Preferiti dei bambini

240. Quando il mondo giudica la nostra educazione (dal Forum de La Tela)

In questo episodio di Educare con calma parlo della fatica che proviamo come genitori quando il mondo intorno a noi giudica il nostro modo di educare. Quando scegliamo ascolto, presenza e rispetto, spesso sentiamo gli occhi degli altri puntati addosso e un senso di inadeguatezza.

24 ottobre·
20 min
Prendo spunto da un post del Forum della comunità La Tela, in cui una mamma ha condiviso le difficoltà nel gestire le crisi della figlia in pubblico e la sensazione di giudizio che sente. E poi vi leggo alcune risposte degli altri genitori, che offrono empatia e consigli pratici (ricordandoci anche un concetto fondamentale: quando veniamo criticati per il nostro modo di educare, quelle critiche non parlano di noi, ma spesso riflettono le paure e aspettative altrui).

Non sempre il mondo capirà il nostro modo di educare, ma più camminiamo in questa direzione, più ci accorgiamo che non serve convincere nessuno: la nostra sicurezza arriverà da dentro, e possiamo allenarci a far scivolare via il giudizio degli altri.

:: Nell'episodio menziono

Carlotta: Benvenute e benvenuti a un nuovo episodio di educare con calma nel nostro cammino come genitori ci sono spesso momenti in cui ci sembra di essere fuori posto vero vi ritrovate in queste parole un po' come se il modo in cui scegliamo di educare con ascolto, con presenza, in modo diverso da come il mondo fuori è abituato a educare I bambini fosse una lingua che parliamo in una piazza piena di persone che non la capiscono e non è facile spessissimo mi arrivano messaggi di genitori che mi dicono Carlotta io mi sto impegnando faccio il lavoro provo a cambiare mentalità voglio cambiare il modo in cui educo I miei figli ma poi quando siamo fuori con le altre persone che osservano il modo in cui mi comporto con mia figlia mi sento addosso tutto il loro giudizio e la loro disapprovazione e faccio tanta fatica a rimanere il genitore e la persona che ho scelto che voglio essere. Ed è vero non posso dire loro che è nella loro mente questa cosa perché è una realtà ed è una realtà con cui ci scontriamo e mi includo tutti I giorni Se pensate che io non ho questo giudizio questa disapprovazione perché viaggio il mondo vi rincuoro in un certo senso perché ce l'abbiamo anche noi tutti I giorni tutti I giorni incontriamo altri viaggiatori magari persone un po' più anziane che viaggiano nella loro pensione e che ci dicono I bambini cresceranno antisociali ma così non possono nemmeno continuare un hobby.

Tutte cose che io oggi so non essere vere e so che questo stile di vita non preclude I miei figli di opportunità che hanno anche gli altri. Allo stesso tempo, se queste frasi me le avessero dette sei anni fa all'inizio del mio percorso di viaggiatrice, mi avrebbero creato un grandissimo senso di disagio e quel senso di disagio, lo dico spesso, è proprio ciò che accompagna il nostro percorso, soprattutto o anzi almeno fino a quando non siamo sicuri di quello che abbiamo scelto non siamo sicuri della scelta che abbiamo fatto perché lo so che non è facile restare connessi a ciò in cui crediamo quando fuori ci sentiamo osservati, giudicati, addirittura derisi a volte. Non è facile soprattutto se magari siamo all'inizio proprio come dicevo prima di questo percorso se I nostri figli sono molto piccoli o se abbiamo appena iniziato l'educazione a lungo termine. Magari abbiamo appena iniziato a praticare, mettere in atto quegli strumenti, ad allenarci e quindi non vediamo ancora nessun risultato, non lo vedremo ancora per anni. È faticoso.

