Preferiti dei bambini
Non hai accesso a questa pagina.

Perché continuiamo a chiedere «Di che colore è?» per testare i bambini?

Carlotta Cerri Fondatrice de La Tela
16 luglio 2018·11 commenti
Questo è un post scritto da una delle mie mentori del mondo montessori, Simone Davies. L’ho voluto tradurre perché l’ho trovato interessante e credo che tutti i genitori facciano ciò che Simone descrive. Insomma, cibo per la mente. Puoi leggere l’articolo in lingua originale qui.

Oggi mi sono chiesta, perché testiamo nostro figlio? Continuiamo a fare domande come “Di che colore è questo?”. L’ho fatto anch’io. Prima di avvicinarmi all’approccio Montessori, stavo inconsapevolmente e costantemente testando mio figlio.

“Puoi far vedere alla nonna come sai battere le manine?”

“Che verso fa la mucca?”

“Che cos’è questo? E questo? E questo?”

Non so nemmeno perché gli stavo chiedendo queste cose. Spesso gli chiedevo di mostrare qualche nuova abilità o trucco a richiesta, forse per sentirmi un buon genitore perché mio figlio aveva imparato qualcosa di nuovo. Per vantarmene, forse.

E spesso la risposta era… nulla. Non faceva né diceva niente. Immagino che mi stesse dicendo, “Non mi esibisco a richiesta. Batterò le manine, saluterò e farò “muu” quando ne avrò voglia.”

Ora capisco che questo tipo di domande sono una sorta di test per i nostri figli. E generalmente c’è solo una risposta corretta.

Quindi, se la risposta che danno è sbagliata, non ci rimane altra scelta che dire “Nooo, quel fiore è giallo, non blu”. (Suono tipico di un programma a premi: ua ua uaaaa)

Non esattamente l’ideale per costruire la fiducia di mio figlio.

Poi ho imparato che le guide Montessori non amano i test. Usano l’osservazione per vedere a che punto è un bambino, cosa sta praticando e cos’ha imparato.

Ed è curioso notare che la loro osservazione va ben oltre quello che un bambino sa (il suo sviluppo cognitivo), si tratta anche del suo sviluppo sociale, emotivo e molto di più.

Pertanto, lo scopo dei test per vedere ciò che sa un bambino — l’uso tradizionale dei test — diventa obsoleto.

Quindi quando usiamo un test?

Le guide Montessori generalmente non usano test con bambini sotto i 3 anni. Aspettano fino a quando il bimbo non sarà nella fase cosciente dell’apprendimento, intorno ai 3 anni, e quando saranno molto emozionati per aver imparato qualcosa e all’idea di farcelo vedere.

Per esempio, osservo che sono occupati con il colore blu e stanno nominando correttamente tutto ciò che è blu intorno a loro, quindi potrei prendere una maglietta blu e chiedere di che colore è, a cui saranno felici di gridare “BLU”.

I test sono utili se conosci tutte le risposte perché ti fa sentire bene con te stesso (proprio come l’esempio del bambino di 3 anni che è felice di gridare “blu”). Oppure se li si usa per vedere ciò che non è stato insegnato o imparato bene, in modo da poterlo praticare ulteriormente fino a padroneggiarlo. Ma, purtroppo, raramente è così.

Cosa potremmo fare invece?

Invece di testare nostro figlio, ti consiglio di:

  • osservare (cioè, vedere a che punto è)
  • giocare (es. per mettere in pratica ciò che sta imparando)
  • insegnare (ad esempio, nominare noi stessi le razze di cani o alberi o fiori)

In Montessori, abbiamo una bella espressione: “Insegna insegnando, non correggendo”. Se commettono un errore, piuttosto che correggerli, fatti semplicemente una nota mentale (o scritta) e, in un secondo momento neutrale, trova un altro modo per mostrarglielo di nuovo.

Con questo non voglio farti sentire male. Né farti pensare che stai “rompendo” tuo figlio. Ma magari questo ti farà pensare a quanto spesso testi inconsapevolmente i tuoi figli. E potresti iniziare a chiederti perché lo fai e se è utile per tuo figlio.

Mi piacerebbe sapere cosa ne pensi e se pensi che sia utile.

Scritto da

Carlotta Cerri – Fondatrice de La Tela
Sono la fondatrice de La Tela, creatrice del podcast Educare con calma e dal 2019 viaggio a tempo pieno con la mia famiglia Alex, Oliver ed Emily. Mi ritengo una visionaria pessimista: so come voglio cambiare l’educazione e che genitore ho scelto di essere, ma la maggior parte dei giorni mi sembra di scalare pareti di vetro. Ma forse proprio per questo so come aiutarti quando mi scrivi: perché ci passo anche io per quel disagio e ti dico le verità scomode con gentilezza e senza giudizio.

