Preferiti dei bambini

35. Allattamento: la mia visione, i miei errori, la mia esperienza

In questo episodio di Educare con Calma vi racconto la mia esperienza con l’allattamento, con lo smettere di allattare e anche come la mia visione sull’allattamento sia cambiata (anche grazie a un errore di cui mi sono vergognata a lungo).

5 marzo 2021·
31 min
·53 commenti
Aggiornamento 2025: lascio una piccola nota sulla mastite (grazie a Silvia).

Nell'episodio parlo della mia esperienza e delle linee guida datemi dalla mia consulente all'allattamento di allora. Negli ultimi anni, queste linee guida sono cambiate: le indicazioni sono impacchi freschi e mobilitazione del seno (il caldo e i massaggi energici portano ad una maggiore infiammazione di un tessuto già infiammato, come mettere fuoco su fuoco, insomma) oltre a terapia antinfiammatoria e se serve antibiotico dopo coltura del latte.

Carlotta: Benvenuti e benvenute a un altro episodio di Educare con calma. Oggi a grandissima richiesta vorrei raccontarvi la mia esperienza con l'allattamento. Premetto che è da tantissimo tempo che voglio registrare un episodio sull'allattamento e avevo anche una collezione lunghissima di articoli e podcast da leggere e ascoltare per farmi un'idea migliore di ciò che volevo dirvi, ma ho poi deciso di non leggere nulla, di andare a istinto e seguire quello che sento di aver voglia di raccontarvi, quindi questo non sarà un episodio informativo, ma mi limiterò a raccontarvi la mia esperienza d'allattamento con entrambi I miei figli, le mie sensazioni, d'allattamento con entrambi I miei figli, le mie sensazioni durante l'allattamento, il mio percorso di crescita, tra cui anche un aneddoto di cui mi vergogno un po' ma che ho superato e vi racconterò, e poi anche come abbiamo smesso di allattare e perché abbiamo smesso di allattare, su questo magari mi soffermerò un po' di più, perché credo che sia un tasto dolente per molte mamme che sentono di essere arrivate magari al loro limite personale ma non sanno come smettere o si sentono in colpa anche solo al pensiero di smettere e ovviamente parlerò di tutto questo con onestà che è l'unico modo che conosco, senza troppi peli sulla lingua, ma sicuramente con tutto il tatto e l'empatia di cui sono capace, perché so che è un argomento delicato, ma ovviamente come sempre conto anche sulla di sembra essere uno di quegli argomenti che genera sempre discussioni poco produttive, gente che si accanisce una contro l'altra, di quelle che proprio a me non piacciono ma voi sapete che io non credo nel non parlare di temi scomodi e soprattutto credo che sia possibile trattare temi scomodi senza necessariamente puntarsi le dita addosso e credo che se c'è una comunità che può farlo questa comunità siete voi qui sulla tela.

Che ne dite? Ci proviamo? Dai proviamoci! Allora prima di tutto parliamo dell'elefante nella stanza, come si dice in inglese, non so se si dice anche in italiano, al bando I giudizi, hai allattato, non hai allattato, hai smesso due mesi, hai smesso cinque anni va bene, va tutto bene qui non c'è giudizio, anzi non dovrebbe esserci giudizio in nessuna stanza reale o virtuale dove entri ma so bene che purtroppo non è così soprattutto sui gruppi di facebook, sui social media, sul web in generale ovvero ovunque la gente possa nascondersi dietro a uno schermo c'è spesso veramente veramente tanto giudizio e qui ne approfitto per raccontarvi l'aneddoto incriminante quello di cui mi vergogno di cui vi parlavo all'inizio perché purtroppo anche io ho fatto parte di quel gruppo di persone che puntano il dito molti anni fa quando avevo appena iniziato ad allattare Oliver scrissi un post che intitolai Allattare è una responsabilità non una scelta nel post scrivevo cose come come siamo arrivati a credere che un figlio si può non allattare, che il latte artificiale sia altrettanto buono, che allattare sia una scelta non una responsabilità, scrivevo che non condivido chi si nasconde dietro scuse del tipo non ho latte oppure con il mio latte non si sfama e proseguivo scrivendo che queste erano solo leggende metropolitane, che più si allatta più si produce latte, che non ho latte una scusa eccetera eccetera eccetera eccetera.