Ma è anche vero che può farci sentire meno sbagliati sapere che non siamo soli, non siamo sole in questa sensazione di disagio, che a pochissima distanza da noi ci sono altri genitori, altre famiglie che hanno I nostri stessi valori e attraversano questa stessa fatica e spesso non lo sappiamo ed è proprio per questo che una delle visioni della tela che con il team abbiamo reso realtà già da diverso tempo è proprio darvi gli strumenti per uscire da Internet e trovarvi al parco giochi, trovarvi nel mondo offline, condividere in presenza fatiche, dubbi, piccole vittorie, anche solo uno spazio di gioco. Lo spazio digitale è un supporto prezioso. La tela lo è per tante famiglie. Le famiglie di genitori unici chiamano la tela al secondo genitore addirittura, ma noi volevamo di più. Volevamo che la tela uscisse dal digitale ed è per questo che abbiamo creato l'opportunità per le famiglie sia di ricevere supporto attraverso il forum, ma anche di organizzare incontri in presenza sul territorio vicino a casa loro.

E abbiamo fatto in modo che le persone che hanno l'abbonamento possono creare un incontro ma quell'incontro possono vederlo anche le persone che non hanno un abbonamento proprio perché vogliamo creare comunità sul territorio e pensiamo che questo sia potentissimo anzi non lo pensiamo noi ce lo dicono loro perché quando poi creano un incontro si trovano tornano a dirci wow è stato veramente arricchente è stato potente condividere un po' del nostro tempo con persone che stanno facendo lo stesso percorso che parlano la nostra stessa lingua fatta di ascolto di intenzione di rispetto mi fatto sentire meno solo mi fatto sentire meno sbagliato non mi fatto sentire un'aliena. Queste sono parole che ci dicono spessissimo e ci dicono proprio che spesso anche solo un'ora insieme, anche solo una chiacchierata tra un panino e un'altalena, può bastare per sentirsi di nuovo centrati, per ricordarci ok io posso farlo questo lavoro, stamattina mi sono svegliata sopraffatta e farlo questo lavoro, stamattina mi sono svegliata sopraffatta e invece adesso mi sento ricaricata, sento di poter fare questo lavoro. La strada che ho scelto, che sto percorrendo senso ed è per questo che abbiamo creato tra l'altro anche il progetto Ambassadors, la tela Ambassadors, perché attraverso queste persone che hanno la passione per condividere l'educazione a lungo termine vogliamo arrivare a sempre più famiglie in Italia o dove in qualunque comunità di italiani e credo che questo sia potentissimo e oggi voglio proprio portarvi un frammento di questa comunità un frammento che nasce da un post condiviso sul forum da Martina, una mamma che si è trovata esattamente in quel disagio di cui parlavamo prima, in quella sensazione in cui la difficoltà del momento si somma al giudizio degli altri e si finisce per sentirsi impotenti, frustrati, anche un po' soli, sbagliati magari.

Quel suo messaggio che scritto sul forum con molta vulnerabilità aperto una conversazione bellissima e oggi in questo episodio voglio proprio condividerla con voi e farmi da portavoce, da megafono per le voci dei genitori della comunità La tela. Ecco le parole che scritto Martina. Ho una bimba di diciotto mesi che passato il suo primo anno di vita praticamente da sola con me, senza aiuti, con un compagno che lavora a turni e tanti momenti in cui non sapevo come gestire I pianti, le crisi, la fatica. Ora sono tornata al lavoro, la bimba è cresciuta, ma proprio per questo ho difficoltà a gestirla. Quando arriva un no, anche spiegato con calma, spesso scoppiano delle crisi urla, pianti, si butta a terra e quando succede in pubblico nel paese piccolo in cui viviamo mi sento giudicata osservata e mi accorgo che mi monta dentro una rabbia difficile da gestire.

In quei momenti finisco per prendere in braccio la mia bambina e la allontano poi quando si è calmata provo a parlarle ma a volte mi escono frasi che non vorrei dire non urlo ma il tono si alza e mi scappano battute sarcastiche come vedrai quando andrai all'asilo e subito dopo a ruota il senso di colpa e la paura di averla ferita. Qui mi fermo solo un attimino perché prima di leggervi le risposte che Martina ricevuto vorrei riflettere sulla fatica, quella fatica di cui parlavamo prima che accomuna moltissimi di noi genitori, quel momento in cui ci troviamo nel mezzo di una tempesta emotiva del nostro bambino, della nostra bambina mentre intorno tutto sembra chiederci di gestirla meglio, gestirla diversamente, più in fretta, con più controllo, con meno rumore. Spesso sono momenti davvero delicati in cui ci sentiamo esposti, vulnerabili, completamente soli contro il resto del mondo. Questa è la sensazione. La ricordo benissimo quando I miei figli erano piccoli ed ero magari al parco giochi o anche solo spesso e volentieri con la mia famiglia quando vedevo quegli sguardi tra mia madre e mio padre che si guardavano come dire le metterà I piedi in testa perché quegli sguardi ci sono stati e a volte fanno ancora più male quando arrivano all'interno della famiglia.

