220. Paura degli insetti: come faccio a non passarla ai miei figli? | interviene Chiara Grasso
In questo episodio di Educare con Calma parliamo di paura degli insetti, comune tra bambini e adulti, e capiamo come affrontarla e superarla con strumenti pratici.
Passo poi la parola alla nostra etologa di fiducia Chiara Grasso, che ci fornisce preziosi consigli su come gestire e superare queste paure in modo rispettoso ed educativo. Chiara spiega l'evoluzione di queste paure, la loro radice culturale e fornisce strategie pratiche per affrontarle in famiglia e in ambito scolastico.
00:00 Introduzione e benvenuto
00:58 Aneddoto di Carlotta sulla paura dei ragni
Conosci l'ospite
Carlotta: Benvenute e benvenuti a un nuovo episodio di Educare con Calma. Oggi parliamo di un tema molto specifico e che forse inizia a essere proprio particolarmente sentito in periodi come questo, cioè quello estivo, in cui molte famiglie hanno occasioni molto più frequenti per uscire ed essere a contatto con la natura parliamo infatti della paura degli insetti non solo nei bambini ma anche negli adulti anzi partiamo proprio dalla paura di noi adulti perché è quella che spesso tendiamo a riflettere anche inconsapevolmente sui nostri figli non posso portarvi un esempio personale di paura degli insetti perché io in realtà non la sento questa paura sono molto tranquilla quando un'ape o una vespa si posa sul mio corpo aspetto che vada via quindi sono abbastanza tranquilla con gli insetti riesco a a prenderli in mano riesco ad accompagnarli fuori eccetera eccetera invece posso raccontarvi un aneddoto sulla mia paura dei ragni perché io sono proprio cresciuta con questa grandissima paura dei ragni inoltre ho avuto una migliore amica che aveva una grandissima ma proprio una immensa paura dei ragni che si paralizzava praticamente quando vedeva un ragno che mi influenzato molto probabilmente cioè io non riuscivo per esempio neanche a coprirli con il bicchiere per poi magari metterci sotto il foglio e portarli fuori non riuscivo neanche a schiacciarli cioè non mi piaceva proprio l'idea che qualcosa che io avessi in mano entrasse in contatto con il ragno c'è una cosa completamente irrazionale come tutte le paure chiaramente l'anno invece in cui eravamo in Nuova Zelanda è stato per me trasformativo il contatto con la natura che ho avuto lì forse per la prima volta nella mia vita in maniera così intensa e immersiva mi proprio cambiata e forse l'ho detto anche in altri episodi del podcast cioè io prima ero una city girl ero proprio una persona da città.
Una delle frasi che ricordo all'inizio del nostro viaggio è il campeggio proprio non fa per me, ma la Nuova Zelanda mi dato l'opportunità penso di rivisitare queste mie credenze limitanti e lì la natura è così maestosa e le persone sono così in contatto con lei che piano piano qualcosa dentro di me è cambiato tanto che oggi non solo vivo in un van spesso immersi nella natura a distanza di migliaia di chilometri di distanza da qualsiasi forma di vita e città ma I ragni piccoli che so che sono innocui li prendo anche in mano li accompagno fuori quelli grandi invece li accompagno fuori con un bicchiere ma con molta disinvoltura tanto che Alex si è stupito le ultime volte che con molta tranquillità molta calma molta serenità ho accompagnato fuori dei ragni dal van non li prendo con le mani quelli un po' più grandi anche perché qui nei tropici non sappiamo mai che tipo di ragno ti ritrovi quindi ecco penso davvero di aver superato
Chiara: bando alle ciance
Carlotta: perché bando alle ciance perché dell'argomento di oggi non sarò io a parlarne come avrete intuito dal titolo di questo episodio oggi lascio la parola alla nostra etologa di fiducia nonché grandissima amica Chiara Grasso. Chiara è stata ospite su questo podcast tantissime volte in realtà tanto che ho quasi perso il conto ci aiutato a decostruire diversi falsi miti convinzioni distorte sulla natura e sulle creature che la abitano e ci dato consigli validissimi per creare un rapporto più rispettoso con gli animali e con la natura alcuni di questi episodi ve li lascio nei contenuti relazionati di questo episodio che trovate sul sito se state ascoltando sulla tela guardate semplicemente I relazionati e altrimenti andate sulla tela punto com barra podcast e cercate il numero il titolo di questo episodio e li trovate poi oltre ad essere una presenza frequente qui sul podcast Chiara è attivissima anche sulla tela in generale la trovate sulla