Preferiti dei bambini

35. Allattamento: la mia visione, i miei errori, la mia esperienza

In questo episodio di Educare con Calma vi racconto la mia esperienza con l’allattamento, con lo smettere di allattare e anche come la mia visione sull’allattamento sia cambiata (anche grazie a un errore di cui mi sono vergognata a lungo).

5 marzo 2021·
31 min
·53 commenti
Aggiornamento 2025: lascio una piccola nota sulla mastite (grazie a Silvia).

Nell'episodio parlo della mia esperienza e delle linee guida datemi dalla mia consulente all'allattamento di allora. Negli ultimi anni, queste linee guida sono cambiate: le indicazioni sono impacchi freschi e mobilitazione del seno (il caldo e i massaggi energici portano ad una maggiore infiammazione di un tessuto già infiammato, come mettere fuoco su fuoco, insomma) oltre a terapia antinfiammatoria e se serve antibiotico dopo coltura del latte.

Carlotta: Benvenuti e benvenute a un altro episodio di Educare con calma. Oggi a grandissima richiesta vorrei raccontarvi la mia esperienza con l'allattamento. Premetto che è da tantissimo tempo che voglio registrare un episodio sull'allattamento e avevo anche una collezione lunghissima di articoli e podcast da leggere e ascoltare per farmi un'idea migliore di ciò che volevo dirvi, ma ho poi deciso di non leggere nulla, di andare a istinto e seguire quello che sento di aver voglia di raccontarvi, quindi questo non sarà un episodio informativo, ma mi limiterò a raccontarvi la mia esperienza d'allattamento con entrambi I miei figli, le mie sensazioni, d'allattamento con entrambi I miei figli, le mie sensazioni durante l'allattamento, il mio percorso di crescita, tra cui anche un aneddoto di cui mi vergogno un po' ma che ho superato e vi racconterò, e poi anche come abbiamo smesso di allattare e perché abbiamo smesso di allattare, su questo magari mi soffermerò un po' di più, perché credo che sia un tasto dolente per molte mamme che sentono di essere arrivate magari al loro limite personale ma non sanno come smettere o si sentono in colpa anche solo al pensiero di smettere e ovviamente parlerò di tutto questo con onestà che è l'unico modo che conosco, senza troppi peli sulla lingua, ma sicuramente con tutto il tatto e l'empatia di cui sono capace, perché so che è un argomento delicato, ma ovviamente come sempre conto anche sulla di sembra essere uno di quegli argomenti che genera sempre discussioni poco produttive, gente che si accanisce una contro l'altra, di quelle che proprio a me non piacciono ma voi sapete che io non credo nel non parlare di temi scomodi e soprattutto credo che sia possibile trattare temi scomodi senza necessariamente puntarsi le dita addosso e credo che se c'è una comunità che può farlo questa comunità siete voi qui sulla tela.

Che ne dite? Ci proviamo? Dai proviamoci! Allora prima di tutto parliamo dell'elefante nella stanza, come si dice in inglese, non so se si dice anche in italiano, al bando I giudizi, hai allattato, non hai allattato, hai smesso due mesi, hai smesso cinque anni va bene, va tutto bene qui non c'è giudizio, anzi non dovrebbe esserci giudizio in nessuna stanza reale o virtuale dove entri ma so bene che purtroppo non è così soprattutto sui gruppi di facebook, sui social media, sul web in generale ovvero ovunque la gente possa nascondersi dietro a uno schermo c'è spesso veramente veramente tanto giudizio e qui ne approfitto per raccontarvi l'aneddoto incriminante quello di cui mi vergogno di cui vi parlavo all'inizio perché purtroppo anche io ho fatto parte di quel gruppo di persone che puntano il dito molti anni fa quando avevo appena iniziato ad allattare Oliver scrissi un post che intitolai Allattare è una responsabilità non una scelta nel post scrivevo cose come come siamo arrivati a credere che un figlio si può non allattare, che il latte artificiale sia altrettanto buono, che allattare sia una scelta non una responsabilità, scrivevo che non condivido chi si nasconde dietro scuse del tipo non ho latte oppure con il mio latte non si sfama e proseguivo scrivendo che queste erano solo leggende metropolitane, che più si allatta più si produce latte, che non ho latte una scusa eccetera eccetera eccetera eccetera.

Se vedeste la mia faccia in questo momento è un mix tra l'emoticon con la mano sulla fronte e quella con gli occhi alzati al cielo. Meno male che allora non mi seguiva ancora nessuno, perché purtroppo oggi so che quelle parole avrebbero potenzialmente fatto molto molto danno, perché le parole fanno danno, sono coltelli affilati e noi siamo I portatori di quei coltelli e quindi siamo gli unici responsabili di come li usiamo. Quel post sono stata appunto di cancellarlo moltissime volte, ma non l'ho mai fatto perché uno. Non sono solita rinnegare il passato e I miei errori e due perché è uno di quei post che mi ricorda quanta strada io abbia percorso e quanto lavoro su di me abbia fatto da allora mi è sembrato però doveroso aggiungere una parte finale con alcune riflessioni di quattro anni dopo perché non trovavo giusto lasciarlo così non perché la mia opinione sull'allattamento sia cambiata non ho problemi a dire che continuo a sostenere che il latte materno sia il più nutriente per il bambino che personalmente se è possibile consiglierei sempre l'allattamento a richiesta e che in un mio personale mondo ideale tutti I bambini sarebbero allattati e tutte le mamme sarebbero felici di allattare, ma siccome non viviamo in quel mio mondo ideale non posso permettermi di giudicare chi non la vede così, non posso permettermi di giudicare chi sceglie di non allattare, non posso permettermi di giudicare chi vive l'allattamento come una scelta e non come una responsabilità, e nemmeno tu puoi permetterti di farlo Io ho conosciuto tante madri che hanno fatto sforzi e sacrifici sovrumani per allattare per settimane, per mesi addirittura, una volta ricordo un'amica a cui gli stessi medici avevano detto di lasciare perdere ma lei non l' accettato, lei voleva allattare e alla fine ce l' fatta, allattato e allattato anche molto più a lungo di me tra l'altro, a queste madri va la mia stima, volevano allattare, desideravano allattare e ce l'hanno fatta anche nelle difficoltà, sono felice per loro, ma ho conosciuto anche tante madri che hanno scelto di non allattare, non parlerò qui di chi non potuto allattare per malattie, quello credo sia un altro discorso, parlo di mamme che probabilmente potevano allattare ma hanno ammesso di non volerlo fare perché c'erano dei campanelli di allarme, magari hanno vissuto da subito l'allattamento come un forte rifiuto, come un'obbligazione, come un riemergere dei vecchi traumi non risolti e allora hanno detto: No, io devo pensare alla mia salute mentale perché quella è la più importante.

Anche a queste madri va la mia stima perché hanno scelto di pensare prima a se stesse e hanno avuto il coraggio di farlo e sono felice per loro, perché non è facile prendere una decisione del genere in una società che punta il dito perché possiamo girarci intorno ma abbiamo spesso il giudizio sulla punta della lingua Siamo abituati così, spesso giudichiamo senza nemmeno pensare, senza nemmeno riflettere, senza nemmeno contare fino a due o tre. A volte perché siamo stati cresciuti da genitori che ci giudicavano in continuazione, quindi il giudizio è l'unico tipo di comunicazione che conosciamo, altre volte perché magari siamo feriti, arrabbiati, repressi, frustrati e lo riversiamo sugli altri, altre volte come per esempio nel mio caso quando scrissi quell'articolo, magari perché non ci abbiamo ancora pensato o magari perché siamo ancora nell'estremo sapete che io credo che a volte si debba passare per l'estremo per arrivare a trovare un proprio equilibrio personale, ecco io allora ero ancora nel mio estremo sulla visione dell'allattamento, allora non avevo ancora fatto il mio percorso personale di evoluzione, di empatia, non ero ancora abituata a mettermi nei panni degli altri in ogni situazione, non ero ancora abituata a pesare le parole, non avevo ancora interiorizzato quanto danno possano fare le parole, quanto danno possa fare la mia opinione personale e sto facendo le virgolette con le dita perché spesso lo diciamo quando sappiamo di stare dicendo una cosa scomoda magari diciamo vabbè ma questa è solo la mia opinione personale ecco e spesso ci sentiamo in diritto di dirla questa opinione personale anche quando di una persona conosciamo solo una minima parte di vita, conosciamo solo la punta dell'iceberg, e il problema di questo atteggiamento è che poi sai chi è la vittima di questa opinione personale che noi ci sentiamo in diritto di dire ed esprimiamo magari senza il dovuto tatto, senza la dovuta empatia, senza pesare le parole la vittima è la mamma che non vuole allattare ma non è forte abbastanza da dirlo, la mamma che sente che c'è qualcosa che non va ma si vergogna a cercare aiuto, perché come può essere che non vuole allattare suo figlio, la mamma che si sente sbagliata perché crede di dover provare così tanto amore per il figlio da volere solo il meglio per lui e il meglio a detta della società è l'allattamento.

