Preferiti dei bambini

31. Insegnare ai bambini a giocare da soli

In questo episodio di Educare con Calma parliamo di gioco autonomo e di quali siano i fattori (per me) essenziali per insegnare ai bambini a giocare da soli. Se cercate trucchi veloci, non li troverete in questo episodio… ma quello che troverete è come iniziare a gettare basi solide ed essenziali per far sì che poco a poco i vostri bambini non richiedano sempre la vostra presenza nel gioco. Sapete che io sono per il lungo termine 😉

12 febbraio 2021·
23 min
·10 commenti
Nell'episodio menziono:

"La mente del bambino" (libro di Maria Montessori che trovo ottimo per un primo approccio con la filosofia)

Il volume 45 "Giocare da soli" (scritto da me) della collezione Gioca e Impara con il Metodo Montessori: se volete acquistarlo, dovrebbe essere ancora disponibile a questo link.

Carlotta: Benvenuti e benvenute a un nuovo episodio di educare con calma oggi ho deciso di parlare di gioco autonomo non avete idea di quanti genitori mi scrivano ogni giorno chiedendomi come insegnare ai bambini a giocare da soli e io ovviamente li capisco vedono nelle storie di instagram Oliver e Emily che giocano spesso da soli che rispettano il nostro lavoro che rispettano I nostri spazi e vorrebbero lo stesso lo capisco ma questa purtroppo è una domanda difficile perché non esiste la bacchetta magica è un po come quello che dicevamo nell'episodio su come nutrire la pazienza dei nostri figli è un processo il gioco autonomo va coltivato ogni giorno a piccole dosi a piccoli progressi e anche a piccoli regressi perché I bambini passeranno fasi in cui avranno di nuovo più bisogno di noi e allora giocheranno meno da soli richiederanno di più la nostra presenza e in quei momenti anche se sono poche settimane spesso noi genitori ci lamentiamo cominciamo a dire ad amici e familiari frasi come non gioca mai da solo anche se magari fino alla settimana prima lo faceva ed è anche generalmente quando diciamo cose ai nostri figli come ma come fino a poco fa giocavi da sola e ora non lo fai più dai gioca un po' da solo che io devo ancora finire di lavorare senza renderci conto in realtà che questo spesso è controproducente e non fa che allargare allungare la fase invece di risolverla perché questa è soltanto una fase è successo spessissimo che I genitori mi scrivessero cose del genere come quelle che vi ho appena raccontato e io magari ci mettevo di più a rispondere magari addirittura un paio di settimane e poi quando rispondevo scrivevo sempre immagino che ora la situazione sia già migliorata perché questa di solito è una fase e quindi immagino che l'abbiate già passata ed effettivamente al novantotto per cento dei casi mi confermavano che era proprio così mi dicevano sì hai ragione adesso va molto meglio e questo ci tengo a dirlo perché io so che le fasi spesso sembrano interminabili anche se durano solo da pochi giorni o da poche settimane lo so perché ovviamente anche I miei figli hanno delle fasi ma se noi le trattiamo come fasi che finiscono e che dobbiamo solo aspettare che finiscano vi assicuro che la nostra attitudine di genitori cambia e siamo molto più disponibili anche ad accogliere I regressi perché appunto nella mia esperienza quando un bambino che prima giocava da solo o giocava di più da solo una regressione tra virgolette e bisogno di più della nostra presenza funziona molto meglio in quel momento assecondare il suo bisogno, mostrare che siamo lì per lui e dedicare un po più di tempo a lui, al gioco con lui finché lo vediamo di nuovo immerso in un'attività e poi allora possiamo continuare a lavorare magari seduti vicino a loro invece che alla scrivania insomma cercare di accogliere l'emozione e la fase in fondo loro non in quel momento non ci stanno dicendo non voglio che lavori ci stanno dicendo ho bisogno di te e io vi assicuro che quando assecondiamo I bisogni di un bambino quel bambino impara a sviluppare un attaccamento sano che si riflette in una sana sicurezza di sé e di conseguenza anche in una sana capacità di stare da solo indovinate un po anche giocare da solo!

