Preferiti dei bambini

238. 5 strumenti per gestire le crisi con calma

In questo episodio di Educare con calma parlo di una delle fatiche più grandi della genitorialità: le crisi di bambinǝ (quelle che siamo abituatǝ a chiamare capricci).

10 ottobre·
17 min
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Urla, pianti, resistenze: sono momenti che spesso ci fanno perdere la pazienza e ci fanno sentire impotenti. 

Il linguaggio che usiamo però è importante: se smettiamo di vedere queste situazioni come «capricci» e ci alleniamo a leggerle per ciò che sono davvero – difficoltà emotive, comunicazione, bisogni di connessione – possiamo iniziare anche a viverle in modo diverso. Non più come fallimenti nostri o di nostrǝ figliǝ, ma come opportunità.

🎁 Per aiutarti a muovere i primi passi in questa direzione, ti offro una delle lezioni del mio Percorso per Educare a lungo termine che i genitori amano di più: 5 strumenti pratici che possono aiutarti fin da subito ad affrontare le crisi con più consapevolezza e calma, senza la pretesa di eliminarle (perché fanno parte dello sviluppo), ma con l’obiettivo di renderle più gestibili e trasformarle in momenti di connessione.

Carlotta: Benvenute e benvenuti ad un nuovo episodio di Educare con Calma. Oggi vorrei fare una cosa un pochino nuova perché mi piacerebbe offrirvi un regalo che riguarda il tema di cui voglio parlarvi. Si tratta praticamente di un evergreen, uno degli argomenti intramontabili, più gettonati della genitorialità, perché è uno di quelli che ci fa fare più fatica o meglio che fa fare fatica praticamente a tutti I genitori se non abbiamo strumenti validi. Chissà se avete indovinato parlo dei capricci! Alzi la mano chi di voi, chi di noi non mai pensato ma perché urla così?

Oppure non mi ascolta mai? O ancora: ma lo fa apposta per farmi impazzire? Non sopporto più questi continui lamenti, questa inflessibilità, queste urla, questi pianti. Ok, per chi conosce la tela sa che uno dei concetti che più amo da sempre è che il linguaggio modella mentalità. Quando riusciamo ad andare oltre le etichette a cui ci hanno abituati, a cui ci abituati l'educazione tradizionale, non solo guadagniamo connessione con I nostri figli, ma questo ci dà un primo aiuto concreto a sviluppare empatia verso I loro comportamenti scomodi.

Ed è per questo che sulla tela I capricci non sono capricci, non li chiamiamo capricci. Cioè tutti sappiamo che sono capricci chiaramente, ma li chiamiamo crisi perché crisi è una parola più relatable, è una parola con la quale tutti ci possiamo immedesimare. Tutti siamo in crisi a volte, tutti e tutte abbiamo momenti in cui ci sentiamo veramente disregolati, impotenti, quella sensazione che vogliamo soltanto piangere, soltanto urlare. Quei momenti esistono, li conosciamo tutti e tutte, ma quando quei momenti sono ad opera tra virgolette dei bambini, allora li chiamiamo capricci. E io questo lo trovo in corretto, lo trovo sbagliato, perché in realtà quando li chiamiamo capricci stiamo dando subito un'accezione negativa, mentre invece se li chiamiamo se li chiamiamo crisi possiamo vedere che effettivamente è qualcosa che tutti conosciamo, anche noi adulti, non solo I bambini, quindi chiamarli in modo diverso in realtà può aiutare anche a gestirli con più efficacia, perché ci aiuta a cambiare prospettiva e sappiamo che partire dalla mentalità è l'unico modo di fare prospettiva.