E mi si stringe il cuore a pensare a queste mamme, mi si stringe il cuore ancora di più a pensare a una di queste mamme che magari capitò sul mio articolo originale, quello fatto di solo giudizio, quello che mi ero sentito in diritto di scrivere perché tanto era solo la mia opinione personale e mi si stringe il cuore perché immagino come si possa essere sentita quella mamma leggendo le mie parole, quanto danno le ho fatto e vabbè come sempre mi sono dilungata seguendo questi fili della mia ragnatela di pensieri, ma tutto questo era per farvi capire perché quell'articolo che ho scritto era secondo me così sbagliato e perché ho voluto aggiungere le mie riflessioni di quattro anni dopo. Oggi so che la prima responsabilità verso I nostri figli è la nostra salute mentale. Se allattare non fa sentire bene, se anzi fa sentire male, se lo si sente per esempio come una tortura, se lo si odia segretamente, così tanto da sentire di aver voglia di scappare per esempio, non senso allattare e vorrei che si normalizzasse il fatto che queste sensazioni sono possibili e sono anche normali e non sono scuse questi sono campanelli d'allarme segnali della mente a cui bisogna prestare attenzione Parlo spesso di egoismo costruttivo quell'egoismo che mette al primo posto la salute mentale del genitore ed è un egoismo sano perché conoscerci, accettarci e prenderci cura di noi stessi è il primissimo passo per crescere I nostri figli in maniera consapevole nel rispetto a lungo termine come dico io e in alcune situazioni scegliere di non allattare è egoismo costruttivo e adesso magari si alza il polverone perché ho detto che scegliere di allattare è una scelta egoista ma io sono convinta che la verità si possa dire con empatia e rispetto e si possa accettare con altrettanta empatia e rispetto.

La scelta di non allattare quando sappiamo che è scientificamente meglio per il bambino il latte materno, l'allattamento, il contatto che deriva dall'allattamento è una scelta egoista, ma è un egoismo costruttivo perché se quella mamma non si prende cura di sé rischia di compromettere la propria salute mentale e quando un genitore non sta bene il figlio non sta bene e quindi diciamolo dal punto di vista del bambino che abbiamo messo al mondo non allattare è di fatto una scelta egoista ma per alcune mamme è la scelta giusta e questo solo una madre può deciderlo e non dovrebbe mai mai mai sentirsi giudicata per questa sua decisione anche perché per fortuna esiste il latte artificiale non è che il bambino muore di fame quindi smettiamo di giudicare smettiamo di vivere nelle opinioni estreme smettiamo anche di sentirci giudicati, sentiamoci sicuri delle nostre scelte, delle nostre decisioni e normalizziamo le verità, accogliendole con accettazione e rispetto. Ricordo che quando ero incinta di Emily, quindi la seconda gravidanza, l'ostetrica che al corso preparto ci parlò dell'importanza e dei benefici del latte materno ci disse che ogni mamma può allattare se lo vuole, se lo desidera e ci rassicurò che anche quando sembra che non funzioni, se la mamma lo desidera davvero può riuscirci e continuava a ripetere questo: se la mamma lo desidera, l'ho detto tantissime volte, lo continuava a ripetere e sicuramente furono proprio quelle semplici parole a normalizzare la sensazione di una mamma che partecipava al corso e a facilitare un suo commento in cui ci espresse la sua sensazione di rifiuto quando pensava all'allattamento e l'ostetrica le disse qualcosa del tipo se quando avrai tuo figlio tra le braccia appoggiato sul petto per la prima volta proverai ancora questa sensazione non avere timore di ammetterlo a te stessa e agli altri, proprio come hai fatto ora.

Se non vuoi allattare, il tuo corpo lo sente e te lo rende non solo difficile ma anche intollerabile. Ascolta sempre la tua mente, il tuo corpo. Ciò di cui tuo figlio bisogno più di tutto è una mamma serena che si apprezza e si stima e poi le disse anche di non preoccuparsi perché esiste latte artificiale che è un'opzione molto più valida che soffrire ad ogni poppata perché non senso che il pensiero dell'allattamento non permetta di vivere con gioia la gravidanza o I primi momenti o anche I primi mesi con il proprio bambino e io queste parole me le porto dietro da allora e sono sicuramente state il primo semino che cambiato poi tutta la mia visione sull'allattamento e creato in me molta più empatia per coloro che hanno fatto scelte diverse dalla mia e quindi adesso vi parlo della mia di scelta perché come forse avrete capito io ho deciso di allattare entrambi I miei bambini, non ho mai avuto dubbi, non ho mai avuto ripensamenti nemmeno quando ho avuto quattro mastiti di fila e sofferto come solo chi avuto una mastite può capire, insomma non mi è mai balenata l'idea di smettere di allattare tra l'altro visto che poi me lo chiederete io la mastite l'ho sempre e solo curata sotto la doccia bollente con massaggi in profondità proprio come se non gestire una mucca insomma un dolore allucinante ma per me super efficace ma questa è un'altra storia perché mastiti a parte l'allattamento per me è andato sempre alla grande io ero felicissima di avere sempre il cibo con me per I miei bambini ho sempre usato anche il seno come strumento per calmare I miei figli, non ho mai avuto la sensazione o la preoccupazione che questo potesse viziarli, che è un qualcosa che si sente al giorno d'oggi, insomma io ero serena, loro erano sereni smettere di allattare è stata un po' un'altra storia con Oliver è stato facile un paio di mesi dopo che era nata Emily e che io avevo allattato entrambi in tandem, Oliver deciso che il seno era per Emily, un giorno gliel'ho offerto e lui fatto no con la testa e girato la testa di Emily che era in braccio a me verso il seno e io ho tradotto questo suo gesto in parole, perché allora lui non parlava ancora, e gli ho detto allora è per Emily tu non lo vuoi più sei sicuro e voilà così abbiamo smesso, me lo poi richiesto un paio di giorni dopo in un momento di crisi, ma io avevo già visto che era sereno anche senza il seno e allora gli ho ricordato che il seno era per Emily, l'ho abbracciato, gli ho detto sono qui con te e gli ho offerto un po' d'acqua, in quel momento io ho sentito che con la nostra decisione di smettere di allattare che avevamo preso insieme fosse la cosa giusta e allora non ho ceduto.

Con Emily è stata tutta un'altra storia perché la privazione del sonno di cui ho parlato in uno dei primi episodi aveva davvero un effetto nocivo su tutto, si ripercuoteva un po' su tutti gli ambiti della mia vita e a un certo punto anche sull'allattamento Con Emily sono arrivata a provare quella sensazione del non voler più allattare, mi sembra verso I 16-diciassette mesi di Emily, sensazione che purtroppo ovviamente non coincideva con la preferenza di Emily che invece avrebbe preso Titti dal mattino alla sera. Titti è il nome con cui Emily chiama il seno e proprio in quel momento tra l'altro quando io ho avuto questa sensazione di non volere più allattare, Emily avuto proprio questo slancio verso Titti avrebbe allattato veramente ventiquattro ore al giorno perché lei sentiva probabilmente fortunatamente allora io avevo già fatto questo mio percorso di conoscenza di me stessa, di cura personale, di cura della mia salute mentale e quindi riconoscevo I campanelli d'allarme. Nel momento in cui ho cominciato a sentire il rifiuto ho subito agito perché sapevo che il mio non agire e magari ingoiare il rifiuto, ingoiare la sensazione, sarebbe diventato un problema più serio soprattutto perché allora non ingoiare la sensazione, sarebbe diventato un problema più serio, soprattutto perché allora non dormivamo ancora e io non avrei avuto le forze di andare anche contro questa mia sensazione, e quindi che cosa ho fatto?