tela tv che è la nostra il nostro concetto di tv per l'infanzia ancora agli esordi ma insomma che noi ci divertiamo molto a chiamare così la tv per l'infanzia sullo shop e lì sullo shop e lì Chiara immagina in ogni episodio di dialogare con un animale diciamo meno apprezzato da noi esseri umani e io credo che questa serie abbia un grandissimo valore proprio per riuscire a iniziare a vedere da una prospettiva diversa questi animali e avvicinarci anche alla natura e Per questo, quando Per questo quando Chiara mi suggerito di approfondire questo argomento per diffondere un po' più di consapevolezza sui reali pericoli connessi agli insetti, su come possiamo lavorare sulle nostre paure e aiutare I nostri figli a fare lo stesso, le ho detto immediatamente di sì mi è sembrata un'idea bellissima quindi vi lascio ascoltare le parole di Chiara che contengono riflessioni come al solito davvero super interessanti, Chiara mi mandato un audio lunghissimo che ho pensato vabbè dai ne taglio alcune parti non sono non siamo riusciti a tagliare quasi nulla perché era tutto troppo bello pratico immediato e quindi eccolo qua vi lascio a Chiara.
Chiara: Ciao Carlotta grazie mille per avermi dato l'opportunità di poter portare anche qui in questo angolo prezioso di educare con calma questo tema a me così caro e così importante che è il tema del nostro rapporto con gli altri animali in generale, la convivenza con gli altri animali che siano questi orsi lupi e insetti perché da etologa, da divulgatrice, educatrice ambientale sempre di più mi arrivano domande di genitori, di educatrici, educatori che mi chiedono consigli su come affrontare le loro paure o le paure delle bambine e dei bambini rispetto agli insetti e mi rendo conto che spesso sia un una questione così poco affrontata anche nelle scuole e a livello proprio di educazione ambientale che mhmm la paura degli insetti è diventata quasi la normalità cosa che mh ci impedisce tante volte di vivere la natura e vivere in natura in modo sereno. Mi trovo spesso mhmm a convincere famiglie a fare una passeggiata nel bosco perché la loro paura degli insetti o la paura degli insetti di uno dei membri della famiglia impedisce di vivere l'escursione nel bosco in modo sereno. E sempre di più sappiamo quanto mhmm anche a livello scientifico e tu ne hai parlato parecchio anche in diverse puntate del podcast e ne abbiamo parlato anche insieme in una dedicata proprio all'educazione ambientale quanto vivere in natura e passare tempo in natura sia salutare sia positivo e sia funzionale per il benessere psicofisico di adulti e bambini Per cui il fatto che tante persone non possano, non riescano vivere serenamente la natura e le escursioni in natura per paura degli insetti è davvero un limite che alla fine ingloba anche altre sfere che non sono soltanto quella dell'educazione ambientale o del rapporto con gli animali ma proprio del nostro stesso stare bene e poterci sdraiare in un prato tranquilli e sereni Per cui doppiamente grazie per avermi permesso di parlarvi qua dell'importanza di cercare di superare queste queste paure.
E inizio a gamba battesissima dicendovi di non dire al vostro cervello che avete paura. Tante volte mi dicono: no, no, perché io sono aracnofobica, non farmi vedere foto di ragni. È vero, probabilmente sei aracnofobica, probabilmente sei aracnofobico, probabilmente la tua paura degli insetti è così tanta e te lo sei detta e detto per così tanto tempo che alla fine hai finito per crederci anche tu. Ma iniziamo, come diciamo spesso e come Carlotta dice spesso, a cambiare il lessico e a cambiare il modo in cui ci rivolgiamo a noi stessi e ci rivolgiamo al nostro cervello. Iniziamo a non usare più la parola sono aracnofobica o ho paura degli insetti da quando sono piccola perché in questo modo ci autoconvinciamo di questa cosa e autoconvinciamo il nostro cervello di questa cosa che probabilmente è vera molto probabilmente vera ma molto probabilmente potrebbe anche non esserlo e se il nostro cervello si auto convince di essere aracnofobico alla fine lo diventa o perlomeno si siede in quella comodità del vabbè ma io lo sono non posso cambiare Allora fermo restando e dopo vi do qualche dato perché è veramente importante secondo me anche contestualizzare le paure e dare un numero a queste paure e mhmm diciamo limitarle nel nostro contesto geografico e storico ecco fermo restando che la paura degli insetti è qualcosa di evolutivo è però anche molto spesso una paura appresa.
