235. Due anni: mi sembra un altro bambino! (dal Forum de La Tela)
In questo episodio di Educare con calma do la parola a voi genitori, con una conversazione su alcune fatiche con bambinǝ di 2 anni che è nata nel Forum della comunità su La Tela.
Vi leggo poi alcune delle risposte di accoglienza, fiducia e sostegno che questa mamma ha ricevuto da altri genitori della comunità e vi lascio alcune mini-riflessioni su:
- l'importanza della preparazione di bambinǝ – e di noi adulti – quando avvengono cambiamenti importanti (come l'arrivo di un fratellino, lasciare il pannolino, iniziare il nido...);
- allenarci a vedere i comportamenti scomodi di nostrǝ figliǝ come una forma di comunicazione.
:: Nell'episodio menziono
Carlotta: Benvenute e benvenuti a un nuovo episodio di educare con calma. Oggi vi offro un nuovo episodio in cui condivido la vostra voce e la vostra vulnerabilità. Come dico spesso, e lo dico spesso perché è una cosa in cui credo profondamente, la vulnerabilità non è una debolezza da nascondere, ma una forma autentica di forza, un'opportunità da cui partire per costruire una versione di noi più autentica. Nel forum della comunità La tela questa forza si manifesta letteralmente ogni giorno, lo fa attraverso parole scritte con il cuore in mano magari mentre ci chiediamo se abbiamo fatto abbastanza o se stiamo sbagliando tutto e come poter fare meglio la prossima volta il forum è uno
L'ospite: spazio prezioso perché è abitato da
Carlotta: genitori e genitrici che ogni giorno spazio prezioso perché è abitato da genitori e genitrici che ogni giorno si mettono in dubbio e in gioco e offrono accoglienza e supporto agli altri genitori, non lo chiedono soltanto, è uno scambio. E anzi, io spesso mi commuovo quando entro sul forum e leggo I post e le risposte perché immagino queste decine e decine e decine di persone, anzi adesso siamo in migliaia devo dire, di persone meravigliose che ogni giorno si impegnano per cercare di essere una persona che apprezzano prima ancora di un genitore che apprezzano perché sappiamo che l'evoluzione del genitore passa necessariamente attraverso l'evoluzione della persona e che oltre a fare questo lavoro su di sé trovano anche il tempo e lo spazio per dedicarsi ad offrire supporto alle altre famiglie. Io trovo che questo sia davvero affascinante, sia meraviglioso, sia l'essenza di quello che è l'educazione a lungo termine, perché l'educazione a lungo termine è una serie di momenti, ma è anche una serie di persone, un insieme di persone che camminano verso una direzione comune. Quindi oggi ho pensato di portarle qui in questo spazio e di offrirvene un frammento leggerò il messaggio di una mamma, un messaggio che parla di fatica, ma anche di consapevolezza e poi leggerò alcune delle risposte che sono arrivate nel forum.
Ok, ecco il messaggio di Giorgia. Sono un po' preoccupata per il mio bimbo di due anni perché da qualche settimana abbiamo notato dei cambiamenti importanti nel suo comportamento e non sappiamo bene come interpretarli in modo da aiutarlo. Grazie al percorso per educare a lungo termine che stiamo facendo qui sulla tela sappiamo che I due anni sono un periodo molto delicato: c'è una forte crescita emotiva l'esplorazione dell'indipendenza lo sviluppo del linguaggio quindi ipotizziamo che potrebbe trattarsi semplicemente di cambiamenti fisiologici e psicologici legati all'età Tuttavia da due tre settimane ci sembra che ci sia qualcosa di più e che qualcosa non torni. Improvvisamente sembra che nostro figlio non riesca più a concentrarsi su nulla. Gioca in modo agitato e confuso, lancia tutto per terra, rifiuta completamente attività che prima adorava non tocca più un libro tranne quelli della buonanotte prima invece leggevamo tantissimo insieme e inoltre mi sembra che non voglia più giocare con me ma vuole comunque che io sia sempre presente accanto a lui In generale appare confuso, disorganizzato mentalmente, a tratti spaventato e con un forte bisogno della nostra presenza.