Ho prima di tutto preso coscienza del mio limite personale e ho personale e ho capito che sì effettivamente volevo iniziare a smettere di allattare, poi ho accettato che questo era il mio limite personale, ho accettato anche che mi sentivo un po' in colpa per questa per questa sensazione, per questa decisione di smettere di allattare prima del tempo, tempo che mi ero prefissa io perché io avevo deciso di allattare fino almeno ai due anni, non perché credo che ci sia un tempo che bisogna rispettare, era una mia decisione, Poi ho preso questi sensi di colpa, li ho accartocciati, buttati per terra, ci ho saltato sopra e poi gli ho dato fuoco perché so che questo è quanto dovremmo fare tutti con I sensi di colpa perché I sensi di colpa non hanno alcun senso nella nostra vita, non offrono alcun insegnamento e soprattutto non sono mai mai mai costruttivi. Io sono stata fortunata perché questo è successo con la seconda figlia e non con il primo perché con Oliver non avevo ancora tutti questi strumenti e quindi probabilmente il senso di colpa avrebbe avuto un impatto, un effetto più grande su di me, sulla mia salute mentale, ci avrei messo probabilmente di più ad arrivare alla decisione di buttarlo via poi dopo aver accolto l'emozione dopo aver accettato il mio limite dopo aver bruciato metaforicamente I sensi di colpa ho fatto un piano d'azione nella mia mente che consisteva in tre parti: uno rimuovere il latte di notte che era il momento in cui pativo di più l'allattamento due ridurre durante il giorno parlando con Emily facendole capire che il seno è mio e tre smettere completamente di comune accordo e ora vi dico com'è andata perché non è successo nulla di tutto ciò e soprattutto nulla è successo come me lo ero immaginata ovviamente perché I piani nella mia esperienza aiutano ad accettare ancora di più la situazione, quindi non dico di non fare piani, se facciamo un piano di solito significa che siamo ancora più pronti a metterlo in atto, ma raramente funzionano raramente vanno come ce lo aspettiamo, quindi come è andato il mio piano?

Uno) rimuovere il latte di notte, allora l'abbiamo rimosso e abbiamo inserito l'acqua, parlavamo molto con Emily durante il giorno alla sera prima di andare a dormire, ne parlavamo di nuovo, le ricordavo che di notte non c'era più Titti, andavamo a riempire insieme la bottiglia, la mettevamo vicino al letto avevamo anche addirittura un piccolo cartellino con scritto Emily sulla bottiglia che questo le era piaciuto tanto e poi idealmente dicevamo ciao a Titti ovvero l'addormentavo senza il seno, Questo non è mai successo, piangeva come una disperata e allora sono tornata sui miei passi ne abbiamo parlato e abbiamo deciso che per andare a dormire poteva prendere Titti e salutarla così per l'ultima volta della giornata e questo era sembrato funzionare perché poi di notte in realtà quando si svegliava io andavo lì o andava Alex e le davamo l'acqua lei magari a volte ma non sempre piagnucolava un pochino ma poi beveva e si metteva giù poi dopo una settimana o forse due la memoria fa cilecca ma veramente subito andava veramente abbastanza bene e poi Emily si è ammalata e quindi sono ritornata nuovamente sui miei passi perché tutto ciò che voleva Emily era Tittittittittittittittittittittittittittittittittittittittittittittittittittittittittittittittittittittittittittitti e il mio istinto mi diceva daglila ne bisogno e così sono tornata a dargliela anche di notte io personalmente non credo che quando si prende una decisione non si possa tornare sui propri passi credo che sia un errore che fanno molti genitori pensare che le decisioni debbano per forza essere definitive e rigide mentre invece va bene la coerenza, è importante la coerenza, ma ci va anche un minimo di flessibilità perché la flessibilità è la bacchetta magica della genitorialità quindi l'ho riallattata di notte finché non stava di nuovo bene e poi abbiamo iniziato di nuovo il processo ma questa volta è andato un po' meglio lo ricordo meno difficile poi se non ricordo male si è ammalata un'altra volta a distanza di poco e quindi sono tornata ad allattarla di notte e quindi poi abbiamo ricominciato il processo quindi insomma è stato un tira e molla ma piano piano senza fretta con più o meno pazienza dipendeva dai giorni dipendeva da quanto avevo dormito dipendeva dal mio umore se avevo la sindrome premestruale eccetera eccetera, comunque ce l'abbiamo fatta.

Questo mi aveva anche liberata un pochino perché ora anche Alex poteva andare a darle l'acqua, e poi mi aveva anche liberata un pochino ora anche Alex poteva andare a darle l'acqua e lei non piangeva disperata come quando invece Alex andava e lei si aspettava Titti, quindi anche se non è stato facile per me in generale è stata un'esperienza positiva e anche con la mia privazione del sonno tra virgolette è andata abbastanza bene. Allo stesso tempo durante il giorno avevo iniziato a mettere in atto la seconda parte del mio piano super piano ovvero dare degli orari più rigidi e iniziare a fare un discorso con Emily ogni giorno sul fatto che Titti fa parte del mio corpo e che il mio corpo va rispettato e che soprattutto lei può prendere Titti solo ed unicamente con il mio consenso, credo che sia stata la prima volta che abbiamo introdotto il tema di consenso in famiglia, Emily aveva circa diciotto mesi ed è stato proprio riguardo a questo episodio dell'allattamento tra l'altro proprio sul consenso vorrei fare un episodio del podcast a tema educazione sessuale perché credo che sia molto importante parlare presto con I propri figli di consenso e introdurre il con I propri figli di consenso e introdurre il concetto, c'ero lì nelle cose da fare prima o poi ci arriverò, questo è stato importantissimo per me perché Emily aveva bisogno di capire che doveva rispettare il mio corpo e quando iniziato a rispettare il mio corpo, rispettare il mio corpo e quando iniziato a rispettare il mio corpo io subito mi sono sentita meglio, molto più rilassata, molto più tranquilla, anche molto più accogliente, a volte magari lei piangeva, a volte non lo capiva ovviamente, ma generalmente in quei momenti quello che io facevo era continuare a ripeterle questo è il mio corpo, continuavo a ripeterle che lei doveva aspettare il mio consenso e che appena avessi avuto voglia le avrei dato Titti e generalmente quello che facevo era calmarla in modo che fosse completamente tranquilla, le dicevo appunto ti capisco sono qui con te e poi quando lei era calma iniziavamo a fare un gioco insieme magari giocavamo per qualche minuto e poi ero io a offrirle Titti perché in quel modo lei capiva che Titti comunque arrivava che non era che le stavo dicendo no ma le stavo dicendo sì alle mie condizioni e quindi Titti arrivava con la mia offerta perché è il mio corpo e il mio corpo va rispettato.

Devo dire che non ci messo molto ed è diventata un'abitudine molto presto quella di chiedere Titti, tra l'altro lei chiede Titti ancora oggi quando magari per esempio sono nuda in bagno sotto dopo la doccia, mi chiede che n'ai touch Titti? Oppure alla sera quando andiamo a dormire lei tocca sempre Titti è così che si addormenta però me lo chiede sempre addirittura me lo chiede anche quando si fa male e voglia di quel conforto perché comunque toccare Tittie per lei è ancora un conforto e quindi arriviamo all'ultima parte del mio piano ovvero smettere completamente di allattare in realtà quando Emily cominciato a rispettare il mio corpo e cominciato a chiedermi tutte le volte che voleva Titti io non avevo più fretta di smettere di allattare e infatti avevamo trovato veramente un equilibrio perfetto che andava bene ad entrambe e quindi avevo deciso che avrei continuato ad allattare la allattavo magari due tre o quattro volte al giorno lei era serena io ero serena e quindi non c'era motivo a quel punto di smettere di allattare avevo accantonato la terza è parte del mio piano e poi ovviamente cosa è successo? Sono finita in ospedale perché la vita non va mai come te l'aspetti ed è per questo che per me poco senso fare piani rigidi e quella volta è stata proprio una dimostrazione lampante di questa cosa io sono finita in ospedale per un'operazione di appendicite dove dovevo andare a casa il giorno dopo e ci sono rimasta un mese per una peritonite e quindi con antibiotici fortissimi abbiamo dovuto smettere di allattare, è stato traumatico, molto traumatico per entrambe perché a quel punto io non volevo più smettere di allattare ero felice di continuare avevamo trovato un nostro equilibrio e ovviamente Emily non era assolutamente pronta a smettere di allattare così all'improvviso è stato sia un periodo difficile per il fatto di essere lontana dalla mia famiglia per un mese in ospedale quindi comunque preoccupata ma è stato difficile anche proprio per il fatto di dover smettere di allattare perché è stato molto triste per entrambe quando sono tornata a casa dovevo comunque continuare a prendere l'antibiotico per una settimana mi sembra e quindi in quella settimana non ho potuto allattarla e quando poi ho potuto di nuovo allattare non mi è sembrato corretto nei confronti di Emily avevamo tra l'altro anche passato lo scoglio del ritorno a casa e che magari in ospedale era ovvio che non l'allattassi ma magari lei si aspettava che una volta a casa avrei riniziato ad allattarla però avevamo anche già passato quello scoglio e quindi sentivo che se avessimo riniziato avrebbe dovuto vivere quella fatica una seconda volta e a quel punto ho messo da parte il mio desiderio e ho continuato sulla via del e ho continuato sulla via del TT è qui puoi toccarla ma non ho più menzionato l'allattamento, ci sono stati dei momenti in cui me l' chiesto però ho preferito essere coerente e costante questa volta e le ho spiegato che non lo facevamo più ho cercato sempre di non mentirle e quindi di non dirle cose come no non è più possibile mentre invece era possibile o che magari non avevo più latte quando invece ce l'avevo ancora il latte perché io in generale scelgo sempre di non mentire ai miei figli le ho parlato quindi proprio come avrei parlato a me stessa le dicevo Emily sono triste anche io che abbiamo dovuto a me piaceva molto darti Titti, ma ora che ci siamo abituate così credo che sia meglio continuare così il fatto che lei oggi sia ancora così attaccata a Titti sicuramente viene anche da questo trauma che vissuto e però non ne abbiamo mai fatto un problema ne abbiamo sempre parlato con serenità a volte credo che noi genitori ci preoccupiamo un po' per nulla o per situazioni per cui non davvero senso preoccuparsi e io credo che questa sia una di quelle nel momento in cui Emily ancora oggi a quattro anni mi chiede di toccare Titti certo io potrei pensare questo è un problema adesso chissà quando smetterà non è sano eccetera eccetera eccetera e invece io penso è normale è naturale, vissuto un trauma e questo è il suo modo di vivere la conseguenza del trauma.