E non vorrei dire quella frase classica un po' cliché, I momenti di fatica sono un'opportunità ma effettivamente è così. Io ricordo esattamente che sono stati quei momenti di disagio, quei momenti in cui notavo lo sguardo, notavo il giudizio che ho avuto modo di praticare quel distaccarmi da quello che il mondo fuori si aspetta da me, ritornare ai miei valori e provare ad avvicinarmi anche nelle mie azioni, nel mio linguaggio, nelle mie parole a quello che avevo scelto di essere, alla versione di me che sa cosa conta davvero, anche se a volte vacilla. E non è un processo semplice, non è immediato. Ci vanno mesi, anni, dipende un po' da quanto lavoro magari avete fatto su voi stessi o voi stesse prima. Ma so che questo processo, questo viaggio, questo lavoro inizia dall'accettazione, dall'accettare che spesso il mondo fuori casa non sarà allineato con ciò che proviamo a costruire dentro casa e che per quanto facciamo lavoro per educare con rispetto, senza punizioni, né minacce, con intenzione, con presenza, intorno a noi continueremo a sentire frasi, sguardi, commenti che sembrano volerci dire che stiamo sbagliando tutto.

Ed è in quei momenti che possiamo riuscire o praticare allenarci a focalizzare il nostro sguardo da fuori a dentro perché il mondo fuori non possiamo controllarlo, non potremo mai controllarlo e invece il mondo dentro possiamo imparare a dirigerlo, possiamo imparare a lasciarci scivolare addosso il giudizio, lo sguardo e pensare io in questo momento voglio concentrarmi sulla mia relazione con mia figlia, perché questo mi permetterà di crescere anche come persona, di essere un individuo che si apprezza, che si rispetta, che vive dentro I suoi valori, che agisce e parla in accordo con I suoi valori. E un'ultima cosa, lo so che ormai ve lo dico tantissime volte negli episodi del podcast, quindi probabilmente lo sapete a memoria, ma ci tengo a ripeterlo anche qui per chi magari arriva a questo episodio come primo episodio. Quello che sta vivendo questa mamma dei nei diciotto mesi, queste crisi potenti, questo senso di disagio è assolutamente naturale. È naturale perché la fase che va proprio dai diciotto mesi ai tre anni e mezzo, quattro quattro anni e mezzo è una parte dello sviluppo importantissimo perché I bambini iniziano a rendersi conto di non essere nostre appendici di essere persone a sé stanti con una volontà con una indipendenza e cosa vogliono fare praticare quella volontà e quell'indipendenza e spesso si scontra con quella che è la nostra volontà e la nostra idea di indipendenza che loro dovrebbero avere la nostra idea di libertà che loro dovrebbero avere e quindi crisi perché I bambini nascono con tutte le emozioni e zero zero al cubo capacità di gestire quelle emozioni.

Ed è nostro compito di genitore insegnare loro le abilità che servono per gestire le emozioni e quindi colmare quel divario tra l'avere l'emozione forte e il sapere gestirla. Questo lo dico perché se stai pensando anche a me succede la stessa cosa, non sei sola, ma perché tutti I genitori passiamo per quella fase dei terribili due anni che secondo me invece sono I meravigliosi due anni quando li conosciamo, quando sappiamo come interpretare I nostri figli, capirli, gestire le loro emozioni ma soprattutto prima di tutto gestire le nostre emozioni. E adesso vi leggo alcuni dei commenti dei genitori della comunità che hanno risposto a Martina. Chiara scritto ciao Martina intanto ti abbraccio forte e ti dico che non sei sola anche a me è successo tante volte di non sapere come gestire una mia emozione di fronte ad un momento di disregolazione di Samuele perché non capivo o non sapevo affrontarla e poi sentirmi male per questo. A me aiutato tantissimo il percorso che abbiamo qui a disposizione quei contenuti li ho consumati masticati ho sperimentato o fallito o adattato a noi finché piano piano sto trovando una mia via.

