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212. I ragazzi di oggi sono così per via dell'educazione che diffondi!

In questo episodio di Educare con Calma rispondo a un commento che ricevo spesso: «Guarda i ragazzi di oggi: sono così per via di questa educazione che tu e le tue colleghe diffondete!».

11 aprile·
10 min
·4 commenti
È un'affermazione incorretta e nell'episodio ti spiego perché.

Questo episodio è anche sicuramente ispirato dal lavoro che stiamo facendo su La Tela per «Liberare il maschile», ovvero sgretolare gli stereotipi legati al mondo maschile e dare più strumenti ai nostri bambini maschi di quelli che hanno gli uomini adulti di oggi.

Ne abbiamo parlato nella newsletter di aprile 2025 (la trovi qui sotto) e in questo pacchetto editoriale:
 
Pacchetto editoriale
Liberare il maschile
Una nuova narrazione per ripensare i racconti sul maschile.


Roberta Venturella
, genitrice della comunità e insegnante universitaria, mi ha scritto:

«Concordo al 100%. I ragazzi di oggi sono il chiaro esempio di una generazione cresciuta solo a obbedienza e paura e diventata assolutamente esperta nell'aggirare l'ostacolo del controllo e della punizione. Sono ragazzi che conoscono tutte le modalità possibili per evadere una regola, che si inventano strategie incredibili (per esempio per risultare presenti a lezione all'università pur non essendoci), e questo perché da quando sono bambini sono abituati ad essere puniti, non accompagnati nella risoluzione di un problema. Per loro il fine giustifica i mezzi e fanno fatica a capire ed accettare che per ottenere qualcosa bisogna fare fatica». 

Non potrei essere più d'accordo. 

Quell’educazione non ha permesso a ragazzini e adolescenti di oggi di sviluppare capacità importanti come:

  • la gestione delle emozioni, 
  • la tolleranza, 
  • l’auto regolazione,
  • la pazienza, 
  • l’auto disciplina,
  • la resilienza,
  • l’auto controllo,
  • l’autostima (che è diversa dalla sicurezza di sé: la sicurezza è come ti mostri al mondo fuori, l’autostima è come ti senti dentro)
  • molte altre…

C’è bisogno assoluto e urgente di diffondere un’educazione diversa, a lungo termine, fatta di ascolto, empatia, comprensione, collaborazione. Per farlo dobbiamo educarci prima noi adulti. 

Unitevi alla conversazione nei commenti con gentilezza e delicatezza, anche verso chi la pensa diversamente: anche questa è maturità e intelligenza emozionale. 

Carlotta: Benvenuti e benvenute a un nuovo episodio di Educare con calma. Se sentite che l'audio è un po' diverso oggi, magari c'è un po' di eco, è perché non sono nel mio solito ambiente a registrare con il mio solito microfono, ma ho sentito una sorta di ispirazione e ho deciso di sedermi un attimo in una hall di un hotel e registrare a questo che state ascoltando. Sarà molto breve e credo che a volte ci siano dei messaggi che magari sono un po' un mio sfogo personale, ma che penso che debbano arrivare anche a voi. Ed è per questo che oggi ho deciso di farvi arrivare questo messaggio. Oggi, per la millesima volta, credo questo mese, ho ricevuto un commento a uno dei reel passati su Instagram che diceva: Guarda I ragazzi di oggi, guarda dove ci portati l'educazione che diffondete, parlate di essere amici dei figli, tanto amici dei figli, e poi guarda come crescono questi ragazzi Questi sono messaggi che ricevo davvero spesso e onestamente sono davvero stufa perché non potrebbero essere messaggi più sbagliati.

Inizio proprio a parlare del fatto che essere amici dei nostri figli non rovina I nostri figli. Questa è veramente una di quelle, passatemi il termine, cavolate immense che a volte girano, c'è qualche reel, magari uno di voi me lo invia, mi dice che cosa ne pensi, che cosa ne penso? Penso che la gente spesso e volentieri dica determinate cose per provocare o per fare click, soprattutto su Instagram. Penso che spesso e volentieri messaggi di alcune persone vengano estrapolati in un modo che sia provocatorio, divisorio, polarizzante, e penso che ognuno sceglie per sé. Io personalmente sì, io voglio essere amica dei miei figli perché I miei figli sono tra le persone più importanti della mia vita, perché non vorrei quel tipo di connessione con loro?