Ma allora andiamo per ordine: direi che se dovessi decidere tre fattori principali per favorire il gioco autonomo sarebbero: uno l'ambiente due litri'osservazione e tre l'opportunità. Oggi non scenderò in dettagli perché il tema gioco autonomo è davvero ampio tra l'altro ne abbiamo parlato brevemente la settimana scorsa nell'episodio con mamma super hero e vi ho anche raccontato che nel duemila venti ho scritto un volume per la collezione gioca impara con il metodo montessori che si intitola giocare da soli e parla proprio di questo, proprio del gioco autonomo, quindi credo che ci vorrebbe molto di più di un episodio del podcast per parlare approfonditamente del gioco autonomo, ma oggi mi piacerebbe proprio raccontarvi al di là dei dettagli quale sia la mentalità generale per promuovere il gioco autonomo perché ormai voi mi conoscete io per I temi importanti credo che sia più utile prima cambiare la mentalità generale e poi concentrarsi sulle tecniche del quotidiano e lo stesso discorso che facevamo sul metodo montessori: possiamo mettere un letto a terra ma il letto a terra non ci trasformerà in genitori consapevoli che educano a lungo termine. Quindi parliamo delle cose essenziali: essenziale per il gioco autonomo e l'ambiente su questo non ci piove e a riguardo vi leggo una citazione di Maria Montessori proprio sull'ambiente che trovate ne la mente del bambino uno dei libri che io consiglio sempre per iniziare anche per chi vuole avvicinarsi alla filosofia Montessori ma che io rileggerei ogni anno probabilmente.

La pedagogia insegna che l'ambiente deve offrire minore resistenza e si cerca quindi di diminuire gli ostacoli inevitabili presentati dall'ambiente possibilmente eliminandoli del tutto. Si procura oggi di rendere attraente tutto quanto circonda il bambino e in particolare nel caso del bimbo che prova repulsione per l'ambiente stesso, così da aiutare il sorgere di sentimenti di simpatia e benevolenza per vincere diffidenze e disgusto. Si crea pure al bambino un'attività piacevole perché sappiamo che lo sviluppo si opera per mezzo dell'attività. L'ambiente deve essere ricco di motivi che interessino l'attività e invitino il bambino a condurvi le proprie esperienze. In queste poche righe quello che Maria Montessori dice se vogliamo parafrasare è che uno dobbiamo seguire l'interesse del bambino che significa offrire e creare attività che lo interessino e due litri'ambiente deve essere bello perché I bambini amano la bellezza proprio come noi adulti chi fatto il mio corso educare a lungo termine lo sa e l'ambiente deve essere ricco di motivi di interesse per il bambino ma attenzione non dice di cose materiale parla di motivi un motivo di interesse può essere prendersi e farsi uno spuntino e per questo basta preparare l'ambiente in modo che possa farlo da solo per esempio mettendo una torre d'apprendimento in cucina che permette al bambino di raggiungere il bancone per prendere un frutto e lavarlo nel lavandino prima di mangiarselo questo è un motivo di interesse.

Poi voi ormai mi conoscete l'ho anche già accennato nell'episodio sulla pazienza io non sono favorevole all'avere tanti giocattoli perché credo che sia controproducente riempire la casa di giocattoli non favorisce né la pazienza né il gioco autonomo quando un bambino può un gioco all'altro come un ape passa di fiore in fiore prima di tutto non si ferma a concentrarsi su nulla e ovviamente la concentrazione favorisce il gioco autonomo e poi non il tempo di sviluppare nessuna abilità perché non gioca con nessun gioco abbastanza a lungo da apprezzarlo davvero e anche perché non supera mai l'ostacolo del primo approccio con un giocattolo nuovo che spesso può essere anche un po ostico e ovviamente se un gioco non sviluppa un'abilità significa che non sta costruendo nulla che il bambino vorrà praticare da solo sentiamo sempre dire che il gioco è il lavoro del bambino ma il gioco a cui ci si riferisce è un gioco con uno scopo quando un gioco uno scopo quel gioco costruisce un'abilità e il bambino prenderà quell'abilità acquisita e la vorrà perfezionare perché sappiamo che perfezionare è una delle tendenze umane tutti tendiamo a perfezionare non solo I bambini ma anche gli adulti chi il mio corso sul call school sa che cosa sono le tendenze umane e io credo che sia un tema veramente affascinante da approfondire e questo voler perfezionare sapete che cosa significa?

