208. Se non si vuole vestire al mattino
In questo episodio di Educare con Calma parliamo delle difficoltà e delle resistenze che moltə bambinə piccolə mostrano (soprattutto) al mattino, quando arriva il momento di prepararsi e vestirsi per uscire di casa.
Carlotta: Benvenute e benvenuti a un nuovo episodio di Educare con calma. Oggi vi parlo di un tema molto pratico e proprio per questo secondo me molto molto utile per tante famiglie. Parliamo infatti delle difficoltà e delle resistenze che molti bambini piccoli mostrano al mattino, quando arriva il momento di prepararsi, vestirsi per uscire di casa. Credo che questo sia uno dei momenti della giornata più complicati e faticosi insieme alla messa a nanna. E probabilmente lo hanno attraversato almeno una volta quasi tutti I genitori di bambini nella fascia di età che spesso è definita dei terribili due anni.
Sto facendo le virgolette con le mani e cioè quella che va dai diciotto mesi ai io dico sempre tre anni e mezzo, quattro, quattro e mezzo perfino. La fase è quella che viene definita dell'autoaffermazione. Come spiego meglio nel percorso per educare a lungo termine, questa fase dei terribili due anni, se vista con una nuova mentalità, è in realtà un momento cruciale e meraviglioso dei bambini e anche proprio della creazione della relazione tra adulto e bambino solo che allo stesso tempo è anche la fase in cui fisiologicamente avvengono le crisi quotidiane più intense e più numerose quindi è logico che sia un periodo immensamente sfidante per moltissimi genitori. Quello che io credo però è che quando abbiamo gli strumenti per gestire queste crisi, per capire in che fase dell'evoluzione del bambino siamo, è infinitamente più facile. Ed è per questo che nel percorso per educare a lungo termine c'è proprio un'intera categoria dedicata a questa fascia d'età.
Molte delle crisi classiche classiche tra virgolette di questa fase avvengono in genere durante le cosiddette transizioni, cioè quei momenti di passaggio da un'attività a un'altra nella vita quotidiana, che sono, diciamo, cambiamenti. Per esempio svegliarsi, vestirsi, andare a scuola, passare dal gioco al pasto, prepararsi per andare a dormire. Sul percorso ho dedicato un'intera lezione alle transizioni e su come gestirle per evitare che si trasformino in una lotta di potere. Se hai l'abbonamento la trovi nella categoria crisi, proprio perché le transizioni sono uno dei momenti in cui è più probabile che avvenga una crisi. Ma anche lì, quando sappiamo come gestirle e soprattutto quando sappiamo come prepararci in anticipo a queste transizioni, è molto molto più facile.
Una delle situazioni più comuni è quella del non vuole vestirsi al mattino. Credo che veramente questa questo messaggio mi arrivi da almeno cinque o sei genitori al giorno che mi dice Carlotta non vuole vestirsi al mattino, non so più che cosa fare, che cosa faccio, come si fa? Quindi è proprio di questo che vorrei parlarvi oggi perché so benissimo che il momento della mattina è sfidante, perché chiaramente al mattino spesso mancano alcune premesse che sono alla base necessaria per aiutarci a rimanere saldi nel nostro ruolo di capitano della barca. Al mattino spesso si va di fretta. Fretta nemico numero uno dell'educazione a lungo termine.
C'è un orario preciso da rispettare orario preciso da rispettare nemico numero due dell'educazione a lungo termine. Magari I bambini fanno anche fatica a svegliarsi e sono stanchi perché non hanno dormito a sufficienza, specialmente se vanno a nanna tardi. C'è un episodio del podcast a proposito in cui vi consiglio proprio di mettere a nanna I bambini possibilmente tra le sette e mezza e le otto e mezza e lì parlo anche di tutte le variabili: sì, ma mio marito, mia moglie torna a casa tardi dal lavoro, poi non li vede, eccetera eccetera. Se non l'avete ascoltato e state pensando queste cose, recuperatelo. Oppure succede semplicemente che I bambini al mattino non abbiano voglia di iniziare la giornata con I ritmi serrati che purtroppo spesso ci vengono imposti e a cui anche loro in qualche modo sono costretti ad adattarsi.