Se vedeste la mia faccia in questo momento è un mix tra l'emoticon con la mano sulla fronte e quella con gli occhi alzati al cielo. Meno male che allora non mi seguiva ancora nessuno, perché purtroppo oggi so che quelle parole avrebbero potenzialmente fatto molto molto danno, perché le parole fanno danno, sono coltelli affilati e noi siamo I portatori di quei coltelli e quindi siamo gli unici responsabili di come li usiamo. Quel post sono stata appunto di cancellarlo moltissime volte, ma non l'ho mai fatto perché uno. Non sono solita rinnegare il passato e I miei errori e due perché è uno di quei post che mi ricorda quanta strada io abbia percorso e quanto lavoro su di me abbia fatto da allora mi è sembrato però doveroso aggiungere una parte finale con alcune riflessioni di quattro anni dopo perché non trovavo giusto lasciarlo così non perché la mia opinione sull'allattamento sia cambiata non ho problemi a dire che continuo a sostenere che il latte materno sia il più nutriente per il bambino che personalmente se è possibile consiglierei sempre l'allattamento a richiesta e che in un mio personale mondo ideale tutti I bambini sarebbero allattati e tutte le mamme sarebbero felici di allattare, ma siccome non viviamo in quel mio mondo ideale non posso permettermi di giudicare chi non la vede così, non posso permettermi di giudicare chi sceglie di non allattare, non posso permettermi di giudicare chi vive l'allattamento come una scelta e non come una responsabilità, e nemmeno tu puoi permetterti di farlo Io ho conosciuto tante madri che hanno fatto sforzi e sacrifici sovrumani per allattare per settimane, per mesi addirittura, una volta ricordo un'amica a cui gli stessi medici avevano detto di lasciare perdere ma lei non l' accettato, lei voleva allattare e alla fine ce l' fatta, allattato e allattato anche molto più a lungo di me tra l'altro, a queste madri va la mia stima, volevano allattare, desideravano allattare e ce l'hanno fatta anche nelle difficoltà, sono felice per loro, ma ho conosciuto anche tante madri che hanno scelto di non allattare, non parlerò qui di chi non potuto allattare per malattie, quello credo sia un altro discorso, parlo di mamme che probabilmente potevano allattare ma hanno ammesso di non volerlo fare perché c'erano dei campanelli di allarme, magari hanno vissuto da subito l'allattamento come un forte rifiuto, come un'obbligazione, come un riemergere dei vecchi traumi non risolti e allora hanno detto: No, io devo pensare alla mia salute mentale perché quella è la più importante.

Anche a queste madri va la mia stima perché hanno scelto di pensare prima a se stesse e hanno avuto il coraggio di farlo e sono felice per loro, perché non è facile prendere una decisione del genere in una società che punta il dito perché possiamo girarci intorno ma abbiamo spesso il giudizio sulla punta della lingua Siamo abituati così, spesso giudichiamo senza nemmeno pensare, senza nemmeno riflettere, senza nemmeno contare fino a due o tre. A volte perché siamo stati cresciuti da genitori che ci giudicavano in continuazione, quindi il giudizio è l'unico tipo di comunicazione che conosciamo, altre volte perché magari siamo feriti, arrabbiati, repressi, frustrati e lo riversiamo sugli altri, altre volte come per esempio nel mio caso quando scrissi quell'articolo, magari perché non ci abbiamo ancora pensato o magari perché siamo ancora nell'estremo sapete che io credo che a volte si debba passare per l'estremo per arrivare a trovare un proprio equilibrio personale, ecco io allora ero ancora nel mio estremo sulla visione dell'allattamento, allora non avevo ancora fatto il mio percorso personale di evoluzione, di empatia, non ero ancora abituata a mettermi nei panni degli altri in ogni situazione, non ero ancora abituata a pesare le parole, non avevo ancora interiorizzato quanto danno possano fare le parole, quanto danno possa fare la mia opinione personale e sto facendo le virgolette con le dita perché spesso lo diciamo quando sappiamo di stare dicendo una cosa scomoda magari diciamo vabbè ma questa è solo la mia opinione personale ecco e spesso ci sentiamo in diritto di dirla questa opinione personale anche quando di una persona conosciamo solo una minima parte di vita, conosciamo solo la punta dell'iceberg, e il problema di questo atteggiamento è che poi sai chi è la vittima di questa opinione personale che noi ci sentiamo in diritto di dire ed esprimiamo magari senza il dovuto tatto, senza la dovuta empatia, senza pesare le parole la vittima è la mamma che non vuole allattare ma non è forte abbastanza da dirlo, la mamma che sente che c'è qualcosa che non va ma si vergogna a cercare aiuto, perché come può essere che non vuole allattare suo figlio, la mamma che si sente sbagliata perché crede di dover provare così tanto amore per il figlio da volere solo il meglio per lui e il meglio a detta della società è l'allattamento.

