Preferiti dei bambini

221. «Lasciami stare» e sbatte la porta: mancanza di rispetto?

In questo episodio di Educare con calma parlo di come affrontare situazioni specifiche in cui i figli ci urlano frasi come «Vai via, lasciami stare!».

13 giugno·
24 min
·2 commenti
Esploro il concetto di rispetto e la sua corretta definizione, suggerendo come noi adulti spesso siamo cresciuti con un'idea sbagliata di rispetto.

Poi ti fornisco mini linee guida pratiche per rispondere in modo calmo e rispettoso a questi comportamenti senza giustificarli né rinunciare ai nostri confini personali – il rispetto è sempre a due corsie. 

Infine, parlo dell'importanza di distinguere tra i bisogni dei genitori e quelli dei figli. 

Carlotta: Benvenute e benvenuti a un nuovo episodio di Educare con Calma. Oggi vorrei parlarvi di una situazione specifica. Sapete che a volte mi piace parlare di situazioni specifiche perché tutti le viviamo e avere mini linee guida su come gestirle può aiutare non risolve la situazione ma può aiutare. Vi ricordo ovviamente che per cambiare la situazione specifica quasi sempre dobbiamo partire dalla mentalità quindi sono sicura che andremo anche lì. Parliamo della situazione in cui I nostri figli ci urlano vai via lasciami stare tra l'altro ci sono anche altri episodi vecchi del podcast su questo tema ovvero quando I bambini ci parlano tra virgolette male secondo I nostri standard ma ogni tanto mi piace ritornarci su queste tematiche perché trovo che siano sempre verdi se volete recuperarne un paio uno si intitola ti odio perché lo dicono e che cosa significa davvero ed è il numero centodieci e l'altro è il numero centotrentuno che si intitola mi parla male a cinque anni è normale, spoiler sì può essere normale può essere naturale in alcuni momenti di disregolazione del cervello può essere assolutamente naturale.

Quando mi fanno la domanda è normale la mia risposta è sempre sì perché siamo talmente tutti diversi e ci sono talmente tante situazioni della vita che è ovvio che qualcosa che stia succedendo sia normale. Ok, qualcosa che stia succedendo sia normale. Ok parto subito dall'elefante nella stanza: la mancanza di rispetto. So che siamo cresciuti a suon di non azzardarti a mancarmi di rispetto, questa è una mancanza di rispetto e quindi la prima sensazione che possiamo provare quando ci parlano male può essere proprio questa può essere rabbia e soprattutto anche il fatto che lo reputiamo un parlarci male tra virgolette arriva proprio da lì, no? Arriva proprio da quando noi dicevamo queste frasi e venivano definite come mancanza di rispetto e quindi noi oggi lo consideriamo parlarci male, ma lo è davvero?

Oggi non scendo molto nel dettaglio sul tema della rabbia e delle crisi ma se volete approfondire questo argomento sul percorso per educare a lungo termine su tutta la tela c'è un'intera categoria dedicata alla rabbia con lezioni, esercizi, copioni per imparare ad accoglierla e a navigare la rabbia di noi adulti e poi quella dei nostri figli. Sembra un lavoro lungo e faticoso e lo è, ma proprio per questo abbiamo deciso di dedicare un'intera categoria perché io penso che la rabbia sia una delle emozioni più fraintese, più incomprese e che genera anche più sensi di colpa in assoluto e perché l'esplosione della rabbia anzi perché l'emozione della rabbia a volte è esplosiva e ci fa dire fare cose che non ci piacciono e quindi ho deciso di dedicare tanto spazio sul percorso a questa emozione e tra l'altro c'è anche un pacchetto editoriale che è una sorta di accompagnamento a questo lavoro si chiama rosso e rabbia e lo trovate incluso nell'abbonamento come tutti gli altri pacchetti editoriali. Prima di continuare però vorrei fare proprio una riflessione con voi su questo elefante nella stanza ovvero sulla mancanza di rispetto perché noi siamo cresciuti con l'idea sbagliata di rispetto con l'idea che il rispetto significhi zero risposte o repliche non possono replicare a una nostra frase a qualcosa che gli diciamo che significhi obbedienza immediata e senza discussioni, che significhi pochissimo successo a condividere pensieri opinioni o emozioni se questi sono diverse da quelle dei nostri genitori, mentre la vera definizione di rispetto è avere il dovuto riguardo la dovuta cura per I diritti sentimenti desideri le tradizioni anche di un'altra persona In parole più semplici il rispetto possiamo definirlo come comprensione empatica per un altro essere umano ovvero la capacità di provare empatia di metterci in ascolto attivo e di provare a comprendere la persona che abbiamo davanti.

