57. Come ho trasformato il mio blog in un lavoro che può mantenere la mia famiglia
Warning: ci ho messo tutta l'onestà e la trasparenza di cui sono capace. Dico "warning" perché a volte esprimere di essere soddisfatti del proprio successo viene interpretato come arroganza: spero non sia così.
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Carlotta: Benvenuti e benvenute a un altro episodio di Educare con Calma se approdate su questo podcast oggi io sono Carlotta e sono la creatrice della piattaforma trilingue per genitori w w w punto la teladicarlotta punto com dove trovate questo podcast, un blog dedicato alla genitorialità, all'educazione alternativa soprattutto Montessori e I miei corsi online per genitori ed educatori: educare a lungo termine e co-scholing, educare in casa. Ecco ogni tanto ci va perché per la maggior parte degli episodi è un po' come se mi sedessi sul divano con una tazza di tè e parlassi con amici e amiche anzi adesso sarò sincera vi farò ridere ma sono semi sdraiata sul letto con il computer sulle gambe e il microfono sul computer quindi diciamo che va beh dai un po' di professionalità a volte ci sta ora detto questo oggi mi piacerebbe rispondere a una domanda che ricevo almeno una volta a settimana da anni Non scherzo, lo dico davvero, una volta a settimana o due volte a settimana da anni ricevo questa domanda, che non riguarda tanto la genitorialità o almeno non riguarda solo la genitorialità, ma sicuramente riguarda la calma, la pazienza, il saper aspettare. La domanda è questa: come aspettare.
La domanda è questa: come hai trasformato I tuoi corsi online e il tuo blog nel tuo lavoro? La risposta potrebbe sembrare facile ma in realtà sfumature di bravura ma anche di fortuna di capacità di perseveranza di disciplina ma anche di momenti giusti nel posto giusto ecco è un mix di tutto quindi non sarà facile rispondere ma ci proverò di tutto questo tra l'altro ho già parlato anzi non di tutto ma di quasi tutto questo questo episodio sarà molto più completo ma ho già parlato in una newsletter dell'inizio del duemila venti tra l'altro se siete membri della tela vi ricordo che se andate sul mio sito e accedete al vostro account nella vostra area personale oltre ai corsi e ai libri che eventualmente avete comprato trovate anche le newsletter passate potete leggerle o rileggerle perché ogni volta che invio una newsletter qualche mese dopo poi la aggiungo anche al sito per la community. Ora, come dicevo prima, rispondere alla domanda a cui vorrei rispondere oggi non è semplice, ma più che altro perché devo ritornare indietro nel passato, nel tempo. Sono nata nel lontano mille novecentottantacinque, no sto scherzando non così indietro, mi sarà venuto un colpo.
Allora perché devo ritornare indietro? Perché nella vita le cose raramente succedono per caso, ma è anche vero che se non hai coerenza e se non lavori verso un qualcosa, anche se non sai esattamente che cos'è, anche se non sai ancora davvero quale sia la meta, alla meta ovviamente non ci puoi arrivare non so se questo senso nella vostra mente ma per me è la chiave di questa storia che vi racconterò oggi perché io non avevo l'obiettivo di lavorare sul web ma tutto quello che ho fatto e tutte le decisioni che ho preso da tredici anni a questa parte mi hanno portato qui dove sono oggi ma ovviamente se pensiamo alla nostra vita come una serie di puntini non possiamo collegare I puntini guardando avanti possiamo collegarli solo guardandoci indietro come diceva Steve Jobs, indietro come diceva Steve Jobs quindi all'epoca quando prendevo le decisioni che ho preso in realtà io vedevo solo il breve termine non avevo un obiettivo a lungo termine chiaro e preciso come invece ho adesso però prima di iniziare a raccontarvi il tutto faccio un'ultima premessa vorrei raccontare questa storia con sincerità perché ho scoperto da quando faccio questo lavoro a tempo pieno che online ci sono davvero troppi blogger e digital nomads ovvero coloro che viaggiano mentre lavorano come facciamo noi che in realtà fanno credere che quello sia il loro unico lavoro mentre invece non lo è e quindi trovo che ci sia poca trasparenza sul come queste persone si mantengono e a me questo non piace perché il problema di lavorare online è poter lavorare solo online non c'è nulla di male se uno un blog che gli dà qualche entrata già solo quello è difficilissimo arrivarci e quindi tanto di cappello ma io personalmente non apprezzo quando l'entrata principale è data magari da un lavoro di ufficio e invece ci si spaccia come il blog il cui blog è il proprio lavoro principale ecco io questo non l'ho mai fatto e vabbè ora ci arrivo adesso vi racconto tra l'altro se sentite dei rumori di sottofondo è perché siamo in una ho appena sentito un cane abbaiare non so se l'avete sentito anche voi c'è un trattore in sottofondo non so cosa stiano facendo però vabbè questa è la vita del viaggiatore a tempo pieno ok iniziamo dal duemila sette anzi no, iniziamo da venti anni fa quando avevo quattordici anni, ventuno anni fa perché ne ho trentacinque, se volevo uscire con le mie amiche mia madre spesso mi diceva se hai I soldi puoi uscire.