E mi si stringe il cuore a pensare a queste mamme, mi si stringe il cuore ancora di più a pensare a una di queste mamme che magari capitò sul mio articolo originale, quello fatto di solo giudizio, quello che mi ero sentito in diritto di scrivere perché tanto era solo la mia opinione personale e mi si stringe il cuore perché immagino come si possa essere sentita quella mamma leggendo le mie parole, quanto danno le ho fatto e vabbè come sempre mi sono dilungata seguendo questi fili della mia ragnatela di pensieri, ma tutto questo era per farvi capire perché quell'articolo che ho scritto era secondo me così sbagliato e perché ho voluto aggiungere le mie riflessioni di quattro anni dopo. Oggi so che la prima responsabilità verso I nostri figli è la nostra salute mentale. Se allattare non fa sentire bene, se anzi fa sentire male, se lo si sente per esempio come una tortura, se lo si odia segretamente, così tanto da sentire di aver voglia di scappare per esempio, non senso allattare e vorrei che si normalizzasse il fatto che queste sensazioni sono possibili e sono anche normali e non sono scuse questi sono campanelli d'allarme segnali della mente a cui bisogna prestare attenzione Parlo spesso di egoismo costruttivo quell'egoismo che mette al primo posto la salute mentale del genitore ed è un egoismo sano perché conoscerci, accettarci e prenderci cura di noi stessi è il primissimo passo per crescere I nostri figli in maniera consapevole nel rispetto a lungo termine come dico io e in alcune situazioni scegliere di non allattare è egoismo costruttivo e adesso magari si alza il polverone perché ho detto che scegliere di allattare è una scelta egoista ma io sono convinta che la verità si possa dire con empatia e rispetto e si possa accettare con altrettanta empatia e rispetto.

La scelta di non allattare quando sappiamo che è scientificamente meglio per il bambino il latte materno, l'allattamento, il contatto che deriva dall'allattamento è una scelta egoista, ma è un egoismo costruttivo perché se quella mamma non si prende cura di sé rischia di compromettere la propria salute mentale e quando un genitore non sta bene il figlio non sta bene e quindi diciamolo dal punto di vista del bambino che abbiamo messo al mondo non allattare è di fatto una scelta egoista ma per alcune mamme è la scelta giusta e questo solo una madre può deciderlo e non dovrebbe mai mai mai sentirsi giudicata per questa sua decisione anche perché per fortuna esiste il latte artificiale non è che il bambino muore di fame quindi smettiamo di giudicare smettiamo di vivere nelle opinioni estreme smettiamo anche di sentirci giudicati, sentiamoci sicuri delle nostre scelte, delle nostre decisioni e normalizziamo le verità, accogliendole con accettazione e rispetto. Ricordo che quando ero incinta di Emily, quindi la seconda gravidanza, l'ostetrica che al corso preparto ci parlò dell'importanza e dei benefici del latte materno ci disse che ogni mamma può allattare se lo vuole, se lo desidera e ci rassicurò che anche quando sembra che non funzioni, se la mamma lo desidera davvero può riuscirci e continuava a ripetere questo: se la mamma lo desidera, l'ho detto tantissime volte, lo continuava a ripetere e sicuramente furono proprio quelle semplici parole a normalizzare la sensazione di una mamma che partecipava al corso e a facilitare un suo commento in cui ci espresse la sua sensazione di rifiuto quando pensava all'allattamento e l'ostetrica le disse qualcosa del tipo se quando avrai tuo figlio tra le braccia appoggiato sul petto per la prima volta proverai ancora questa sensazione non avere timore di ammetterlo a te stessa e agli altri, proprio come hai fatto ora.

Se non vuoi allattare, il tuo corpo lo sente e te lo rende non solo difficile ma anche intollerabile. Ascolta sempre la tua mente, il tuo corpo. Ciò di cui tuo figlio bisogno più di tutto è una mamma serena che si apprezza e si stima e poi le disse anche di non preoccuparsi perché esiste latte artificiale che è un'opzione molto più valida che soffrire ad ogni poppata perché non senso che il pensiero dell'allattamento non permetta di vivere con gioia la gravidanza o I primi momenti o anche I primi mesi con il proprio bambino e io queste parole me le porto dietro da allora e sono sicuramente state il primo semino che cambiato poi tutta la mia visione sull'allattamento e creato in me molta più empatia per coloro che hanno fatto scelte diverse dalla mia e quindi adesso vi parlo della mia di scelta perché come forse avrete capito io ho deciso di allattare entrambi I miei bambini, non ho mai avuto dubbi, non ho mai avuto ripensamenti nemmeno quando ho avuto quattro mastiti di fila e sofferto come solo chi avuto una mastite può capire, insomma non mi è mai balenata l'idea di smettere di allattare tra l'altro visto che poi me lo chiederete io la mastite l'ho sempre e solo curata sotto la doccia bollente con massaggi in profondità proprio come se non gestire una mucca insomma un dolore allucinante ma per me super efficace ma questa è un'altra storia perché mastiti a parte l'allattamento per me è andato sempre alla grande io ero felicissima di avere sempre il cibo con me per I miei bambini ho sempre usato anche il seno come strumento per calmare I miei figli, non ho mai avuto la sensazione o la preoccupazione che questo potesse viziarli, che è un qualcosa che si sente al giorno d'oggi, insomma io ero serena, loro erano sereni smettere di allattare è stata un po' un'altra storia con Oliver è stato facile un paio di mesi dopo che era nata Emily e che io avevo allattato entrambi in tandem, Oliver deciso che il seno era per Emily, un giorno gliel'ho offerto e lui fatto no con la testa e girato la testa di Emily che era in braccio a me verso il seno e io ho tradotto questo suo gesto in parole, perché allora lui non parlava ancora, e gli ho detto allora è per Emily tu non lo vuoi più sei sicuro e voilà così abbiamo smesso, me lo poi richiesto un paio di giorni dopo in un momento di crisi, ma io avevo già visto che era sereno anche senza il seno e allora gli ho ricordato che il seno era per Emily, l'ho abbracciato, gli ho detto sono qui con te e gli ho offerto un po' d'acqua, in quel momento io ho sentito che con la nostra decisione di smettere di allattare che avevamo preso insieme fosse la cosa giusta e allora non ho ceduto.