Lo vivremo insieme, lo affronteremo insieme, visto che a me non dà fastidio questa situazione, non mi crea un disagio per metterle di toccare Titti, ho deciso che la accolgo, la accetto e lei deciderà di smettere di toccare Titti con I suoi tempi e quando si sentirà pronta. E con questo credo di avervi raccontato un po' tutta quella che è la mia esperienza con l'allattamento e la mia visione dell'allattamento oggi, un episodio sicuramente molto più lungo del previsto perché mi sono lasciato trasportare, ma spero che vi sia piaciuto, mi piacerebbe veramente tanto che mi lasciaste un vostro commento, una vostra opinione a questo episodio vi ricordo che potete farlo sulla pagina dell'episodio sul mio sito e non mi rimane che ricordarvi che mi trovate anche su facebook e instagram come la tela di carto blog e questa settimana nelle storie di instagram vi svelerò l'ospite di venerdì prossimo perché venerdì prossimo non sarò sola e questo ospite l'ho aspettato a lungo e credo che l'episodio sia venuto veramente molto molto bello quindi non vedo l'ora che lo ascoltiate. E con questo non mi rimane che augurarvi buona giornata, buona serata o buonanotte a seconda di dove siete nel mondo.

Ciao ciao!

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Ciao Carlotta,

sto pian pianino ascoltando gli episodi del tuo podcast a seconda della fase in cui mi trovo e dei pensieri che faccio. Mi aiuta moltissimo sentire una voce differente e ascoltare esperienze diverse e volevo dirti che apprezzo moltissimo che tu sia così analitica ed istintiva allo stesso tempo. Grazie per condividere una parte di te.

Sono in una fase in cui vorrei smettere di allattare, per esplorare altre modalità di addormentamento e perché è diventato anche un po' doloroso.
Mia figlia ha 1 anno e non sembra però pronta a fare questo passo, le ho spiegato che il corpo è mio e va rispettato, che sento del dolore e che vorrei che provasse ad addormentarsi in altro modo, sempre con il mio supporto, va bene, ma senza tetta. Ho introdotto vari rituali e un peluche che si addormenta con carezze e/o ciuccio ma lei non ha mai voluto saperne del ciuccio, mica scema eh?
Secondo te è una battaglia persa e devo aspettare finché non sarà pronta?

Parlo al singolare perché quando siamo a casa per dormire vuole solo me. Se siamo fuori invece si addormenta in marsupio o raramente in passeggino anche con il padre.

PS. Viviamo in Germania e abbiamo già passato un inverno a farle fare più riposini possibili fuori nonostante pioggia vento e neve... ora che è più grande sarebbe bello se dormisse qualche volta a casa!

Grazie per la tua risposta
Elena
Ciao Elena! È difficile per me darti un consiglio su un commento, farei un torto a te e a tu a figlia. Forse lavorerei su due cose: 1. Continuare a parlare del fatto che il corpo è tuo (a 1 anno è piccola, ma piano piano capirà sempre di più: Emily aveva quasi due anni e fa molta differenza); 2. La capacità di tuo marito di metterla a letto: lui è capace o se non lo è impara, ma se tu sei sempre presente è normale che non ci provi. Magari potresti uscire una sera a settimana e lasciare che impari con i suoi tempi e in autonomia? Queste due cose, insieme, piano piano faranno la differenza (e dedicarti del tempo credo che ti aiuterà a sentirti più te).

Ci sarebbe molto di più da dire, ma ti lascio questi due spunti di riflessione. 💜
Grazie mille per i tuoi consigli!
Ci proverò!
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Ciao Carlotta. Bellissima bellissima testimonianza. Ne ho fatto tesoro perché in molte parti mi ci sono ritrovata e mi sembrava di sentire parlare me stessa. Sono Alessandra mamma di Edoardo (5 anni e mezzo), Tommaso (3 anni e mezzo) e Federico ( 3 mesi ieri)... Ho allattato in tandem Edoardo e Tommaso per circa un anno e mi sono praticamente violentata per tutto quel tempo quando non avevo gli strumenti per dar fuoco ai miei sensi di colpa di allora e sentire che non sarei stata meno mamma se avessi esposto ad Edoardo i miei limiti fisici durante la sua suzione. Grazie agli strumenti che ho oggi e che ho appreso nel mio percorso di evoluzione personale, quando ho scoperto di essere incinta di Federico, ho gradualmente e lentamente smesso di allattare Tommaso (tornando di tanto in tanto sui miei passi durante influenze o quando sentivo che lui ne aveva troppo bisogno) prima che nascesse Federico ed è stata una decisione decisamente più saggia del tandem che io personalmente ho vissuto malissimo. Oggi allatto felicemente Federico e anche con lui spero in un allattamento lungo e duraturo, conscia del fatto che, se e quando arriverò a sentire che allattare non mi andra più bene sarò capace di assecondare il mio sentire.
Grazie per tutto il tuo lavoro. A presto.
Grazie per averci raccontato la tua esperienza, più normalizziamo ogni esperienza (ognuna è valida, unica e importante) e meno mamme si sentiranno sole. 💜
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Che bella testimonianza di esperienza. Ne farò tesoro.
Arrivo a passo di bradipo, ma ci tenevo a ringraziarti per il tuo commento. 💜
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Ciao Carlotta, ti ho scoperta un po' per caso e non riesco più a fare a meno dei tuoi podcast. Nei momenti più fragili, quando credo di aver sbagliato tutto ascolto una tua riflessione e mi ricarico.
Scusami se sfrutto questo spazio ma mi piacerebbe sapere cosa ne pensi della mia esperienza.
Mi presento; sono Valentina e ho due bimbi: Samuele di 3 anni e mezzo e Beatrice di quasi 18 mesi, e.....allatto ancora entrambi i miei bambini (ho smesso di dirlo in giro per paura dei giudizi).
Prima di diventare mamma non avevo un' idea precisa sull'allattamento, finchè l'ho provato dal "vivo" e non ho più smesso.
Ci tengo a dire che non non ho fatto una vera scelta, ovvero non sono una guru dell' allattamento a tutti i costi, mi sono solo lasciata trasportare dagli eventi.
I miei bimbi li attaccavo ogni momento in cui sentivo che ne avevano bisogno (nutrimento/coccola/rassicurazione/stanchezza...) e sentivo che quel momento faceva stare bene me e loro e piano piano mi sono fatta trasportare da queste belle emozioni positive anche se la fatica c'è, ma vederli stare bene mi fa dimenticare tutto. Ho allattato durante tutta la seconda gravidanza (scontrandomi con i dottori) e in tandem nel periodo di lockdown e piano piano Samuele ha abbandonato il seno di giorno per richiederlo solo la sera per addormentarsi.
Ora mi ritrovo in un periodo in cui il mio pensiero è: "e se avessi sbagliato a non terminare l'allattamento prima?e se avessi creato una sorta di dipendenza dal seno al mio bimbo? forse non sarebbe stato meno traumatico staccarlo quando era ancora piccolo e non sarebbe stato bene insegnarli ad addormentarsi in un altro modo? e se non si vorrà mai staccare?"
Tutto questo perché ad oggi lui non si addormenta senza il seno e se gli propongo un rituale diverso provoco uno stato di rabbia e frustrazione senza eguali vanificando tutti i miei sforzi quotidiani per ottenere una buona relazione con lui. Mi dico che in questo momento lui non è pronto ad abbandonare il seno e proseguo a "tetta" alta, ma sono anche consapevole che prima o poi dovrà abbandonare il seno e non so più se lo farà lui spontaneamente. E se questo errore lo stessi facendo anche con Beatrice?Se arriverà un giorno in cui dovrò forzatamente togliere il seno provocando così forse più danni emotivi, essendo più consapevoli?
Insomma vorrei tanto trovare il giusto modo per accompagnare i miei bimbi verso il termine dell'allattamento senza che loro leggano in questo gesto un mio rifiuto, una mancanza di amore. Scusami lo sfogo, mi piacerebbe saper cosa ne pensi. Grazie e un abbraccio.
Cara Valentina, grazie per il tuo commento e per averci raccontato la tua esperienza. Onestamente mi senti di dirti che non hai sbagliato nulla: non c'è un giusto o sbagliato, ogni madre è la proprietaria del suo seno e la decisione di come usarlo spetta solo a lei (io non smetterei di dire che allatti ancora, lo direi "a testa alta", come dici tu — che mi ha fatto sorridere). Ovviamente Samuele fa fatica a lasciare andare il seno, è l'unica coccola fisica e primitiva che lo lega ancora a te, che lo fa sentire ancora parte di te: credo che questo attaccamento sia molto bello e per nulla malsano.