Perché noi genitori dobbiamo arrivare al lavoro, perché c'è l'orario scolastico, eccetera eccetera. Per non parlare di quando poi queste transizioni avvengono dopo un periodo di vacanze, vacanze natalizie, vacanze estive. Insomma, crisi, crisi, crisi, crisi. Quando I genitori con cui parlo su Instagram e nel foro della comunità La tela mi chiedono come possono fare per riuscire a trovare un equilibrio nella fatica di queste mattine turbolente, come fare per non arrivare all'urlo, per non uscire di casa sempre arrabbiati e pieni di sensi di colpa, perché magari alla fine hanno dovuto vestire il proprio bambino o la propria bambina con la forza, tenendolo fermo. La prima cosa che mi viene in mente, oltre a un enorme enorme abbraccio di comprensione della loro fatica, è il poster della routine.
Anche io ho attraversato con I miei figli la stessa identica fatica quando Oliver ed Emily erano piccoli e anche quando andavano tutte le mattine a scuola. Adesso voi sapete che facciamo home schooling, quindi questa da quando viaggiamo non è una grandissima fatica per noi, ma quando eravamo stabili, dovevamo rispettare degli orari, una cosa che a noi aveva aiutato moltissimo era stato proprio il poster della routine. Se non sai cos'è e hai l'abbonamento a tutta la tela, lo troverai sotto forma di esercizio in tantissime categorie. Veramente penso di aver messo questa questo poster della routine in più categorie di qualsiasi altra lezione del percorso e lì ne parlo proprio in modo approfondito, ti do tanti esempi e idee per crearne uno. Ma in poche parole è un poster che creiamo noi in cui mettiamo foto dei nostri bimbi o disegni di attività della routine e che poi attacchiamo in un posto visibile in casa, sulla porta di casa, in camera, in modo che sia il poster a dire ai bambini ciò che devono fare e in che sequenza.
Si tratta di uno strumento utilissimo e versatile perché si può anche usare per altri tipi di transizioni, ad esempio la routine della buonanotte. E spesso è molto efficace perché invita I bambini a prendere parte attivamente al processo delle decisioni che che portano a gestire quella determinata transizione e soprattutto dà un senso di autonomia perché sono I bambini a decidere tra virgolette di seguire il poster della routine non siamo noi genitori ad andare intrometterci nella loro autonomia e nella loro preparazione quindi in pratica il poster della routine vince perché evita le loro Quindi in pratica il poster della routine vince perché evita le lotte di potere, in quanto si sostituisce tra virgolette a te genitore. Dal punto di vista dei bambini non sei più solo tu genitore che decidi cosa bisogna fare, ma il bambino che autonomamente verifica cosa è previsto dal poster della routine e spesso si adegua con maggiore serenità, perché lo vede come un gioco. Naturalmente il poster della routine, come tutti gli strumenti, non è una bacchetta magica, questo lo ripeto sempre perché credo che sia importante ricordarselo può accadere che con alcuni bambini non funzioni oppure può accadere che funzioni per un periodo e poi non più e quindi che cosa fare in questi casi.
Un'idea che può essere valida è usare la creatività per navigare queste difficoltà nei momenti di transizione. E un'ottima alleata può essere proprio la musica, il canto. A tale proposito, nel percorso abbiamo inserito una lezione di Francesca, che in casa vostra probabilmente conoscete come canta con Francesca, proprio perché vogliamo aiutarvi a gestire queste mattinate con strumenti che avete a disposizione e che magari non sapete di avere. Il canto nelle transizioni è veramente rivoluzionario, vi invito a provarlo. Se avete l'abbonamento andate a cercare quella lezione.