Con Emily è stata tutta un'altra storia perché la privazione del sonno di cui ho parlato in uno dei primi episodi aveva davvero un effetto nocivo su tutto, si ripercuoteva un po' su tutti gli ambiti della mia vita e a un certo punto anche sull'allattamento Con Emily sono arrivata a provare quella sensazione del non voler più allattare, mi sembra verso I 16-diciassette mesi di Emily, sensazione che purtroppo ovviamente non coincideva con la preferenza di Emily che invece avrebbe preso Titti dal mattino alla sera. Titti è il nome con cui Emily chiama il seno e proprio in quel momento tra l'altro quando io ho avuto questa sensazione di non volere più allattare, Emily avuto proprio questo slancio verso Titti avrebbe allattato veramente ventiquattro ore al giorno perché lei sentiva probabilmente fortunatamente allora io avevo già fatto questo mio percorso di conoscenza di me stessa, di cura personale, di cura della mia salute mentale e quindi riconoscevo I campanelli d'allarme. Nel momento in cui ho cominciato a sentire il rifiuto ho subito agito perché sapevo che il mio non agire e magari ingoiare il rifiuto, ingoiare la sensazione, sarebbe diventato un problema più serio soprattutto perché allora non ingoiare la sensazione, sarebbe diventato un problema più serio, soprattutto perché allora non dormivamo ancora e io non avrei avuto le forze di andare anche contro questa mia sensazione, e quindi che cosa ho fatto?

Ho prima di tutto preso coscienza del mio limite personale e ho personale e ho capito che sì effettivamente volevo iniziare a smettere di allattare, poi ho accettato che questo era il mio limite personale, ho accettato anche che mi sentivo un po' in colpa per questa per questa sensazione, per questa decisione di smettere di allattare prima del tempo, tempo che mi ero prefissa io perché io avevo deciso di allattare fino almeno ai due anni, non perché credo che ci sia un tempo che bisogna rispettare, era una mia decisione, Poi ho preso questi sensi di colpa, li ho accartocciati, buttati per terra, ci ho saltato sopra e poi gli ho dato fuoco perché so che questo è quanto dovremmo fare tutti con I sensi di colpa perché I sensi di colpa non hanno alcun senso nella nostra vita, non offrono alcun insegnamento e soprattutto non sono mai mai mai costruttivi. Io sono stata fortunata perché questo è successo con la seconda figlia e non con il primo perché con Oliver non avevo ancora tutti questi strumenti e quindi probabilmente il senso di colpa avrebbe avuto un impatto, un effetto più grande su di me, sulla mia salute mentale, ci avrei messo probabilmente di più ad arrivare alla decisione di buttarlo via poi dopo aver accolto l'emozione dopo aver accettato il mio limite dopo aver bruciato metaforicamente I sensi di colpa ho fatto un piano d'azione nella mia mente che consisteva in tre parti: uno rimuovere il latte di notte che era il momento in cui pativo di più l'allattamento due ridurre durante il giorno parlando con Emily facendole capire che il seno è mio e tre smettere completamente di comune accordo e ora vi dico com'è andata perché non è successo nulla di tutto ciò e soprattutto nulla è successo come me lo ero immaginata ovviamente perché I piani nella mia esperienza aiutano ad accettare ancora di più la situazione, quindi non dico di non fare piani, se facciamo un piano di solito significa che siamo ancora più pronti a metterlo in atto, ma raramente funzionano raramente vanno come ce lo aspettiamo, quindi come è andato il mio piano?