Significa concentrazione e sapete che cosa significa concentrazione? Significa gioco autonomo e non so se avete notato ma tutto quello che ho appena descritto nasce dall'avere il giusto ambiente preparato perché il giusto ambiente promuove la concentrazione che promuove il gioco autonomo e l'indipendenza e secondo me il giusto ambiente è un ambiente con pochi giocattoli massimo cinque o sei ben ordinati su una mensola o su due mensole e soprattutto un ambiente a portata di bambino che dia indipendenza al bambino e tra l'altro se vi interessa approfondire il tema ambiente Montessori vi invito ad ascoltare il mio episodio del podcast sugli aspetti essenziali per Montessorizzare la casa. A tal proposito vi leggo un estratto del libro aspettate che lo cerco del libro giocare da soli che ho scritto per la collezione gioca impara con il metodo montessori. Mi fa un po strano leggere le mie parole ma credo che spieghino bene quindi vado. Immaginiamo un bambino di due anni e mezzo che vuole colorare Possiamo pensare a tre scenari diversi: nel primo I colori e la carta sono troppo in alto sullo scaffale ma il bambino non si lascia scoraggiare, prende una sedia e se riesce a raggiungerli senza cadere si mette a colorare per terra perché non un tavolino alla sua altezza.

Colora concentrato a lungo ma sporca il pavimento lascia tutto per terra quando finito e la mamma si arrabbia. Nel secondo scenario il bambino si scoraggia immediatamente e chiede alla mamma di aiutarlo. Lei gli prende I colori, la carta, lo mette a sedere al tavolo della cucina, gli sistema un manto per non sporcare il legno. Il bambino colora per cinque minuti e poi si alza e lascia tutto li. Nel terzo scenario I colori, la carta e un piccolo manto per il tavolo sono disposti su un vassoio su una mensola bassa.

Il bambino prende il vassoio con facilità, si siede al suo tavolino, sistema il manto per non sporcare il legno e colora concentrato. Poi rimette tutto nel vassoio e lo ripone sulla mensola. Il primo bambino non si lascia scoraggiare da un ambiente non preparato ma anche se supera tutte le difficoltà per iniziare l'attività che desidera non interesse a doverle superare di nuovo per rimettere in ordine. Il genitore si arrabbia ingiustamente perché è una sua mancanza se il bambino sporcato e non potuto rimettere in ordine. Il secondo bambino non ci prova nemmeno, è abituato a essere servito dal genitore e per questo perde il desiderio di indipendenza e mantiene l'interesse per poco tempo quando svolge un'attività.

Quando un genitore fa tutto per suo figlio l'unico messaggio che trasmette è che il bambino non la capacità di farlo da solo. Il terzo bambino un ambiente preparato che gli permette di vivere al massimo del suo potenziale. Il genitore gli mostrato come svolgere l'attività e ora lui non bisogno dell'intervento dell'adulto e può anche soddisfare il suo naturale desiderio di ordine dopo aver completato l'attività. Questo bambino gli strumenti per esercitare l'indipendenza un ambiente preparato non solo favorisce l'indipendenza verso cui I piccoli gravitano naturalmente nel corso del loro sviluppo ma nutre anche il loro senso di ordine che è innato in ogni bambino e se quest'ultima frase vi fa ridere tra l'altro il fatto che l'ordine sia innato in ogni bambino vi comunico che invece tutti I bambini hanno un naturale desiderio di ordine e se non lo vedete è spesso perché l'ambiente non è preparato bene. Per me preparare l'ambiente è al primo posto per favorire il gioco autonomo.