Il problema è se lo vivi male tu. Se tu vuoi smettere questa coccola serale, allora lì sì che devi iniziare a lavorare con lui per lasciarlo. E anche in questo non c'è nulla di male, è il tuo seno, è tuo diritto dire basta.

Io credo che lo farà lui spontaneamente, ma credo anche che sia importante iniziare a fargli capire che il tuo seno fa parte del tuo corpo e ha bisogno del tuo consenso per prenderlo (non è un rifiuto o una mancanza di amore, è una richiesta di rispetto). E così poco a poco iniziare il distacco, che non sarà traumatico, se lo farai nel rispetto di entrambi (i pianti ci saranno, ma esprimere le proprie emozioni è normali, non è un trauma). Iniziare già solo a chiederti se ti va, per esempio, invece che esigerlo, potrebbe essere il primo passo.

Se tu sei felice di allattare così come stai facendo, bloccherei le altre vocine dentro di te che ti dicono che è un problema e ti fanno tutte quelle domande a trabocchetto "E se questo errore lo stessi facendo anche con Beatrice?": la risposta è: non lo stai facendo anche con Beatrice, perché non è un errore, è quello che tu, Valentina, sentivi di poter offrire.

Ps. Ho avuto un problema tecnico con i commenti, ma ora sto recuperando! 💕
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Ciao, bellissima questa storia sull allattamento.. Non credo che la tua bimba tocchi il tuo seno perché è rimasta traumatizzata, credo abbia solo trovato un altro modo per stare bene. Il mio bimbo ha lasciato il seno un mese fa dopo una brutta influenza, e anche lui per dormire o per tranquillizzarsi tocca il mio seno.
Può darsi che tu abbia ragione, se solo potessero dircelo loro! 💕
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Ciao Carlotta!
Non smetterei mai di ascoltarti e proseguo questo mio viaggio tra i tuoi podcast come quei momenti che dedico a me isolandomi dal mondo, magari addormentando in braccio il bimbo ma comunque siamo io e te
La mia esperienza con l’allattamento è semplice, il mio primo figlio ha smesso da solo gradualmente, ha abbandonato le poppate diurne, quando ero in procinto di tornare a lavorare la sera ha cominciato ad addormentarsi senza tetta e a 18 mesi l’unica tetta che prendeva la notte ha smesso di chiedermela
Per quanto mi sia dispiaciuto ho amato il fatto che sia avvenuto secondo i suoi tempi, perché veramente tremavo al pensiero, mi dicevano lo lasci piangere, dopo tre notti vedrai che perderà l’abitudine
Mi faceva stare malissimo l’idea
Ora con il piccolo di due mesi ricominciamo e spero di avere un percorso felice come con il fratello e anche se hanno già ricominciato a dirmi che è sempre attaccato, io ignoro e proseguo per la nostra strada
Ieri per la prima volta non ha voluto attaccarsi al seno, a posteriori probabilmente perché era un po’ intoppato e quindi non voleva mangiare anche se aveva fame
Quindi presi dalla disperazione del suo continuo pianto abbiamo comprato il latte artificiale
Non ti dico il dolore che ho provato al pensiero che ci fosse qualcosa in me che non andava, sentimento che il mio compagno non ha compreso e non ha trovato il modo giusto per darmi conforto
Non ero pronta a lasciare l’allattamento ma cercavo di ripetermi che avrei fatto quello che il mio piccolo sentiva che era giusto per lui
Oggi, con il pancino più libero è tornato al seno ed è tornata la mia serenità
Grazie mille per aver condiviso la tua esperienza con noi! 💕
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Cara Carlotta,
Ti seguo da poche settimane e sono già arrivata a questo episodio del podcast!
Mi fa bene ascoltarti, mi dà nuovi spunti e mi rassicura.
Quando è arrivato questo episodio del podcast (ti seguo di continuo su spotify mentre guido..) stavo invocando con tutte le mie forze il fatto che parlassi di questo argomento, ne avevo proprio bisogno..e lui è arrivato!
Ho un bambino di 2 anni e 3 mesi e lo allatto ancora. Questo fatto di per sé genera continui giudizi attorno a me, e questo genera in me confusione, incapacità di essere totalmente chiara e onesta con me stessa riguardo all'allattamento perché non so più se agisco spinta da un desiderio mio o da quello di esprimere la mia volontà indipendentemente dal giudizio altrui.
Non so quale sia stata la tua esperienza in merito ma io da quando Ismaele ha circa un anno (anche poco prima forse) sento continuamente commenti di sorpresa/malcelato rimprovero quando dico di allattarlo ancora. Giudizio che viene sia da persone che nemmeno mi conoscono bene (e allora me ne frego totalmente) sia da persone più vicine, in particolare i miei parenti, cosa che non mi fa bene.
Io ho avuto la fortuna di avere un allattamento senza alcun intoppo, nonostante fossi pronta al riguardo, e che mi ha sempre provocato molta gioia. Il mio bimbo sin da piccolissimo si faceva capire: voleva che quando lo allattavo mi dedicassi totalmente a lui, non parlassi con nessuno né leggessi, potevo solo guardarlo mentre lui si godeva il nostro speciale modo di stare assieme. Per lui, diversamente da altri bambini, si trattava molto più di una coccola che di un semplice nutrimento, motivo per cui lo svezzamento ha ridotto il numero delle poppate ma non ne ha scalfito minimamente l'importanza!
Ora la mia confusione nasce dal fatto che da qualche mese per me il gusto di questo nostro momento un po' si è ridotto, soprattutto la notte perché lui se si sveglia (di solito 1/2 vv a notte) vuole assolutamente solo me e nei momenti di stress in cui può arrivare a chiedermi "titti" (anche lui la chiama così) ogni 10 minuti, per alleviare ogni sua minima crisi o frustrazione. E guarda caso quando è particolarmente in stressato? Quando siamo dai miei! Che già non vedono di buon occhio la cosa e continuano a mandare frecciate e dire che è "viziatino"..
Vorrei fare un "piano d'azione " come avevi fatto tu a suo tempo.. e soprattutto vorrei chiarire i miei sentimenti per capire come comportarmi...
Cara Maria, secondo me prima di tutto accogli e accetta la tua verità di base: che l'allattamento vi ha reso felici finora. Su questa base, nessuno può intaccare quella felicità giudicandola o criticandola. Le persone puntano le dita facilmente e, per una ragione o per l'altra, ultimamente viene preso di mira anche un atto naturale come l'allattamento: lasciati scivolare i commenti addosso. Sorridi e passa oltre. Quando ti criticano, concentrati su quanta felicità vi ha dato l'allattamento e a quanto quel modo di stare insieme presto sarà finito per sempre.