Io da che ricordo forse dai 13-quattordici anni in su, ma forse anche prima I miei genitori magari si ricordano meglio, io mi ricordo addirittura piccolina di dieci anni, ho spesso lavorato o per aiutare al bar dei miei genitori, soprattutto ricordo il periodo della fiera o in pizzeria e pub per guadagnarmi dei soldini e poter uscire con le mie amiche per una cena, un cinema, eccetera eccetera. Se non c'erano soldini non c'era cena e non c'era cinema, spesso e volentieri. Quindi che sia o meno il messaggio che mia madre voleva mandarmi io sono cresciuta con questa idea del devo guadagnare perché devo imparare a contare solo su me stessa a livello finanziario e c'è una ragione ovviamente per cui mia madre era così lei perso suo padre quando aveva diciassette anni e per una serie di eventi dovuto iniziare a prendersi cura economicamente non solo di se stessa ma anche della sua famiglia quindi lei da genitore ci a me e a mia sorella sempre cercato di trasmettere l'importanza dell'essere indipendenti economicamente questo è stato però sia un bell'insegnamento sia un bagaglio pesante un bagaglio perché per esempio nella mia relazione con Alex causato molti problemi all'inizio, c'è stato un momento lungo della nostra relazione in cui lui guadagnava moltissimo di più di me.
Per esempio, all'inizio della nostra storia, un anno circa dopo averlo conosciuto, io mi sono laureata e schiavo qui e là come traduttrice guadagnando una miseria, ma insistevo nel pagare tutte le mie cose anche se Alex mi diceva in continuazione lascia che ti aiuti finché hai bisogno finché ti metti in piedi e io invece ero orgogliosa e non riuscivo a farmi aiutare a cuor leggero, magari proprio per tutti quegli insegnamenti e quella mentalità che mi era stata trasmessa. Magari proprio per tutti quegli insegnamenti e quella mentalità che mi era stata trasmessa quindi alla fine magari usavo I miei risparmi pur di non usare I suoi soldi e vabbè non era proprio molto smart che poi chiariamo due cose io credo che sia assolutamente positivo volere ricercare l'indipendenza economica soprattutto per una donna ma credo che sia anche importante lasciarsi aiutare nella vita soprattutto dalle persone che ci amano e che non ce lo rinfacciano e due non è che io non mi lasciavo aiutare da Alex, a quell'epoca io non avrei mai potuto per esempio aiutare a pagare l'affitto dell'appartamento in cui mi ero trasferita con lui che era il suo appartamento lui aveva già da parecchi anni e quindi lo pagava lui, ma questo a me faceva soffrire, mi faceva sentire da meno proprio per l'educazione che avevo ricevuto, mentre invece credo che per esempio se tornassi indietro con la consapevolezza che ho oggi probabilmente avrei riflettuto con Alex da subito della possibilità che invece di pagare lui tutto l'affitto e le mie spese per aiutarmi mi desse invece una sorta di stipendio interno con il quale contribuire a pagare le mie spese personali e io sono sicura che lui l'avrebbe trovata un'idea geniale perché adesso che lo dico ho addirittura reminiscenza di conversazioni molto simili che ho avuto con lui all'inizio in cui però io non mi permettevo di abbassare la guardia non permettevo al mio ego di abbassare la guardia ok mi sono lasciata trasportare un po' da questa ragnatela di pensieri ma questa è una premessa secondo me fondamentale per capire poi dinamiche più avanti nella storia che vi racconterò.
Ok arriviamo adesso al duemila sette che è stato l'anno in cui ho aperto il mio blog. Alex mi vedeva sempre scrivere sulle mie infinite moleskin e allora mi detto una volta ma perché non scrivi su un blog? E io l'ho trovato interessante come idea ma non è che ne abbia fatto mai un obiettivo, a me piace scrivere e scrivevo invece che sulle moleskin scrivevo sul mio blog sicuramente sul mio blog tra l'altro potrete ancora trovare articoli di allora perché io generalmente non rinnego il passato e quindi quello che si è salvato dai vari spostamenti di piattaforme eccetera è ancora lì. Ho presto scoperto di essere una pioniera in Italia soprattutto sugli argomenti che scrivevo che erano molto ispirati al lavoro di Leo Bauta che è un americano che aveva un sito chiamato Zen Habits di cui a volte io traducevo I post dall'inglese all'italiano e poi era tutto molto sul mindfulness, sull'evoluzione personale già allora, su obiettivi insomma di meditazione per essere più sereni più calmi e quindi ecco ogni post c'è stato un periodo in cui ogni post aveva centinaia di commenti e oserei dire tanto seguito perché oggi io so bene la fatica che si fa ad avere molti commenti su un post del blog anche perché le cose sono cambiate oggi si tende a commentare di più sui social che sui blog cosa che a me tra l'altro dispiace moltissimo perché io trovo il blog un'esperienza molto più personale molto più privata diretta ma vabbè ma nonostante il successo del blog che io avevo completamente sottovalutato forse allora essere una delle pioniere e andare controcorrente mi faceva paura oggi non più tutta la mia vita è controcorrente senza volerlo ma lo è e mi faceva paura forse soprattutto perché arrivavo da un paese l'Italia dalla mentalità molto accademica ovvero se non hai un titolo non sei nessuno e quando hai il titolo se non lavori nel tuo campo non sei un professionista perché solo se lavori nel tuo campo sei un professionista che per me è una grande grossa grassa ma magari ci arriverò dopo forse no non lo so quindi che cosa faccio siamo nel duemila sette decido di trovare un lavoro vero, lo metto tra virgolette, lavoro per un paio di agenzie di traduzione, traduco perfino un libro tra l'altro, ho tradotto il libro di Vitali Vitaliev che si chiama Passport to Enclavia, passaporto per Enclavia, bellissimo resoconto sulle Enclavie europee che se trovate ancora in libreria o in biblioteca vi consiglio di leggere, ma ben presto scopro che la traduzione letteraria che allora era il mio obiettivo finale nell'ambito della traduzione è una nicchia quasi impenetrabile e tradurre manuali non mi ispirava affatto, non mi interessava.