I nostri figli non imparano il rispetto perché noi lo pretendiamo, lo imparano perché lo vedono da noi, lo vedono da come noi offriamo loro empatia comprensione ascolto attivo anche quando noi siamo arrabbiati frustrati o ci sentiamo anche solo impotenti di fronte a una situazione lo vedono da come restiamo centrati ed equilibrati da come sappiamo regolarci noi per offrire calma quando loro sono in crisi, saper regolare il proprio sistema nervoso, lo dico forse in ogni lezione del percorso, è il primo segnale di una persona emotivamente matura, di un genitore emotivamente maturo, Lo vedono da come ci assumiamo la responsabilità dei nostri comportamenti, da come chiediamo scusa e ripariamo quando noi non ci comportiamo bene. Solo quando I nostri figli vedono il rispetto in atto possono imparare davvero a replicarlo possono impararlo davvero. Il rispetto non si insegna dicendo mi hai mancato di rispetto o questa è una mancanza di rispetto, si insegna mostrando che cos'è il rispetto. E lo so, offrire ciò che a noi è stato negato, che noi non abbiamo conosciuto nella nostra infanzia è difficile, difficilissimo, ma è possibile ed è proprio ciò che facciamo sulla tela ogni giorno ogni settimana ogni mese ho creato il percorso e l'abbonamento proprio perché so che non tutti hanno accesso alla terapia non tutti hanno accesso all'aiuto di cui hanno bisogno e spesso avere comunque un posto sia dove acquisire strumenti nuovi, dove imparare ad ascoltarsi e comprendersi e farsi comprendere, sia dove trovare una comunità di genitori che stanno facendo lo stesso lavoro, lo stesso percorso e tutto ciò di cui abbiamo bisogno ok mi sono dilungata entriamo proprio nello scenario in cui tuo figlio ti urla vai via lasciami stare magari anche correndo in camera sbattendo la porta qual è la prima reazione che potresti sentire la prima reazione almeno la mia prima reazione istintiva è quello che avrebbe fatto mia madre rincorrere aprire la porta questa è una mancanza di rispetto non puoi parlarmi così tu mi devi rispetto e magari se sei ancora sulla ruota delle minacce magari escono frasi del tipo se non chiedi subito scusa non vai al compleanno della tua amica boom minaccia boom obbedienza cieca Lo capisco, ci sono passata anche io.