Ti lascio qui sotto I link ad alcune delle lezioni che hanno aiutato più me. Forse alcune di queste le hai già viste, ce ne sono davvero tante altre, ma queste sono tra quelle che hanno aiutato di più me e comunque voglio dirti che è un percorso continuo fatto di alti e bassi ancora adesso. E' un dialogo interiore che cresce ed evolve, in cui per me è stata fondamentale l'accettazione della mia fallibilità, delle mie emozioni, lavorare per capire da dove vengono, dedicarmi lo spazio emotivo per crescere perché lo volevo fare per me ancora prima che per mio figlio non è facile saper gestire I momenti di disregolazione dei nostri bimbi come I nostri aiuta la pratica e la serenità dei tentativi degli errori puoi provare quei copioni che ci vengono offerti che sono utilissimi in poco tempo questo lavoro su me stessa mi permesso di sentirmi centrata abbastanza da non curarmi più del giudizio esterno della valutazione di me come mamma e come donna e mi dato una forza incredibile tutte le case sono in fiamme la tua come la mia e questo ci connette e ci rasserena non è bellissimo quando I genitori riescono a darsi supporto così?

A me commuove sempre vi leggo la risposta di un'altra genitrice Florentia scritto in risposta a ciao Martina rileggevo proprio ieri sul libro di Carlotta che I sensi di colpa ci indicano quegli aspetti di noi delle nostre reazioni che vogliamo cambiare quindi volevo ricordarti di praticare ad abbracciare quella sensazione e lasciarla andare con un sorriso quando hai capito cosa voleva indicarti poi mi fa piacere raccontarti un piccolo aneddoto un trucco che abbiamo imparato a lezione di musica ogni volta che le insegnanti ritirano un oggetto che devono mettere via un sonaglio, uno strumento musicale, un tappeto, loro cantano una canzone sempre la stessa. Ho provato ad usarlo a casa sia nei momenti di calma quando riordiniamo che nei momenti di stress quando piange e non vuole mollare la presa e con mio grande stupore funziona adesso appena inizio a cantare quella canzone la mia bimba sa che deve lasciare l'oggetto ma sa anche che tornerà un'altra mamma usa una canzoncina quando corica la bimba sul fasciatoio così non urla disperatamente sempre la stessa canzone anche così non urla disperatamente sempre la stessa canzone anche se cambio le parole canticchio la stessa musica spero che avrai modo di provarlo e vedere se funziona e su questo grazie Florentia per l'averlo raccontato e vissuto in prima persona questo ovvero cantare nelle transizioni, cantare nei momenti di crisi non solo è utile alla transizione al bambino ma è utile anche per noi perché rilassa il nostro sistema nervoso e proprio per questo sul percorso c'è perfino un paio, anzi ci sono un paio di lezioni proprio su questo, sulle transizioni, sul cantare per favorire le transizioni e c'è anche una lezione proprio di Francesca Venturoli e la creatrice della serie canta con Francesca.

Un'altra risposta è arrivata da una mamma che voluto ricordare a Martina quanto questo lavoro sia lungo e pieno di strati di diversi livelli del gioco e scritto non possiamo pretendere da noi stesse un'evoluzione immediata esattamente come non la pretendiamo dai nostri figli e poi suggerito una cosa semplicissima sai qual è la cosa fondamentale scrive volerti bene e accogliere te stessa anche nei tuoi errori come faresti se a sbagliare o a essere confusa fosse una tua cara amica se parti da qui tutto diventerà più leggero perché imparerai ad accettare quello che per adesso ancora non va e magari così sarà più semplice anche magari accettare il giudizio altrui e ricordarci che non parla di noi ma parla di loro e mi è piaciuto molto questo consiglio no il consiglio di parlarsi come parleremo ad un'amica con gentilezza con compassione con accoglienza perché così piano piano più ci accettiamo noi a livello in cui siamo nel momento del percorso in cui siamo e meno ci tocca il giudizio esterno meno ci tocca lo sguardo esterno perché a quel punto noi sappiamo chi siamo sappiamo perché stiamo educando in quel modo sappiamo perché stiamo agendo in quella determinata circostanza con questo strumento e non con un altro e quella sicurezza di noi che costruiamo da dentro fa da scudo al mondo fuori E infine c'è anche una bellissima risposta di Gioele, un papà della comunità tra l'altro sulla tela se mi stai ascoltando e sei un papà sappi che ci sono sempre più papà che si mettono in gioco in prima persona che partecipano al forum alle dirette.