E allora che cosa faccio decido che preferisco lavorare per me stessa e creo un'accademia di lingue che chiamo proprio Enclavia dal titolo del libro perché io mi sentivo sempre un po' come una enclave italiana in Spagna quasi una dualità desiderosa di allontanarmi dalle mie radici per accogliere la terra che mi stava ospitando e fare in modo che questa terra mi accogliesse ma ancora molto mentalmente legata all'italianità che mi caratterizza o che mi caratterizzava anzi. Quindi con l'aiuto di Alex che un buon lavoro e che mi appoggia lascio la traduzione, la traduzione qua siamo forse già nel duemila otto e penso a quali siano le mie forze e le mie abilità e inizio così quasi per caso con un amico a insegnare inglese da lì creo un vero e proprio impero tra virgolette ma è così che lo definivo per otto anni insegnando inglese a grandi e piccini a Marbeia perché il mio business veramente era cresciuto a dismisura spesso lavoravo dieci ore al giorno avevo altri insegnanti che lavoravano per me le formavo insegnavo loro I miei metodi e insomma ero cresciuta cresciuta cresciuta e mi sentivo davvero felice dei miei risultati perché spesso arrivavo a guadagnare un buonissimo stipendio mensile e era tutto frutto del mio sacco me l'ero costruito da zero il blog però non l'ho mai abbandonato ma è rimasto un passatempo insomma io scrivevo perché la scrittura così come il ballo sono le mie terapie ma non avevo alcun progetto serio a lungo termine per il blog.
Ok, facciamo adesso un salto in avanti al duemila quattordici perché appunto in quegli otto anni ho solo lavorato come insegnante di inglese a Marbeia e nel duemila quattordici rimango incinta per la prima volta e diciamo che proprio detta così spontaneamente mi mangio le mani, perché comincio a essere stufa di guadagnare in base alle ore che lavoro inizio a pensare che il tipo di lavoro che sto facendo non sia poi così compatibile con l'essere mamma perché io durante la gravidanza avevo chiare due cose: uno non volevo lasciare mio figlio con una babysitter o portarlo al nido ogni giorno per lavorare e attenzione sto parlando non solo di mie preferenze ma anche di opzioni che io all'epoca avevo perché Alex aveva un ottimo lavoro quindi io potevo stare a casa se volevo a fare la mamma e so che non tutti hanno questo privilegio quindi spero con le mie parole di non offendere nessuno ecco io sto parlando della mia preferenza e delle opzioni che avevo io e due avevo perso moltissima passione nel mio lavoro mi rendevo conto che andavo avanti proprio perché avevo degli obblighi verso I miei studenti anche perché il mio business di lingua era un po' il mio primo bebè e quindi continuavo ad andare avanti però davvero non sentivo più quella passione non vedevo possibilità di crescere se non rimanendo legati al territorio ovvero magari prendendo uno studio a Marbeia dove creare un vero e proprio team di persone andavo perfino a vedere alcuni locali ma nessuno mi convinceva e quindi insomma alla fine non facevo mai quel passo in avanti che era necessario per crescere per crescere ancora di più.
Per crescere ancora di più e questo ho poi scoperto dopo perché si collegano I puntini guardando indietro la vita aveva in progetto tutt'altro per me ma ovviamente questo non lo sapevo ancora Ok, Gallo di nuovo Durante la gravidanza ho scoperto Montessori e ne sono rimasta affascinata, ho iniziato a leggere, a studiare, a fare corsi online, mi sono immersa completamente nella filosofia e quindi arriviamo al duemila quindici. Ora sono mamma a tempo pieno, lavoro ancora come insegnante di inglese ma non ho famiglia vicina né aiuti e non voglio cedere all'idea di fare anzi di portare Oliver al nido perché non la sento una scelta che mi rappresenta. Alex ovviamente è la ragione per cui posso mantenere il mio lavoro perché lui un lavoro flessibile e quando io ho lezione lui sta con Oliver ma tra l'altro prima ho detto ero mamma a tempo pieno e poi ho detto che lavoravo ecco perché io non credo che siano che uno escluda l'altro ecco io ero mamma a tempo pieno ma lavoravo ma il fatto che lavorassi non significava che non fossi mamma a tempo pieno vabbè ragnatela di pensieri. Ora tutto questo periodo mi fatto capire che avevo bisogno di cambiare qualcosa quindi faccio un piccolo passo avanti decido di occuparmi solo della metà delle mie lezioni di inglese e l'altra metà l'affido a un insegnante che lavora per me.