Cosa vuol dire che la paura degli insetti è una paura evolutiva è una delle paure primordiali come la paura delle altezze, la paura del buio, eccetera eccetera E perché abbiamo paura degli insetti? Perché gli insetti quando eravamo ominidi che vivevano nelle caverne rappresentavano molto spesso un alimento andato a male, la carne marcia. Non avevamo mh altri termini, altri indicatori di un alimento che non fosse più commestibile per cui gli insetti che svolazzavano su un alimento che non era più buono era andato a male erano per noi un indicatore di qualcosa di malsano. A questo aggiungiamoci che all'epoca quando vivevamo in mezzo alle alle caverne con bestie feroci e non c'era di di certo WhatsApp, internet, vestiti, antizanzare, gli insetti erano potenzialmente davvero molto pericolosi. Erano a volte nelle enosi o erano portatori di malattie come anche I Rai mhmm I topi I serpenti e tutti quegli animali che ancora oggi nel nostro cervello rettiliano sono rimasti indicatori di qualcosa di pericoloso.
Ma oggi che non viviamo più nelle caverne e abbiamo l'intelligenza artificiale abbigliamento, consono, farmaci, computer e quant'altro gli insetti non sono più un pericolo così mhmm pericoloso così grande quindi diciamo che possiamo contattare il nostro cervello rettiliano quando ci viene quella paura e dire okay questo disagio momentaneo è del tutto naturale questo mio e sì permettetemi di utilizzare e sostituire la paura la parola paura con disagio o disgusto perché molto spesso è questo quello che proviamo davanti a insetti o invertebrati di qualsivoglia forma e grandezza e modalità di spostamento che siano striscianti, volanti o quant'altro quello che proviamo probabilmente se veramente andiamo ad indagare il nostro cervello rettiliano, il nostro istinto è veramente forse più disgusto che paura ma ci hanno sempre raccontato che si chiamava paura e ci siamo auto etichettati come aracnofobici o fobici di insetti. Ma magari non lo siamo. Magari quello che proviamo è davvero soltanto un brividino di disgusto. E ricordo Gaia mia figlia che adesso tre anni quando aveva un anno e mezzo non mi ricordo in che modalità le era finita una cavalletta sulla sulla mano e il suo primo istinto è stato dirmi mamma o freddo quel freddo era un brivido era un brivido di emozione probabilmente ma anche un brivido di disagio e di disgusto che probabilmente se io avessi assecondato e avessi urlato, avessi buttato giù dalla sua mano questa cavalletta si sarebbe trasformato in ok allora è davvero qualcosa di pericoloso?
Allora devo aver paura perché anche mia mamma mi confermato questa paura, è qualcosa di pericoloso che dalla mia mano deve andare via. Beh io non ho fatto così sebbene non sia fan delle cavallette in alcun modo ma questo perché mi si è creato un mini trauma mini più o meno un bel grande trauma quando in Namibia avevo diciannove anni sono scesa dall'aereo da sola c'era un uno stormo non si dice ma c'era una un'invasione di cavallette di locuste c'era il cielo nero e queste cavallette mi sono finite letteralmente ovunque appena scesa dall'aereo piccolissima vent'anni avevo le le locuste ovunque, c'era il cielo nero. Ecco io ho mai avuto disagio e disgusto di cavallette dopo quell'esperienza che seriamente erano davvero in mezzo ai capelli, tra I vestiti, nel passaporto, nelle valigie ovunque, adesso quando vedo una cavalletta di quelle belle grandi, un attimino mi vengono I brividini ovunque, ma la cavalletta non può farmi niente per cui sebbene non sia l'animale che io più accarezzerei e ci dormirei a fianco non mi voglio dire non ho mai detto e mai dirò a mia figlia che ne ho paura. Per questo quando questa cavalletto le è finita sulla mano e lei detto mamma ho freddo io ho colto l'occasione per in realtà farla avvicinare in modo etico e consapevole rispettoso dell'animale quel suo disagio.