Lo trovate in tantissimi aneddoti del mio libro cosa sarò da grande in cui mi metto a nudo del mio percorso per diventare un genitore emotivamente maturo. Magari io non ho usato l'ultima frase perché le minacce sono riuscita a eliminarle molto molto presto nel mio percorso genitoriale ma ricordo chiaramente di aver detto tutte le altre frasi almeno una volta ai miei figli perché quelli sono proprio I copioni con I quali sono cresciuta, I copioni dell'educazione che ho ricevuto ed è naturale che io tenda a ripeterli perché tutti e tutte tendiamo ad educare come siamo stati educati chiarito questo oggi voglio offrirti una riflessione molto semplice ma anche molto efficace secondo me quando tua figlia ti urla di andare via e di lasciarla stare in realtà quello che magari ti sta chiedendo è spazio proprio come quando io ho bisogno di spazio e dico ad Alex ho bisogno di rimanere un po' da sola o come quando dico a Oliver e Emily I miei figli ho bisogno di mommy time. Se avete letto il mio libro se fate il mio percorso sapete che cos'è il mommy time. Allo stesso modo in cui io ho diritto di chiedere spazio anche I miei figli hanno diritto di chiedere spazio ma visto che il loro cervello è ancora immaturo e che non sanno ancora regolare il proprio sistema nervoso quando si sentono disregolati non sanno ancora comunicarlo in altro modo lo comunicano sbattendo la porta lo comunicano urlando vai via lo comunicano dicendo lasciami stare ti ricordo che quando hai bisogno di spesso e volentieri è perché il tuo sistema nervoso è già disregolato sei già nello stato di sopravvivenza in quello delle emozioni non sei nel tuo stato esecutivo che quando puoi accedere a capacità come la regolazione delle emozioni come l'autocontrollo noi adulti abbiamo imparato o magari stiamo ancora imparando o comunque dovremmo avere imparato a gestire quella disregolazione e comunicarla con gentilezza ma I nostri figli spesso non hanno ancora assimilato questa abilità e se vogliamo aiutarli davvero a lungo termine dobbiamo insegnarglierla noi.

E a questo punto mi chiederete: ok Carlotta, ma come gliela insegniamo? La risposta non posso darvela oggi in questo episodio ma la trovate un pezzo alla volta nel percorso per educare a lungo termine perché la risposta è l'educazione a lungo termine e in ogni lezione trovate come un piccolo pezzo per completare il vostro mosaico perché poi ovviamente tutte le lezioni, tutti gli strumenti, tutti I copioni che vi do dovete dovete appiccicarveli addosso a voi dovete renderli validi per voi, per la vostra famiglia, per le vostre relazioni, per chi sono I vostri figli. Ma per lasciarvi un mini strumento pratico, una mini linea guida da cui partire, la prima cosa è fare un respiro profondo. Spesso un respiro profondo non basta, lo so. Ci vuole tanto tempo per arrivare al momento in cui un respiro profondo basta, ma ci sono tanti altri modi per regolare il nostro sistema nervoso ed è proprio per questo che una delle lezioni del percorso, una delle nuove lezioni del percorso, è proprio questa: modi, strumenti per regolare il tuo sistema nervoso.

Ognuno trova il suo, ognuno deve trovare quello che funziona per sé. Io gli strumenti di cui vi parlo in quella lezione li ho provati tutti e in una fase o nell'altra della mia vita uno mi aiutato più dell'altro, ma conoscerli e avere accesso a quegli strumenti mi davvero permesso di imparare a regolare il mio sistema nervoso quando mi sento triggerata. Quando riusciamo a fare quel respiro profondo, quando riusciamo ad utilizzare quello strumento, è proprio quello che ci permette di schiacciare quel bottone immaginario di pausa che abbiamo nel nostro cervello, nel nostro sistema nervoso, sarebbe bello se fosse un bottone vero e proprio per accedere alla parte esecutiva del nostro cervello perché solo quando accediamo alla parte esecutiva del nostro cervello che possiamo scegliere la nostra reazione invece di reagire d'istinto che è ciò che di solito ci porta ad educare come siamo stati educati. Quando il nostro cervello è a coccodrillo, come diciamo sulla tela, c'è un'intera guida che si intitola è il tuo coccodrillo, quando ovvero siamo in uno stato di disregolazione non puoi imparare, così vale per noi e così vale anche per I nostri figli quindi se noi stiamo cercando di imparare a educare a lungo termine ma ogni volta ci proviamo da uno stato di disregolazione non possiamo imparare se stiamo cercando di insegnare ai nostri figli un comportamento alternativo a quell'urlo a quel sbattere la porta ma stiamo cercando di insegnarglielo in un momento in cui il loro cervello è disregolato non funziona perché in quel momento non hanno accesso al loro cervello esecutivo, in quel momento sono in uno stato di disregolazione e nello stato di disregolazione non possono imparare, nessuno può imparare in quello stato.