Questo non significa che io non sia la loro guida, essere amici dei figli non esclude la possibilità, anzi la necessità, di essere anche la loro guida, di essere anche il loro punto di riferimento in alcune decisioni. Questo non significa che I miei figli non mi rispettano. E poi che triste che si dice che I nostri figli non ci rispettano perché siamo loro amici, io I miei amici li rispetto tantissimo, anzi I miei amici li rispetto ancora di più, e onestamente questo tipo di educazione che io diffondo, l'educazione a lungo termine, io noto veramente che crea una collaborazione tra me e I miei figli, anche nelle scelte più scomode, quelle in cui loro vorrebbero andare contro di me, e vanno contro di me, nel senso che sono d'accordo con la decisione che io vorrei prendere per loro, la decisione diventa una collaborazione ed è successo parecchie volte che magari io torno sui miei passi o che magari loro capiscono il mio punto di vista. Succede ogni giorno, tantissime volte al giorno, che dobbiamo fare degli accordi tra di noi, perché la genitorialità per me non è una gerarchia, certamente io poi ho l'ultima parola, perché io sono la loro guida e per forza devo guidarli in decisioni che loro non potrebbero prendere, ma questo non significa che loro non possano avere voce in capitolo, non significa che se io sono loro amica, allora loro non mi seguono, non mi rispettano, non seguono la mia guida.

Questo è una prova in più del fatto che quel messaggio, non puoi essere amica o dei tuoi figli, perché sennò guarda come crescono, vada davvero preso con un pizzico di sale, so che questo è un detto

L'ospite: inglese, quindi appena l'ho detto mi sono detta magari non si dice così in italiano, ma prendiamo sto pizzico

Carlotta: di sale e tiriamocelo alle spalle,

L'ospite: no? Come si fa quando si è superstiziosi?

Carlotta: E poi credo di voler dire una cosa in più riguardo questo: I ragazzi di oggi, e se poteste vedermi vedreste che sto facendo le virgolette con le dita, I ragazzi di oggi, tra virgolette, non sono così, tra virgolette, perché non hanno abbastanza regole, perché non hanno abbastanza limiti, o perché non li puniamo, o non li umiiamo abbastanza. I ragazzi di oggi sono così perché hanno conosciuto solo regole, limiti, punizioni, umiliazioni, invece di quello di cui hanno davvero bisogno, di connessione, di comprensione, di empatia. I ragazzi di oggi sono così perché hanno conosciuto solo paura, disconnessione e privazione dell'amore per comportamenti scomodi, scomodi per noi adulti. Invece di vedere che hanno un posto sicuro in cui poter esprimere le loro emozioni e in cui imparare a regolare il loro sistema nervoso. Questo perché nemmeno I loro genitori sanno farlo, spesso nemmeno I loro genitori sanno regolare il loro sistema nervoso, come fanno a insegnarglielo?

Ed è per questo che io insisto tanto sull'importanza dell'educazione emozionale. Educazione emozionale che significa saper accogliere tutte le emozioni, saper gestire emozioni scomode, tra virgolette, come la rabbia, senza esprimerla in maniera violenta, saper comunicare le proprie emozioni senza urlare, senza essere aggressivi verbalmente, senza umiliare l'altra persona, saper risolvere un conflitto senza utilizzare le mani, senza utilizzare il corpo, senza utilizzare l'aggressività verbale. Poi certo ci sono dei momenti nella vita in cui è fisiologico usare il corpo, le mani, per comunicare, ma parliamo di periodi come dai due ai cinque anni, dopo sempre più spesso, se c'è un'educazione emozionale, questa deve essere l'eccezione perché I bambini riescono a comunicare a parole, poco a poco imparano a gestire le loro emozioni, imparano a regolare il loro sistema nervoso. Ma finché noi adulti non interiorizziamo questo concetto di base, ovvero che I nostri bambini, I nostri ragazzi, I nostri adolescenti, ma se vogliamo dirla tutta, anche I nostri partner, prima di ogni altra cosa, hanno bisogno di empatia, di comprensione, di connessione, allora non possiamo né trovare né usare gli strumenti che possono aiutarli e aiutarci. Non possiamo educare alle emozioni, non possiamo aspettarci che sappiano regolare il loro sistema nervoso, che sappiano esprimere la loro rabbia in maniera costruttiva invece che distruttiva, non possiamo aspettarci che sappiano condividere le loro emozioni con gli altri, senza la paura di sentirsi giudicati o senza la vergogna che comporta il condividere un'emozione, una vulnerabilità, quando tutto ciò che conosci in risposta a quella vulnerabilità è umiliazione, vergogna, giudizio, critica, soluzioni, anche solo qualcuno che ti dà soluzioni invece che sedersi lì nel disagio con te, su quella panchina del disagio, e aspettare semplicemente gestire questa emozione, accoglierla, sentirla, viverla Finché rimaniamo intrappolati in quelle credenze limitanti, non possiamo certo crescere gli adulti di domani.

