche la loro mente critica e la loro bussola morale Quanti di voi si sono sentiti dire o hanno detto l'insegnante è più dura con te perché crede in te questa secondo me è una mentalità da contestare nessuno fa meglio quando lo facciamo sentire peggio Quando ho chiesto ad Alex che cosa secondo lui fatto la differenza nel suo breve percorso scolastico mi risposto mio padre era sempre in prima fila quando pensava che qualcosa non andasse bene o potesse essere migliorato quando noi adulti impariamo a contestare con gentilezza determinazione e costanza ciò che non funziona I nostri figli impareranno a fare lo stesso Tu sei la differenza Durante il tour del libro un papà ci raccontato che la figlia tornava spesso da scuola dicendo che l'insegnante urlava dopo un paio di settimane il papà scritto un messaggio nella chat di gruppo della classe chiedendo se altri bambini se ne lamentavano tre bambini su ventinove si erano resi conto che l'insegnante urlava che cosa significa?

Esatto che per le altre ventisei piccole persone l'urlo è un metodo di comunicazione normalizzato Se noi non mostriamo l'alternativa a casa I nostri figli non possono imparare a riconoscere gli abusi di potere I comportamenti sbagliati fuori casa la differenza tra un adulto che prospera nella vita e uno che soccombe di fronte alle difficoltà Spesso la fa un solo adulto di riferimento. Tu puoi scegliere di essere quell'adulto. Non temere di contestare I comportamenti sbagliati con gentilezza Tanti genitori mi dicono ma se io gli dico che è sbagliato che l'insegnante che è sbagliato che l'insegnante urli lui inizierà a contestare l'insegnante è possibile anzi perfino probabile Aiutare le piccole persone a sviluppare la loro mente critica contestare I comportamenti sbagliati fa parte del nostro lavoro di genitore Questo non significa essere scortesi perché una cosa non esclude l'altra Posso contestare il tuo comportamento e allo stesso tempo usare un linguaggio gentile E non significa nemmeno che tu debba esplicitamente dire che il comportamento dell'insegnante è sbagliato spesso basta che inizi a riparare quando a urlare sei tu prima ho urlato urlare non è un comportamento valido urlare non è un metodo di comunicazione valido mi dispiace quando urlo puoi dirmi urlare non è un comportamento valido Ricorda tu sei la loro palestra ed è questa palestra a mettere I tuoi errori e riparare che li prepara ad affrontare il mondo fuori.

I tuoi figli non sono I loro voti né I loro errori. E intelligente ma non si applica non raggiunge il massimo del suo potenziale questa pressione costante rischia di intrappolarci in un equivalenza insidiosa voto uguale valore dell'individuo noi a casa dobbiamo essere chiari e diretti il successo accademico non è un parametro per misurare il tuo valore I tuoi voti non definiscono la resilienza l'empatia la curiosità o la fiducia in te né riassumono le attitudini e le emozioni che stanno dietro all'impegno scolastico La scuola mette voti assegna numeri e giudizi di valore agli individui Ma noi a casa possiamo scendere da questa ruota ed evitare di fare lo stesso errore tua figlia vale Indipendentemente dal suo percorso scolastico Diglielo spesso quando torna a casa con un voto basso che preferisco alla parola brutto invece di arrabbiarti farla sentire sbagliata o metterla in castigo Raccontare le storie di persone che non prendevano voti alti a scuola e che sono sbocciate solo quando hanno avuto l'opportunità di concentrarsi sulla loro vera forza perché la scuola di solito si concentra sulle debolezze e non sulla forza e qui ho fatto alcuni esempi: Gilliam Lyn, Michael Phhelps, Nicolò Govoni, Emanuele Caruso di cui parlo nel mio libro.