Al secondo posto, a ruota proprio, c'è l'osservazione. L'osservazione direi che è la base per capire qualsiasi cosa relazionata allo sviluppo dei bambini. Pensate che ai corsi di formazione Montessori tante ore sono dedicate proprio ad osservare I bambini e scrivere appunti perché perché osservare è l'unico modo per conoscere davvero I bambini e trarre conclusioni ma attenzione non si tratta solo di osservare ma di osservare oggettivamente ricorderò sempre al mio corso di formazione stavamo osservando il video di un maiale, Petuia questo maiale si chiamava Petuia e dovevamo prendere appunti in maniera oggettiva, a un certo punto tutti avevamo scritto Petunia beve la guida ci aveva corretti immediatamente perché ci fatto notare che sì avete visto che Petunia si avvicina alla ciotola dell'acqua ma è di schiena come fate a sapere che bevuto? Ecco questo è osservare oggettivamente quando osserviamo I nostri figli oggettivamente impariamo non solo a non anticipare a non interrompere quando sono concentrati che è importantissimo per favorire il gioco autonomo ma anche a capire I loro interessi in modo da preparare l'ambiente di conseguenza con le attività I giocattoli che stimolano quegli interessi potete osservare per esempio quanto tempo I vostri figli dedicano a ogni giocattolo quali sono I giocattoli che sembrano mantenere la loro concentrazione più a lungo e magari parliamo anche solo di un minuto ma magari è più lungo di altri giocattoli e tra l'altro non abbiate paura di mettere via nell'armadio giocattoli che in questo momento non sembrano interessare e tenere fuori la troppo pochi giocattoli, vi assicuro che è sempre meglio troppo poco che troppo.

Ok quindi primo fattore per favorire il gioco autonomo è l'ambiente, il secondo è l'osservazione, il terzo è l'opportunità dobbiamo dare ai nostri figli l'opportunità di giocare autonomamente dobbiamo dare ai nostri figli l'opportunità di imparare a giocare autonomamente e sapete come si fa a dare l'opportunità? Si gioca con loro si modella si aiuta se vostro figlio sembra non voler mai giocare da solo a maggior ragione non potete lasciarlo solo in una stanza o sul tappeto con dei giocattoli e aspettarvi che giocherà da solo non sedervi con lui dovete giocare con lui per qualche minuto senza usare troppe parole perché più parole usate più il bambino fa affidamento sulla vostra presenza attiva invece se vogliamo che impari a giocare autonomamente dobbiamo per una volta essere presenze più passive questo è davvero uno dei casi in cui la nostra presenza silenziosa è sufficiente poi quando nostro figlio è abituato a questo tipo di gioco allora piano piano iniziamo a fare dei piccoli cambiamenti e allontanarci per pochi secondi o pochi minuti prima vi alzate per prendere una cosa dal tavolo e poi tornate, poi andate a fare pipì e tornate, poi andate a preparare un caffè e tornate, poi andate a preparare uno snack e tornate e ogni volta allungate il momento in cui siete via ma ogni volta tornate e continuate a giocare con loro per mostrare che tornate sempre che non c'è nulla di cui preoccuparsi che siete comunque lì per loro e allo stesso tempo per dare l'opportunità a loro di rendersi conto guarda sono capace a stare da solo non lo sapevo e poi piano piano cambiate dal giocare con loro allo stare vicino a loro facendo però qualcosa di vostro, tipo lavorare a computer o leggere un libro.

Non so se avete mai notato ma I bambini tra I due e I tre anni per esempio, indicativamente fanno un gioco che si chiama parallelo. Fare un gioco parallelo significa che stanno vicini gli uni agli altri ma interagiscono poco ognuno fa il proprio gioco quasi non si guardano e voi potete copiare questo modo naturale di giocare reinterpretandolo potete suggerire per esempio di guardare un libro mentre voi leggete il vostro libro o di fare un disegno mentre voi smistate la posta o controllate le bollette I bambini tendono osservare ciò che state facendo e imitare il vostro comportamento io in genere sono davvero favorevole ad osservare I bambini e utilizzare ciò che a loro viene naturale in ogni momento dello sviluppo e quindi imparo da loro come vogliono giocare per esempio io devo ammettere che ho imparato tantissimo a relazionarmi con I miei figli proprio osservando il modo in cui loro due si relazionano naturalmente tra tra di loro senza l'intervento degli adulti. Ora tutto questo non succederà dal giorno alla notte ma poco a poco vi accorgerete che potrete allontanarvi per momenti sempre più lunghi finché un giorno vostro figlio giocherà in maniera autonoma perché avrà un ambiente preparato adatto a favorire il gioco autonomo avrà giocattoli attività che lo interessano perché voi lo avete osservato e lo conoscete e avrà avuto molte opportunità di praticare a giocare da solo ma con la vostra presenza.