E sappiamo che partire dalla mentalità è l'unico modo per riuscire a educare a lungo termine, per riuscire a non educare I nostri figli come siamo stati educati. Questo non significa che io sia naif. Ovviamente so che quando sei a casa stai preparando la cena, tuo figlio di due anni vuole assolutamente che tu vada con lui in camera a costruire la pista dei trenini e quindi piange, urla, si butta a terra perché vuole che vai proprio adesso. Oppure, classico esempio: siete al parco, è ora di andare via, tua figlia di quattro anni comincia a correre nella direzione opposta, le chiedi di tornare, lei ti guarda e poi si allontana ancora di più, tu la segui, lei ti guarda, corre via ridendo, magari mentre tu sei già al limite, eccetera eccetera eccetera. Quando io dico che I capricci non esistono, intendo proprio che è la parola capriccio a portarci fuori strada, perché come dicevo prima è una parola che ci siamo portati dietro dall'educazione tradizionale e ci fa subito pensare a un bambino che si comporta male, senza una ragione valida inoltre, così per il gusto di farlo, perché ci sfida.

Ma invece se ci abituiamo a vedere quel comportamento per ciò che è davvero, cioè una crisi, una difficoltà nel regolare un'emozione, un non avere gli strumenti per gestire quell'emozione, perché ricordiamoci che I bambini nascono con tutte le emozioni e con pochissimi strumenti per gestirle, quindi siamo noi che dobbiamo colmare tra virgolette o aiutarli a colmare quel divario. Quindi quando ci abituiamo a vedere quel comportamento come un modo di comunicare tutto questo, perché non sa ancora farlo con le parole, allora possiamo iniziare a pensare queste situazioni non come un problema del bambino, ma come un passaggio evolutivo necessario. Tuo figlio o tua figlia in quel momento non ancora la capacità di necessario. Tuo figlio o tua figlia in quel momento non ancora la capacità di dirti: Vorrei che fossi tutta per me adesso, mi manchi. Sai mamma, per me è difficile lasciare qualcosa di bello, ho bisogno di tempo per salutare il parco giochi.

Ecco, tra l'altro c'è Giorgia Fumo che non so se la conoscete o probabilmente sì la conoscete che questi reel in cui dà voce ai bambini come se parlassero da adulti oppure mostra come farebbe un adulto se si comportasse come un bambino ecco sono veramente fantastici vi invito ad andare a cercarli ecco voilà mi sono persa ma in realtà di tutto questo di tutto il tema dei capricci parlo in modo molto approfondito nella guida sui capricci, che è anche il libro stampabile per l'infanzia e il tuo coccodrillo che da anni aiuta migliaia di famiglie ad affrontare le grandi emozioni dei bambini e dà anche ai bambini proprio uno strumento pratico, un libricino, un libro dove vedere sia come possono reagire, capire che cosa gli sta succedendo quando sentono queste grandi emozioni e anche vedere come l'adulto può reagire di fronte a queste grandi emozioni e questo è anche una parte importante. E poi chiaramente c'è tutta la categoria del percorso in cui scendiamo proprio nei dettagli e quella si chiama crisi ed è sul percorso per educare a lungo termine che fa parte dell'abbonamento a tutta la tela. No, scusatemi, anche la guida sui capricci adesso fa parte dell'abbonamento a tutta la tela è un cambio che abbiamo fatto di recente, per questo non sono ancora molto abituati e mi dimentico che abbiamo incluso tutte queste meraviglie di prodotti e di contenuti per I genitori e per l'infanzia gratuitamente nell'abbonamento.

Ok, ma a questo punto voi mi direte Carlotta, io ho capito la teoria, I capricci sono una fase di passaggio fisiologica, io devo cercare di mantenere la calma, devo cercare di essere il capitano della barca, devo imparare a navigare la tempesta, ovvero questa fase, senza che mi si polverizzi la barca. Ma quanto è difficile riuscirci? Ecco, proprio qui entra in gioco il regalo di cui vi parlavo all'inizio, perché gli strumenti per poter non annullare, ma sicuramente alleggerire il peso di questa fase, di questa lunga fase in cui I bambini sono spesso disregolati, ci sono. E poi provare a metterli in pratica fin da subito. Sulla tela nelle lezioni del percorso per educare a lungo termine, nelle guide per l'adulto con libri stampabili per l'infanzia, nelle masterclass focus ne trovi davvero tantissimi.