Ci siamo chiesti quale potesse essere la causa e abbiamo notato che questo suo cambiamento è avvenuto nelle immediate vicinanze di diversi cambiamenti che sono avvenuti intorno a lui. Quattro mesi fa è nato il fratellino. All'inizio manifestato un po' di gelosia, ma ora sembra essersi adattato bene ed è molto dolce con lui. A volte dorme meno, gli capita di saltare il sonnellino o si sveglia di notte a causa del fratello? Passato l'estate dai nonni per via di lavori in casa, lì non c'erano regole e spesso venivano utilizzate frasi tipiche dell'educazione tradizionale che crediamo abbiano generato una grande confusione sui limiti e sulla gestione delle emozioni.
Siamo rientrati a casa nostra da circa tre settimane e da un mese iniziato il nido. Scusate, devo interrompere un attimo. Scusatemi ma mannaggia, cioè sento io la fatica per questo bambino, ma non non lo dico con colpa verso I genitori, lo dico perché è chiaro come la luce che tutti questi cambiamenti si stanno riflettendo sul suo comportamento. È una chiara correlazione. L'arrivo di un fratellino, lo sappiamo, ne abbiamo parlato tanto su questo podcast, quanto possa impattare sul concetto di famiglia.
Non importa quanto siamo bravi noi genitori, muore la famiglia che conoscevamo prima, già solo questo di per sé è un grandissimo cambiamento che secondo me dobbiamo proprio immaginare come un vero e proprio lutto, perché sì, c'è gioia, ma c'è anche una profonda tristezza inconsapevole dentro I bambini che vedono che questa nuova persona non se ne va, che la famiglia come la conoscevano non esiste più e magari non ne erano nemmeno preparati. Poi, I lavori in casa, altro grandissimo cambiamento, che significa che passato l'estate dai nonni un ambiente che, nonostante sia familiare, non è il suo ambiente, non è la sua casa, al di là del tipo di educazione che usano I nonni, perché il cambio principale è proprio quello: cambiare il punto di riferimento della casa, del suo posto familiare, di dove si può sentire a casa, accolto, se stesso. E inoltre sta lasciando il sonnellino, che a volte non ci riflettiamo, ma anche questo è un grandissimo cambiamento. C'è più irritabilità, c'è più intolleranza, ci sono comportamenti ed emozioni più grandi. E non parliamo neanche del fatto che appena iniziato il nido.
Cioè, tutto questo è un cocktail esplosivo di comportamenti inaspettati, di comportamenti che lasciano il genitore così, con la mandibola che tocca il pavimento. E con questa sensazione che successo la prima volta, ero lì che dicevo è tutto naturale, non sta succedendo nulla fuori dalla norma, questo è prevedibile. Finisco di leggere. Tendiamo a collegare questo stato di agitazione soprattutto all'inizio dell'asilo nido e temiamo che il contesto scolastico attuale non favorisca l'equilibrio e lo sviluppo delle sue attitudini stiamo persino valutando l'idea di tenerlo a casa con me ma io sono in maternità e tra il neonato e tutto il resto non potrei seguirlo come vorrei, senza contare che non avrei praticamente più un momento per me. La mia domanda quindi è forse ci sta sfuggendo qualcosa?
No, non vi sta sfuggendo assolutamente nulla Giorgia, ma te
L'ospite: lo dico proprio con il cuore in
Carlotta: mano e anzi, sono te lo dico proprio con il cuore in mano. E anzi, sono ti sono grata che hai preso il tempo per scrivere questo messaggio, questo post sul forum perché io sono convinta. No, non sono convinta. So, so, dopo dieci anni di conversazioni con migliaia, centinaia di migliaia di famiglie, so che questa è una fase che attraversiamo tutti, questo momento in cui ci sono tanti cambiamenti che per noi non arrivano inaspettati. Noi ci siamo preparati, sapevamo che sarebbero iniziati I lavori a casa, avevamo nove mesi per abituarci all'idea che la famiglia si sarebbe ingrandita, sapevamo che l'estate nostro figlio l'avrebbe passata dai nonni, magari l'abbiamo già pianificato mesi e mesi prima, figlio l'avrebbe passata dai nonni, magari l'abbiamo già pianificato mesi e mesi prima, sapevamo che a settembre ci sarebbe stata questa transizione al nido.
