Cosa significa davvero family friendly
Te lo spiego raccontandoti come ho creato un ambiente a misura di famiglia in un locale.
Ho sempre abitato in periferia e se da ragazza ho imparato a fare pace con i lunghi tragitti in macchina e i pochi servizi, da mamma per me questo ha voluto dire sentirsi davvero sola nel periodo più importante e delicato della mia vita.
Un giorno di circa un anno fa ho sentito parlare il gestore del bar di fronte casa mia con una mamma di origini londinesi, che si chiedeva se fosse possibile ricreare all'interno del bar un piccolo corner di intrattenimento per i suoi figli tutti i lunedì e i giovedì, cosicché lei potesse organizzarsi per lavorare in loco da remoto. Era stupita della mancanza di servizi del genere a Roma e si dichiarava stufa, stanca e sconsolata.
È a quel punto che ho iniziato a pensare come col mio lavoro potessi colmare questa lacuna sul territorio… convinta tra l'altro del fatto che per farlo non fossero necessari allestimenti straordinari.
Ho quindi creato un sondaggio: lo scopo era capire le difficoltà maggiori dei genitori e i servizi che ritenessero davvero necessari per vivere meglio il quotidiano con i propri figli – e come io potessi fare qualcosa di concreto.
Dai risultati del sondaggio è risultata evidente una situazione generale in cui (in varie parti d'Italia) i bambini spesso non sono graditi nei locali pubblici: la percezione delle famiglie in tali contesti è quella di sentirsi «di troppo».
Io lavoravo già da un po' con le famiglie sugli ambienti domestici, ma a quel punto mi è stato chiaro che lavorare sull'ambiente per creare una proposta inclusiva anche nel pubblico fosse la chiave per vivere serenamente tutti insieme in comunità.
L'ho fatto davvero!
- i bambini non sarebbero stati caotici;
- i genitori avrebbero potuto rilassarsi vicino all'anziano che leggeva il giornale o accanto al ragazzo che beveva lo spritz in comitiva;
- e infine che l'afflusso di clientela nel locale sarebbe aumentato, perché avrebbe coinvolto anche le famiglie.
Tutti questi che ho fatto sono esempi salva spazio, ma fanno davvero la differenza per noi genitori e per i nostri bambini e con questi piccoli accorgimenti sono riuscita a dimostrare che i bambini «impegnati» possono creare una nuova «reputazione» per sé: le famiglie del quartiere sono tornate a uscire e hanno riempito il locale, confrontandosi e svagandosi. Una mamma un giorno mi ha abbracciata e mi ha detto: «Mi raccomando non mollare… continua così, abbiamo bisogno di posti come questo!».
Mi sono spinta un po' più in là
- area comoda per allattare, cuscino allattamento e possibilità di scaldare il latte (i gestori avevano già un'area salottino con divanetto ed è bastato girarlo per creare un ambiente più intimo per la zona allattamento);
- tappeto gattonamento per i più piccini;
- area ludica e creativa con proposte adatte alle varie età (giochi a incastro, Lego, colori e fogli);
- possibilità di organizzare laboratori per famiglie: grazie a La Tela ho reso disponibili alcune audiostorie della collezione «Favole reali» e un laboratorio di disegno, e in un'altra occasione abbiamo creato delle maracas da suonare tutti insieme in una lezione di «Canta con Francesca»;
- aperitivi per grandi e piccini (con scelta di un menù per l'infanzia semplice, ma un po' diverso dai soliti «pizza, cotoletta e patatine»: anche i bambini si abituano all'offerta).
Questa esperienza mi ha convinta ad allargare i miei servizi anche verso i gestori di locali pubblici, offrendo la mia professionalità di Family Interior Designer per creare una proposta cucita addosso alle possibilità ambientali ed economiche dei gestori che vogliono davvero fare la differenza in questo senso. Credo che all’aumentare di questi posti inclusivi si vedranno sempre più famiglie uscire e condividere esperienze positive.
Questa è la speranza che ho per il prossimo futuro!
Oggi ho ascoltato il podcast con te e ho pensato “non ci posso credere! Ho avuto la stessa idea”!! Volevo chiedere ai designer per farmi una proposta come si può con piccoli cambiamenti fare lo spazio per i bambini in un locale che conosco (conosco bene anche i padroni), ma non ci sono riuscita, era un po’ complicato. Però se c’è possibilità di fare un contributo io ci sono!!!
Nel podcast c’era qualcosa del kit da offrire ai locali, di cosa si tratta?
Si può progettare un ambiente più "famigliare" in un locale, con qualche accortezza: deve essere un qualcosa di semplice, dinamico, che non blocca il locale nelle attività, che sia invitante per tutti e non solo per le famiglie (...)! Ma questo che propongo con Carlotta è un contributo veramente semplice che tutti, anche le famiglie che frequentano dei locali pubblici, possono aiutare a concretizzare! I gestori dovranno solo presentarlo al tavolo... e magari, data la risposta positiva del pubblico, sceglieranno di crescere con l'offerta e fare qualcosa in più. Partiamo dal basso! ;) a presto!
Lo spero tanto anche io... spero davvero di vedere uscire e condividere momenti di confronto e conforto, tanti più genitori con altrettanti bambini.
Per fare tutto ciò dobbiamo riuscire ad arrivare ai gestori, dimostrando che basta poco e che con la giusta proposta possiamo condividere tempo e luoghi... grandi e piccini, anziani e bambini, genitori e non genitori! Tutto sta nell'avere il pensiero verso l'altro.. e si può fare con poco! Voi genitori potete aiutare a concretizzare tutto ciò semplicemente parlandone... con altri genitori, con gestori dei locali che frequentate. chissà che non si smuova davvero qualcosa!❤️
a prescindere dalla grandezza del paese/città è un problema di mentalità:
Il bambino è caotico e nei locali ci si rilassa durante il tempo libero... quindi le famiglie non sono ben viste!
Dobbiamo riuscire a cambiare questo pensiero attraverso la giusta proposta.