Ok amore è normale che magari con le sue zampine sulla mano ti diano un po' di fastidio però non farà assolutamente niente torna vicino all'erba e lei salterà via. Ma non le ho trasmesso né il mio disagio né la mia paura e né le ho in qualche modo sottolineato o confermato il suo di disagio assolutamente evolutivo, perché altrimenti avrei creato qualcosa che poteva prolungarsi nel corso della sua vita. E qua concludiamo l'argomento le paure degli insetti sono evolutive e passiamo al fatto che gli insetti si muovano in modo strano, in modo incontrollato e e siano appunto mhmm piccoli perché e si facciano questi movimenti che un po' ci mettono in uno stato di allerta perché non li vediamo più. E questo secondo alcuni psicologi riattiva in noi, o perlomeno in molte persone, il bisogno di controllo. E secondo gli psicologi le persone che hanno più bisogno di avere il controllo della situazione e temono gli imprevisti e le cose appunto che non possono controllare sono più predisposti a entrare in uno stato di allerta davanti ad un insetto perché obiettivamente è qualcosa di incontrollato ed incontrollabile.
Ma tutto questo, secondo me, è molto molto molto aumentato dai media, dai giornali e dalla società, dalla cultura in cui viviamo in cui queste paure degli insetti sono accentuate tantissimo. Pensate appunto a tutti I film e I cartoni in cui l'insetto è quello brutto sporco e cattivo. Qua torniamo al al mio libro che adesso è diventato il il progetto editoriale incontri dell'etologa qua sulla tela in cui io presento appunto questi animali brutti sporchi e cattivi dal ragno alla cimice, c'è il lombrico, poi c'è la vipera e c'è il lupo eccetera eccetera e sono appunto questi incontri in cui io bambina mi trovo a parlare con questi animali da sempre bullizzati ovviamente metà di questi animali sono sono insetti. Perché? Perché nella cultura di massa queste storie, questi pregiudizi sugli insetti hanno alimentato una paura culturale, un disagio culturale da una parte evolutivo, da una evolutivo da una parte appreso.
Per cui cosa dobbiamo fare noi genitori e noi educatori davanti ad una bambina o ad un bambino che hanno disagio e disgusto magari di fronte a degli insetti. Ovviamente non minimizziamola. Il ma no non è niente toccala ancora vai accentuare la loro mhmm la loro non voglia di interagire con quell'animale non aiuta anzi sforzare una persona a superare una paura violentandola non è in alcun modo né rispettoso del bambino, dell'adulto in alcuni casi né funzionale a far passare quella paura. Per cui l'idea che un bambino non voglia toccare un insetto, non voglia avvicinarsi e io lo obblighi è una violenza e non aiuta in realtà a raggiungere l'obiettivo che mi sono prefissato che potrebbe essere quello di avvicinare il bambino ad un rapporto sano con con gli insetti d'altro canto però mhmm è mhmm secondo me anche poco funzionale invece sederci su quella paura e dire no no mio figlio è terrorizzata dai ragni dirlo davanti agli altri dirlo a lui è assecondare in qualche modo questo suo disagio. C'è un ragno in casa il bambino la bambina piange o succede qualcosa che porta un una manifestazione di quel disgusto di quel disagio okay stai tranquillo adesso lo prendiamo e lo mettiamo fuori sicuramente non mi metterò a uccidere il ragno davanti al bambino e neanche dietro gli animali non si uccidono che siano orsi nel loro bosco, squali nel loro mare o un ragno nella sua ragnatela qua potremmo parlarne ma ho già fatto quindici minuti per cui non mi voglio dilungare troppissimo mhmm ma ovviamente gli animali non vanno uccisi né che si trovino nel loro ambiente né che si trovino a casa nostra il modo più rispettoso per spostarli è appunto quello di prenderli e portarli all'esterno.