Ma (e c'è un "ma") accogli anche questa nuova sensazione (lecita e legittima) di non averne più voglia e comincia da lì con il tuo piano d'azione: comincia a far capire che il corpo è tuo, che Titti è tua e che potete continuare questo momento vostro e intimo ancora per un po' a patto che renda felici entrambi, quindi sono quando sia tu sia lui ne avete voglia. Questo secondo me è il primo passo. 🙂
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La verità è nel mezzo.se andiamo a vedere i dati sull'allattamento (piuttosto datati ) molto meno della metà delle mamme prosegue l'allattamento oltre il terzo mese. Fa pensare. Fa pensare che non c'è informazione che c'è superficialità.parlo anche per esperienza personale.mamme che non avevano latte, nessuna.la penserei al cento per cento come te se non ci fosse questo dato...
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Ciao Cerlotta,
Ti seguo da pochissimo ma già solo il fatto di ascoltarti mi da la carica per diventare una mamma migliore. Il tema dell'allattamento è delicatissimo e a distanza di 1 anno continuo ad avere il rimorso di aver smesso...
Mi spiego: io ho ADORATO allattare, grazie anche al fatto di non aver avuto particolari problemi e grazie al mio bimbo che voleva la tetta SOLO PER MANGIARE. Non l'ha mai scambiata per un ciuccio e non appena era sazio si staccava (e non voleva nemmeno più stare in braccio...). Dopo lo svezzamento completo (pranzo e cena) lo allattavo a colazione, poi verso le 18 perché era il momento di maggior stanchezza e poi prima di andare a nanna...ma non era lui a chiedermelo. Se io gliela proponevo lui non rifiutava ma lui non la chiedeva mai. Sicché verso i 13 mesi mio marito ha cominciato a dirmi che era ora di smettere, che lo viziavo, che tanto lui non la voleva più e mi ha fatto venire il dubbio che avesse ragione. Così da un pomeriggio all'altro ho smesso di dargliela anche alle 18 e tutto è finito così...senza urla e senza pianti....ma con il rammarico di aver ascoltato altri anziché il mio cuore. Il mio bambino però non se n'è nemmeno accorto...può essere che fosse pronto più lui di me a staccare questo legame????
Arrivo a passo di bradipo, ma arrivo! 🦥

Non posso risponderti a questa domanda, ma posso dirti che credo sia ora di lasciare andare questo senso di colpa, di smettere di vivere con questo rimorso e perfino di "giustificarti" per la tua decisione. Magari è come dici tu, magari era pronto più lui di te, o magari no.

A questo punto non ha più importanza, perché è passato. Quello che credo abbia moltissima importanza, invece, è che tu possa usare questa situazione che ti ha causato rammarico come promemoria per il futuro di mettere te e il tuo cuore sopra gli altri. 🌸
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Ciao Carlotta, ascolto sempre i tuoi podcast e mi piacciono tantissimo, ma questo l’ho volutamente ignorato fino ad oggi. Per me l’argomento allattamento è ancora difficile da affrontare: ho allattato mio figlio in modo esclusivo solo per un mese, per me era una tortura, non stavo bene e di conseguenza usciva poco latte. Leggevo ovunque che l’alimento migliore per mio figlio era il mio latte e decidere di dargli l’artificiale mi faceva sentire una pessima madre e ciò aumentava la mia frustrazione e faceva diminuire ancora di più il latte. Oggi ho trovato il “coraggio” di ascoltare il tuo podcast e posso solo dirti grazie! Grazie di cuore per avermi aiutata a riflettere e per avermi aiutata a perdonarmi perché la persona che mi giudicava maggiormente ero proprio io!
Silvia
Sono felice. Non ho altre parole. Ho provato a metterci tutto l'amore e l'empatia di cui sono capace e sono felice che si senta, per me era molto importante! Grazie per il tuo commento 🌸
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Cara Carlotta, ti ringrazio per questo episodio del podcast perché ti dico la verità: quando ho letto il tuo post sull'allattamento, forse letto anche in un momento un po' delicato della mia storia di allattamento ma comunque, sono rimasta un po' delusa. Non per la tua opinione ma perché dopo tutto quello che avevo letto di tuo, dopo tutto quello che ho ascoltato di tuo mi sono fatta una certa idea della persona che potresti essere e quel post così accusatorio mi ha fatto un attimo vacillare.

Devi sapere che non ho avuto grossi problemi nell'avvio dell'allattamento di mio figlio, a parte qualche irritazione al capezzolo, qualche ingorgo, forse la cosa più difficile è stata capire quanta richiesta avesse il mio piccolo. I primi due mesi mi è parso di averli passati attaccata a quel divano e a quell'esserino che sembrava non saziarsi mai, motivo per il quale a quasi tre mesi la pediatra mi ha dato la famosa "giunta". Devo dire che, nonostante quell'allattamento continuo mi risultasse tanto totalizzante e di conseguenza difficile, l'introduzione del latte artificiale io non l'abbia presa molto bene. Mi ricordo ancora i pianti perché pensavo di essere una mamma incompleta, di non essere più in grado di fare qualcosa di speciale per lui. Inoltre le persone accanto a me non mi hanno sostenuto molto, dicendomi che con il latte artificiale avrei potuto rallentare l'allattamento al seno e questo non ha di certo aiutato il mio benessere al tempo. Fatto sta che ho fatto di testa mia e non ho smesso di allattare, non ho neanche rallentato, ho continuato imperterrita a dargli il seno, prima del biberon, dopo, sempre. Ed ecco che col passare dei mesi quella bottiglietta ha avuto sempre meno attrattiva alle labbra di mio figlio ed ora che sono passati quasi sette mesi, abbiamo iniziato da un po' lo svezzamento e l'allattamento ha continuato come sempre (soprattutto di notte...), i biberon sono lì a riposare sullo scaffale. Li teniamo, per sicurezza, per quando andiamo fuori per tante ore e magari mi è impossibile o scomodo o non ho voglia di dargli il seno. Ma ho vinto io, alla faccia di tutti.

Con questo non voglio dire che sono contro l'allattamento artificiale o che ci sia qualcosa di male nell'aggiunta di latte artificiale ma che, come hai detto anche tu nel podcast, ogni mamma deve fare e dare quello che la fa star meglio, quello che le sembra la scelta migliore per quella diade unica ed irrepetibile creata da QUELLA mamma e QUEL/LA bambino/a.
Grazie mille per aver dedicato il tuo tempo a scrivere la tua esperienza. Credo fortemente che la condivisone vera e onesta possa aiutare tante altre mamme. Grazie di cuore!
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Ciao Carlotta,
vorrei raccontare la mia esperienza (ancora in corso, mia figlia ha quasi sei mesi) con l’allattamento perché nel mio caso il dito inquisitore è stato mosso contro l’allattamento e non a fovore.

La diade composta da me e mia figlio è disastrata per due ragioni.

La prima è che per non so quale misterioso motivo il mio seno tende a infiammarsi praticamente ogni due giorni. Combatto da mesi con dotti ostruiti, ingorghi e mastiti (anche io, come te, curate solo con massaggi profondi sotto la doccia, impacchi freddi per sfiammare e spremitura manuale) e quindi per me il dolore al seno è una costante della mia vita dalla nascita di mia figlia.

La seconda è che a causa di un calo di peso sofferto dalla mia bimba ho dovuto dare delle aggiunte e per salvaguardare l’allattamento, le ho date tramite il sistema DAS. Pensavo fosse solo una situazione temporanea ma non avevo fatto i conti con una cosa importantissima: il temperamento di mia figlia. Sensibilissima al minimo cambiamento, se ha protestato vivamente per accettare il DAS dopo pochissimo tempo ne è diventata dipendente, rassicurata da quel bel flusso abbondante e aggiuntivo di latte. Adesso non si attacca al seno se non con il sondino, a meno che non cerchi il seno per altro che non sia la fame.

Chiunque attorno a me ha iniziato a farmi addosso, dicendomi che ero folle a continuare una situazione del genere, che con il latte artificiale non è morto mai nessuno (verissimo, per carità), che con il biberon potevo delegare la cura di mia figlia a chiunque. Insomma, concludevano dicendomi che ero una fanatica estremista dell’allattamento.