Uno) rimuovere il latte di notte, allora l'abbiamo rimosso e abbiamo inserito l'acqua, parlavamo molto con Emily durante il giorno alla sera prima di andare a dormire, ne parlavamo di nuovo, le ricordavo che di notte non c'era più Titti, andavamo a riempire insieme la bottiglia, la mettevamo vicino al letto avevamo anche addirittura un piccolo cartellino con scritto Emily sulla bottiglia che questo le era piaciuto tanto e poi idealmente dicevamo ciao a Titti ovvero l'addormentavo senza il seno, Questo non è mai successo, piangeva come una disperata e allora sono tornata sui miei passi ne abbiamo parlato e abbiamo deciso che per andare a dormire poteva prendere Titti e salutarla così per l'ultima volta della giornata e questo era sembrato funzionare perché poi di notte in realtà quando si svegliava io andavo lì o andava Alex e le davamo l'acqua lei magari a volte ma non sempre piagnucolava un pochino ma poi beveva e si metteva giù poi dopo una settimana o forse due la memoria fa cilecca ma veramente subito andava veramente abbastanza bene e poi Emily si è ammalata e quindi sono ritornata nuovamente sui miei passi perché tutto ciò che voleva Emily era Tittittittittittittittittittittittittittittittittittittittittittittittittittittittittittittittittittittittittittitti e il mio istinto mi diceva daglila ne bisogno e così sono tornata a dargliela anche di notte io personalmente non credo che quando si prende una decisione non si possa tornare sui propri passi credo che sia un errore che fanno molti genitori pensare che le decisioni debbano per forza essere definitive e rigide mentre invece va bene la coerenza, è importante la coerenza, ma ci va anche un minimo di flessibilità perché la flessibilità è la bacchetta magica della genitorialità quindi l'ho riallattata di notte finché non stava di nuovo bene e poi abbiamo iniziato di nuovo il processo ma questa volta è andato un po' meglio lo ricordo meno difficile poi se non ricordo male si è ammalata un'altra volta a distanza di poco e quindi sono tornata ad allattarla di notte e quindi poi abbiamo ricominciato il processo quindi insomma è stato un tira e molla ma piano piano senza fretta con più o meno pazienza dipendeva dai giorni dipendeva da quanto avevo dormito dipendeva dal mio umore se avevo la sindrome premestruale eccetera eccetera, comunque ce l'abbiamo fatta.

Questo mi aveva anche liberata un pochino perché ora anche Alex poteva andare a darle l'acqua, e poi mi aveva anche liberata un pochino ora anche Alex poteva andare a darle l'acqua e lei non piangeva disperata come quando invece Alex andava e lei si aspettava Titti, quindi anche se non è stato facile per me in generale è stata un'esperienza positiva e anche con la mia privazione del sonno tra virgolette è andata abbastanza bene. Allo stesso tempo durante il giorno avevo iniziato a mettere in atto la seconda parte del mio piano super piano ovvero dare degli orari più rigidi e iniziare a fare un discorso con Emily ogni giorno sul fatto che Titti fa parte del mio corpo e che il mio corpo va rispettato e che soprattutto lei può prendere Titti solo ed unicamente con il mio consenso, credo che sia stata la prima volta che abbiamo introdotto il tema di consenso in famiglia, Emily aveva circa diciotto mesi ed è stato proprio riguardo a questo episodio dell'allattamento tra l'altro proprio sul consenso vorrei fare un episodio del podcast a tema educazione sessuale perché credo che sia molto importante parlare presto con I propri figli di consenso e introdurre il con I propri figli di consenso e introdurre il concetto, c'ero lì nelle cose da fare prima o poi ci arriverò, questo è stato importantissimo per me perché Emily aveva bisogno di capire che doveva rispettare il mio corpo e quando iniziato a rispettare il mio corpo, rispettare il mio corpo e quando iniziato a rispettare il mio corpo io subito mi sono sentita meglio, molto più rilassata, molto più tranquilla, anche molto più accogliente, a volte magari lei piangeva, a volte non lo capiva ovviamente, ma generalmente in quei momenti quello che io facevo era continuare a ripeterle questo è il mio corpo, continuavo a ripeterle che lei doveva aspettare il mio consenso e che appena avessi avuto voglia le avrei dato Titti e generalmente quello che facevo era calmarla in modo che fosse completamente tranquilla, le dicevo appunto ti capisco sono qui con te e poi quando lei era calma iniziavamo a fare un gioco insieme magari giocavamo per qualche minuto e poi ero io a offrirle Titti perché in quel modo lei capiva che Titti comunque arrivava che non era che le stavo dicendo no ma le stavo dicendo sì alle mie condizioni e quindi Titti arrivava con la mia offerta perché è il mio corpo e il mio corpo va rispettato.