Noi sapevamo tutto, ci eravamo preparati e lo sapete come dice la dottoressa Becky Kennedy, la preparazione è un vaccino emotivo. I nostri figli no, I nostri figli tutto questo non lo sanno. Anche se glielo raccontiamo, a quell'età è difficilissimo prepararli davvero. E quindi l'unica preparazione che possiamo fare vera vera vera e propria oltre a quella che chiaramente è necessaria fare con loro e io sapete sono una grandissima fan promotrice della preparazione anche per I bambini del raccontare loro quello che succederà in termini molto chiari e diretti perché credo che sia veramente un aiuto grandissimo ai cambiamenti che tutta la famiglia deve affrontare. Però il vero primo mhmm la vera prima preparazione è la nostra è proprio l'aspettarci che ci saranno emozioni più grandi, che arriveremo a quel momento di io non so più che cosa sta succedendo, mi sento totalmente persa.
Addirittura Giorgia dice mi sembra che non voglia più giocare con me e questa è la sua mente che elabora tutte queste informazioni e vede nel comportamento di suo figlio un allontanamento da lei, perché probabilmente lei si sente scomoda, si sente inadeguata, si sente addirittura anche in colpa per non riuscire a capire che cosa sta succedendo. Giorgia è tutto naturale. Tutto quello che mi descrivi, se mi avessi detto tutti questi cambiamenti e mi avessi chiesto mesi prima di organizzarli che cosa devo aspettarmi da mio figlio, io ti avrei probabilmente dato l'elenco dei comportamenti che tu hai descritto di tuo figlio al momento. E io questo credo che sia bellissimo, è un messaggio stupendo secondo me, perché carico di dubbi ma anche di presenza. Giorgia sta cercando risposte non perché voglia aggiustare suo figlio, ma perché desidera comprenderlo, desidera stargli accanto, desidera trovare un modo per accompagnarlo con rispetto e calma e in un certo senso desidera anche non sentirsi sbagliata.
E io spero che con le parole che ricevuto nel forum si sia sentita proprio così, non sbagliata, non inadeguata, ma che si sia data un abbraccio proprio vero e proprio, mettendo le braccia, le mani intorno alle braccia e stringendosi, accarezzandosi, perché a volte dobbiamo proprio indurre il nostro sistema nervoso a pensare: sono al sicuro, questo passa. E a proposito di abbraccio, davvero le risposte che ricevuto sono state un vero e proprio abbraccio collettivo. Ad esempio Maria raccontato che anche per lei in un momento difficile è stato utile prendersi una pausa con sua figlia dal nido solo uno o due giorni alla settimana con l'unico obiettivo di osservarla e anche di passare tempo insieme. Non per intervenire o per proporre qualcosa, ma proprio per farla sentire davvero vista, per ritrovare quella connessione perduta. E ricordato quanto siano preziose, quando possibile, le educatrici, non solo perché osservano tanti bambini ogni giorno, ma perché se coinvolte come alleate, e sapete quanto io ci tenga a comunicare che genitori e insegnanti devono lavorare insieme, proprio perché le educatrici e gli educatori possono offrire un punto di vista nuovo, pratico, rassicurante.
E poi anche aggiunto un suggerimento concreto: prepararsi in anticipo a parlare con le educatrici, magari con una frase chiave, un piccolo copione da usare per esprimere il proprio bisogno di collaborazione, senza sentirsi in difetto, e esprimere il proprio bisogno di collaborazione senza sentirsi in difetto e condiviso una riflessione bella e semplice che suonava più o meno così: Quando erano neonati bastava una loro accelerazione nelle poppate per capire che stavano crescendo. Ora, a due anni, le accelerazioni, tra virgolette, si vedono nel comportamento, nell'agitazione, nella frustrazione, nella confusione. È la stessa crescita, solo che ora prende forme più complesse. Mi è piaciuto tantissimo questo messaggio di Maria, ma anche perché vedrete, sentirete proprio, mentre leggo le risposte dei genitori della comunità, che ognuno prende piccole parti del messaggio di Giorgia e risponde a quelle. Risponde a quelle perché?