Parliamone

Hai modifiche non salvate -
Ciao Carlotta, mi rivedo tantissimo nel mio atteggiamento con la mia prima figlia...desiderosa di "insegnarle" tutto e subito. Ricordo anche quel senso di orgoglio quando dimostrava le sue abilità davanti agli altri. Ora, dopo l'inizio di questo percorso e un secondo figlio molto diverso, mi rendo conto di come questi test si potessero evitare; di come le abbiamo instillato il desiderio di fare sempre bene e la sua difficoltà di gestire gli "errori". Ora lei ha 14 anni è gia da un po' ci stiamo lavorando: io da sola sulle mie parole e le mie reazioni e con lei sul cercare di dare piu importanza all'impegno e alla sua soddisfazione che sul risultato e la reazione degli altri.... è un percorso difficile ma facciamo del nostro meglio. Con il piccolo spero abbiamo iniziato col piede giusto :-)
Ciao Laura,
sono Rosalba del team La Tela.
Grazie per la tua condivisione 💜
State facendo benissimo... assolutamente, non è mai troppo tardi!

Anche io inizialmente cadevo in questi "tranelli" con il mio primo bimbo. Soprattutto alla prima esperienza da genitori è fisiologico fare errori derivanti dall'educazione tradizionale a cui noi stessi siamo stati sottoposti: la bellezza dell'evoluzione sta proprio nell'accogliere la consapevolezza di poter acquisire gli strumenti per fare meglio.
Hai modifiche non salvate -
Ciao Carlotta
Come sempre mi riconosco esattamente in tutti gli errori che descrivi,e nei vari test che andiamo a fare ai nostri bimbi,e incredibile come cambiare mentalità e modo di esprimersi possa modificare la vita di un piccolo adulto che da grande avrà meno difficoltà nell affrontare tutto questo....spero di riuscire a mettere in pratica
Piccoli semini che si inculcano piano piano nella nostra mente per poter cambiare.
Cmq grazie davvero...
Hai modifiche non salvate -
ciao Carlotta
parto da qui perchè è l'articolo che mi ha fatto fermare, pensare, aggrottare le ciglia e..mi ha catturato nella tua tela :)
ho una domanda da farti? che libro consigli (uno, almeno come partenza) per avvicinarsi alla Montessori in versione madre?
grazie!
Claudia (madre x 2 anche io..con forbice di 24 anni..!)
Ciao Claudia, grazie per le tue parole. Ho il libro perfetto per te, scritto da una delle mie mentori Montessori (lei spagnola) e appena uscito tradotto in Italia! Eccolo: Come sono diventata una mamma Montessori e ho trovato la felicità. Ti piacerà!

E se poi ti interessa portare Montessori a casa tua in maniera più pratica, dai un'occhiata al mio corso "Montessorizza la tua casa". Un abbraccio :-)
Hai modifiche non salvate -
Castellini Rosa
17 luglio 2018
Buongiorno, sono un insegnante di scuola dell'infanzia, l'8 luglio ho dato e superato l'esame del corso Montessori. È stato un anno impegnativo, ma molto bello ed interessante, mi ha arricchita molto. Rosa
Rosa, Grazie per per il tuo commento. Credo che “impegnativo” non inizi nemmeno a descrivere il duro lavoro per diventare una guida Montessori. Congratulazioni!
Hai modifiche non salvate -
In parte mi trovo d’accordo con l’articolo, anche se per esempio si può testare senza specificare l’errore... per esempio se noi chiediamo a nostro figlio di darci una palla rossa e lui ce ne dà una blu, possiamo rispondere grazie mi hai dato la blu, senza insistere che poi ci dia quella “giusta”
Ciao Enrica, e grazie per il tuo commento. Certo, credo che non sia tutto bianco o nero, ma dall'articolo intuisco che i test in generale non sono utili prima dei tre anni. Ed effettivamente, mi chiedo: perché vogliamo testare la sua abilità di distinguere i due colori se non per sentirci orgogliosi noi genitori o per dimostrare (a noi stessi e agli altri) le sue abilità? Se chiediamo la palla rossa e riceviamo quella blu, farglielo notare è comunque un'attestazione di errore, non credi? Magari, invece, potremmo chiedergli di passarci la palla che vuole, e poi osservare "grazie, mi hai dato la palla blu!" :-)
Hai modifiche non salvate -