Devo dire che non ci messo molto ed è diventata un'abitudine molto presto quella di chiedere Titti, tra l'altro lei chiede Titti ancora oggi quando magari per esempio sono nuda in bagno sotto dopo la doccia, mi chiede che n'ai touch Titti? Oppure alla sera quando andiamo a dormire lei tocca sempre Titti è così che si addormenta però me lo chiede sempre addirittura me lo chiede anche quando si fa male e voglia di quel conforto perché comunque toccare Tittie per lei è ancora un conforto e quindi arriviamo all'ultima parte del mio piano ovvero smettere completamente di allattare in realtà quando Emily cominciato a rispettare il mio corpo e cominciato a chiedermi tutte le volte che voleva Titti io non avevo più fretta di smettere di allattare e infatti avevamo trovato veramente un equilibrio perfetto che andava bene ad entrambe e quindi avevo deciso che avrei continuato ad allattare la allattavo magari due tre o quattro volte al giorno lei era serena io ero serena e quindi non c'era motivo a quel punto di smettere di allattare avevo accantonato la terza è parte del mio piano e poi ovviamente cosa è successo? Sono finita in ospedale perché la vita non va mai come te l'aspetti ed è per questo che per me poco senso fare piani rigidi e quella volta è stata proprio una dimostrazione lampante di questa cosa io sono finita in ospedale per un'operazione di appendicite dove dovevo andare a casa il giorno dopo e ci sono rimasta un mese per una peritonite e quindi con antibiotici fortissimi abbiamo dovuto smettere di allattare, è stato traumatico, molto traumatico per entrambe perché a quel punto io non volevo più smettere di allattare ero felice di continuare avevamo trovato un nostro equilibrio e ovviamente Emily non era assolutamente pronta a smettere di allattare così all'improvviso è stato sia un periodo difficile per il fatto di essere lontana dalla mia famiglia per un mese in ospedale quindi comunque preoccupata ma è stato difficile anche proprio per il fatto di dover smettere di allattare perché è stato molto triste per entrambe quando sono tornata a casa dovevo comunque continuare a prendere l'antibiotico per una settimana mi sembra e quindi in quella settimana non ho potuto allattarla e quando poi ho potuto di nuovo allattare non mi è sembrato corretto nei confronti di Emily avevamo tra l'altro anche passato lo scoglio del ritorno a casa e che magari in ospedale era ovvio che non l'allattassi ma magari lei si aspettava che una volta a casa avrei riniziato ad allattarla però avevamo anche già passato quello scoglio e quindi sentivo che se avessimo riniziato avrebbe dovuto vivere quella fatica una seconda volta e a quel punto ho messo da parte il mio desiderio e ho continuato sulla via del e ho continuato sulla via del TT è qui puoi toccarla ma non ho più menzionato l'allattamento, ci sono stati dei momenti in cui me l' chiesto però ho preferito essere coerente e costante questa volta e le ho spiegato che non lo facevamo più ho cercato sempre di non mentirle e quindi di non dirle cose come no non è più possibile mentre invece era possibile o che magari non avevo più latte quando invece ce l'avevo ancora il latte perché io in generale scelgo sempre di non mentire ai miei figli le ho parlato quindi proprio come avrei parlato a me stessa le dicevo Emily sono triste anche io che abbiamo dovuto a me piaceva molto darti Titti, ma ora che ci siamo abituate così credo che sia meglio continuare così il fatto che lei oggi sia ancora così attaccata a Titti sicuramente viene anche da questo trauma che vissuto e però non ne abbiamo mai fatto un problema ne abbiamo sempre parlato con serenità a volte credo che noi genitori ci preoccupiamo un po' per nulla o per situazioni per cui non davvero senso preoccuparsi e io credo che questa sia una di quelle nel momento in cui Emily ancora oggi a quattro anni mi chiede di toccare Titti certo io potrei pensare questo è un problema adesso chissà quando smetterà non è sano eccetera eccetera eccetera e invece io penso è normale è naturale, vissuto un trauma e questo è il suo modo di vivere la conseguenza del trauma.

Lo vivremo insieme, lo affronteremo insieme, visto che a me non dà fastidio questa situazione, non mi crea un disagio per metterle di toccare Titti, ho deciso che la accolgo, la accetto e lei deciderà di smettere di toccare Titti con I suoi tempi e quando si sentirà pronta. E con questo credo di avervi raccontato un po' tutta quella che è la mia esperienza con l'allattamento e la mia visione dell'allattamento oggi, un episodio sicuramente molto più lungo del previsto perché mi sono lasciato trasportare, ma spero che vi sia piaciuto, mi piacerebbe veramente tanto che mi lasciaste un vostro commento, una vostra opinione a questo episodio vi ricordo che potete farlo sulla pagina dell'episodio sul mio sito e non mi rimane che ricordarvi che mi trovate anche su facebook e instagram come la tela di carto blog e questa settimana nelle storie di instagram vi svelerò l'ospite di venerdì prossimo perché venerdì prossimo non sarò sola e questo ospite l'ho aspettato a lungo e credo che l'episodio sia venuto veramente molto molto bello quindi non vedo l'ora che lo ascoltiate. E con questo non mi rimane che augurarvi buona giornata, buona serata o buonanotte a seconda di dove siete nel mondo.

Ciao ciao!