Tra l'altro c'è anche un episodio del podcast molto molto bello uscito tempo fa ve lo lascio nelle note dell'episodio è il numero duecentoquattordici e si intitola I papà che riscrivono la narrazione sul maschile in cui abbiamo proprio dato voce a quattro papà della comunità che ci hanno raccontato la loro esperienza e le loro emozioni nel lavoro che stanno facendo, perché il lavoro del papà potrebbe essere diverso da quello della mamma ma è comunque lavoro, è un lavoro per scendere dalla ruota, per riscrivere la narrazione sul maschile partendo da sé, partendo dalla propria famiglia di origine e partendo dal proprio bambino interiore. Ci sono sempre più papà e questa è una cosa che io credo sia fondamentale perché la genitorialità, lo dico sempre, se si è in due si fa in due. E quello che scritto Gioele in risposta a Martina è una sintesi perfetta del modo in cui sul forum I genitori sanno darsi supporto reciproco con gentilezza ma anche con leggerezza e soprattutto con un sorriso. Gioele scritto ciao Martina anche noi più o meno alla stessa età di nostro figlio ci siamo trovati nella stessa situazione benvenuti terribili due ogni tanto per sdrammatizzare con mia moglie ci dicevamo ci si è rotto il bambino a parte le battute ti capisco benissimo quel malessere di sentirsi giudicati durante una crisi quando ci si trova in mezzo ad altre persone ad un certo punto è anche giusto pensare che solo noi sappiamo ciò che si nasconde sotto la punta dell'iceberg e che quello che pensano le persone che non conoscono la nostra situazione possiamo lasciarlo andare perché loro non hanno gli elementi per trarre conclusioni come scritto Chiara sicuramente I copioni possono aiutare moltissimo nel modo in cui possiamo comunicare ciò che pensiamo Se ti può servire ho creato un pdf con tutti I copioni del percorso nella conversazione vademecum.

Cioè Gioele si è creato un pdf copiando tutti I copioni del percorso. Cioè per me questa è la definizione di genitore che voglia di fare il lavoro perché vuole cambiare qualcosa perché sente che qualcosa non va nel modo corrente e vuole cambiarlo e non si cambia facendo sempre la stessa cosa si cambia cambiando le cose e così tanti genitori menzionano I copioni proprio perché partire dai copioni è un modo semplice per cambiare degli automatismi ereditati dall'educazione tradizionale dal modo in cui siamo stati cresciuti e mi è piaciuta tantissimo quella riflessione che fatto e che penso possa servire davvero a tanti genitori chi ci guarda da fuori non mai tutti gli elementi per capire quello che sta succedendo vede solo la superficie ma sotto c'è una storia intera, un iceberg fatto di copioni, di decisioni consapevoli, di metodi dell'educazione tradizionale che non sentiamo nostri, di passi verso I nostri valori, perché una volta che individuiamo I nostri valori e sappiamo che l'educazione tradizionale, l'educazione che abbiamo ricevuto va contro E quindi grazie a Gioele che mi hai dato una conclusione preziosa per questo episodio. Io vi do appuntamento al prossimo episodio di Educare con calma. Vi ricordo che se volete commentare, anche se non avete un abbonamento, potete farlo gratuitamente su la tela punto com barra podcast cercando il numero dell'episodio o scrivendo il titolo nella barra di ricerca unitevi alla conversazione perché se state educando a lungo termine spesso sentirsi meno soli sentire che partecipiamo ad una comunità in cui condividiamo gli stessi valori e facciamo lo stesso lavoro aiuta tantissimo non mi rimane che augurarvi buona giornata buona serata o buonanotte a seconda di dove siete nel mondo ciao ciao

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