Quindi in quel momento la risposta più efficace che puoi dare è o silenzio, silenzio fai un check in con le tue emozioni guardi questa persona che hai davanti e pensi wow che fatica che stai facendo sento la tua fatica vedo la tua fatica mi ricordo che quando tu fai fare fatica a me è perché ne stai facendo cento volte di più tu e quindi entro in contatto con con la persona dietro quel comportamento separo la persona dal comportamento, separo la sua identità da come si è comportata, quindi silenzio a volte va bene quel momento in cui entro in connessione con me stessa per ricordarmi che questa persona che ho davanti non è lì per provocarmi, per attaccarmi, per mettermi sulla difensiva ma è lì e stai imparando a regolare le proprie emozioni come sa, con gli strumenti che e adesso ancora pochi strumenti anche perché magari io le sto dando pochi strumenti. E poi una risposta anche efficace invece se ve la sentite è vedo che hai bisogno di spazio, ne parliamo dopo e non è un ne parliamo dopo come una minaccia, ma proprio un posticipare quel dialogo perché sappiamo che in quel momento di disregolazione non sarebbe efficace parlarne poi quando siamo tutti calmi quando siamo tutti calme quando tutti I sistemi nervosi sono regolati ecco quello è il momento di disciplinare ma disciplinare significa insegnare non punire come molti pensano.

Quindi quando siamo calmi possiamo parlarne, possiamo comunicare che quel comportamento non è valido, non è gentile e soprattutto possiamo offrire una soluzione di comportamento alternativa, Per esempio alla sera a letto sotto le coperte insieme possiamo dire ehi prima mi hai urlato di andare via, hai sbattuto la porta in maniera poco gentile. La prossima volta che mi vuoi dire che hai bisogno di spazio o che mi vuoi mandare via puoi dirmi ho bisogno di stare da sola o puoi darmi un po' di spazio e io ti prometto che farò del mio meglio per rispettare questa tua richiesta. In questo modo quando riesci a comunicare così con I tuoi figli prima di tutto stai insegnando qualcosa, stai insegnando qualcosa e poi stai facendo anche rispettare il tuo confine personale, che è importante e allo stesso tempo lo stai anche comunicando con gentilezza che è altrettanto importante perché il rispetto si insegna mostrandolo se io urlo e Omilio per chiedere di rispettarmi è un controsenso e anche controproducente non posso insegnare il rispetto attraverso le urla e le umiliazioni. Ovviamente questa conversazione cambia a seconda dell'età ma una versione di questo copione efficace per affrontare questa conversazione a qualsiasi età.

C'è anche però da dire non ci entro oggi ma faccio proprio uno spunto veloce che spesso e volentieri se un bambino di due anni per esempio ci dice vai via sei cattiva lasciami stare ecco questo non significa che bisogno di spazio spesso questo significa che semplicemente bisogno della nostra presenza non sa come comunicarla e quindi magari in quel momento possiamo applicare lo stesso concetto ovvero fare quel respiro profondo regolarci noi e poi allontanarci ma rimanere nella stanza perché spesso e volentieri quando noi ce ne andiamo nella mente così immatura di un bambino di due anni entra in gioco quel meccanismo del mi sta abbandonando. Il nostro sistema nervoso funziona attraverso l'attaccamento quindi quando noi sentiamo connessione ci sentiamo al sicuro quando non sentiamo quella connessione la perdiamo ci sentiamo quasi come una questione di vita di morte ci sentiamo insicuri perché è proprio così che ci siamo evoluti come specie se io so che il mio adulto di riferimento è qui è presente con me allora posso sopravvivere se invece se ne va sono tutto da solo arriva un leone e mi mangia arriva un lupo mi mangia eccetera eccetera muoio di fame ecco sono completamente dipendente da questa da questo adulto di riferimento è semplicemente evoluzione.