E anche nei workshop live che adesso stiamo offrendo sulla tela. Insomma, ci sono veramente tantissimi strumenti validi che cerchiamo di mettere a vostra disposizione nel modo più immediato, pratico, usufruibile possibile. Ma oggi ci tenevo a condividere con tutti e tutte voi un piccolo ma denso assaggio e voglio offrirvi cinque di questi strumenti fondamentali che nel periodo di genitorialità che va diciamo dai diciotto mesi ai quattro anni e mezzo, pensavo di rifare la battuta dai diciotto mesi ai diciotto anni ma ormai sta diventando un po' vecchia, Strumenti che possono davvero fare la differenza nella gestione dei momenti di crisi. Questo secondo me è uno di quei contenuti che ci cambia la prospettiva, che mette in mano qualcosa di concreto e che può migliorare da subito la relazione con nostro figlio o con nostra figlia. Vi lascio quindi ascoltare la lezione del percorso Integra così com'è che si intitola appunto cinque strumenti per affrontare la crisi con calma.

L'audio che sentirete è tratto dal video perché non lo vado a ri-registrare ed è molto possibile che sorriderete perché in sottofondo, magari non avevate capito che cos'è chi visto già questa lezione, si sente il verso di un piccione perché nel posto dove ho registrato a Bali c'erano questi piccioni, non erano proprio piccioni, ma non saprei come definirli in altro modo, che vivevano proprio lì vicino dove io stavo registrando e non importa quante volte io li mandassi via prima di iniziare un video poi loro tornavano e cominciavano a chiacchierare sulla mia voce. E quindi alcune lezioni hanno questi piccioni che purtroppo ogni applicazione riconosce come voce umana e quindi non li toglie dalla registrazione. Evviva, buona la prima! Prima di iniziare ti ricordo che la tua percentuale di successo nell'affrontare una crisi con calma è direttamente proporzionale a come stai, alla cura che ti prendi di te. Se in questo momento non senti di essere nel tuo benessere ti invito a iniziare dalla sezione crescita personale.

Qui voglio darti cinque strumenti essenziali per riuscire ad affrontare una crisi con calma: uno. Aggiusta le aspettative Se I comportamenti dei tuoi figli ti provocano continuamente frustrazione e fastidio è molto probabile che le tue aspettative su di loro non siano realistiche. La società non aiuta a creare aspettative realistiche, per esempio spesso dicono che un bambino è buono quando dorme tutta la notte, in realtà il fatto che un bambino dorma o meno sempre a che fare con il suo sviluppo, non con l'essere buono o cattivo. Ti invito a rifiutare queste mentalità e ad allineare le tue aspettative con la realtà di chi è tuo figlio. Più ci riesci e meno sentirai frustrazione, fastidio e rabbia per I suoi comportamenti.

Due. Usa lo specchio So che spesso ti consiglio di usare lo specchio per provare I copioni, ma in questo caso parlo dello specchio di fronte al quale ci mettono I nostri figli. Quello che provi tu e come reagisci di fronte ai comportamenti dei tuoi figli ti racconta qualcosa di te, non di loro. I tuoi figli ti mettono di fronte ai tuoi limiti e alle tue paure. Interteriorizzare questo è uno strumento potentissimo.