Se siamo noi ad averne paura ci sono delle degli strumenti che si trovano anche su internet nei normali siti da cui 'sto online lo potete cercare come acchiappa insetti a distanza dove l'animale non si fa assolutamente male rimette un po' in atto la tecnica del bicchiere con il foglio di carta che si fa passare sotto il bicchiere l'animale si porta fuori ecco questo la stessa identica strategia semplicemente si può fare a distanza e oltretutto con alcuni di questi strumenti si può anche vedere poi l'animale una volta catturato con una lente di ingrandimento ovviamente appena catturiamo l'insetto lo portiamo fuori senza farlo morire all'interno dell'acchiappa insetti. Una volta che abbiamo preso l'insetto e l'abbiamo catturato possiamo anche osservarlo con I nostri bambini e vedere loro in ambiente protetto perché a quel punto la l'animale non potrà assolutamente essere offensivo nei confronti nostri e osservarlo, vedere le zampette, vedere la testolina, vedere il corpicino, vedere come si muove e osservare l'insetto dentro questi acchiappa insetti può essere davvero il primo approccio per avvicinarci e avvicinare le bambine e I bambini al agli insetti. Quindi nostro figlio paura noi prendiamo l'animale lo allontaniamo dal bambino alimentare questo disagio ma neanche sforzandolo come abbiamo detto e poi lo portiamo lo portiamo fuori.
Se siamo noi ad avere paura io credo che la cosa migliore sia parlarne Guarda, mamma, papà non si trova a suo agio davanti a ragni, vespe, api, cavallette, qualsivoglia animale. Purtroppo è qualcosa su cui sto lavorando, lo farò insieme a te e mi è successa una cosa quando ero piccolo oppure appunto non so perché ho questa paura forse me l'hanno trasmessa quando ero piccolo ci sto lavorando ma mi piacerebbe che tu fossi più libero di me di poter vivere in natura senza questo disagio. Per cui aiutami a lavorare su questo mio mio limite, lavoriamoci insieme e e insieme magari mamma, papà riusciranno a vivere meglio anche in presenza di ragno, vespa, ape, topo, qualsivoglia animale ci ci spaventi. Ecco metto metto in mezzo anche I topi perché so che sono paure comuni così come quelle dei serpenti possono essere anche I cani. Sono di tanti genitori che hanno pure dei cani mi scrivono Chiara non vorrei che mio figlio o mia figlia avessero paura dei cani come ce l'ho io.
Ecco, secondo me la verità è sempre come diciamo anche spesso qua sulla tela come Carlotta ci ci insegna spesso la cosa migliore esternare le nostre emozioni, le nostre debolezze in modo onesto senza però trasmetterle, senza però far sì che le nostre paure diventino quelle dei nostri bambini. E questo vale anche per educatori educatrici maestre, insegnanti che lavorate con I bambini non non trasmettete a loro le vostre paure che queste siano di insetti, di topi, di cani o di qualsivoglia fobia. Secondo me è cosa bella e giusta cercare di lavorarci singolarmente per poi riuscire a scindere le nostre paure da quella che è la trasmissione di valori che vogliamo appunto trasmettere alle bambine e ai bambini lo lo si fa lo si fa notare lo si dice la maestra questa paura questo disagio chiamiamolo e cerchiamo di cambiare il lessico osserviamo l'animale guardiamo documentari ecco questo è qualcosa che assolutamente io invito sempre a fare vedete documentari su quell'animale su su quell'insetto che vi fa paura, osservatelo, conoscetelo e questo lo diciamo anche spesso proprio sugli incontri dell'etologa, su sulla serie, qua sulla tela. Gli animali che ci fanno più paura, forse ci fanno paura perché non li conosciamo realmente, ma se ne conosciamo le peculiarità, le curiosità, le bellezze, l'etologia, magari ci passa anche quel quel disagio e riusciamo a conoscere, a vedere l'animale anche sotto altri aspetti e poi se abbiamo la possibilità di vederlo magari essiccato, morto, oppure un modellino di plastica, oppure catturato quando dobbiamo spostarlo e vederlo vivo, ma in modo che lui sia innocuo, come abbiamo detto.