Quindi ecco tutto quello che vi ho detto prima ovvero magari ti sta chiedendo spazio possiamo considerarlo magari dai cinque, sei, sette, sette, sette, sette, sette, sette, sette, sette, sette, sette, un come si dice, come la bibbia ecco, si dice così non lo so mi unì come un gospel. Ok va bene, quindi come sempre vado avanti perché mi sono intrecciata nella mia ragnatela di pensieri, ok. Il primo aspetto quindi che volevo mettere in risalto di questa situazione era proprio questo: partire da noi. Siamo noi adulti che per primi dobbiamo allenarci a regolare il nostro sistema nervoso per poi insegnare ai nostri figli a fare lo stesso. Altrimenti come ci aspettiamo che possano impararlo?

Non possono certo impararlo da soli che è anche la ragione per cui molti adulti di oggi non lo sanno fare perché non hanno avuto un modello che gliel' insegnato. Questo è sempre il primo passo in qualsiasi situazione per educare a lungo termine dobbiamo partire da noi, dalle nostre emozioni, dalla nostra calma, dalla nostra reazione e possibilmente sceglierla con consapevolezza premendo quel bottone immaginario di pausa. Ok ovviamente però questo è un punto di partenza, da solo non basta. Torno all'esempio di prima facciamo finta che invece di rincorrere invece di urlare invece di minacciare invece di riaprire la porta e dire questa è una mancanza di rispetto tu sia riuscito o riuscita a mantenere la calma hai fatto un respiro hai usato uno strumento per regolare il tuo sistema nervoso e poi hai risposto tua figlia con accoglienza wow prima di tutto datti una pacca sulla spalla perché questo è un grandissimo lavoro. E magari in tutto questo hai risposto con una frase del tipo vedo che sei disregolata, lo capisco, vedo che hai bisogno di spazio, però guarda io rimango qui con te, ti lascio sola, tu puoi prenderti lo spazio che vuoi, ma io mi sola e tu puoi prenderti lo spazio che vuoi, ma io mi siedo qui, non dobbiamo parlare, faccio un respiro profondo, vuoi fare un respiro profondo con me?

Vuoi fare il gioco del cinque quattro tre due uno? Magari questo ti aiuta anche a regolarti però guarda non importa ok se non hai voglia resto qui resto qui per te, io ci sono, la superiamo insieme, ok? Wow! Ok, questa sembra una reazione valida, ok? Perché comunque siamo riusciti ad accogliere quel comportamento con gentilezza e io penso che questa reazione sia più valida che gentilezza e io penso che questa reazione sia più valida di urla, minaccia e rincorrere, ok.

Ma non te la consiglio, perché sono troppe parole che un bambino non può elaborare in un momento così sfidante di disregolazione ma poi anche perché in realtà così facendo non stiamo rispettando I confini personali di nostra figlia ci sta chiedendo spazio che magari significa anche solo silenzio e rimanere lì seduti come abbiamo detto prima e diritto a vedere quella sua richiesta rispettata ascoltata proprio come ne abbiamo diritto noi quando lo chiediamo noi il rispetto è a due corsie e poi non lo consiglio neanche perché quando stiamo facendo quando stiamo dicendo tutta questa frase in realtà ci stiamo concentrando in quel momento anche di più sul nostro bisogno di vicinanza, sul nostro bisogno di connessione perché vi ricordo che quella connessione che ci fa sentire sicuri o insicuri noi la sentiamo ancora sono I nostri bambini interiori che la sentono ancora e quindi spesso quando sentiamo che una persona che amiamo vuole mandarci via vuole rifiutarci vuole allontanarci o si allontana anche il nostro bambino interiore si mette al volante e dice non sono più al sicuro devo ristabilire la connessione e quindi ecco tutta quella frase tutto quel resto qui con te ti capisco tutto quel grande grande grande parlare a volte riflette il nostro bisogno di vicinanza.