Ti faccio un esempio: se ti arrabbi perché non ti ascolta, quella rabbia non è per il comportamento di tua figlia. Quella rabbia emerge perché quando tu non ascoltavi I tuoi genitori loro si arrabbiavano con te e ti privavano dell'amore Ti hanno insegnato che quando ti comportavi così non ti meritavi amore e quindi ora quando I tuoi figli si comportano così tu tendi a privarli del tuo amore Sai perché? Perché accogliere quel sentimento con comprensione significa anche dire a te anche io mi merito amore e noi non siamo abituati a pensarlo Quindi quando un comportamento ti provoca usalo come specchio per capire qualcosa di te, e magari curarlo con un abbraccio, avvolgendo proprio il tuo corpo con le tue braccia. Tre. Allunga il divario tra l'emozione e la reazione Se I tuoi figli ti provocano, rispondere con la stessa loro emozione vi fa entrare in una lotta di potere e abbiamo già visto che quando succede nessuno vince.

Se invece di reagire d'impulso riesci a scegliere la tua reazione il gioco è fatto! Fai un respiro fai una pausa conta fino a un numero che scegli così allunghi il divario tra l'emozione la frustrazione e la reazione urlò e hai l'opportunità di ricordarti che tu e I tuoi figli non siete avversari siete nella stessa squadra e insieme potete trovare soluzioni costrittive a qualsiasi crisi. Se ti aiuta usa l'esercizio del GPS e quando qualcosa ti provoca ricalcola il percorso. Quattro. Accogli le emozioni Se parti dal presupposto che un comportamento scomodo di tua figlia significa che è cattiva e che ti sfida, hai poche possibilità di entrare in sintonia con lei in un momento di crisi.

Tua figlia non è ancora in grado di regolare le sue emozioni e le crisi sono al momento in cui impara a farlo con il nostro esempio. Se quando lei urla tu urli più forte lei impara che non c'è alternativa a quel comportamento. Se quando lei urla tu fai un respiro e le dici Sei arrabbiata, sono qui per te Le dai l'opportunità di processare quelle emozioni e imparare a gestirle E ti ricordo che accogliere l'emozione non significa essere permissivi e accettare qualsiasi comportamento, ci tengo a ripeterlo, una cosa non esclude l'altra puoi accogliere l'emozione e allo stesso tempo comunicare che quel comportamento non va bene mostrandoli a un'alternativa, e spesso già solo la tua reazione calma è l'alternativa. È difficile da mettere in pratica, ma ti assicuro che quando ci riesci una volta puoi replicarlo quando vuoi perché ti senti invincibile e sblocchi dentro di te una consapevolezza super potente Io sono in grado di affrontare la crisi con calma, nessuno ti ferma più cinque) Sii presente A volte nulla funzionerà alcune crisi sembrano completamente irrazionali e vanno avanti troppo a lungo poi a volte tuo figlio ti spinge e a volte ti vuole vicino altre volte poi il tuo cervello coccodrillo prende le redini e allora devi usare tutte le tue energie per non mettere le mani addosso ai tuoi figli senza parlare nemmeno di reagire con calma Sarei davvero difficile rispondere con calma a una crisi quando senti che non ce la fai fermati siediti magari per terra concentrati sul tuo respiro sul peso del tuo corpo sul pavimento e aspetta rimani lì immobile nel disagio finché non passa Ti assicuro che questo tipo di presenza è molto più efficace che unirti alla loro disregolazione e perdere le staffe.

Spero davvero che l'ascolto di questa lezione possa essere stato di aiuto sia per piantare semini che magari per far germogliare quelli che avevate già piantato tempo fa ma che magari avevano soltanto bisogno di strumenti pratici per fare I primi passi per mostrare I primi le prime foglioline E a proposito di strumenti pratici, nel percorso come vi dicevo ne trovate tantissimi, trovate esercizi brevi, ma trovate anche aneddoti e copioni per continuare ad approfondire il lavoro. Uno di questi strumenti molto pratici l'ho menzionato nella lezione che avete appena ascoltato ed è l'esercizio del GPS in cui impariamo a gestire prima di tutto noi stessi nei momenti di crisi. Perché è vero che parliamo spesso della rabbia dei bambini, delle loro frustrazioni, dei loro scoppi emotivi. Ma prima di insegnare ai nostri figli come attraversare le tempeste, le loro tempeste, abbiamo il compito e la possibilità, la responsabilità di imparare ad attraversare le nostre. Perché, come diceva Maria Montessori, non possiamo dare agli altri qualcosa che non è già dentro di noi.