Nessuno è venuto a chiedere le mie ragioni, avrebbero così saputo che allattare è la cosa che più desideravo nel momento in cui ho scoperto di essere mamma. Hanno solo continuato a guardarmi e giudicarmi, quando invece avrei avuto bisogno di qualcuno che mi desse sostegno a metabolizzare il fatto che il mio allattamento non stesse andando così come avevo desiderato, ma che ero la mamma migliore per mia figlia perché ero la sua mamma.

Tutti pronti a giudicarmi folle ed estremista, quando invece avevo bisogno solo di un abbraccio e di un incoraggiamento. Perché in fondo l’unica a poter decidere cosa fare sono io.

Sto sbagliando?
"Fanatica estremista dell'allattamento", quante volte l'ho letto o ogni volta mi rattrista rendermi conto di quanto poco le persone siano responsabili del peso che hanno le proprie parole. Grazie per aver condiviso la tua esperienza con noi!

Ps. No, tu non stai proprio sbagliando. Sei l'unica che può decidere perché il corpo è tuo e l'unica persona a cui devi dare spiegazioni è tua figlia perché la decisione la tocca in prima persona. 🌸
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Grazie Carlotta! Quello che mi porto dalle tue parole è ascoltarsi, capire i capanelli d'allarme e farci i conti, distruggere i sensi di colpa, calpestarli sotto i piedi perchè servono a niente! Sono quasi 4 anni di allattamento per me di cui 10 mesi in tandem, con la prima ho smesso in modo meschino, mentendole, all'estremo della salute mentale, non avendo gli strumenti o non volendo affrontare la situazione per quella che era, in maniera rispettosa per entrambe, anche la mia Rebecca oggi quasi 4 anni non dorme se non tocca la tetta, io accolgo e me la stringo forte e penso che non le mentirò mai più nella mia vita. Adesso inizio a sentire quei segnali di cui tu parli con la mia seconda bambina quasi duenne, fastidio fisico, ho i capezzoli doloranti, e vorrei tanto riavere il mio corpo, dormire in posizioni più comode e non sempre di lato, vorrei non interrompere ogni pasto perchè lei vuole la tetta anche se è sazia, ecco che lo faccio per responsabilità, per mettere il suo bene prima del mio, ma non è un piacere come prima e lo dico con tanto dispiacere. Il pensiero di smettere c'è devo trovare il coraggio e la consapevolezza di farlo. ❤
Grazie a te per queste tue parole, per averci raccontato la vostra esperienza, e spero davvero che le mie parole ti possano aiutare un pochino nel tuo processo 🌸
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Grazie Carlotta. Sei una medicina per me.

Sto vivendo un brutto momento. Anche io, come è stato per te, sono stremata dalla mancanza di sonno. Il mio piccino ha quasi 6 mesi, non dorme mai e quando si sveglia vuole SOLO il mio seno. Sono stanchissima e confusa.
Tutti, pediatra compresa, dicono che devo smettere di allattarlo (per lo meno di notte) per “fargli capire che di notte si dorme e non si mangia”.
Non so cosa fare, in bilico tra un desiderio carnale di voler dormire almeno tre ore di fila (e quindi smettere di allattare almeno qualcuno potrà sostituirmi di notte) e la vocina interna che mi dice “devi allattarlo perché sei la sua mamma”.