E non mi riferisco solo ai nostri bambini, mi riferisco anche ai nostri bambini interiori, anzi forse mi riferisco soprattutto ai nostri bambini interiori, perché soltanto quando noi adulti riusciamo a capire che dobbiamo guardare più al nostro comportamento e dobbiamo iniziare a trovare modi per esprimere la nostra rabbia, la nostra frustrazione in modo più costruttivo che distruttivo, e questo è un processo chiaramente, finché non capiamo che dobbiamo riuscire a trovare modi per regolare il nostro sistema nervoso in modo che I nostri figli possano copiare da noi quella regolazione finché non capiamo che dobbiamo accettarci nella disregolazione, ma accettarci non significa dare per scontato che bom, io sono fatto così e non posso cambiare perché io reagisco in questo modo e no, parlo da veterana della rabbia, parlo da persona che si è sempre pensata impulsiva, istintiva nella rabbia, nelle emozioni, Io penso che tutti e tutte possiamo imparare a regolare il nostro sistema nervoso e offrire ai nostri bambini, alle nostre bambine un modello di maturità emotiva, di intelligenza emotiva diverso da quello che stiamo offrendo Questa è l'ispirazione, ve la lascio così, spero che lo prendiate con gentilezza, con la solita delicatezza con la quale prendete I miei episodi e che possiate essere gentili anche nei commenti e soprattutto anche con le persone che la pensano diversamente da voi nei commenti perché anche questa è maturità emotiva e intelligenza emozionale e spero di aver piantato qualche semino.

Non mi rimane che salutarvi, darvi appuntamento al prossimo episodio di Educare con calma, e vi ricordo chiaramente che mi trovate su latella punto com, e da lì trovate anche il mio Instagram. Buona serata, buona giornata o buonanotte, a seconda di dove siete nel mondo. Ciao ciao!

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..ma poi perché farr questa distinzione..il genitore è genitore e a mio parere in questo essere ci va anche l amicizia.
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Grazie per questi 10 minuti. Questa è una ruota difficile da cui scendere, come si “è sempre fatto così”. Io do tutt’a me stessa per educare con calma e purtroppo ho incontrato la tela tardi… perché qui ci sono tutti quei pensieri quelle mie convinzioni che prendono vita. A volte mi sento sola perché intorno a me ci sono persone che affermano esattamente quello che ti scrivono in molti. Quindi innescano in me il dubbio e la paura di star facendo qualcosa di sbagliato. Poi però mio figlio di 6 anni davanti a scuola torna da me dicendomi “ mamma mi sono accorto che stavo andando troppo lontano allora sono tornato indietro”  oppure quello di otto che mi fa notare che le maestre nella sua classe dicono che le femmine sono più brave dei maschi… e lui non è d’accordo perché dice che sono tutti uguali. E vuole farglielo presente. Ecco queste cose mi fanno capire che la fatica che stiamo facendo non è vana. Fatica perché è un lavoro costante su me stessa sulla gestione delle emozioni perché nessuno me le ha fatte scoprire. E io le sto imparando ora qui sulla tela! E te ne sono grata! 🥹 
GRAZIE ☺️ 
Grazie a te, Noemi 💜 perché fai il lavoro e noti già i frutti (nonostante la fatica, che sì, c'è 🫂).
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Adoro i tuoi sfoghi 😍 che sono sempre anche i nostri!!!! Che affermazione del cappero che sento spesso anche io! Grazie di essere come sei!
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