Ecco questo è un po quello che volevo dirvi e che volevo raccontarvi che secondo me è essenziale per favorire il gioco autonomo poi ovviamente ci sono tantissime strategie trucchetti ma secondo me senza questi tre fattori chiave non credo che abbia senso concentrarsi sulle strategie perché sarebbe un po come cercare di costruire I muri della casa senza prima aver costruito le fondamenta e visto che so che tanti di voi lavorano da casa, e direi che questa è un po la nostra specialità probabilmente potrei creare un corso online solo su come lavorare da casa con I bambini, prima di salutarvi vorrei darvi qualche consiglio al riguardo. Prima di tutto vale tutto quello che ho detto sopra indipendentemente dall'età del bambino preparate l'ambiente osservate date opportunità ma poi credo che sia molto importante anche insegnare ai nostri figli a rispettare il nostro lavoro ai nostri spazi a trattarci come individui che vanno rispettati e questo è qualcosa che credo sia importante fare ad ogni età e in ogni situazione per fare un esempio completamente non relazionato a quello di cui stiamo parlando ricordo che quando Emily aveva circa due anni io ho passato una fase difficile in cui non avevo più voglia di allattarla ma non volevo nemmeno smettere quello che ho fatto quindi è insegnarle con molta pazienza a volte anche non troppa pazienza ma vabbè a chiedere durante il giorno se poteva avere titti che come lei chiama il seno ancora oggi tra l'altro e a rispettare se io dicevo di no ogni volta che le dicevo di no all'inizio magari non lo capiva magari piangeva ma io rimaneva lì con lei le spiegavo che per me era importante che ci rispettassimo l'un l'altra quindi io rispettavo il suo desiderio di avere titti continuavo a dargliela continuava ad allattarla ma lei doveva anche rispettare I miei tempi.

Non è stato facile ovviamente spesso quando le dicevo di no lei piangeva quindi la calmavo la distraevo giocavo un po con lei e poi generalmente cercavo di essere io a offrirle Titti quando lei era calma perché così capiva che il mio non era un no ma era un sì alle mie condizioni perché quelle condizioni in quel momento erano importanti per la mia salute mentale e tra l'altro questo magari può non sembrarvi molto Montessori ma per me è la quintessenza di Montessori perché non esiste libertà senza limiti e avere titti in quel momento era una libertà di Emily ma il limite era che anche io fossi felice per me questo principio si applica in tutto anche nell'insegnare a rispettare il mio lavoro la chiave ovviamente è sempre capire accettare avere empatia e trovare un compromesso io capisco che I miei figli vogliono stare con me è normale che vogliano stare con me se io sono in casa, accetto che me lo chiedano spesso provo a non lasciare che mi dia sui nervi provo a rimanere calma quando me lo chiedono centocinquanta volte al minuto e poi trovo con loro il compromesso tipo mettere un timer per cinque minuti in cui devono aspettare che io finisca di lavorare finisca tra virgolette perché non si finisce mai ma vabbè e poi spiego loro le condizioni ovvero metto un timer di quindici minuti in cui gioco con loro e dedico loro la mia totale attenzione ma quando suona il timer torno a lavorare.

Di nuovo questo non succede dal giorno alla notte è un processo lungo ma prima lo iniziate prima dai suoi frutti e tra l'altro questo processo inizia dal nostro esempio, dal nostro rispettare il loro lavoro che è il gioco perché per esempio quante volte obblighiamo I nostri figli a smettere di giocare perché è ora di pranzo o perché è ora di cena? In quel momento non stiamo rispettando il loro lavoro Come fanno quindi loro ad imparare a rispettare il nostro lavoro? E con questa domanda vi lascio a ponderare. Credo di avervi detto più o meno quello che volevo dirvi di quello che io reputo essenziale per favorire il gioco autonomo senza scendere troppo nei dettagli perché ripeto non possiamo costruire le pareti della casa senza costruire prima le fondamenta quindi prima cambiamo la mentalità generale e poi proviamo ad usare le strategie che troviamo sui blog nei libri su internet eccetera eccetera eccetera. Per oggi la chiudo qui visto che so che mi chiederete informazioni del libro che ho menzionato vi lascio il link nelle note dell'episodio perché potete comprarlo credo sullo store online del corriere della sera spero che l'episodio di oggi vi sia piaciuto fatemelo sapere tra l'altro presto potrete anche commentare sotto ogni episodio del mio podcast sul sito sul mio sito ho messo alex al lavoro perché al momento quando ascoltate un episodio so che tornate magari su instagram e commentate lì ma mi piacerebbe che possiate farlo direttamente sul mio sito e basta ovviamente lo sapete quasi tutti ma per chi è nuovo ed è approdato sul podcast oggi per caso vi ricordo che mi trovate sempre su w w w punto la teladicarlotta punto com e anche su instagram e facebook come la tela di carlotta blog buona serata buona giornata o buonanotte a seconda di dove siete nel mondo vi abbraccio ciao