La performance scolastica non riflette l'individuo né le sue probabilità di successo nella vita e nel mondo del lavoro. La scuola fa quel che deve fa quel che sa segue un curriculum standardizzato e richiede che tutti raggiungono uguali risultati negli stessi tempi ma tu a casa e nei colloqui con insegnanti puoi mandare un messaggio diverso e creare un clima di evoluzione ognuno è unico negli interessi e nel modo e nei tempi di imparare in questo modo Denormalizziamo la mentalità della competitività e normalizziamo invece la mentalità del concedere ai bambini I propri tempi di apprendimento e collaborare con loro per scoprire e nutrire I loro veri interessi e punti di forza. I compiti non dovrebbero esserci ci entrò dritta come un elefante in un negozio di vetro soffiato arrivare al pomeriggio dopo X ore di scuola o alla pausa invernale dopo mesi di lavoro e dover fare I compiti è sbagliato I bambini hanno bisogno di riposo e di gioco libero Vorrei che interiorizzassi questa mentalità e che la usassi per quando tua figlia non avrà voglia di fare I compiti ragione lei Significa che lasciamo che non faccia I compiti? Questo lo decidi tu Io soprattutto alla scuola primaria, soprattutto se I miei figli escono da scuola pomeriggio inoltrato, deciderei che il riposo del fisico, del corpo e del cervello e il gioco sono più importanti dei compiti e andrei io stessa comunicarlo all'insegnante tu invece magari sceglierai di accompagnarli di sederti e fare I compiti insieme di trovare l'accordo di aiutare il meno possibile ma quanto è necessario anche questo è valido e ti lascio alcuni consigli per me importanti uno) Lascia che scelgano loro quando fare I compiti.

A che ora vuoi fare I compiti oggi? Vuoi metterti una sveglia tu preferisci che te lo ricordo io? E poi non controllare, non arrabbiarti se deludono le tue aspettative Ricordati che loro non sono le tue aspettative. Dai fiducia senza giudizio e così aumenti l'autonomia il senso di responsabilità e la sicurezza di sé due quando non vogliono farli non provare a convincerli che sono importanti non usare ultimatum e minacce. Se non fai I compiti non esci a giocare.

Offri prima di tutto empatia. Puoi perfino usare un copione di questo tipo. Anche io penso che I compiti siano di troppo Tu avresti bisogno di riposare e giocare lavori già tutto il giorno a scuola ti credo Nemmeno a me piacerebbe se tornassi dall'ufficio e dovessi ancora lavorare come posso aiutarti poi trovate insieme una soluzione per farli la connessione viene prima della collaborazione tre evita I paragoni prendi esempio da tua sorella da tuo fratello oppure io alla tua età mi sedevo subito a fare I compiti senza che nessuno mi dicesse nulla oppure Scommetto che I tuoi compagni non fanno tutte queste storie Mettere a paragone I bambini spesso peggiora la situazione e diminuisce l'autostima. Offri gioco e relazioni senza supervisione. Questo è un discorso molto più ampio ma inizio la ragnatela.

Le piccole persone sono controllate e supervisionate da adulti h24 a scuola e negli ambienti che frequentano sport attività extrascolastiche. Ti invito ad evitare lo stesso errore a casa ricerca attivamente momenti in cui possiate uscire da questo schema dobbiamo creare spazi in cui possano sviluppare le loro relazioni e scoprire chi sono senza la costante intromissione correzione e direzione di noi adulti La prossima volta che siete al parco da soli o insieme ad amici prova a stare a qualche metro di distanza in più ad intervenire di meno a non osservarli in continuazione a lasciarli giocare in maniera libera e spontanea che ricorda può essere diversa dalle tue aspettative. Crea tempo per la connessione Io amo le attività extra scolastiche perché I bambini possono imparare qualcosa che gli interessa davvero che a scuola succede sempre più raramente. Spesso però attività extrascolastiche significano ritmo più frenetico, ora della nanna più tardi e meno tempo da dedicare a crisi conflitti e connessione. La routine di molte famiglie è scuola attività casa cena letto e ripeti.

Se questa routine vi va bene non c'è motivo di cambiarla ti invito però ad aggiungere un pezzo di consapevolezza per navigarla Il tempo che tuo figlio passa a fare un'attività anche se la ama non è tempo lento Spesso quando I bambini non hanno tempi lenti nelle giornate passano da un'attività all'altra in maniera frenetica Arrivano a sera che non hanno avuto occasione di sentire connessione con I loro adulti di riferimento che è un loro bisogno primario Questo può causare disagio ed emozioni scomode che si manifestano in comportamenti scomodi. Basta che tu ne sia consapevole. Tutto qui. Quando riconosci il disagio e sai da dove arriva spesso ti è più semplice accoglierlo con empatia e comprensione. Credi alle piccole persone e alle loro grandi emozioni.