È nuova, l'abbiamo introdotta proprio questo mese di gennaio, siamo nel duemila venticinque e credo che vi piacerà. E Francesca vi guida proprio per aiutarvi a iniziare ad utilizzare il canto come strumento nelle transizioni. Ora quando affrontiamo le sfide della mattina di mattina turbolente è veramente importante ricordare una cosa su tutte: un cambio di mentalità immenso. Forse lo state già indovinando perché lo ripeto probabilmente in tutti gli episodi. La calma è il nostro strumento più potente.
Anche nelle giornate in cui ci sembra di essere sopraffatti possiamo fare un passo indietro e respirare. Mi dirai Carlotta, ma dai lo sai benissimo che fatica, non è sempre così, non si riesce sempre a respirare. Sì lo so è vero avete ragione, ma possiamo tutti e tutte imparare ad accedere a quello strumento. Per esempio in una delle lezioni del percorso nella categoria rabbia, che è una categoria nuova che vedrete se non è già pubblicata la vedrete pubblicata a marzo duemila venticinque. Dico sempre tutte le date perché so che il podcast è vivo da tantissimi anni e spesso le persone ascoltano un episodio a caso non accorgendosi che siamo in un anno piuttosto che in un altro.
E in una delle lezioni del percorso vi parlo proprio di della respirazione quadrata, ovvero inspirare per quattro secondi, trattenere per quattro secondi, espirare per quattro secondi, trattenere per quattro secondi, ripetere questa respirazione, questo semplice gesto crea veramente uno spazio prezioso tra la difficoltà che stiamo vivendo e la reazione che scegliamo di avere, perché la reazione agli eventi è completamente nel nostro controllo, è l'unica cosa che possiamo controllare. Noi e il nostro comportamento sono le uniche cose che possiamo controllare. Non possiamo controllare la crisi dei nostri figli, la loro emozione, la loro reazione, il loro di gestire il nostro. E I bambini, lo sapete già, percepiscono le nostre emozioni, quindi la nostra calma diventa la loro calma. Inoltre, per affrontare le mattine difficili possiamo anche lavorare sulle nostre aspettative.
A questo proposito vorrei leggervi una parte di una newsletter di alcuni mesi fa. Se volete andare a cercarla, è aprile duemila ventiquattro, in cui abbiamo parlato di routine e in particolare di routine flessibili. Ve la leggo: Oltre ad attraversare le nostre emozioni, per evitare di trasmettere ai più piccoli un senso di ansia e fretta, che avrebbe come unico effetto quello di amplificare la loro fatica, possiamo anche lavorare sulle nostre aspettative. Nel concreto, questo significa accettare che questa mattina non andrà come pianificato. Ad esempio, che la colazione è lenta della vostra routine magari diventerà una colazione avventurosa al bar vicino alla scuola, o che quella spesa che avevi programmato di fare subito dopo aver lasciato tuo figlio all'asilo dovrà essere posticipata al giorno dopo o delegata a qualcun altro magari, o ancora che tuo figlio andrà a scuola in pigiama perché in quel momento imporsi sfocerebbe in una lotta di potere.
Alcuni genitori della nostra comunità l'hanno fatto, vero Ilaria? Hanno messo I vestiti nello zaino ma hanno anche detto alle insegnanti va benissimo se rimani in pigiama tutto il giorno non preoccupatevi. Questo in inglese si chiama pick your bottles, scegli le tue battaglie e vale anche per scegliere il momento in cui spieghiamo che a scuola si va con I vestiti e il pigiama si mette per dormire. Questo, tra virgolette, fuori dalla newsletter, è una spiegazione che è importantissima fare ma non nel momento di crisi, sempre nel momento di calma, in cui il cervello è nello stato esecutivo, quindi calmo, rilassato, ricettivo. Torno alla newsletter.
Basterà tutto questo? Ti sorprenderà, ma probabilmente sì. Ci sono giornate in cui fluire con l'imprevisto, lasciare andare le redini dell'aspettativa che ci richiede controllo e riprogrammare la routine improvvisando un pochino fa davvero tutta la differenza. Certo non sempre si creano le condizioni adatte per poter adottare questo approccio. Ci sono giornate in cui non c'è lo spazio, il tempo e lo stato emotivo per fare questo tipo di lavoro.