Le lezioni che mantengo tra l'altro sono tutte a casa mia e alcune le organizzo durante I pisolini di Oliver che dorme molto di pomeriggio e quando si sveglia è felice di stare in braccio mentre io finisco lezione quindi era tutto molto familiare avevo mantenuto gli studenti che erano I miei studenti da tutta la vita praticamente cioè da tutta la vita nel senso negli ultimi otto anni e che quindi eravamo quasi più come amici ecco e poi tra l'altro ovviamente tutti loro speravano che Oliver si svegliasse per poterlo tenere in braccio però poi la lezione finiva ok però è in questo momento che un'idea comincia a farsi strada nella mia mente Forse l'online alla fine era davvero la strada giusta e quindi comincio gradualmente ad abbandonare ancora di più il mio business di lingue e investire sul blog e mi viene l'idea di creare un corso online su come Montessorizzare la casa perché avevo fatto infiniti corsi io stessa sulla stessa tematica in spagnolo e inglese avevo Montessorizzato a quel punto forse già due case per Oliver e in più era qualcosa che mi appassionava tantissimo e volevo condividere con gli altri. Quindi decido di provarci.
Ovviamente questo corso non si scrive da solo, quindi quando Oliver dormiva di pomeriggio oppure quando io non avevo lezioni oppure soprattutto di notte mi sedevo alla mia scrivania gialla e scrivevo anche quando ero stanca, anche quando non ne avevo voglia e lo facevo sempre con tre pensieri ben chiari in mente: uno. La passione ce la si crea, non si trova. Sapete la frase che bisogna trovare la propria passione nella vita? Ecco, io non ci credevo, già da molti anni avevo perfino scritto alcuni articoli a riguardo sul blog, ve li lascio nelle note. Due.
Non si fa ciò che si ama ma si impara ad amare ciò che si fa e questo per me era stato verissimo nel mio lavoro di insegnante. Io all'inizio prima di creare questo business dell'Accademia di Lingue non volevo nemmeno fare l'insegnante era proprio lungi da me fare l'insegnante eppure poi è diventata una vera e propria passione che mi dato tantissimo tantissimo tantissimo mi fatto conoscere persone che sono ancora nella mia vita oggi e un po' lo stesso era con questo corso che stavo scrivendo ecco quando ho iniziato a scriverlo mi sono resa conto che forse non era esattamente quello che mi ero aspettata ecco perché mi piaceva Montessorizzare la casa ma tutt'altra cosa era invece scriverne però appunto io sapevo che si impara ad amare ciò che si fa e quindi ho continuato e la costanza è il punto tre nel senso che la costanza prima o poi dai frutti e questo era una di quelle cose che continuavo a ripetermi la costanza prima o poi dai frutti e anche questa era qualcosa che mi aveva insegnato il fatto di aver creato dal nulla un business di successo come quello dell'Accademia di Lingue e quindi in un certo senso avevo questo pensiero del l'ho fatto una volta posso farlo di nuovo, posso creare di nuovo qualcosa da zero, quindi non avevo paura di lanciarmi in un nuovo progetto.
Ecco questi erano I tre pensieri chiave nel mio processo di reinventarmi nel lavoro che diciamo ovviamente andava un po' anche di pari passo con il reinventare me stessa. Così nel duemila sedici inizio a cambiare il focus del mio blog e a scrivere di maternità, di multilinguismo e soprattutto di Montessori. Rendo il blog trilingue perché mi rendo conto che tanto scrivevo in inglese perché è la lingua in cui penso, ma poi traducevo in italiano perché così anche la mia famiglia mi poteva leggere e allora perché non tradurlo anche in spagnolo visto che vivevo in Spagna. Ecco detto fatto ho iniziato il blog trilingue che ora devo dire che un po' mi pento perché è veramente un impegno enorme tradurre tutto ciò che scrivo in tre lingue perché faccio tutto da sola ovviamente ma vabbè vedremo se in futuro non sarà più sostenibile prenderò delle decisioni perché nulla è fisso e scritto nella pietra. Sempre nel duemila sedici pubblico anche il mio primo corso online come Montessorizzare la tua casa che miracolosamente vende un pochino perché negli anni passati come vi avevo raccontato io non avevo mai davvero abbandonato il blog e in più avevo una newsletter di poche centinaia di persone che però mi seguivano attivamente ecco io non sono una media manager non faccio questo di professione non so neanche insomma non sono una di queste che sa come si fa un blog ma a chiunque voglia iniziare un blog o un sito in generale io consiglio davvero sempre di creare una newsletter e coltivarla come se fosse un bebè perché arrivare direttamente nella posta elettronica delle persone è un privilegio immenso e comunica molto meglio e molto più direttamente di qualsiasi social media, instagram, facebook, qualsiasi cosa che può da un momento all'altro scomparire.