Perché sono le parti con le quali magari loro hanno già fatto I conti o con le quali magari stanno facendo I conti in questo momento ed è così che si crea un mosaico preziosissimo. Un'altra genitrice poi sottolineato quanto sia difficile per un bambino così piccolo affrontare tanti cambiamenti tutti insieme. Questo non è un'altra solo un'altra genitrice ma lo hanno detto tanti genitori poi. Anche se tutto è stato fatto con amore e attenzione il fratellino accolto con dolcezza, la scuola scelta con cura, la preparazione ad andare a casa dei nonni, resta comunque un'enorme quantità di stimoli da processare e a due anni il mondo è già di per sé un posto immenso. Magari più che cercare una causa unica o definitiva, diceva questa genitrice, può essere più utile spostare lo sguardo su come possiamo supportare nostro figlio, che di solito è un passo alla volta, riorganizzando la giornata, lasciando andare alcune attività, abbassando le aspettative e accogliendo I suoi comportamenti scomodi, anche senza provare necessariamente a capire tutto subito, a trovare una causa di questi comportamenti, ma semplicemente offrire presenza.
E tra l'altro mi emoziona sempre leggere quanto I genitori e le genitrici siano sul pezzo, sanno davvero quello di cui stanno parlando, lo hanno studiato, lo hanno interiorizzato, perché dobbiamo ricordarci che essere genitore come qualsiasi altro lavoro, dobbiamo impararlo, non possiamo aspettarci, come ci hanno raccontato le nostre nonne, che ci venga naturale. Serve studiare anche per essere genitore. E sì, è più faticosa questa realtà, scomoda questa verità? Sì, lo è, ma è la verità: essere genitori è un lavoro che dobbiamo imparare. E Giorgia stessa si è data tutte le risposte all'interno del suo messaggio, perché lei dentro di sé le risposte le aveva, gli strumenti li conosceva, lei sapeva che tanti tutti questi cambiamenti erano la causa, sapeva che come adulti ci prepariamo con attenzione alle transizioni, facciamo scelte ponderate, il nido, il rientro casa.
E Giorgia, tutti questi cambiamenti non li scritti a caso, li scritti perché lei sa dentro di sé, lei gli strumenti dentro di sé. A volte, come dico sempre, abbiamo bisogno di quell'aiuto in più per ricordarci che sappiamo cosa stiamo facendo, che abbiamo gli strumenti, che abbiamo studiato abbastanza, che siamo abbastanza. Ed ecco dove entra in gioco la bellezza della comunità. Quindi, prima di salutarvi vi dico semplicemente alcuni piccoli promemoria. Prima di tutto, credo che sia importantissimo ricordarci che è nostra responsabilità di genitori vedere questi comportamenti e pensarli come comunicazione.
E soprattutto, e questa è la parte difficilissima, cercare di ripeterci che è una fase, cercare di non vederli come un problema. Perché più li vediamo come un problema e più siamo noi stessi a creare il problema, come quando Giorgia scritto, lo dicevo prima, che le sembra che suo figlio non voglia più giocare con lei. Questa probabilmente non è la verità, anzi sicuramente non è la verità. La verità è Giorgia si è creata questa storia nella sua testa perché visto tutto questo come un problema. Ed è naturale che sia così.