E ti leggo anche una parte della newsletter di quella newsletter che è piaciuta davvero a tantissime famiglie. E poi ci sono le giornate in cui è tutto in salita, la sveglia non suona, voi siete in ritardo e anche se provate ad aiutare I bambini e magari a sostituirvi a loro in alcune attività, in ritardo continua ad accumularsi. Avete praticato la calma, ma non funzionato. Cosa puoi fare in questi casi? La risposta è tanto semplice quanto spesso difficile.
Ricordati che tu sei il capitano della barca. Significa anche che a volte dovrai prendere decisioni che non ti aspetti o che in altre situazioni cerchi di evitare, come prendere I tuoi figli di peso tra le lacrime e I loro tentativi di picchiarti e portarli in macchina. Adesso mi spiego meglio: immagina che non sei riuscito riuscita a offrire calma né a usare gli strumenti che conosci. Ci sono giornate così, le abbiamo tutti e tutte. I tuoi bimbi non hanno collaborato e sono in balia delle loro emozioni.
Anche I bimbi hanno giornate no, tra l'altro. Queste sono le giornate in cui sarai più tentato o più tentata di riavviare gli ingranaggi dell'educazione tradizionale. Sarà forte la tentazione di tornare con la mente al non mi ascolta e imporre obbedienza anche arrivando all'urlo, alla minaccia. Se non esci in questo momento preciso, oggi non vai alla festa di compleanno. Ti do ancora tre minuti e se non vieni niente cartone in macchina, anzi tre secondi tre due uno.
Oppure il classico: io me ne vado e ti lascio qui da sola. In realtà c'è un altro modo di fare il capitano della barca. Anzi, secondo me l'unico modo di fare il capitano della barca: fare la cosa scomoda, ma scegliere come farla. Quando ti arrabbi, puoi cambiare come esprimi la rabbia, ti avvicini, dici a tua figlia: Mi sento molto arrabbiata e frustrata in questo momento. So che non vuoi uscire.
Devo comunque prenderti in braccio e portarti in macchina. E poi la prendi senza strattoni, senza urla e con tutta la gentilezza di cui sei capace. Ti ricordi che quel comportamento non dice nulla del tuo valore di genitore e continui a respirare a fondo e ad alta voce mentre cammini verso la macchina tra urla e calci, ignorando gli sguardi della gente, lasciandoti scivolare addosso il giudizio. Nel viaggio rimani in silenzio finché entrambi I cervelli non sono calmi e poi ne parlate. Non mi è piaciuto com'è andata stamattina e vorrei che provassimo insieme a cambiarlo.
Che cos'è successo? Dovevate uscire, non hai trovato la calma né altri strumenti, hai fatto il capitano della barca, ma hai comunque cambiato I paradigmi dell'educazione che hai ricevuto. Hai offerto movimenti lenti e gentili, invece di strattoni e urla e umiliazioni. Hai usato un tono di voce basso, invece di urlare. Datti una pacca sulla spalla.
L'educazione a lungo termine è fatta di piccoli passi così. Poi userai tutto questo per capire come modificare la routine in futuro. Quindi questa era la parte della newsletter che era piaciuta a tanti genitori e volevo lasciarvela perché mi sembrava appropriata per questo episodio. Come ultima cosa in questo episodio vorrei offrirvi una carrellata di spunti e idee creative su questo argomento, nati nelle conversazioni che sono veramente super nutrienti del forum della comunità. Ti ricordo che esiste tra l'altro anche l'abbonamento a solo la comunità, quindi se perché per esempio hai già fatto tutto il percorso e non ti servono più le lezioni o pensi che non ti servano più le lezioni magari per qualche mese, ma comunque non vuoi perderti quello che è il forum, le conversazioni, le dirette, puoi fare l'abbonamento a solo la comunità, fare un come si dice in italiano, un downgrade, quindi passare all'abbonamento più economico.