Ok momento pillole di saggezza terminato. Ora la verità a questo punto siamo nel duemila sedici io non so esattamente dove sto andando sapevo che il lavoro mi piaceva, lavoravo bene da sola, mi piaceva la flessibilità e l'indipendenza di orari che mi dava, sapevo che le lezioni di inglese che stavo ancora portando avanti avevano davvero vita breve e quindi in realtà mi stavo preparando psicologicamente a lasciare quello che era stato il mio lavoro per otto anni, nove anzi e poi c'è anche la novità che molto inaspettatamente sono incinta di nuovo, quindi diciamo che non sapevo dove stavo andando ma continuavo a camminare stabilmente a produrre materiale a vendere il mio piccolo corso online che insomma stava vendendo ovviamente non grandi cifre ma comunque già solo vendere come dicevo prima online è un traguardo e guardandomi indietro perché I puntini si possono poi collegare solo guardandosi indietro come ho detto prima capisco che questi erano gli anni di preparazione quindi arriviamo al duemila diciassette ora I bambini sono due perché Emily è nata l'ultimo giorno del duemila sedici io ho un prodotto tra le mani il mio corso online che come vi dicevo mi dà una piccola entrata ho un blog con un discreto seguito una lista di persone iscritte alla newsletter I social media sono ancora inesistenti, completamente inesistenti forse all'epoca non avevo nemmeno ancora una pagina Facebook per non parlare di Instagram e inoltre ho pochissime ore di sonno all'attivo per via di Emily era il primo anno della privazione del sonno che è stato un autentico shock se volete saperne di più andate a cercare uno dei primi episodi di questo podcast ma nonostante io sia un mezzo zombie ho davvero tanto tanto entusiasmo per questo nuovo progetto ed è molto più di semplice entusiasmo perché ora sentivo di avere finalmente un obiettivo e si stava facendo strada prepotentemente dentro di me questo obiettivo di portare l'educazione alternativa a Montessori a lungo termine nelle case degli italiani.
E quindi il duemila diciassette forse è quando ho pensato di poterci riuscire davvero, anche l'entusiasmo era anche dato dal pensavo di lasciare il mio business che mi stava un po' prosciugando mentalmente, quello dell'Accademia di Lingue e quindi ecco questo mi dava più carica perché a questo punto ero arrivata proprio un po' alle ultime gocce che fanno traboccare il vaso e praticamente già solo l'idea di lasciarlo e di dedicarmi completamente a un progetto invece che a due lavori uno notturno e mezzo notturno non era male ecco, ma ovviamente la parte più difficile del cambiamento è il cambiamento, cambiare e fare quel passo fuori dal cerchio della tua zona di comfort e dire ok ora prendo questa strada, questa è la mia nuova strada, se non l'avete mai fatto fa paura terrorizza anche per chi come me in un certo senso non doveva davvero buttarsi in mare aperto ma aveva una zattera di salvataggio che era Alex comunque il cambiamento fa paura Ma, ma, perché c'è un ma, anche se avevo paura di lasciare un lavoro che mi portava ancora un buon guadagno, ovvero le mie lezioni di lingue, anche se mi terrorizzava l'idea di sbagliare a buttare all'aria anni di sacrificio per creare quel business e tra l'altro una reputazione molto solida a Marbeia anche se mi sembrava di non avere ancora un'identità al di fuori dell'insegnamento anche se la sindrome dell'impostore assistente Montessori certificata al Maria Montessori Institute di Londra per le fasce d'età tre sei e sei dodici e questo lo dico non perché credo che sia importante ma perché allora anche se sapevo tanto quanto insegnanti montessoriane ed educatrici della disciplina positiva che io stimavo moltissimo la mia vecchia mentalità del titolo uguale professionista esperto non mi permetteva di riconoscere quanto davvero io sapessi dopo quei due anni di studi intensivi per conto mio non mi permetteva di riconoscermi la mia estesa conoscenza in campo dell'educazione quindi mi sentivo ancora scomoda ma appunto nonostante tutto questo che ho appena detto avevo già questa idea che il cambiamento è una grotta oscura in cui bisogna entrare per trovare il tesoro e allora ho capito che era ora di affrontare la paura ed entrare nella grotta.