Hai modifiche non salvate -
Grazie infinitamente per questo episodio così vero...così autentico..... splendido
Grazie a te per il tuo commento 🌸
Hai modifiche non salvate -
Cara Carlotta come mi ritrovo nelle tue parole !!! 2 bimbi anche io ,il primo allattato fino ai 18 mesi e senza alcun problema . Tutto naturale , anche la decisione di smettere . Con il secondo ....rullo di tamburi 3 anni !!!. Che dire orgogliosissima ,però ero cascata anche io nella paura del giudizio . Perché ero comunque stanca , perché era abbastanza grande , perché ogni occasione era buona x attaccarsi , in pizzeria ,in spiaggia ,al lavoro , o dopo un litigio con il fratello o addirittura se mi sentiva al telefono con qualcuno .insomma spesso diventava frustrante anche x me . Però quando ero tranquilla amavo quei momenti . Quante volte ho parlato con lui ,spiegando tutto come hai fatto tu , ma niente lui voleva la pipa ( questo il nome con cui lui la chiama tutt'ora ) , è stato difficile , molto difficile . Avevo provato a diminuire ma niente , anche la notte si dormiva poco perché sempre attaccato . Ho pianto spesso perché mi sentivo incapace di farmi rispettare"...Poi un giorno di inizio settembre dell'anno scorso x colpa di una ciste sotto l'ascella ,dovetti iniziare l'antibiotico per poi due giorni dopo farla controllare .Pensa che fu tutto così repentino che non mi soffermai a riflettere sulla cura che dovevo iniziare . Ricordo ancora , avevo promesso ai bambini che saremmo andati in spiaggia perché era il mio primo giorno di ferie ma la dottoressa aveva valutato di inciderla subito durante il controllo . Ma io non mollai (perché testa dura ) e così con tanto di benda sotto il braccio e la zona anestetizzata decisi di portarli comunque.....puoi immaginare !!! Realizzai cosa stavo combinando quando vidi che il piccolo (stressato ovviamente) , fu vittima di scariche intestinali . Non ti dico cosa mi passò x la mente ma fu come accendere una luce in una stanza . Questo non era prendermi cura di lui ...anzi . E forse proprio perché mi sono sentita così male nei suoi confronti che gli spiegai che non potevo più dargli la pipa perché dovevo prendere delle medicine che potevano farlo star male. Incredibile mi stupi' , pianse molto ,x 3 giorni dormi' pochissimo ....ma rimasi stupita soprattutto la notte, momenti x lui che risultava automatico attaccarsi anche nel sonno, girarsi e invece di attaccarsi con la bocca ,allungare la manina e accarezzarla . Chiede ancora , ci ride me la bacia la accarezza dice che sono belle e si addormenta con la mano sopra . Proprio come fa la tua dolce Emily ! E lo sai cosa mi ha fatto stare bene ? Vedere un piccolo uomo rispettare la mia decisione e il mio corpo . Mi ha fatto riflettere molto ...sono piccoli ma molto più grandi e consapevoli di quello che accade intorno a loro di quanto lo immaginiamo . Ti abbraccio forte forte !!! Barbara !!
Hai ragione, sono piccoli ma molto più grandi e consapevoli di quanto pensiamo. Grazie per aver condiviso la tua esperienza! 🌸
Hai modifiche non salvate -
Ciao Carlotta, il podcast di questa settimana mi ha davvero colpito al cuore!
Hai assolutamente ragione quando dici che la sanità mentale di una mamma è la prima cosa per crescere un bambino sereno.
Tante volte mi è successo di pensare a cosa era giusto o ci si aspettava da me nel crescere mio figlio, ci ho provato anche sentendomi a disagio e solo dopo essermi liberata dai sensi di colpa o dai giudizi, mi sono resa conto di quanto fosse più semplice accudire mio figlio e per lui, farsi accudire da una mamma serena.
Per quanto riguarda l'allattamento io e mio marito abbiamo frequentato un corso preparto davvero completo e diversi moduli riguardavano l'allattamento al seno e i benefici a lungo termine sui i bambini.
Ero partita pensando principalmente fosse una scelta responsabile, finché è nato, me lo hanno messo addosso e mi ha riconosciuto. Si è calmato immediatamente con il suono della mia voce, ha cercato i miei occhi per i primi 2 minuti, poi ha iniziato a sfregare con il naso sul mio petto, un balzo all'indietro con la testa ed ecco che era attaccato al mio seno e siamo rimasti così per 2 ore.
Lì ho capito che non era solo una scelta di responsabilità, ma la più naturale, sana, ovvia e amorevole che potessi fare.
La notte stessa non ho dormito. Lo guardavo, annusavo, allattavo, baciavo... Ma la mattina dopo me lo hanno tolto per un valore alto e lo hanno messo in terapia al nido.