Mi è capitato spesso negli anni di lavoro con le famiglie che un genitore mi dicesse una versione di questa frase: Mio figlio mi detto che l'insegnante l' chiuso in bagno, gli dato uno schiaffo sul popò, l' tenuto forte per il braccio, l' spaventato con un urlo, ma quando ho chiesto all'insegnante smentito: Secondo te devo credere a mio figlio o all'insegnante? Posso risponderti a questa domanda con tante altre domande e riflessioni ma la risposta più onesta è questa: Se non crediamo noi ai nostri figli e alle loro emozioni probabilmente smetteranno di crederci e crederci anche loro. Inizieranno a credere di essere loro nel torto, che il comportamento dell'autorità di turno è valido, che non possono fidarsi dei propri istinti. Credi alle tue piccole persone e ti ricordo che non devi capire un'emozione per credere a quell'emozione. La tua relazione con l'errore.

Oggi la mia materia in sospeso della genitorialità e la mia reazione all'errore o anche solo a comportamenti e risultati che si distaccano dalle mie aspettative. Mi accolgo perché so che radici profonde e arriva da trent'anni di interazione con una società che stigmatizza l'errore, ma detesto la persona che con una società che stigmatizza l'errore, ma detesto la persona che sono quando critico I miei figli. Non necessariamente a parole basta un giro di occhio, una smorfia della bocca Vedo la loro autostima a spegnersi e allo stesso tempo un occhio di bue si accende sulle mie emozioni di bambina a cui sembrava di fare tutto sbagliato sensazione che mi perseguitata nella vita adulta Se ti ritrovi nelle mie parole ti invito a unirti a me nel modellare la tua relazione con le aspettative e l'errore si riflette anche nell'approccio con la scuola se Emily lava I piatti per con poco impegno invece di dire quello che mi verrebbe spontaneo tipo se devi lavarli così non lavarli proprio non serve a niente Mi mordo la lingua e lascio che finisca al suo lavoro senza commentare. La prossima volta prima che inizi le chiedo: Vuoi che ti faccia vedere un trucco per togliere tutte tutte tutte le macchie sui piatti?

Non serve null'altro. A volte mi ripeto la frase finale di quella storia che ti raccontai nell'episodio cinquantanove del podcast se per insegnare devi umiliare è perché non sai insegnare Un pensiero a ragnatela Sulla tela parliamo spesso di mindset lo facciamo perché ciò su cui dirigi la tua mente può fare la differenza ti chiedo di immaginartelo come il pulsante del semaforo pedonale sta a te azionarlo per poter proseguire nella direzione che hai scelto prova a visualizzare questo pulsante ogni volta che senti di voler portare un cambiamento dentro le pieghe di ciò che è migliorabile nel sistema scolastico o a casa magari mentre stai per premere il pulsante si alza il volume di sottofondo delle mentalità comune e sovrasta I tuoi pensieri se glielo dico si inimica l'insegnante Alza il volume dell'educazione a lungo termine e premi quel pulsante così potrai essere agente del cambiamento Preparati dei copioni nel percorso ne trovi tantissimi per comunicare con assertività e gentilezza e sii perseverante come il papà di Alex Nelle risorse in fondo di questa newsletter trovi anche un post scritto da Sara Ghirelli per aiutarti nella comunicazione con la scuola e gli insegnanti e un reel con Martina Righetti su come dare un feedback negativo in maniera efficace.