Ho lasciato la mia accademia di lingue, era il duemila diciassette, dando tutti I miei studenti e contatti a un insegnante che lavorava per me e mi sono dedicata all'online al cento por cento. È così che sono diventata blogger e autrice di corsi online a tempo pieno. Ora, non è finita qua, questa è una bella storia con un lieto fine, ma prima vi ho detto di quanto non mi piacciono I blogger che mentono sui propri guadagni e su come si voglio aggiungere o ripetere un dettaglio importantissimo: se non fosse stato per Alex che un ottimo lavoro in grado di sostenere tutta la famiglia io non avrei potuto farlo. Se come famiglia avessimo avuto bisogno di due stipendi pieni per arrivare a fine mese non avrei potuto farlo perché ci sono voluti oltre due anni per riuscire a trasformarlo in un lavoro primario che contribuisse davvero all'economia della famiglia. La cosa buffa è che quando siamo partiti per questo viaggio in giro per il mondo nel duemila diciannove io avevo appena lanciato il mio secondo corso Educare a lungo termine che oggi racchiude anche il primo corso Montessorizza la tua casa e speravo che quello poco a poco potesse portarmi a rendere il mio lavoro un lavoro primario.
L'avevo lanciato proprio prima di partire perché questa scelta di prendere partire per me nella mia testa rappresentava un pochino sacrificare la mia carriera. Mi spiego meglio: allora le mie entrate non erano ancora sufficienti a contribuire in maniera sostanziosa all'economia della famiglia e quindi, detto in parole molto spicciole, Alex guadagnava molto più di me e quindi per il bene dell'economia familiare lui aveva la priorità questo non significa che lavorasse solo lui significa che facevamo turno ma se lui aveva bisogno di lavorare di più lui lavorava di più quindi diciamo che io sono partita con la speranza che il corso online funzionasse ma aspettandomi anche che il viaggio a tempo pieno avrebbe potuto significare un grandissimo passo indietro tra virgolette per la mia carriera passo indietro che ero assolutamente decisa a prendere e per poi gestire le conseguenze più avanti. Invece non è stato così, il mio blog continuato a crescere e crescere e crescere non così dal nulla ma perché io ho continuato a lavorare e lavorare e lavorare e arrivavano molti molti feedback positivi da chi aveva fatto il mio corso online educare a lungo termine e poi è successa appunto una cosa inaspettata quando siamo arrivati in Nuova Zelanda nel marzo del duemila venti causa covid le scuole in Italia erano chiuse e I bambini non potevano più riunirsi.
Restate con me perché giuro che senso quello che vi sto dicendo, adesso capirete. Quindi visto che I bambini non potevano più riunirsi, I bambini che stavano posando per le foto per la collezione Giocaimpara con il metodo Montessori non erano più disponibili. Quindi, Studio Dispari di Milano, che organizzava I laboratori e si prendeva cura di tutto il processo per la creazione e la pubblicazione di questi volumi della collezione gioca impara con il metodo Montessori mi contattata per chiedermi se potevo fare con I miei bimbi I laboratori degli ultimi cinque volumi della collezione e qui entra di nuovo in gioco la fortuna di cui parlavo all'inizio perché se io fossi stata ancora in viaggio a tempo pieno invece che in pianta stabile in Nuova Zelanda causa covid che ci eravamo fermati per la prima volta dopo un anno io non avrei potuto dire di sì perché non avrei potuto gestire il lavoro, l'intensità del lavoro viaggiando e spostandomi ogni poche settimane e senza saperlo ho detto di sì non solo ai laboratori ma molto molto di più perché mancava un autore per la collezione e Studio Dispari mi proposta come autrice a Grazia Oneder fresco che è stata la curatrice della collana e non so se la conoscete ma lei è un pilastro dell'educazione montessoriana in Italia ex alunna di Maria Montessori stessa e lei revisionato il mio materiale, I miei iscritti e mi scelta come autrice mancante.
E non solo, è poi successo che la collezione sia stata estesa di altri dieci volumi di cui mi è stato chiesto di scriverne altri tre, quindi in tutto ho scritto quattro volumi per la collezione Gioca impara con il metodo Montessori, sono stati mesi intensissimi in cui ho avuto costantemente l'herpes sulle labbra per via dello stress ma non cambierei una virgola di quel periodo perché mi messo davvero di fronte alle mie capacità a quello che io riesco davvero a fare a sopportare e a portare avanti e a portare a termine per non parlare ovviamente dell'emozione che è stata per me che grazie a Onner fresco leggesse e Abrasse I miei iscritti lì non voglio neanche entrarci perché non riuscirei a esprimerlo a parole Ok ho bisogno di acqua perché penso di aver parlato velocissimo e sono disidratata ma mi guardo intorno e non ho acqua ok ce la farò non importa dunque quindi arriviamo oggi oggi La tela è un'azienda mia, ma anche di famiglia, perché mio marito Alex è molto investito nel progetto e nel futuro di La tela di Carlotta. Abbiamo una bellissima visione che porterà La tela di Carlotta a essere sempre meno di Carlotta e sempre più semplicemente la tela una ragnatela di persone oltre a me soprattutto genitori che avranno la possibilità di condividere il proprio talento e di guadagnare online proprio come faccio io e oggi la tela è grande e più grande di quanto io abbia mai potuto immaginare desiderare sperare e questo tra l'altro mi fa venire in mente un aneddoto che non ho mai raccontato nessuno forse per imbarazzo ma tre anni fa Frank Lotta di Radio Deejay mi intervistò sulla nostra decisione di girare il mondo a tempo pieno con due bambini piccoli e di quella intervista ricordo una cosa in particolare purtroppo non bella, ricordo una conversazione che è andata più o meno così: Frank mi chiesto: Ma allora è tuo marito che guadagna in casa vostra?