Ok, quindi vi leggo, ce le ho qua da qualche parte, vi leggo alcune conversazioni, proprio vi leggo le parole precise dei genitori nel forum della comunità. Una mamma raccontato che I suoi figli vanno a dormire vestiti durante la settimana e scrive ovviamente non indossano vestiti scomodi, ma tute o leggings o pantaloni senza bottoni morbidi adatti alla scuola ma comunque comodi noi abbiamo una routine serrata la mattina, ho pochissimo tempo e devo impacchettare un sacco di cose. Quindi si è rivelata per noi la scelta migliore dopo anni di stress e discussioni mattutine. Ye, Ye a questi genitori, Ye a questi genitori che hanno usato la creatività e la flessibilità perché vi ricordo anche che non sarà per sempre, I vostri figli non andranno a dormire vestiti per andare a scuola il giorno dopo per sempre, e non significa neanche che dovete farli andare a dormire con gli stessi vestiti che hanno utilizzato durante il giorno. Potete trovare quella flessibilità e quell'accordo che funziona per tutti.
Ve ne leggo un'altra: due genitori conversano riguardo il vestirli a forza, anche se con gentilezza, nel caso in cui non si riesca a trovare collaborazione e una mamma dà questo consiglio. Per la questione forza tra virgolette lungi da me mettermi a dare consigli su come fare le cose forzatamente, anzi quella ovviamente l'ultima possibilità di emergenza, Posso dirti che con mia figlia basta che la avvisi, come ti ho spiegato, e inizi a vestirla di forza, tra virgolette, che lei in realtà capisce che non può davvero andare oltre e non c'è altra soluzione che vestirsi. A quel punto inizia facilmente a collaborare, magari continuando a urlare, ma inizia una certa collaborazione in contemporanea. Ti dico però che una volta capito che devi fare il capitano della barca acquisisci sicurezza e decisione in tal senso e secondo me diventa chiaro anche a loro perché ti seguono di più O almeno ho questa impressione. L'impressione è giustissima, perché l'educazione a lungo termine non è I bambini fanno quello che vogliono.
Questa è una grandissima confusione su questo stile educativo. L'educazione a lungo termine è: ci prendiamo più cura della volontà dei bambini, li trattiamo come persone, perché ci siamo un po' dimenticati nel corso delle generazioni che I bambini sono persone, ma allo stesso tempo, anzi, e allo stesso tempo noi genitori siamo I capitani della barca, quindi sappiamo come e quando far rispettare un limite. Abbiamo gli strumenti. A tale proposito, nel percorso per educare a lungo termine c'è proprio tutta una categoria che parla di disciplina, di come far rispettare il limite senza utilizzare punizioni, castighi, minacce, urla, eccetera eccetera. Poi spesso nel forum I genitori che rispondono creano accoglienza anche grazie alla condivisione della propria vulnerabilità.
Vi leggo uno di questi: io sono una ritardataria dei cinque-dieci minuti sono sempre uscita di casa all'ultimo minuto cercando di incastrare tutto fino all'ultimo e questo comporta che basta un piccolo imprevisto come cercare la sciarpa nel posto sbagliato prima di uscire per causare quei pochi minuti di ritardo Questo era un problema mio, già prima di diventare madre. Ti puoi immaginare che con una bambina piccola l'imprevisto è all'ordine del giorno. Il risultato è che mi sono resa conto che spesso quell'agitazione dell'uscita da casa la diffondevo tutta intorno a me contagiando anche lei e tante volte mi sono trovata anche a chiederle scusa per essermi arrabbiata con lei perché era tardi, ma in realtà era iniziato tutto per colpa mia, che non avevo calcolato bene I miei tempi e gliel'ho spiegato. Insomma, mi arrabbiavo con lei, ma in realtà ce l'avevo con me stessa, perché sono super consapevole che una parte di me che non sopporto, visto che genera ansia e nervosismo, che sarebbe davvero facile evitare, ma ci sto lavorando e anche grazie a mia figlia sono molto migliorata rispetto a anni fa. Insomma, in questo caso, come vedi, la soluzione al problema va proprio cercata a monte e non sul momento singolo.