Quindi prima impariamo noi per poi poter insegnare a loro. Se noi non sappiamo regolare il nostro sistema nervoso durante una nostra crisi, sicuramente non possiamo insegnare a nostro figlio a regolare il suo sistema nervoso durante una sua crisi. Detto questo, ed è per questo che nel percorso vi do così tanti strumenti pratici, come per esempio proprio l'intera lezione per imparare a regolare il vostro sistema nervoso, oppure come fare da interprete ai nostri figli quando litigano, quando hanno una crisi, oppure come visualizzare il cervello come una casa a due piani quando nostro figlio è in crisi per riuscire ad accompagnarlo dal piano inferiore al piano superiore. Per chi l'abbonamento e vuole continuare il lavoro lascio questi contenuti nelle risorse. E anche per oggi è tutto, anzi no.

Voglio lasciarvi con un ultimo semino, chiamiamolo un piccolo semino riassuntivo da portare con voi. Le crisi ci sono, ma non sono negative, non sono errori, non sono comportamenti sbagliati, non sono rotture, non sono un tuo fallimento come genitore. Sono occasioni per imparare ad osservare I nostri figli e costruire connessioni autentiche. E non ti sto dicendo il classico questo momento di fatica è un'opportunità, vedilo come un'opportunità perché onestamente a me queste frasi danno fastidio. Quello che sto cercando di dirti è che è proprio da questa consapevolezza, da questa fatica, da questo come dire esaurimento che a volte nasce il cambiamento più duraturo perché quando ci sentiamo così impotenti e non sappiamo più veramente cosa fare che andiamo a cercare soluzioni, andiamo a cercare strumenti, magari li troviamo, impariamo, creiamo copioni e apportiamo un cambiamento, perché continuare a fare la stessa cosa e aspettarsi risultati diversi è inutile, chiaramente.

Se vogliamo un cambiamento dobbiamo iniziare a fare qualcosa di diverso, dobbiamo iniziare a cambiare qualcosa nel nostro comportamento. E tutti noi con gli strumenti giusti piano piano, un passo alla volta, tra un progresso e una regressione possiamo imparare ad affrontare le crisi con calma, possiamo imparare ad affrontare questi momenti senza sentirci in pericolo, possiamo imparare ad affrontare questi momenti senza sentirci sopraffatti, frustrati, arrabbiati, esplodere, eccetera eccetera. Lo so perché l'ho fatto io in prima persona, l'ho visto fare indirettamente a migliaia di genitori negli ultimi dieci anni. So che è possibile quando abbiamo gli strumenti giusti. Adesso è davvero tutto.

Vi do appuntamento al prossimo episodio di Educare con calma. Vi ricordo che se volete commentare potete farlo su la tela punto com barra podcast cercando il numero dell'episodio o scrivendo il titolo nella barra di ricerca e lì potete anche condividere una vostra riflessione, fare una domanda se non avete capito qualcosa, andare a chiedere un determinato contenuto. Ecco, unitevi alla conversazione, venite e facciamo crescere queste conversazioni. Non mi rimane che augurarvi buona giornata, buona serata o buonanotte a seconda di dove siete nel mondo. Ciao ciao!