Ho letto di fretta ma in realtà ovviamente non li troverete al fondo della newsletter ovvero li troverete anche al fondo della newsletter l'archivio della newsletter è disponibile per chi l'abbonamento ma li troverete nella pagina dell'episodio di questo episodio sulla tela nei contenuti relazionati. Ultima riflessione che ho scritto in questa newsletter è stata: Ma la scuola è salvezza. Ci tengo a chiudere con un chiarimento: tante persone quando evidenziano le lacune della scuola mi dicono: Ma vogliamo renderci conto che la scuola è salvezza? Come dire Carlotta smetti di criticare il sistema scolastico. Ecco il fatto che la scuola sia salvezza non è indubbio ma prendi la genitorialità potremmo dire che avere genitori piuttosto che non averli sia una salvezza per una piccola persona ma se quei genitori urlano picchiano umiliano minacciano ti direi che possiamo e dobbiamo immaginare ed esigere un cambiamento.

Per la scuola vale lo stesso: il fatto che l'esistenza della scuola sia cruciale che è vero non significa che dobbiamo ignorare le grandi lacune dobbiamo possiamo immaginare ed esigere un cambiamento. Potete leggere il cambiamento che vorrei nel capitolo ventuno del mio libro Cosa sarò da grande? Che si intitola Colorare fuori dalle linee perché la scuola non riflette la vita. Per oggi è tutto spero che questo episodio vi sia piaciuto, spero che vi abbia fatti sentire un po' scomodi, un po' a disagio perché come vi ho detto forse all'inizio è nel disagio che si sviluppa il cambiamento e spero che mi aiutate a diffonderlo, che mi aiutate a diffondere la tela teacher che se siete appunto genitori di bambini che vanno a scuola possiate andare dagli insegnanti o dalle insegnanti e consigliare loro di iscriversi alla tela teachers lo so che spesso e volentieri sentite questa sensazione del ma se io glielo dico poi magari la prendo come un'offesa come un si mette sulla difensiva ecco abbandonate quella mentalità e pensate semplicemente gli state facendo un regalo state comunicando che c'è del contenuto gratuito solo per insegnanti e questa potrebbe proprio essere la vostra frase Hey ho visto che c'è un progetto che si chiama La tela teachers che dà contenuti gratuiti solo insegnanti e ho pensato a te.

Voilà! Questo dice all'insegnante semplicemente che hai avuto un bel pensiero: non si mette sulla difensiva, non stai giudicando il suo lavoro, però stai contribuendo a quel cambiamento dal basso che speriamo di vedere sempre di più. E con questo ti saluto, vi saluto, grazie per chi ascoltato fino qua, il vostro tempo non è mai mai mai scontato. Vi ricordo che mi trovate anche su tela punto com da lì trovate anche il mio instagram e ovviamente ci sentiamo al prossimo episodio di educare con calma buona serata buona giornata o buonanotte a seconda di dove siete nel mondo ciao

Hai modifiche non salvate -
Ciao!
Dopo tanto, sono riuscita a ottenere un giorno di ricevimento a scuola di mia figlia che sta frequentando l’ultimo anno infanzia. Il motivo? La condanna dell’errore, costante, durante lo svolgimento delle attività di preparazione alla primaria. 
“Sbagliando si impara, tranne il “quadernone” “,  le parole della maestra (tra l’altro non sua, queste attività vengono svolte in intersezione. Le sue maestre, fortunatamente, sono adorabili).
Mia figlia ha iniziato a raccontare di episodi che avvengono (e, dopo la chiacchierata, spero avvenivano) in classe in caso di errori: pagine strappate, x rosse, ingiurie.
Mi è stato risposto che in quella scuola fanno di tutto per rafforzare il concetto di autostima, e che queste cose non influenzano di certo la fiducia in se stessi dei bambini, anzi l’accrescono. Ma come? Quando impareranno a sbagliare, ad alzarsi e riprovarci? Quando impareranno a non dipendere dal giudizio altrui? Quando impareranno a combattere le ingiustizie se non si fa altro che incuotere paura e terrore con una bacchetta? Quando impareranno che non devono dimostrare niente a nessuno? Ma poi, cosa e a chi devono dimostrare dei bambini di 5 anni (accusati di essere creativi dal momento che hanno raccontato queste cose, negate all’inizio).
Era la prima volta che le veniva contestato il suo operato, e spero fortemente che le cose cambieranno per i bambini che verranno. Io ci ho provato con tutta me stessa, lo dovevo a mia figlia.
Che fatica! 
Federica cara, ti abbraccio forte, che mal di cuore leggendo di questo approccio (non valido in nessun caso, ma alla scuola dell'infanzia ancora di più) 💜

Hai fatto la scelta corretta chiedendo un colloquio e chiarendo il tuo punto di vista: come ci ricorda Carlotta, il cambiamento può avvenire se parte dal basso, da noi genitori e da insegnanti che scelgono di educare con rispetto.