Ecco, tutto questo è un modo per allenare il nostro cervello a vedere l'animale e sentirci sicuri, quindi, nel nostro stato di allerta assolutamente è silente, in quel caso, però riusciamo ad approcciare e conoscere l'animale e quindi abituare il nostro cervello alla sua presenza. Un esercizio che io faccio spesso con le scuole e le famiglie che vengono qua, che mi dicono che ci sono casi di disagio con gli insetti, è mettere dei modellini di plastica, di insetti dentro della paglia, della sabbia o della terra, nasconderli e poi fare una specie di cerca cerca, di caccia al tesoro in cui gli adulti e I bambini mettono le mani dentro la terra, la sabbia, appunto, la paglia e cercano questi insetti. Il tatto, il contatto attiva delle aree neuronali e cerebrali che ci ricordano appunto quelle dell'insetto perché tocchiamo le zampe, tocchiamo le antenne e quant'altro, ma sappiamo che è qualcosa di innocuo. Per cui non la cosa non ci spaventa più di tanto ed è appunto un modo per per avvicinarci a a questa a questa realtà E quindi fate esperienze di questo tipo e approcciate il più possibile la vostra famiglia, la vostra classe, la vostra realtà educativa agli insetti in modo pacifico e sereno.
Ripeto, violentare e forzare, sforzare una persona che paura ad entrare in contatto con la sua paura penso che sia la cosa più violenta irrispettosa che che ci sia ma questo può essere anche la paura dell'acqua, la paura delle altezze la paura di di qualsiasi di qualsiasi cosa. E ora per come vi dicevo all'inizio contestualizzare un po' questa mhmm questa paura voglio darvi qualche mh qualche numero per perché credo che ci siano cose che dovrebbero davvero spaventarci più mhmm degli degli insetti e come immaginate non sono elementi naturali. Ho fatto qualche ricerca e ogni anno in Italia si registrano tra I dieci e I venti decessi a causa degli insetti ma non per punture mortali ma queste persone adulti o bambini erano allergici o con patologie che appunto li portavano ad essere gravemente malati per cui una puntura di un insetto di per sé apparentemente quasi innocuo per il novantanove dico il novantanove per cento delle persone per loro è stato fatale ma perché ne erano allergici. E parliamo di dieci, venti decessi l'anno. Ecco, nel duemila e ventitré invece per incidenti stradali sono morti tremila trentanove persone l'inquinamento dell'aria è responsabile di ottantamila decessi prematuri all'anno nel nostro paese.
E le malattie cardiovascolari, spesso collegate a diete scorrette e un consumo eccessivo di carne, rappresentano solo in Italia duecentoventimila decessi all'anno. E quindi vi lascio un attimo con questi numeri, con questi dati perché secondo me sono emblematici della percezione del rischio di cui abbiamo parlato con Carlotta nella puntata dedicata all'educazione outdoor. E per questo vi invito davvero in conclusione di di questa puntata a superare la mhmm il disagio ed entrare in una percezione del rischio diversa dove usciamo un attimo dalla nostra zona di comfort che è quella della città di quello che conosciamo e iniziamo a vedere la natura veramente come il nostro habitat e iniziamo a comprendere che per esempio negli ultimi dieci anni l'orso fatto una sola vittima la tragedia di Andrea Papi dell'anno scorso Sapete quante vittime fatto la caccia negli ultimi dieci anni? Più di duecentoventi morti e quindi in modo provocatorio quello che dico sempre è che sì dobbiamo avere paura di andare nel bosco, ma non per lupi, orsi, zecche, serpenti o insetti, ma per I cacciatori e per altri pericoli che il nostro modo di vivere ormai civilizzato non percepisce più e quindi come ultima provocazione vi vorrei spingere a pensare che attraversare la strada o andare in macchina con un bambino legato al seggiolino magari non in modo opportuno o appunto mh consumare alimenti non sani, una dieta con tantissime proteine animali, è molto ma molto molto più pericoloso che camminare a piedi scalzi in un prato.