Tiro avanti ancora un po’, spero che lo svezzamento porti novità è un po’ di pace.
Ti capisco, è davvero una decisione difficile. Io, sarò sincera, durante i mesi più duri di privazione del sonno, non ho pensato di smettere di allattare, anzi, quella mi era sembrata la soluzione più facile: tenerla nel mio letto e attaccarla appena si svegliava affinché tutti ci riaddormentassimo subito. Certo, non dormivo comunque, ma almeno non dovevo alzarmi dal letto o sentirla piangere se andava Alex (che mi svegliava comunque). Sembra un tunnel infinito (anche se non lo è), ti capisco. Incrocio le dita che lo svezzamento aiuti (ma per piacere, non avere aspettative, perché nella mia esperienza peggiorano). 💕
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La cosa piú bella per me che lascia questo tuo podcast è il pensiero che coerenza non significhi rigidità e quanto mi aiuti a migliorare come persona allenare quasi quotidianamente la mia flessibilitá come genitore. Non solo per quanto riguarda l’allattamento. Credo sia importante che coerenza e istinto trovino entrambi spazio nella relazione con un figlio.
Grazie.
Elisa, innamorata dell’allattamento al seno, mamma di Lena, 9 anni e di Ida, 2 mesi, soprannominata Titti per ovvi motivi!🥰
Grazie, speravo che arrivasse quel pensiero. Coerenza non è rigidità. L’hai riassunto benissimo. 💕
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Un argomento stupendo per tante donne, ma spinoso per altre, che tu come sempre hai saputo trattare con delicatezza, rispetto e sensibilità.
Per me è al tempo stesso meraviglioso ed una spina nel fianco, perchè ho avuto con i miei figli due esperienza diametralmente opposte. Gabriele non sono riuscita ad allattarlo, ed onestamente ancora dopo sei anni non sono riuscita a spazzare via la mia tristezza, perchè lo volevo con tutta me stessa ed è stata una profonda delusione. La causa è stato un mix esplosivo di problemi grossi di avviamento (lui non si attaccava, non riusciva neanche ad iniziare la poppata...subito dopo il parto è stato lontano da me 12 ore e gli hanno dato il biberon, sono certa sia stato quello il motivo), ma avevo iniziato a cercare di risolvere con una consulente, anche se non era semplice perchè io ero sempre attaccata al tiralatte e gli davo aggiunta mia con un sondino (non doveva assolutamente vedere biberon dato che il mancato attacco era dovuto a quello). Poi si è aggiunto un mio improvviso problema di salute, ho dovuto prendere farmaci e tanti medici interpellati dicevano che erano incompatibili con l'allattamento, la consulente invece diceva che potevo continuare (allora io non sapevo, come so invece oggi, che purtroppo moltissimi medici non sono informati e danno per scontato che nessun farmaco si possa assumere). In definitiva, mi sentivo confusa, non sapevo a chi credere, ero stanca e avvilita perchè niente era andato come immaginavo e sognavo, sapevo che ad inizio allattamento si poteva incorrere in problemi come mastiti, ingorghi, ragadi, attacco errato da correggere, ma nessuno mi aveva detto che poteva accadere che mio figlio non riuscisse affatto ad attaccarsi. Inoltre nei tre giorni di degenza in ospedale ero anche stata derisa dal personale, che anzichè aiutarmi mi liquidava con frasi come "non è possibile che non si attacchi" oppure "vabbè ma ancora è solo colostro, non hai latte". Insomma, un incubo. Per un pò ho perseverato, un paio di settimane in cui mi tiravo il latte e lo buttavo piangendo, perchè speravo che una volta terminata la cura avrei potuto riprovare. Poi ho capito che era una lotta contro i mulini a vento, che la cura sarebbe durata mesi, e ho detto addio a ogni speranza.
Ancora oggi mi vengono le lacrime se ci ripenso, perchè ho ancora sottopelle quelle sensazioni di impotenza e delusione, anche se so che non ha senso...razionalmente, con le scarse conoscenze che avevo allora, ho davvero fatto tutto quello che era possibile.
Con Federica è stata tutta un'altra storia, e non perchè con lei non sono sorti problemi, ma solo perchè io ero diversa. Ero molto più informata, molto più determinata e soprattutto sicura di me, come spesso accade col secondo figlio. Intanto lei ho fatto in modo che non me la portassero via la prima notte, è stata subito con me e subito attaccata. Con lei ho avuto inizialmente ragadi, e con la consulente abbiamo corretto l'attacco. Ho avuto diverse mastiti, e una di queste, quando la bambina aveva 3 mesi, è sfociata in un dolorosissimo ascesso mammario, hanno dovuto incidere (senza anestesia, perchè l'infezione era tanto grave che non avrebbe fatto effetto) e svuotare letteralmente il seno dall'infezione, più doloroso del parto in se. Ma non ho mai pensato di mollare un solo istante, le ho dato qualche aggiunta di artificiale nelle due settimane successive all'intervento perchè dal seno operato non riuscivo ad allattare ancora (ma tiravo intanto il latte per mantenere la produzione), e poi abbiamo ripreso per...non smettere più!
Adesso lo sai, lei fra pochi mesi compie 4 anni, e siamo ancora dentro questo percorso meraviglioso, non so quando lei lascerà il suo "lattuccio" (il seno per lei si chiama così), ma sarà semplicemente quando deciderà che non ne ha più di bisogno.
La mia esperienza è di felicità con un retrogusto amaro, non nascondo appunto la mia incapacità fino ad oggi di non sentirmi in colpa con Gabriele.
Ma spero che un giorno, magari quando lui sarà grande e gli spiegherò come sono andate le cose, riuscirò a passare oltre.
Sulla questione giudizi invece, ho fatto un percorso simile al tuo, perchè all'inizio io che desideravo allattare con tutta me stessa e non avevo potuto farlo, non riuscivo a tollerare mentalmente che altre potessero e non volessero. Adesso sono molto più tollerante, le sensazioni personali e il vissuto di ciascuno sono così diversi.
Però è anche vero, secondo me, che tante mamme che scelgono di non allattare, farebbero probabilmente una scelta diversa, se fossero adeguatamente informate e supportate, cosa che ancora oggi in Italia, e soprattutto al sud ahinoi, scarseggia fortemente.
Io nel mio piccolo cerco di incoraggiare e supportare le amiche, ma se sento disagio o chiusura, non vado oltre, ciascuno ha il diritto di essere madre a modo proprio.
Rosalba, grazie mille per aver condiviso con noi entrambe le tue esperienze! 😍
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Grazie Carlotta per questo racconto bellissimo...io sono nella fase in cui vorrei smettere di allattare almeno di notte e riappropiarmi del mio coropo proprio come dicevi tu....il problema è che la mia bimba di 18 mesi è molto testarda e quando ho provato a non darle il seno piange tutte le sue lacrime e io non sopporto vederla piangere, così dopo un pò cedo...non so come fare a smettere di allattarla senza che lei si disperi...sono un pò demoralizzata e non so come agire...
Io ti consiglierei di iniziare dal farle sentire durante il giorno che il seno è tuo e che lei deve rispettare il tuo corpo. A 18 mesi può iniziare a capirlo. Parlale come parleresti a un adulto, spiegale quello che provi (in un momento in cui non vuole il seno) e poi piano piano inizia a ridurre (“ok, ma solo per 5 minuti, mettiamo un timer”: questo inizia a farle capire che sei tu che decidi per il tuo corpo). E poi continua con frasi che portino un piccolo cambiamento ogni volta: “ok, ma prima devo andare a fare pipì”, “adesso non posso, tra 10 minuti sì. Mettiamo un timer?”; “ora non ne ho voglia, vieni leggiamo un libro e poi il seno”. Poco a poco. 😊 È un processo, e secondo me farle capire che il seno è tuo è il primo passo. 💕🤞
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Aspettavo questo tuo pdcast, ero davvero curiosa di ascoltare la tua esperienza riguardo questo argomento!
Io sono mamma di Gioele che oraa ha 2 anni e 5 mesi, avevo da sempre pensato che avrei allattato a richiesta, ma seguendo un piano ben preciso ("a richiesta" e "seguendo un piano ben preciso" fanno un pò ridere nella stessa frase 🤣). Quando ero incinta mi sono detta "lo voglio sicuramente allattare, ma poi quando arriva a 6 mesi basta! Mi sembra già tanto"....poi sono passati 6 mesi e mi sono detta "Erika ma sei proprio stupida! Come hai fatto a pensare di poter smettere dopo così poco tempo! Lui ne ha ancora così tanto bisogno! Bisogna arrivare almeno ad un anno!"....e niente siamo ancora qui super tetta-dipendendi!
Credo che "tetta! sia una delle prime 5 parole che ha detto Gioele!
Durante il lockdown dell'anno scorso, vi ha messa davvero a dura prova, con me non faceva nessuna attività, solo la tetta! Con me non voleva giocare, non voleva leggere, non voleva mangiare....io ero solo la TETTA! Se ci sedevamo a giocare, dopo nemmeno 1 min lo avevo addosso a chiedere la tetta, se uscivamo in giardino dopo 1 min (quando dico 1 intendo proprio 1!) chiedeva la tetta ed erano disperazioni!
Questa tragedia finiva appena sparivo io, e con me la tetta! Sono arrivata a pensare che io e la tetta gli stessimo creando un disagio, ho iniziato a pensare che lui non stesse bene con me, che non provasse nessun piacere a fare con me attività che non riguardassero la tetta. Ho pianto, caspita quanto ho pianto, dicevo di voler smettere, dicevo che non ci riuscivo, che le sue urla mi facevano venire un tale nervoso, che non lo sopportavo....forse, semplicemnete, non ho mai voluto smettere!
Nella fase disastrosa provavo a parlargli, dirgli che dovevamo un pò rallentare, che il corpo era mio, che volevo che chiedesse "il mio permesso" e che non volevo che mi si lanciasse a capofitto dentro la maglietta....questo lo sa da quando è molto piccolo ma, a volte, anche tra il sapere e il fare c'è di mezzo il mare!
Finito il lokcdown, la situazione ha iniziato a migliorare un pò...ma la vera svolta c'è stata da qualche mese a questa parte! Ho iniziato a ridurre la tetta durante la giornata, ora durate il giorno abbiamo quasi appuntamenti fissi:la mattina appena sveglio, il pomeriggio per addormentarsi (se ci sono iio a casa o se non è con la sua dada), la sera prima di dormire. Poi ovvimente ci sono i momenti in cui ha bisogno di consolazione, che gestico in modo differente a seconda del caso.!
Nei momenti in cui vuole la tetta per noia o senza un apparente motivo, sa che la può prendere per 10 secndi! La "regola dei 10 secondi" per noi è stata una svolta! Viene proprio lui e mi dice "mamma titta dieci!".
E per quanto riguarda il toccare la titta, bhe, credo che lo farà per l'eternità 🤣🤣🤣🤣 "titta mano!" credo la sua seconda frase preferita!
La tetta di notte invece è ancora un argomento su cui dobbiamo lavorare molto (e non vedo lora!) ma piano pianp ci arriveremo!

Scusa la lungaggine....ma hai chiesto di condividere e l'ho fatto 😊😊😊
Erika, grazie infinite per aver condiviso la tua esperienza, aiuterà tante mamme! 💕
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Complimenti davvero per come hai trattato questo tema! Non era affatto facile affrontarlo con tale tatto ed empatia.
L'unica cosa che mi spiace, e che non hai menzionato nel post, è il dispiacere per tante mamme che vorrebbero allattare ma non trovano ostetriche o pediatri sufficientemente competenti per aiutarle a superare le difficoltà, è che anzi perpetuano vecchi miti sull' allattamento al seno.
Io mi vergogno un po' per come ho smesso di allattare il primo bimbo, con cerotti e bugia...alla luce anche dei tuoi consigli spero di fare di meglio col mio secondo che al momento è ancora super allattato.
Ps. Ti ho riscoperta da poco e davvero hai fatto una evoluzione incredibile come persona in pochi anni.
Hai ragione! Ci ho pensato, ma non ne ho parlato perché non ne ho avuto esperienza personale (nemmeno tramite racconto di amiche). Ma ti ringrazio per averlo scritto tu qui, perché so essere ancora una realtà, purtroppo (ne scriveva anche Rosalba in un commento qui). 😢

Ps. Grazie mille! Una delle mie frasi preferite è: “Evolvi così tanto che gli altri debbano tornare a conoscerti da zero”. 💕
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Ciao Carlotta! Episodio bello ricco come sempre. Sono d'accordo con te che quello che desidera la mamma è fondamentale, ma penso sia importante sottolineare che questa scelta va considerata in entrambi i sensi. Io volevo allattare, ce l ho messa tutta, ci sono riuscita e proseguo tutt'ora, ma non mi sono sentita per niente sostenuta in questo. Forse perché ho due gemelle, tutti
intorno a me, dal personale sanitario ad amici e familiari, continuavano a dire che non ci sarei riuscita, che mi sarei stancata, che non era possibile che mi bastasse il latte. Dopo il problema è stato che ero sempre a seno scoperto, che le allattavo in continuazione etc etc..Questo non è sostegno dell'allattamento o comunque della mamma. Come hai detto tu, bisogna normalizzare il desiderio della mamma. Così come ho sentito un miliardo di volte di mamme che non allattano o che aggiungono artificiale perché il latte non basta. Questo non fa bene, sia che la mamma non voglia sia che voglia. È un tema che mi è molto caro e l'hai trattato con giustizia, grazie. Penso che fara' bene a molte donne.
Grazie per aver parlato anche di questa realtà. Io non l'ho vissuta direttamente (o indirettamente), e per questo non ne ho parlato, ma credo che leggere la tua testimonianza possa aiutare molte mamme. Grazie!
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