Nelle risorse di questo episodio del podcast trovi anche diversi contenuti che possono aiutare nell'impostazione di un dialogo costruttivo con insegnanti (come ad esempio questo post del blog e questo reel).
Hai modifiche non salvate -
Non sono un’insegnante ma ho un diploma per insegnare yoga ai bambini e quindi come lavoro vado nelle scuole (materne per lo più) per portare questa magnifica disciplina. Bellissimo ma anche sfidante . Trovo difficile a volte tenere l’attenzione del gruppo per tante dinamiche che si creano . E’ successo questo episodio che mi ha fatto riflettere anche se penso di non aver agito bene . Una bambina di 4 anni non ha mai voluto seguire le lezioni (12 in totale) rifiutandosi di fare le attività proposte . Le ho quindi detto che potevo capire che non ne avesse voglia anche se mi dispiaceva però doveva sedersi vicino a me e non poteva correre o giocare ad altro per non disturbare gli altri compagni. Ho sempre dovuto richiamarla perché non riusciva a seguire questa regolina. L’ultima volta i bimbi stavano correndo dietro mia indicazione e ho detto che al tocco della campana si sarebbero dovuti sedere sulla riga. Ho dovuto suonare la campana 3 volte prima che tutti si sedessero ma ci sta . Lei invece guardandomi ha continuato a correre . Le ho detto che se avesse continuato avrei dovuto portarla in classe dalla maestra ma lei andava avanti. Alla fine l’ho riportata in classe dalla sua insegnante. Gli altri bimbi sono rimasti turbati da questa mia decisione e la bambina non ha più proseguito con il progetto di Yoga . 
Vi chiedo quindi: come avrei potuto gestire diversamente questa situazione? In realtà ci sono almeno altri 3 bambini che si comportano come questa bimba ma non voglio assolutamente passare le lezioni a ripetere che se non seguono le regole stabilite devo riportarli in classe . Grazie per il vostro sostegno 🙏🏻
Ciao Ilaria, grazie di cuore per questo tuo messaggio, una condivisione di vulnerabilità preziosa e importante. 💜

Sento la tua fatica e immagino che avere gli strumenti e applicarli con i propri figli sia molto diverso dal farlo in aula con tante piccole persone (sfidante, soprattutto all'inizio e con un gruppo classe «nuovo» che si segue solo per poche settimane).

Che tu abbia riconosciuto la possibilità di gestire in modo diverso sfide come questa è un passo davvero importante... impariamo camminando, cadendo e rialzandoci, in ogni aspetto della vita. 🫂

Mi viene in mente che a 4 anni sono davvero tanto piccoli e ci sta che magari una determinata attività, che per altri bambini è entusiasmante, per i motivi più disparati possa non «appassionarne» altri (ricordiamo anche che in questa fascia di età molti bambini tendono a privilegiare il gioco individuale anziché le attività di cooperazione o di gruppo). D'altra parte, tu hai giustamente necessità di trovare un equilibrio per poter svolgere l'attività di yoga, e capisco che in presenza di bambini che «non collaborano» possa essere davvero difficile e frustrante.

Magari si potrebbe lavorare sulla prevenzione, ad esempio chiedendo alla scuola di affiancarti una persona, insegnante/educatrice, che possa supportarti (ad esempio, coinvolgendo i bimbi che non desiderano partecipare con altre attività, magari solo per un breve tempo e chiedendo poi loro se finito quel tempo sono disposti a provare l'attività di yoga).