E con questo spero di avervi dato modo di vedere il mondo degli insetti in modo diverso. Sulla tela trovate un reel abbiamo creato un bug hotel quindi un hotel per abbiamo creato un bug hotel, quindi un hotel per insetti con oggetti di recupero e oggetti di scarto, così come come si chiamano, in realtà scarto non è, sono utilissimi e funzionalissimi per creare un sono utilissimi e funzionalissimi per creare oggetti come appunto il Bago Hotel e per accogliere gli insetti a casa nostra ricordando ai bambini, alle bambine e anche agli adulti in alcuni casi che gli insetti sono parte della biodiversità, che senza gli insetti la natura così come ce l'abbiamo oggi noi e l'agricoltura, le frutta e le verdure che noi abbiamo oggi a disposizione non esisterebbero, che gli insetti sono fondamentali per la nostra salute, per la vita, per sono fondamentali per la nostra salute, per la vita, per l'aria che respiriamo, l'acqua che beviamo e per tutto quello che ci circonda. E purtroppo a causa dei cambiamenti climatici e la perdita di habitat, la distruzione delle loro case ovviamente per colpa dell'essere umano gli insetti sono a rischio di estinzione. E noi nel nostro piccolo, nel nostro giardino, nel nostro balcone, nel nostro orto, nelle nostre scuole possiamo ricreare quegli habitat grazie ai bug hotel che appunto vedrete poi nel nel reel su sulla tela come poterne costruire uno in modo veramente semplice con delle canne di bambù, dei mattoni forati, dei pezzi di legno, del cartone molto semplice ed è molto divertente e veloce anche da fare con le bambine e I bambini, e questo è un modo per avvicinarli.
Io vi abbraccio e ringrazio ancora Carlotta e tutta la tela per il lavoro meraviglioso che fanno su questa educazione a lungo termine e anche la natura, educare alla natura a lungo termine. È qualcosa di importante, assolutamente prezioso da fare per
Carlotta: Ci ci sarebbe davvero tantissimo da dire su questa tua riflessione su questo tuo intervento mi verrebbe quasi da commentare ad ognuno degli spunti che hai lasciato però visto che un episodio già abbastanza lungo mi limito a sottolineare due aspetti che mi hanno colpito molto uno forse l'avete immaginato l'importanza del linguaggio quando Chiara invita a evitare di dire sono aracnofobica per esempio e qui potete mettere voi la definizione della vostra paura e magari iniziare a dire ho paura dei ragni ecco quello credo che sia davvero un primo passo importante per lavorare su queste paure smettere di identificarci con la nostra paura di identificarci con ciò che temiamo e iniziare a esplorare quel timore con curiosità e spesso parlare invece che di noi io sono così e invece utilizzare un verbo io ho paura di questa cosa a livello inconscio e subconscio aiuta veramente moltissimo e quindi proprio aiuta moltissimo anche per quella curiosità no da dove viene quella paura a quale bisogno parla quella paura come diceva Chiara magari potrebbe essere il bisogno di avere sempre il controllo su ogni situazione e poi un'altra domanda importante quando è nata quella paura chi l' poi rinforzata come vi ho detto prima per esempio la mia migliore amica rinforzato tantissimo la mia paura dei ragni che magari io non avevo così forte prima di avere questa relazione molto intensa con lei per tutti gli anni per tantissimi anni formativi della mia vita e quindi ecco magari anche nella nostra infanzia possiamo riflettere se c'è stato un adulto di riferimento anche più adulti o anche un amico degli amici che reagito di fronte ad esempio a un'ape che si avvicinava troppo magari urlando, troppo magari urlando, magari schiacciandola, magari dicendoci con apprensione di allontanarci e magari in occasioni come quelle abbiamo iniziato ad associare all'ape una fonte di pericolo che in realtà non c'è a meno che non sappiamo di essere allergici alla sua puntura e ovviamente dobbiamo farci attenzione.