Spero che anche tu riesca a trovare la tua soluzione, ti ho dato qualche spunto su come ci sentiamo noi, perché secondo me ognuno deve trovare il suo modo. Io ho abbracciato questa mamma quando ho letto questo commento, perché proprio questo commento è l'essenza dell'educazione a lungo termine ed è l'essenza di quello che stiamo creando sulla tela, di quell'accoglienza, di quell'abbraccio virtuale che a volte I genitori non hanno nella loro comunità locale, nel loro quotidiano. E quindi ringrazio, ho ringraziato tanto questo genitore, questa mamma perché veramente colto l'essenza e detto un'altra cosa importante, anzi fatto un'altra cosa importante: si è presa la responsabilità del proprio comportamento. E questo è l'unico modo affinché I nostri figli imparino a prendersi la responsabilità dei loro comportamenti. E invece poi vi lascio un ultimo consiglio della nostra amimi.
Eccomi presente nell'eterna lotta mattutina per far preparare le mie bimbe scrive posso dirlo? Che fatica! Butto lì il consiglio al volo molto pratico che abbiamo appena implementato, grazie Sara Jane, un'altra mamma della comunità, anzi anche una creatrice del nostro shop, colei che scritto in viaggio verso l'una, un bellissimo libro per spiegare la PMA ai bambini, e sta dando dei bei risultati questo consiglio di Sara Jane che è il timer. Ne ho acquistato uno molto semplice e visivamente chiaro anche per la più piccola che tre anni. Quando le vedo insofferenti per una cosa da fare propongo di decidere insieme un tempo, lo impostano da sole e vedo che aiuta a fare venire la voglia di farlo.
Lo stiamo usando tantissimo non solo alla mattina ma anche per regolare I miei tempi di lavoro attenzione a loro quando capita che siano a casa ammalate oppure per decidere quanta tv guardare, eccetera eccetera. Tra l'altro le sta aiutando a capire il senso del tempo e I numeri. Tra l'altro non mi ricordo più in che contenuto. Forse proprio in quella newsletter sulla routine Miriam ci aveva anche raccontato un'altra tecnica e aveva proprio fatto anche delle foto. Adesso non mi ricordo più che contenuto fosse, magari quando lei lo ascolta ascolta questo episodio metterà nei commenti che episodio era, e mi ricordo che aveva proprio dato lasciato la responsabilità alle bimbe no?
Aveva messo I vestiti in ordine di come dovevano metterseli stesi sul tappeto o sul letto e proprio in ordine no? Quindi come a formare la figura di un corpo umano, e poi aveva detto ok io vado in macchina o fuori e vi aspetto, voi venite quando siete pronte e questo gioco aveva funzionato. Non so se poi funzionato per quanto tempo ma quel senso di responsabilità di solito I bambini lo amano, lo adorano, lo apprezzano soprattutto nella fase dell'autoaffermazione in cui si stanno rendendo conto di essere persone a sé stanti, anzi si sono rese conto di essere persone a sé stanti e vogliono praticare quelli a sé stanti e vogliono praticare quell'indipendenza, quella volontà. E poi per ultimo per chiudere vorrei lasciarvi con un ultimo semino che spesso dimentichiamo e che è forse un po' fastidioso. A volte dico fastidioso perché io non amo questa questa retorica, ma adesso ascoltate e poi magari per mo' invece funziona, però credo che sia importante ricordarlo: a volte le mattine più difficili sono quelle che possono insegnarci di più.
Perché? E' proprio in quelle circostanze che abbiamo l'opportunità di praticare ciò che abbiamo studiato nel percorso o che ci siamo detti di voler provare eccetera eccetera. Quando è tutto facile? È tutto facile. E quando è difficile che possiamo davvero vedere se gli strumenti che abbiamo pensato di usare funzionano e non solo se funzionano perché magari le prime volte non funzioneranno ma anche come utilizzarli come funzionano, perché magari uno strumento funziona in un modo per un genitore e in un altro modo per un altro genitore.