E io gli ho risposto onestamente: beh no, non solo, lui guadagna bene ma lavoriamo entrambi, io scrivo un blog e vendo corsi online per genitori. Io da ingenua non sapevo dove volesse arrivare, pensavo che volesse darmi la possibilità di parlare del mio lavoro e invece lui continua e mi chiede: beh sì certo va bene il blog va bene ma immagino che tu starai più a casa con I bambini perché tuo marito probabilmente guadagna di più di quanto tu guadagni con il blog ecco qualcosa del genere. Mi accolta completamente alla sprovvista e io ho fatto una pausa per questo stavo cercando di capacitarmi di questo commento così stereotipato e poi ho detto beh sì certo è ovvio che chi guadagna di più la priorità e quindi io dovrò probabilmente stare di più con I bambini. Mi colse talmente alla sprovvista ed è stata una domanda talmente ecco mi mancherò le parole strana strana è la parola che scelgo di usare per essere gentile ma voi potete metterci l'aggettivo che volete è stata una domanda talmente strana che non ho neanche avuto la prontezza di spiegare che io e Alex avremmo fatto I turni per lavorare perché io non avrei mai e poi mai pensato di rinunciare alla mia carriera credevo di poterla far funzionare anche in viaggio magari sarebbe stato come ho detto prima un passo indietro magari una piccola pausa ma ecco la mia carriera era comunque molto importante per me Ma quel giorno scioccamente forse con le mie parole gli diedi ragione perché non ero ancora la donna che sono oggi e non ero così acuta e preparata di fronte agli stereotipi e quindi mi sono ritrovata spaesata mi sono ritrovata sì mi sono mancate un po' le parole in più stavamo registrando quindi vabbè insomma però è una cosa che non ho mai raccontato a nessuno appunto per imbarazzo e che davvero mi dispiace di come io ho di come io ho reagito perché a distanza di tre anni, tre anni di viaggio a tempo pieno, lavorando e crescendo due bambini piccoli in continuo movimento e senza una casa stabile oggi posso dire con assoluta certezza e soddisfazione che non è andata proprio come Frank aveva previsto perché io ho continuato a lavorare sodo io e Alex abbiamo sempre fatto a turno per lavorare perché gli stereotipi a casa nostra non esistono e quindi ci siamo occupati dei bambini abbastanza al cinquanta por cento alla fine, cinquanta cinquanta por cento e io ovviamente ho continuato a essere coerente nel mio lavoro perché mi sono presa I miei spazi con I denti e con le unghie e in questi tre anni da quando siamo partiti le mie entrate sono cresciute di dieci volte tanto tra l'altro non credo che sia proprio azzardato dire dieci volte adesso non so se è il numero corretto però ecco ci si avvicina e oggi con solo quello che guadagno io posso agevolmente mantenere tutta la famiglia in viaggio e anche risparmiare.
Magari non posso ancora raccontarci al cento per cento perché la tele è ancora abbastanza alla mercé di terze entità tipo Google, perché la maggior parte del mio traffico arriva da Google, ma mese dopo mese ormai da un anno mi sta dimostrando che con mio grandissimo stupore continua a essere stabile anzi continua a crescere e non dico tutto questo per farmi bella lo dico perché per me è una soddisfazione immensa essere arrivata dove sono senza tra l'altro tra l'altro compromettere I miei valori e I miei principi, senza scendere a compromessi per la visibilità per esempio, senza comprare pubblicità di Facebook, Instagram e da moltissimi anni anche Google perché non voglio appoggiare questa realtà così come non voglio accettare collaborazioni e sponsor di prodotti e servizi. Rifiuto sei o sette collaborazioni a settimana perché non sono in linea con I miei valori, perché non voglio vendervi cose di cui non avete bisogno detesto il consumismo e non voglio farne parte ragione per cui ho smesso di utilizzare anche Amazon per esempio anche se io con le affiliazioni di Amazon ci guadagnavo anche ogni mese e tutto questo anche perché per me la trasparenza è importante e voglio essere la persona e la realtà che vedete senza segreti e senza scheletri nell'armadio tra virgolette e tra l'altro io apprezzo tantissimo la trasparenza anche nelle entrate ci sono moltissime aziende che io stimo che pubblicano le loro entrate e le loro spese nei dettagli non l'ho mai visto fare in Italia ma è abbastanza comune soprattutto per aziende americane quindi se vi interessa e vi incuriosisce potrei anche pensare di farlo perché credo che anche questo tipo di trasparenza sia importante e credo che sia un bellissimo modo tra l'altro per mostrare ciò che è possibile a me sembra che queste cose non si condividano che siano un po' un tabù non so io sono sicura che in tanti ci siamo chiesti almeno una volta nella vita quanto guadagnerà questa persona?