Alla sua puntura e ovviamente dobbiamo farci attenzione. E poi un altro punto importante secondo me è quello di mettere in dubbio ed esplorare l'emozione stessa a volte infatti parliamo di paura o pensiamo di provare paura e quindi mettiamo in atto tutta una serie di comportamenti per lavorare su quella paura quando in realtà ciò che stiamo provando è una sensazione diversa o una sfumatura diversa di quell'emozione magari a disagio magari è disgusto magari è stupore una sensazione diversa o una sfumatura diversa di quell'emozione magari a disagio magari a disgusto magari è stupore che sappiamo lo stupore è un po' il l'altro lato della paura no spesso exitment non mi viene in italiano e paura sono due lati della stessa emozione e quindi qui non posso non ricordarvi o raccontarvi se non lo sapete che nel percorso per educare a lungo termine su tutta la tela abbiamo una lezione specifica sulla granularità emotiva che è proprio la capacità di riconoscere con precisione l'emozione che stiamo provando in un determinato contesto ed è una lezione che contiene anche uno strumento preziosissimo per affinare questa abilità che è la ruota dell'emozione anzi la lezione si chiama proprio la ruota delle emozioni.
Quindi oggi vi lascio così con questa riflessione con questo spunto se avete l'abbonamento se avete il percorso di andare a cercare quella lezione e anche con un ultimo invito che magari unisce questi due aspetti: prendiamoci del tempo per iniziare a lavorare su queste paure, per prenderne consapevolezza e iniziare a cambiare il linguaggio che associamo a queste paure e quindi per lavorare sulle nostre reazioni, per evitare di reazioni per evitare di trasmettere proprio anche di trasmettere queste nostre paure anche ai nostri figli o per aiutarli se queste paure si sono già manifestate a esplorarle e attraversarle invece che lasciarsi bloccare lì davanti a queste paure, provare a lasciarle fluire nel corpo. Anche il lavoro su queste paure è davvero tanto importante come il lavoro su tante altre emozioni perché aiutare noi stessi I nostri figli ad avere un rapporto sereno e rispettoso con la natura beh è anche questo educare a lungo termine ed è un lavoro che possiamo condividere e fare insieme ai nostri figli a proposito di paura ci tengo a ricordarvi che sullo shop noi abbiamo una bellissima guida proprio tutta incentrata sulla paura che si intitola esplorare la paura le nostre guide lo sapete hanno una parte per il genitore con un audioguida per il genitore su come approcciare la paura in generale parliamo di tanti tipi diversi di paura: paura dell'acqua, paura dei cani, paura dei grani, paura degli insetti eccetera eccetera e dall'altra parte la guida include un libro per l'infanzia che potete leggere online o che potete stampare in copisteria, in questo caso vi consiglio perché poi vi rimane più lungo ed è un lavoro più bello e contiene proprio tante storie su diverse paure e una di queste tra l'altro include o parla proprio della paura del genitore.
Ma vi ho fatto spoiler abbastanza e so che la guida è proprio tanto tanto apprezzata da chi l' comprata e quindi ve la consiglio vivamente. Per oggi credo che sia davvero tutto vi do appuntamento al prossimo episodio del podcast e vi ricordo che mi trovate anche sulla tela punto com come abbiamo già detto da lì potete arrivare anche al mio instagram e se avete riflessioni da aggiungere domande dubbi unitevi alla conversazione nei commenti sulla pagina di questo episodio come vi ho detto prima potete andare su la tela punto com barra podcast cercare il numero di questo episodio oppure scrivere nella lente di ingrandimento in alto a destra il titolo dell'episodio e così lo trovate Buona giornata, buona serata o buonanotte a seconda di dove siete nel mondo. Ciao ciao.
Mi stavo chiedendo… ma Heidi ? Non ci sono animali parlanti, il contesto è decisamente realistico e lo hanno recentemente “rifatto” su Netflix. A me Heidi piace molto perché è una bambina che ha una bellissima attitudine verso la vita nonostante le difficoltà . Che ne pensate ? Ciao !
Heidi trasmette valori sani, limpidi, veri, educativi...soprattutto a livello ambientale.
Noi siamo andate fino in Svizzera a "conoscerla" e io ho pianto e mi sono emozionata come una bambina quando ero davanti alla casa del nonno dell'Alpe :) Su Instagram ho messo anche delle storie :) per me è assolutamente approvata!