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Ciao Carlotta! Il mio bimbo grande di quasi 4 anni vuole spesso la nostra presenza, soprattutto perché ama giocare a "fare le storie" utilizzando i personaggi dei Lego Duplo (il fratellino di 1 anno non è ancora in grado di soddisfare questo tipo di gioco!). Secondo te è un tipo di gioco che va scoraggiato perché lo fa dipendere da noi (per ora, poi quando il fratellino parlerà e starà al gioco immagino preferirà lui a noi)? Grazie di cuore!
Nooooo, è un tipo di gioco che va incoraggiato perché non è solo gioco, ma è connessione con voi. 💕 Magari, se volete aiutarlo a giocare in autonomia, ogni tanto potete dirgli che voi leggete il vostro libro seduti per terra vicino a lui mentre lui gioca con i Duplo. Non a lungo, ma a piccoli e brevi passi 🙂
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Grazie, utilissima e chiara come sempre, sia nei contenuti che nei riferimenti che metti a disposizione.
Sì, urge corso su "come lavorare da casa con dei bambini". I miei due vanno all'asilo, ma tra malanni e questioni varie stanno anche molto a casa, il risultato è che spesso rinuncio ad opportunità lavorative per potermi dedicare a loro, ma vorrei trovare un compromesso onesto e rispettoso per entrambi che non comporti solo rinunce o frustrazione.
Per me il corso Co-schooling è anche mirato a quello, perché lì parlo spesso anche di come noi siamo riusciti come famiglia a fare in modo che i nostri figli (che non vanno a scuola e sono sempre con noi) ci lasciassero lavorare da casa e rispettassero il nostro lavoro. È un processo 💜
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<3
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Grazie Carlotta, è stato molto interessante.
Proviamo a selezionare i giochi da tanti mesi, mio figlio ora ha due anni. Concordo su tutto quello che dici anche se dobbiamo ancora lavorarci tanto :)
Mi ha lasciato dubbiosa l'esempio dei colori a disposizione con i fogli: quando l'ho fatto, e intendo per un periodo, con giusto 3 o 4 matitoni con un cartoncino su un tavolino libero, non li ha mai usati in modo ordinato né riposti dopo l'uso . Forse era piccolo! Grazie per gli spunti :)
Lasciarli su un tavolo libero a volte può creare confusione. Proverei a metterli in un vassoio (qualche foglio di carta e dei pastelli) e il vassoio sulla mensola. In questo modo è chiaro che è un’attività da usare insieme ed è anche chiaro come rimetterla a posto. 🌸
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Un po’ alla volta voglio riuscire ad ascoltare tutti i podcast. 😊 Nel weekend voglio fare una selezione dei giochi. Ho 2 bambini: 1 bimbi di 5 anni e mezzo e 1 bimba di quasi 3 anni. Il bimbo ha grosse difficoltà a giocare da solo... e sono anche in crisi su che giochi “lasciargli a disposizione”.
Secondo me la selezione dei giochi aiuterà (non subito, è un processo) e anche preparare l’ambiente in modo che abbiano più indipendenza. La mia esperienza con quelle età insieme è lasciare fuori sulle mensole un paio di giochi che possano fare insieme (lego, puzzle…) e un paio più specifico per ognuno (seguendo gli interessi di ognuno). 🙂
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