Dal nido mi hanno suggerito l'aggiunta almeno la notte, se avesse avuto fame fuori dall'orario della visita, gli avrebbero dato l'aggiunta... Ho risposto "no! La mamma c'è! Mettete in cartella che mio figlio non prende aggiunta e ogni volta che mi cerca mi venite a chiamare! La mamma c'è!". Mi hanno odiata penso... Perché ero lì quasi ogni ora, stremata, senza riposo. La forza me la dava mio figlio che aveva bisogno di me.
Siamo usciti dall'ospedale dopo una settimana, l'allattamento era avviato alla perfezione ma dopo un mese mio figlio iniziò a rifiutare il seno, a rigurgitare spesso il mio latte e a lamentarsi! Un giorno mi tirai il latte e glielo diedi con il biberon... Sì tranquillizzo', bevve tutto e si addormentó.
Di lì la convinzione che il male per mio figlio fossi io e il mio seno.
La pediatra mi consiglio il latte artificiale anti rigurgito, le consulenti che interpellai in quel momento mi diedero molti consigli ma non riuscirono a capire bene il problema.
Il centro ostetrico dove avevo svolto il corso preparto e il circolo di mamme però mi spronarono ad approfondire e da me indagai a lungo, mi misi a cercare cosa potesse essere.. Nel frattempo quando non riusciva ad attaccarsi, mi tiravo il latte.
Scoprii così di avere una risposta ossitocita alta, ovvero il mio latte zampillava in gola a mio figlio che, soprattutto quando era stanco, non riusciva a gestire il flusso. Di lì la svolta, diverse tecniche mi hanno portato ad allattare in serenità e gestire questo problema.
Non è facile ed imbarazzante perché in pubblico a volte succedeva che si vedesse zampillare fuori il latte dal mio seno ed io ero sempre sporca, ma non mollare mi ha permesso di garantire tutti i benefici del caso a mio figlio e avviare uno svezzamento fantastico o meglio, una alimentazione complementare a richiesta (che merita tutto un capitolo a parte).
Mio figlio a 13 mesi, un giorno ha deciso che il mio capezzolo lo faceva ridere tanto, per tre giorni si è attaccato solo 2 minuti e poi non l'ha più voluto. Con la serenità più assoluta.
Quando penso a quell'ultimo allattamento un po'mi commuovo perché non sapevo fosse l'ultimo, non me lo sono goduto fino in fondo, e un po'mi manca essere la cura ad ogni suo male (lo sono ancora ma in modo molto diverso).
Perché allattare è inizialmente difficile, impegnativo ma allattare non è solo dare da mangiare a tuo figlio... è donare la tua calma, il tuo amore, il tuo nutrimento, il tempo... Tutta te stessa, la sua mamma (tutto quello che serve ad un bambino per crescere sano).
Un abbraccio,
Valeria
Che bellissimo commento. Grazie per aver condiviso la tua esperienza, sono sicura che aiuterà molti genitori! 🌸
Hai modifiche non salvate -
Carlotta cara,
Attendo il venerdì con ansia :
Adoro i tuoi podcast, e anche questo mi ha fatto riflettere. Sono una mamma peer / consulente volontaria per l'allattamento, e queste tue parole sono state importanti e formative tanto quanto un incontro del mio "gruppo di mamme" ! Sto imparando che ogni mamma ha la propria storia e il diritto di allattare (o no!), e la cosa che più aiuta è sentirsi comprese, capite, ascoltate e non giudicate se si hanno difficoltà in questa fase così delicata della maternità. A mio avviso purtroppo, ancora oggi le neo mamme sono lasciate sole, senza informazioni adeguate né aiuti competenti e soprattutto empatici in materia di allattamento; grazie per questo tuo contributo prezioso ! Un abbraccio Carlotta, è un piacere seguirti ! :)
Sara
Grazie per questo tuo commento, Sara! Sono d'accordo con te, dovrebbe esserci più una comunità (non sui gruppi Facebook, perché io li trovo davvero deleteri) in cui le mamme possano stare ritrovarsi. Io ho avuto un gruppo di mamme che è stata la mia ancora nella tempesta quando sono diventata mamma. Oltre a comunità locali e figure come te (importantissime!), è un mio sogno/progetto creare quella comunità sul mio sito e prima o poi lo farò. 🤞🏻
Hai modifiche non salvate -
Grazie Carlotta per aver condiviso la tua esperienza! Proprio di questo avevo bisogno. Ora che la mia bimba ha 12 mesi, stavo pensando di smettere allattare di notte. Proverò il tuo metodo con l'acqua. Un abbraccio 🤗
Grazie per il tuo commento: per noi l'acqua aveva funzionato con entrambi (anche con Oliver avevo tolto il seno così di notte). Ti consiglio comunque di cercare di non avere aspettative, ma di approcciarlo con curiosità e flessibilità: quello che funziona per noi non è detta che funzioni per voi. 💕
Hai modifiche non salvate -
Grazie. Hai davvero tutta la mia stima come mamma e come persona.
Mi è piaciuto anche il tuo modo di esprimere la tua crescita personale. Sei un grande esempio!
Chiara, grazie infinite per le tue parole! Sono una grande appassionata della crescita personale (perché credo che tutti possiamo intraprenderla), sono felice che arrivi! 🌸
Hai modifiche non salvate -