Quindi ecco io penso che se tua figlia ti chiede spazio e in quel momento non vuole la tua presenza fisica questo va bene non prenderla come un qualcosa di personale, non metterti sulla difensiva, prendi la sua richiesta proprio come un feedback del fatto che la tua presenza in quel momento non sempre, ma in quel momento non le è utile, non l'aiuta, rispetta I suoi confini. Puoi farlo con una frase come quella che abbiamo detto prima ti capisco hai bisogno di spazio vado di là se hai bisogno di me chiamami puoi farlo con una frase come vedo che hai bisogno di spazio sono rimango qui seduta vieni tu quando sei pronta oppure anche solo come invece di vieni tu quando sei pronto possiamo anche dire ok vedo che hai bisogno di spazio torno tra cinque minuti per vedere come stai poi ti allontani ti calmi le offre un po' di spazio offre un po' di spazio tua figlia e offri un po' di compassione a te perché anche tu devi prenderti cura un attimo di te no fai un respiro profondo ti dici non sono sbagliato io non sono sbagliata io questa è una fase naturale non mi sta sfidando sei al sicuro non non sei un pessimo genitore solo perché tua figlia ti dice frasi di questo tipo, perché ti dice ti odio, perché ti dice sei cattiva, perché ti dice vai via, sono questo non è un comportamento che riflette il mio valore di genitore e un comportamento che mi dice mio figlio mia figlia sta facendo fatica punto e poi magari puoi tornare dopo un po' a capire se il cervello in uno stato di calma chiedere come ti senti vuoi parlarne se non vuole ancora parlarne comunica con sicurezza che non è un problema e che troverete un altro momento per processare la situazione ma dilla questa frase, non ti preoccupare troviamo un altro momento per parlarne, magari prima di andare a dormire.

Puoi anche suggerire che venga lei da te quando si sentirà pronta per parlarne rispetti il suo bisogno di spazio non crei una lotta di potere in quel momento in cui il cervello è disregolato non serve creare la lotta di potere perché non è una cosa personale non serve prenderla sul personale e allo stesso tempo comunichi però che quello è un comportamento di cui dovremmo parlare per imparare un'alternativa perché non è un comportamento valido. Ok mi sono dilungata tantissimo ma ci tenevo davvero solo ad offrirvi un approccio e alcuni strumenti pratici per una situazione davvero molto comune e credo che questo per oggi sia tutto. Spero che questa conversazione abbia piantato alcuni semini, anzi magari ve ne lascio ancora uno proprio ultimo, credo che a volte non siamo abituati a vedere quello che è il bisogno dietro I comportamenti scomodi e anzi spesso e volentieri non solo non vediamo il bisogno dietro il comportamento scomodo, è un buon allenamento provare a un buon allenamento cercare di vedere il bisogno dietro I comportamenti dei nostri figli, ma inoltre a volte rispondiamo a quel bisogno con frasi o con azioni di cui noi avremmo bisogno, invece dobbiamo ricordarci che I nostri figli sono persone diverse da noi e spesso e volentieri dobbiamo differenziare quel bisogno dal nostro bisogno.

Empatia significa anche trattare gli altri non come vorremmo noi essere trattati ma come loro vorrebbero essere trattati questo lo scrivo anche nel mio libro in uno dei capitoli finali nel mio libro cosa sarò da grande e basta ok questo era l'ultimo semino che vi ho lasciato l'ultimo pensiero ragnatela vi do appuntamento al prossimo episodio di educare con calma nel frattempo vi ricordo anche che se volete commentare fare una domanda lasciare un dubbio trovare una comunità di genitori che affronta queste conversazioni potete farlo nei commenti di questo episodio su la tela punto com barra podcast cercando il numero o il titolo di questo episodio Oppure andate anche su la tela punto com trovate una lente di ingrandimento in alto a destra e lì potete scrivere il titolo dell'episodio e lo trovate. Non mi rimane che augurarvi buona serata, buona giornata, Non mi rimane che augurarvi buona serata, buona giornata o buonanotte a seconda di dove siete nel mondo. Ciao ciao!

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Ciao Carlotta
Ho avuto modo di ascoltare la puntata ieri sera. In realtà l’ho ascoltata per caso, dopo una giornata da 🤯🤯🤯
Grazie per i semini che lasci nelle ns menti. Mi hai portata a riflettere molto!
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puntata POTENTISSIMA!!! ❤️‍🔥
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