Nel mio percorso scolastico pluriventennale, ogni anno ho sentito che il mio valore di persona era direttamente proporzionale ai miei voti sulla pagella.
“Non raggiunge il massimo del suo potenziale”, diceva un’insegnante. Io sapevo che il mio potenziale lo raggiungevo in altro — in qualcosa che mi interessava più della sua materia — ma abbassavo le orecchie. Ero davvero brava a scuola, ma ricordo una sensazione di fallimento che raramente mi abbandonava, anche quando prendevo un volto alto: “La prossima volta puoi puntare al massimo”. E quando prendevo il massivo: “Ora però devi mantenerlo”. Era come se non potessi vincere.
Quella sensazione resta con noi, ce la portiamo dietro nel lavoro, nelle relazioni e nella vita.
Perché te lo racconto?
I nostri figli non sono un numero o un risultato o un giudizio: i nostri figli sono quello che pensano, quello che fanno, quello che sentono, quello che sognano, quello a cui si appassionano, quello in cui si impegnano. Dentro e fuori dalla scuola.
Spesso la scuola rende i nostri figli un numero, perché è un sistema che misura con i voti il valore di una persona. Noi genitori possiamo evitare di fare lo stesso sbaglio a casa: possiamo trasmettere loro che un voto non riflette assolutamente il loro valore di individuo né chi saranno o il successo che avranno nella vita.
Il lavoro con i bambini
Riflettono mancanza di:
- strumenti adeguati di memorizzazione
- abitudini di studio sane
- routine
- affetto
- appartenenza
- interesse
- motivazione
- sforzo
- …
Il lavoro su noi stessi
Riflettono:
- troppi compiti che non lasciano riposare il cervello
- un sistema scolastico in cui si deve memorizzare tutto
- un ambiente che non permette di seguire gli interessi (la motivazione è ben diversa quando si sceglie di studiare qualcosa o quando si è forzati a farlo)
- poca empatia e comprensione da parte dell'adulto
- sentirsi sempre comparati ad altri ("tuo fratello ha presso di più") o a se stessi ("l'anno scorso hai fatto meglio")
- …
Il messaggio che dobbiamo dare a casa
A ogni passo ricorda che stiamo educando a lungo termine, quindi vogliamo ricordarci: un voto basso/debito non si rifletterà sulla vita di mio figlio e sulla persona che sarà. Sentirsi inferiore e incapace per quel debito/voto basso, sì.
Tessiamo insieme la ragnatela di pensieri
Lavoro a scuola in un contesto difficile dal punto di vista sociale. Il voto riflette anche la situazione economica delle famiglie di provenienza: purtroppo anche questo diventa una questione di classe, perpetuando le disuguaglianze
Capisco che la scuola abbia tanti limiti (sopratutto sul tenere alta la motivazione e l'interesse). Ma parte dell'imparare non è memorizzare?
Bimba quarta elementare in scuola di paesino, prendi voti bassi in tante materie. E poi scopro che sta studiando da mesi due manuali su come prendere la patente per i camion, ha un quaderno di appunti su cui si segna tutto e su cui fa le prove dei quiz, ha una conoscenza approfondita sui veicoli e i camion sono la sua vera passione
Dentro di me lo faccio: Io comparo alla sorella di quarta a cui piace veramente andare a scuola e le viene facile. E penso: Come farà se adesso che è in prima non gli piace?
La Tela Teachers
Ps. So che non tutta la scuola è così e tanti insegnanti fanno le cose diversamente: se sei di quelli, come insegni le materie della vita a scuola?
Può capitare che le prestazioni presentino delle criticità: parliamone insieme. Credo molto nella didattica dell'errore: l'errore come risorsa per ritrovare la strada. Non demonizziamolo, usiamo come un uncino per smascherare gli sbagli, le trappole e trovare strategie di miglioramento.
In classe dicevo spesso che i ragazzi valgono tutti e sempre 10, mentre le prestazioni potevano oscillare, ma erano solo un momento minuscolo del loro percorso.
Penso che bisognerebbe valutare di più il percorso, le attività quotidiane, gli interventi, le discussioni...
sono Rosalba del team La Tela.
Grazie per la tua condivisione e riflessione: la scuola avrebbe proprio bisogno di più insegnanti così! 💜