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Parlando di capricci. 
Noi a casa non lo chiamiamo mai così, grazie a te, al tuo libro e alla mia esperienza come educatrice. Li chiamiamo crisi e le mie figlie sanno bene questo. 
Racconto questo episodio accaduto dalla nostra ex pediatra. Mia figlia di 4 anni doveva fare il controllo di routine ma aveva visto che la pediatra era stata burbera e scorbutica con la sorellina quindi non voleva entrare in ambulatorio. Ha iniziato a dimenarsi e a urlare e la pediatra ha detto " non si può vedere una bambina di 4 anni che fa questi capricci. Che capricciosa che sei" io stavo per rispondere quando mia figlia con molta tranquillità le urla " Strooonza" 
Io mi sento impallidire e non so come risolvere la cosa. La pediatra mi dice " e lei signora le permette di parlare così" io rispondo " non si tratta di permettere, ha 4 anni! Penso che volesse dire che non si trova a suo agio qui. Ce ne andiamo!" Una volta fuori ho detto a mia figlia che può dire "mi stai trattando male' ma non può usare parolacce ( che di solito comunque non usa). Le dico" amore non puoi dire alla dottoressa stronza" e lei " lo so mamma, ma lei è veramente una stronza e io non ci vado più!" 
Abbiamo appunto cambiato pediatra. Ho raccontato ciò perché un po' fa ridere e un po' fa mettersi le mani nei capelli il pensare che ci sono professionisti sanitari come un medico che dovrebbe conoscere lo sviluppo del cervello di un bimbo che usa certe parole e certi modi. 
Ciao Angelica, grazie di cuore per questa tua condivisione. Tristezza a parte (per il comportamento della dottoressa), è un episodio che fa davvero riflettere su quanto sia importante cambiare lo sguardo sui comportamenti dei bambini e su quanto (quando lo facciamo) si aprono universi di possibilità di dialogo e connessione con le nostre piccole persone. 💜
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Quando si parla di “crisi”, essendo che con questo tema siamo probabilmente in un range molto ampio nel quale ogni bambino è a sé nell’intensità e nella frequenza, mi domando se in ogni caso qualunque episodio di qualsiasi entità e presente in ogni gesto o quasi della quotidianità lo chiamiamo sempre crisi, o diventa altro. Qual'è (se c’è) il limite oltre il quale parleremo di difficoltà, o disregolazione importante, o disagio a livello familiare magari?
Grazie 
Ciao Elisa, che super domanda, grazie. Provo a risponderti io.
Usiamo la parola crisi per indicare quei momenti in cui le emozioni dei bambini sono molto forti e superano le competenze per gestirle. Le crisi fanno parte del processo di sviluppo e crescita e sono quindi normali. Anzi, anche gli adulti possono andare in crisi, se momentaneamente non riescono a usare le loro capacità per regolare le emozioni: ogni volta che ci sentiamo sopraffatti da un’emozione che non riusciamo a gestire con intenzionalità, stiamo vivendo una crisi. Quelle di piccoli sono più visibili forti e frequenti, proprio perché hanno meno competenze. 
Quando la frequenza e l'intensità delle crisi interferiscono con la vita quotidiana (per esempio, non è più possibile uscire, dormire, o stare con gli altri), e quando la situazione non migliora nell'arco di alcune settimane, questo è probabilmente un segnale che qualcosa non va e che bambino/a o genitore hanno bisogno di un aiuto esterno, prima per capire cosa sta succedendo e poi per tornare a stare meglio. 
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Argomento sempre attuale..ogni giorno mi riprometto di reagire diversamente alle "crisi"di mia figlia ma poi puntualmente ci ricasco..come parlavi nel tuo percorso Carlotta sembra che lei si tranquillizzi o "dia retta"solo dopo determinate mie reazioni e ogni volta dico che non devo arrivare fin lì perché lei ormai abbina quello al capolinea..😔
Che fatica, quanto ti capisco Claudia! Ci vuole tanto tanto allenamento (e anche tanta gentilezza verso di sé)  per modificare questo automatismo, però pensa che ogni volta che non arrivi al capolinea, o che ci arrivi anche solo un po’ più tardi del solito, stai già cambiando qualcosa. 

Tendiamo a ricordarci di più di quello che sbagliamo, ma sono sicura che nella vostra quotidianità ci sono anche tanti momenti in cui celebrare il lavoro che stai facendo. 💜
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