eccomi con un altro episodio di Montessori in cinque minuti. Nel precedente episodio se vi ricordate, vi ho raccontato un metodo per cercare di ridurre le critiche che facciamo ai nostri figli. Perché io credo che sia davvero estenuante per loro sentirsi dire in ogni momento in continuazione che cosa fare, che cosa non fare quando fanno una cosa male riprenderli, perché magari non l'hanno fatta come come volevamo noi o come l'avremmo fatta noi. E a volte attenzione, lo facciamo. Anche se senza accorgercene, magari Oliver si è versato l'acqua nel bicchiere l'ha fatto bene, non ha sporcato, non ha rovesciato, ma magari io vado lì lo stesso e gli dico Eh, Oliver, la prossima volta ricordati di tenere la caraffa con due mani, così è più sicuro. Questo magari è un esempio sciocco che mi sono appena inventata tra l'altro, perché io sono pessima a ricordare esempi. Ma se chiedessi ad Alex che ha un'ottima memoria, saprebbe forse darmi venti esempi nell'ultima settimana in cui abbiamo corretto comportamenti o suggeri miglioramenti ad elezione dei nostri figli? Credo che sia una cosa che ci portiamo dentro. Proprio questo. Correggere in continuazione è una cosa tipica. Non solo dell'educazione tradizionale che abbiamo ricevuto in casa, secondo me. Ma ci arriva proprio anche dalla scuola, Dalla chiesa. La nostra società è piena di persone che si sentono in diritto e in dovere di correggere i bambini. Ma torno al semino che vorrei piantare oggi. Che è questo? Mi piacerebbe suggerirti di osservare nell'arco di una settimana. Quante volte correggi i tuoi figli? Anche solo correzioni innocue, tipo Ma ti sei messo la maglietta al contrario. Mettiti bene le scarpe. Non hai tirato l'acqua, Non ti sei lavato le mani, Non hai spento la luce. Non hai chiuso la porta. No, no, no, no, no, no, no. A volte mi sembra quasi che li osserviamo per correggerli o che li osserviamo già con l'aspettativa che faranno qualcosa di sbagliato, non trovi anche tu? Quando io avevo iniziato a prestare attenzione a tutte le mie correzioni, mi scrivevo una lista e poi alla fine della settimana la rileggevo. Ammetto che già solo il fatto di stare compilando quella lista mi aiutava ad essere più cosciente e più consapevole delle correzioni che facevo. E ben venga, perché quello è proprio l'obiettivo finale, ovviamente. Ma poi quando rileggevo la lista, provavo a pensare a un'alternativa a come avrei potuto dirlo. A che parole avrei potuto utilizzare? O anche solo era davvero necessario dirlo? Tra l'altro era davvero necessaria questa correzione? E una frase che mi riporta sempre a un aneddoto di una mia amica. Questa mia amica, tantissimo tempo fa mi raccontò che il marito lasciava sempre le calze in giro e a lei dava fastidio, ma vedendo che le correzioni non avevano effetto, invece di arrabbiarsi ogni volta aveva deciso di pensare. Questa è una cosa per la quale divorzierai no, quindi non vale nemmeno la pena continuare a farne un problema. Poi loro hanno divorziato comunque non per le calze, ma per motivi ben più seri. Ma devo dire che quelle parole sono rimaste con me e mi hanno fatto pensare a quanto io stessa a volte fossi puntigliosa per dei comportamenti di Alex, per i quali in realtà non valeva davvero la pena farne un problema. E mi ha anche fatto riflettere su quali cose fossero davvero importanti per me e quali invece ero disposta a lasciare andare. E credo che con i nostri figli sia un po' lo stesso. Con il tempo mi sono resa conto non solo che le cose davvero importanti. Sono poche, molto poche e che più lasciavo andare con serenità, senza rancore, più c'era armonia in famiglia. Ma mi sono anche resa conto che le cose che non sono disposta a lasciare andare posso dirle in altri modi, in un modo che non sembri sempre una correzione. Abbiamo visto nell'episodio precedente il metodo di descrivere invece di criticare, e oggi vorrei lasciarti un altro metodo, che è quello di fare una domanda invece di correggere proprio così, solo una semplicissima domanda. E per dirti qual è la domanda, ti racconto un aneddoto che anche nel mio corso online tra l'altro un giorno ero nella scuola dei genitori, una scuola per genitori organizzata proprio dalla scuola Montessori dei miei figli. E l'insegnante ci disse Quando un bambino esce dal bagno senza tirare l'acqua, gli faccio una semplice domanda hai dimenticato qualcosa? Quasi sempre il bambino mi dice immediatamente Ah, l'acqua e torna indietro oppure se mi ignora io aspetto e conto fino a dieci. Spesso il bambino continua per la sua strada, io continuo a contare nella mia testa e poi prima che io arrivi a dieci, il bimbo si gira, torna indietro, tira l'acqua e ritorna in aula come se nulla fosse. Da allora io questo metodo l'ho fatto mio e non potete immaginare quanto per noi funzioni e funziona sia con la stessa situazione del non tirare l'acqua che tra l'altro è successo cinque minuti fa proprio ho chiesto ad Emily Emily, hai dimenticato qualcosa? E lei senza esitare, ha detto Flash Toilet ed è tornata a tirare l'acqua. Ma funziona anche con tantissime altre situazioni. Quando dimenticano i vestiti per terra, quando non chiudono il frigo quando non spengono la luce quella semplice domanda hai dimenticato qualcosa? Per noi ormai sembra essere quasi una magia e credo che Oliver ed Emily inconsapevolmente la apprezzino. Magari si sentono investiti di una responsabilità. O magari piace di più perché sembra un gioco, o magari proprio perché non si sentono sbagliati come li farebbe sentire una critica. Fatto sta che ha molta, molta, molta più efficacia di quando invece gli ricordo semplicemente di fare qualcosa o li correggo per qualcosa che non hanno fatto o che hanno fatto male è è raro, ma quando questa domanda non funziona, generalmente io mi offro di aiutarli ad andare con loro, ad ispezionare, per vedere se qualcosa è stato dimenticato e risolviamo anche così, senza la correzione esplicita. Quindi oggi ti invito a provare con i tuoi figli. Ti ricordo che la magia non avviene dal giorno alla notte, se no non lo chiamerei educare a lungo termine. Ma non credo di doverlo ripetere. O forse sì. Non lo so. Okay, ho paura di guardare il tempo perché credo di aver sforato. Um però vabbè, ormai è andata così per la prossima volta migliorerò. Vi ricordo che tutte le tematiche di Montessori in cinque minuti le trovate approfondite sul mio corso online. E vi ricordo anche che comprare i miei corsi è l'unico modo per appoggiare il mio lavoro, perché come sapete, io non faccio pubblicità. Non accetto sponsor perché non lo trovo in linea con i miei valori. E poi non voglio fare a voi ciò che non vorrei fosse fatto a me. Io odio la pubblicità su questa nota. Vi saluto e vi do appuntamento a venerdì con un altro episodio di educare con calma. Buona giornata. Buona serata o buonanotte a seconda di dove siete nel mondo. Ciao ciao