E mi chiedo perché non essere trasparenti? Non che I miei numeri siano spettacolari, ma mi chiedo appunto perché non condividere anche questo aspetto del lavoro. Ecco, ci rifletto da anni, da quando le prime aziende e persone che stimo hanno iniziato a farlo e quindi ve la lancio lì, se vi va ditemi che cosa ne pensate nei commenti e anche se vi interesserebbe. Che poi questo discorso della trasparenza e condivisione si allaccia anche un po' a un altro discorso allo stesso modo in cui vi racconto che se Alex non mi avesse mantenuta per anni e tra l'altro se non fosse stato lui a creare il mio sito probabilmente non sarei riuscita a fare del mio blog un lavoro perché non raccontare anche quanto tutti gli anni di grande lavoro e sacrificio mi stanno fruttando ora perché tendiamo a condividere più le difficoltà e meno I successi Sarà che otteniamo più empatia e più supporto quando soffriamo? Non so, è una riflessione che faccio spesso perché siamo più gentili con chi soffre ci racconta della sua sofferenza ma non abbiamo la stessa gentilezza per chi è riuscito a superare gli ostacoli racconta dei propri successi.
Giro la domanda a voi e basta credo di avervi raccontato di tutto e di più molto di più di quanto pensavo all'inizio Non mi rimane che ricordarvi che mi trovate anche su w w w punto latelladicarlotta punto com e su facebook e instagram come la teladicarlotta blog e vi do appuntamento alla settimana prossima con un nuovo episodio di educare con calma. Buona giornata, buona serata o buonanotte a seconda di dove siete nel mondo. Ciao ciao!
La costanza alla fine paga, dici. Lo spero tanto. Mi rimetto al lavoro con la carica che mi ha dato riascoltare questo episodio.
Grazie, un grande abbraccio, Chiara!
Facciamo il tifo per te! 💜
Non vi conosco ancora bene, ma per ora dico grazie.
Piuttosto, è una importante sfaccettatura che accomuna molte madri (anche padri, ma per una serie di ragioni probabilmente è una cosa che statisticamente accade più a noi donne). 💜
Ti stimo molto. Io sono tra coloro che hanno acquistato anni fa il tuo primo corso... sei fonte di ispirazione, chiara e onesta.
Continua così, sei l'esempio di come con volontà e impegno si possano realizzare i propri obiettivi.
Ps. Arrivo un po' a passo di bradipo, ma arrivo 🦥
Se tu e Alex vi siete incontrati probabilmente dovevi incontrare chi ti avrebbe aiutata tecnologicamente a divulgare le tue conoscenze al mondo😉💖
Apprezzo moltissimo il tuo impegno per un mondo migliore, i tuoi semini sono arrivati anche a casa nostra 😊💕
Un abbraccio!
Ps. Arrivo un po' a passo di bradipo, ma arrivo 🦥
Per quanto riguarda la nostra attitudine ad empatizzare più con chi sta male la risposta io l ho trovata in una frase di Osho (possiamo davvero imparare da tutti!) che dice che sono i genitori a premiare il bambino quando si dimostra triste e sofferente e ad ascoltarlo di più. Mentre mettono a freno il bimbo quando è super eccitato e felice, e con lo sguardo lo rimproverano per il suo comportamento. Pensando al passato, al modo come sono cresciuta mi rivedo. La mia seconda sorella era un turbine di felicità e spensieratezza e veniva sempre criticata piu o meno apertamente da genitori e parenti. A me che sono la terza non restava che fare la parte della piagnucolona ed ero la cocca della famiglia, la bimba sensibile e brava, di cui potersi fidare. Con la consapevolezza di oggi so che questa è la zavorra più grande che ancora mi porto dietro, quando mi scopro incapace di divertirmi. Pensieri a ragnatela anche i miei.
Un abbraccio
PS. Arrivo a passo di bradipo, ma arrivo! 🦥
Sarei molto curiosa anche di vedere in termini economici i risultati che si possono ottenere.
Non ho sempre la stessa reazione: in alcuni casi penso ‘wow, davvero in gamba quest* tizi*’; in altri, come affermavi tu all’inizio, percepisco invece arroganza e voglia di ostentare. Dopo averci riflettuto ho capito che le situazioni in cui ho la seconda reazione sono quelle in cui per qualche motivo mi sento in difetto. Quando per qualche motivo la mia insicurezza viene stimolata, ho una reazione negativa, che attenzione, non è una reazione del tipo ‘eh grazie, facile per lui/lei perché (è gnocca, è ricco di famiglia, non ha figli..aggiungeteci qualunque facilitation vi venga in mente), ma più ‘al confronto io non valgo proprio niente, non sarei nemmeno in grado di provarci’. Altra cosa curiosa, la reazione negativa ce l’ho quasi sempre quando è una donna a parlare dei propri successi, con gli uomini non capita quasi mai: non so se sia per una forma di competizione con le altre donne o per un retaggio culturale per cui non sta bene che una donna si metta in mostra, ma tant’è.
Detto questo, più ti seguo e più mi piace quello che scrivi 😉