Inoltre, hai valutato di entrare a far parte del progetto La Tela Teachers? In questo modo avresti accesso sia ai contenuti del pacchetto insegnanti, ma anche (come spiegava Carlotta in questo episodio) alla sezione del Forum riservata agli Insegnanti: in questo modo, potresti condividere con loro questi dubbi e difficoltà e ricevere supporto e consigli utili da chi vive queste stesse situazioni. 🤗

Nel frattempo, ti lascio qui alcuni contenuti della sezione del Percorso Ritorno a scuola che potrebbero aiutarti a navigare queste fatiche:

Percorso / Scuola
L'aula è la tua barca: che capitano vuoi essere?
Il lavoro più importante che tu possa fare.


Percorso / Scuola
La cosa più importante che puoi fare quando i bambini piangono
Offri la tua presenza (silenziosa).


Percorso / Scuola
Quando i colleghi ti dicono «Ti metteranno i piedi in testa»
Ricordati dove vuoi andare.


Ti abbraccio e facciamo il tifo per te! 💜


Ciao Ilaria,
capisco e condivido la tua fatica come insegnate di yoga (danza e altro)  in grandi gruppi di bambini: é davvero un lavoro sfidante!

Secondo la mia esperienza quando mi trovo con un caso isolato di questo tipo per me una grande risorsa é trasformare il bambino/a nel mio aiutante: prendo un breve tempo distante dalla lezione in cui si sono verificati i comportamenti (può essere anche appena prima della lezione seguente) per avere una conversazione da soli ed occhi negli occhi, esprimo sempre come hai fatto tu la comprensione per la difficoltà e racconto di come potrebbero sentirsi gli altri bimbi che invece hanno piacere di partecipare e offro 2 opzioni
- ascoltare la lezione e disegnare
- essere il mio aiutante (farmi da “burattino” per mostrare le pose, fare con me le cose che propongo in coppia, aiutarmi con il materiale…)
In genere questo mi funziona abbastanza e i bimbi che scelgono (quasi sempre) di fare da aiutanti poi transitano a praticare con tutti gli altri nel giro di poche lezioni.

Se i bimbi che fanno così sono tanti io li sfianco, letteralmente!
Inizio la pratica con 10/15 minuti di giochi che includono corsa, salti, cambi di livello nello spazio e lo faccio in modo davvero serrato - ad un certo punto tutti sono sfiniti e si sdraiano ad ascoltare il respiro ed il cuore con una mano sulla pancia e una sul petto, come propongo.
In molti casi poi per le prime lezioni devo mantenere la pratica estremamente dinamica e poi con il tempo riesco a transitare verso un altro ritmo.

Spero questo ti dia degli spunti utili, se hai voglia di altre condivsioni e chiacchiere tra compagne di sventura sono qua!

Arianna
Grazie Arianna per i tuoi preziosi consigli! Ne farò tesoro! ❤️
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Questo episodio mi è piaciuto molto perché decostruisce la vecchia mentalità in cui talvolta ricadono anche i miei figli, per cui la scuola e l' insegnante non sbagliano mai.
Io sono un' insegnante della scuola dell' infanzia e tante volte ricordo ai miei figli che anche a me capita di sbagliare e che mi capita proprio perché sono un essere umano fallibile, proprio come capita ai bambini. Utilizzo questo pretesto in realtà anche per responsabilizzare mio figlio quando mi dice che ha dimenticato un libro a scuola perché la maestra non glielo ha ricordato. 
E allora è proprio vero che sbagliamo tutti e che delegare non serve.
Io stessa convivo con le falle del sistema e tante volte sono combattuta se continuare mantenere questa difficile convivenza oppure rompere e dedicarmi ad altro ma poi mi dico che si può provare a cambiare le cose anche semplicemente nella propria piccola realtà della propria classe.
Si può fare a casa, il lavoro che a scuola non si riesce ancora ad applicare nonostante tanti bei discorsi.
Siamo noi a fare la differenza e non dobbiamo sentirci soli a combattere perché con i nostri figli siamo una squadra e se riusciamo a farglielo sentire, ne usciremo più grati e vittoriosi.
Siamo noi a fare la differenza, è proprio vero 💜, faticoso ma vero!

Io ringrazio dal profondo del cuore insegnanti come te, che si mettono in gioco e che credono e agiscono davvero per il cambiamento, anche tra mille difficoltà. Sapere che ci siete è un balsamo al cuore.