Qui entra in gioco quella creatività. Quindi le circostanze difficili, le mattinate turbolente, sono proprio quelle occasioni per scoprire nuovi approcci, accettare l'imprevisto e riscoprire il potere trasformativo del concederci la libertà di scegliere il nostro comportamento e quando non ci riusciamo ricordiamoci di accogliere tutto anche e soprattutto I nostri errori e di riparare con I nostri figli domani ci sarà una nuova mattina in cui potremo scegliere ancora di provare a fare il lavoro utilizzare in modo diverso gli strumenti o riprovare ad utilizzarli nello stesso modo analizzando ciò che abbiamo imparato stamattina Questo è tutto per oggi. Spero che questa conversazione abbia piantato alcuni semini. Vi do appuntamento a un altro episodio di educare con calma. Nel frattempo vi ricordo che se volete commentare potete farlo su la tela punto com barra podcast, cercando il numero dell'episodio o scrivendo nella lente in alto a destra il titolo dell'episodio e così lo trovate e trovate anche altri contenuti interessanti magari.
Non mi rimane che augurarvi buona giornata, buona serata o buonanotte a seconda di dove siete nel mondo. Ciao ciao!
E' difficoltoso "scendere dalla ruota"...spesso la stanchezza mi fa ricadere nelle vecchie abitudini, prive di ascolto e comunicazione.
Per fortuna esistono questi contenuti, che aiutano a ritrovare il centro e a sforzarsi di mettersi in gioco con se stessi, per il beneficio di tutta la famiglia :)
la mattina è da sempre la mia fatica più grande con le mie bimbe che ora anno quasi 7 e 5 anni. Anche noi adottiamo la strategia di vestirle la sera, soprattutto in inverno quando non vogliono spogliarsi perché sentono freddo. Se essere già vestite toglie parte della fatica, cmq resta quella legate a tutte le altre attività da fare prima di uscire di casa. Mi trovo spesso a ripetere tante volte i vari passaggi, da qualche giorno, anche in altre situazioni, sto provando ad utilizzare la comunicazione non violenta:
- OSSERVO: Vedo che non ti sei messa ancora le scarpe;
- EMOZIONE: Sento di essere un po' agitata;
- BISOGNO: Ho bisogno che siate pronte per uscire;
- RICHIESTA: Riesci a mettere le scarpe o hai bisogno di aiuto?
Come sempre il lavoro maggiore da fare è su di noi, si è molto faticoso, ma abbiamo il potere di fare davvero la differenza.
Grazie per l'episodio, nonostante sia in cammino da 2 anni la ripetizione di certi concetti è fondamentale per imparare ogni volta qualcosa di nuovo.
Un abbraccio.
Tra l'altro, presto arriverà un altro episodio molto pratico e in un certo modo collegato a questa tematica: strumenti per aiutare a far rispettare il no. 😊
PS. Anche noi facciamo come Mimì: lasciamo i vestiti pronti già la sera prima ( è stato di grande aiuto), proverò anche con il timer e il poster della routine, magari avere più alternative ci evita queste lotte al mattino. Poi mal che vada la manderò prima o poi a scuola in pigiama 🙏😅
noi genitori ci dividiamo, mentre uno tiene in braccio un bimbo per la colazione, l’altro finisce i preparativi per l’altro figlio.
Poi sanno che quando termina un episodio di Bluey, e’ ora di partire.
Noi sappiamo che loro sarebbero in grado di vestirsi e di fare colazione da soli, ma in questo modo, la vivono come una coccola mattutina. Naturalmente quando vogliono fare da soli, non ci sostituiamo.
Così anche per la sera, tutti facciamo le cose insieme, lavarsi i denti, mani, indossare il pigiama e pipì.
Così non lo vedono come una transazione che riguarda solo loro, o come imposta, ma è una routine di tutta la famiglia
Ho scritto tutto questo perché magari può essere uno spunto per alcune di voi
Buona giornata
Trovare il proprio personale equilibrio, come famiglia, è proprio la chiave di volta!