Non è una colpa, non siamo sbagliati per vedere le situazioni come un problema, ma possiamo imparare piccoli strumenti per uno regolare il nostro sistema nervoso quando ci sentiamo così come quell'abbraccio che vi dicevo, no? Far pensare al nostro sistema nervoso. Siamo al sicuro, non sono in pericolo, questa è una fase e passa e io ho gli strumenti. E due, vedere tutto questo come un dialogo, perché allora quando lo vediamo come un dialogo riusciamo anche a cambiare le nostre risposte a questi comportamenti, la nostra accoglienza che a volte non serve che sia per forza fatta di tante parole o nemmeno di parole, a volte è un abbraccio, a volte è un momento, sono dieci minuti di gioco sul tappeto in maniera in maniera esclusiva, quindi dieci minuti senza che il neonato sia nei paraggi, a volte è un sono qui per te, a volte è un ti capisco, ti credo. Sul percorso tra l'altro c'è una lezione molto bella sulla potenza di dire ti credo ai nostri figli, si intitola un mantra per aiutare a tollerare la frustrazione e questa credo che sia una frase magica perché quando ci sentiamo visti, ascoltati, capiti e quando possiamo rilassarci, possiamo rilassare il nostro sistema nervoso e anche piano piano imparare a reagire diversamente alle situazioni, tra l'altro questo vale per adulti tanto quanto per I bambini.
E poi anche qui entra in gioco la nostro figlio è disregolato, poi in un momento di calma in un momento in cui noi siamo rilassati in cui nostro figlio è rilassato quindi magari durante un momento di gioco una passeggiata al parco magari mentre stiamo andando verso il parco giochi oppure mentre stiamo giocando nella sabbia con palette secchiello possiamo dirgli ehi ti ricordi l'altro giorno quando hai tirato il giocattolo sai cosa puoi fare invece di tirarlo? E gli diamo un'alternativa ad esempio metterci una mano sulla spalla o sulla gamba o prendere il giocattolo e portarcelo e giocattolo sul palmo della mano. Tutto questo per comunicare che bisogno della nostra attenzione senza la necessità di tirare il giocattolo. Quando noi facciamo questo lavoro di preparazione, oltre a prepararci emotivamente a questi suoi comportamenti, alle emozioni che generano, facciamo un lavoro importantissimo. E magari poi nel momento di fatica nostro figlio la metterà in atto, magari no, perché è ancora piccolo e questo apprendimento è un processo.
E questa conversazione probabilmente dovremmo farla molte volte, lo dico sempre: I bambini devono imparare la stessa cosa in ogni ambiente e in ogni ambiente e ogni situazione diversa. Ma comunque di tutto questo parlo anche nel percorso. Tra l'altro sulla preparazione c'è una bellissima lezione che si chiama proprio la preparazione è la chiave di molte volte e quindi vi lascio andare ad esplorare il percorso. Vi ricordo che il percorso è disponibile in abbonamento a tutta la tela, che include anche tantissimi, anzi tutti I contenuti per l'infanzia che creiamo noi stessi del team La tela, quindi include anche tutte le nostre guide best seller, tutte le mie masterclass, I giochi produttivi, I grandi lavori, le audio storie, La tela racconta, include una quantità immensa di contenuti perché crediamo che in questo modo vi diamo davvero tutti gli strumenti per riuscire a essere I genitori che avete scelto e poi include chiaramente anche tutte le dirette tutto il forum della comunità, include I pacchetti editoriali, insomma è veramente un aiuto prezioso a un prezzo secondo noi accessibile. Abbiamo cercato di mantenerlo il più accessibile possibile, il più democratico possibile proprio perché crediamo che ogni genitore, ogni famiglia si meriti l'aiuto di cui bisogno.
Questo per oggi è tutto, spero che questo scambio di punti di vista su una fatica che credo sia davvero comune a tanti genitori vi abbia aiutati e abbia piantato qualche semino e vi do appuntamento al prossimo episodio di educare con calma nel frattempo vi ricordo che se volete lasciare un commento a questo episodio aggiungere la vostra esperienza magari la vostra riflessione fare una domanda potete farlo sulla tela punto com barra podcast cercando il numero dell'episodio o scrivendo nella barra di ricerca il titolo dell'episodio. Non mi rimane che augurarvi buona giornata, buona serata o buonanotte a seconda di dove siete nel
L'ospite: mondo.
Carlotta: Ciao ciao!