Tra l'altro hai sollevato anche un altro tema importante e collegato, e ti anticipo che stiamo preparando proprio un episodio del podcast che riguarda la difficoltà di insegnanti che vogliono cambiare il sistema scolastico (a cui a volte, comprensibilmente, viene voglia di «mollare»). 💪
Ciao Rosalba, in merito al mollare , proprio oggi ho avuto una grossa sensazione di sconforto sai. I limiti dei genitori riflessi sui bambini sono tanti e diventa ogni giorno sempre più complicato lavorare per il cambiamento quando trovi un muro di fronte, ma poi penso alle parole di Carlotta quando dice: mi sembra di arrampicarmi su muri di vetro e penso che è proprio così.
Certe volte, pur avendo gli strumenti ti senti tanto impotente perché non puoi cambiare tutto ed è vero che per educare un bambino ci vuole un villaggio, forte ma vero.
La scuola e noi insegnanti non possiamo tutto e allora che fare? Mollare? 
Ne prendo atto e ricomincio daccapo, un semino alla volta.
Un caro abbraccio ❤️
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GRAZIE!
💜
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Il podcast di questa settimana arriva al momento giusto come un supporto, come un incoraggiamento di un amica che dice: "stai andando alla grande". E lo affermo sia per ragioni riguardanti gli ultimi risultati di un'indagine OCSE, sia da un punto di vista personale. 
È stata una settimana particolarmente faticosa. 
Non mi sono girata dall'altra parte e ho contrastato con gentilezza e fermezza (è proprio vero che una cosa non esclude l'altra) un paio di cose in ambito scolastico che sentivo la necessità di non lasciare andare "perché tanto è così". Difficile? Immensamente ma Immensamente necessario!
Grazie Alessandra 💜 sii fiera di te!
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Mio fratello alla materna disse una parolaccia. La maestra gli disse che sarebbe stata da lavare la lingua. Trovarono mio fratello in bagno a lavarla con il sapone...
💜
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Carlotta, questo podcast è per me importantissimo perché accende un sacco di verità scomode che ho vissuto con l’etichetta di “brava a scuola”.. ero intrappolata nella necessità di non deludere gli altri in caso di voti bassi, diventando un contenitore di informazioni apprese a memoria senza un reale metodo di studio.. ero intrappolata nel cercare di comportarmi come gli altri si aspettavano.. pensavo di valere tanto quanto i miei voti.. e ho tralasciato di imparare la vita quotidiana! Tant’è che i primi anni di vita da sola sopravvivevo! Per fortuna è arrivato mio marito e con pazienza ho piano piano imparato!!! Non voglio questo per Leo! Vivere non è sopravvivere!!! i compiti?! Che incubo!!!!! Leonardo e Gregorio hanno iniziato un percorso montessoriano che si allinea con quello che vorrei per loro, ma soprattutto con quello che non vorrei! Le minacce, gli abusi di potere?? Non ero in grado di riconoscerle!!! Neanche da adulta! Non voglio questo per Leo e Greg! Adoro e sono orgogliosa quando Leo mi dice “mamma non parlarmi così!!!!” E potrei continuare così con commenti ad ogni tuo commento!!! Soprattutto riguardo alla mia necessità di perfezione e rapporto con errore! Le tue parole potrei averle dette io! Un incubo!! Ma com’è difficile cambiare il modo di fare! Non è un caso se ti ho incontrata perché stavo cercando un modo di fare e essere diverso.. GRAZIE!!! 
Mi sono commossa leggendoti Elena 💜 stai facendo un grande grande lavoro!
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Questo podcast mi ha fatto stare con i brividi e gli occhi lucidi per tutto il tempo. Rivedo me in quella persona che ha sempre lottato per le ingiustizie e rivedo me in quella bambina che pensava di essere sbagliata e ancora oggi questo me lo porto in varie circostanze. Ma io non mollo! Grazie ❤️
Come ti capisco.. non sai quanto!!! 
Grazie per questa condivisione, Sabrina.
È una consapevolezza che sicuramente ti sta aiutando ad evolvere nella versione di te che senti più valida. 💜
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