Preferiti dei bambini

Come scegliere una consulente del sonno

Chiara Baiguini Educatrice del sonno gentile
16 luglio 2024
Vorrei condividere con voi una storia che hanno raccontato a me: un bimbo di 4 anni, che aveva sempre dormito, all’improvviso ha iniziato a svegliarsi di notte e a piangere, notte dopo notte dopo notte. I genitori stremati hanno deciso di rivolgersi a una consulente del sonno che ha dato loro questa soluzione: chiudere il loro bambino a chiave nella stanza, così che quando la notte si alzasse per chiamarli e uscisse avrebbe trovato la porta chiusa e avrebbe capito che era ora di dormire. I genitori si sono fidati della professionista e dopo qualche notte il bimbo ha fatto qualche ora filata, smettendo di piangere e rimettendosi a letto quando trovava la porta chiusa.

Per i genitori era un successo, aveva funzionato, potevano finalmente tornare a dormire, vittoria! E li capisco, perché non dormire è una tortura, ci fa perdere lucidità, ma la verità è che in questa storia non ha vinto nessuno, hanno perso tutti.

Ha perso il bambino il cui bisogno non ha trovato risposta e non è stato rispettato.

Hanno perso i genitori la cui richiesta di aiuto è stata ignorata, ricevendo in risposta una soluzione che non li ha rispettati come persone.

Ha perso, ancora una volta, la categoria delle professioniste del sonno infantile che, da una storia come questa, escono sconfitte e giustamente ritenute figure poco formate e informate sul mondo dell’infanzia, dello sviluppo e della genitorialità.

Ho parlato di questa storia con diverse persone, ho sentito tante opinioni, chi giudicava la consulente del sonno e chi i genitori per averne seguito il consiglio, e poi qualcuno mi ha fatto una domanda: come posso scegliere una consulente del sonno davvero affidabile? 

Ecco, oggi voglio provare a rispondere a questa domanda e aiutarvi a scegliere una professionista che segua un approccio gentile e rispettoso e che possa così fare la differenza nella vostra vita famigliare.
 
Questo elenco non ha la pretesa di essere esaustivo, ma è un tentativo per darvi una bussola che vi sia di aiuto quando il vostro istinto sembra tacere, soffocato dalla sofferenza che porta la privazione del sonno.
 

1. Una consulente del sonno che segue un approccio gentile non vi dice che vostro figlio fa i capricci

Questa è una delle frasi che i genitori si sentono dire più spesso quando raccontano che il loro bambino la sera prima di dormire piange e si lamenta. Potrebbero esserci diversi motivi per cui un bambino al momento della messa a letto piange, non tutti necessariamente negativi.

Ad esempio, un bambino potrebbe piangere per buttare fuori l’energia residua e potersi finalmente rilassare, oppure non vuole separarsi da noi o abbiamo cambiato il modo in cui si deve addormentar ed esprime il suo disagio attraverso il pianto.

Il pianto non è un lamento da ignorare o fermare, è una forma di comunicazione da comprendere e interpretare.
 

2. Una consulente del sonno che segue un approccio rispettoso e a lungo termine non vi dice che cullare, allattare, coccolare la vostra bambina sono cattive abitudini

Le cattive abitudini quando si tratta di fornire supporto ai vostri bambini non esistono, piuttosto ci sono abitudini che per voi sono sostenibili nel medio lungo periodo, e altre che non lo sono. È questo su cui occorre concentrarsi. Non c’è nulla di male nel cullare il proprio bambino e nell’allattarlo se è quello che vi fa stare bene e vi fa sentire in equilibrio; se invece sentite che è arrivato il momento di cambiare qualcosa è anche importante seguire quella sensazione. Non perché una cosa sia meglio o più giusta di un’altra, ma per sentirvi a vostro agio nella vita che state vivendo.
 

3. Una consulente del sonno che segue un approccio rispettoso di tutta la famiglia non vi dice che tecniche di separazione sono approcci gentili per aiutare i bambini a dormire

Qualunque approccio di educazione al sonno che preveda una separazione, ovvero che preveda che non possiate intervenire e dare supporto al vostro bambino quando ve lo dice l’istinto non è una tecnica rispettosa. Non lo è il pianto controllato che prevede che stiate fuori dalla porta 1-3-7-9 minuti; non lo è la tecnica che prevede che vi sediate su una sedia accanto al letto del vostro bambino senza toccarlo e facendogli sentire solo la vostra voce e allontanando la sedia ogni sera di più, finché uscite dalla porta; non lo è la tecnica che prevede che tiriate su il vostro bambino, lo consoliate per 1 o 2 minuti e poi lo rimettiate giù, anche se sta ancora piangendo.

Perché un approccio sia rispettoso deve adattarsi a voi e lasciarvi la libertà di agire secondo il vostro istinto: non siete voi che dovete adattarvi al metodo.
 

4. Una consulente del sonno che segue un approccio gentile non vi dice di avere schemi ed orari fissi

Sì, la routine è importante, ma routine non vuole dire avere orari fissi, vuole dire fare le cose sempre nella stessa sequenza, mi alzo, mi lavo, mi vesto, faccio colazione, esco. Questa è una routine. Tutte queste azioni accadono sempre più o meno alla stessa ora? Se devo essere in ufficio alle 8 probabilmente sì, ma se non ho un appuntamento specifico, alle volte possono accadere alle 7 altre alle 8 e va bene lo stesso, ho comunque seguito la mia routine.

Lo stesso vale per i bambini. Si alzano, fanno un pisolino, giocano, mangiano, un altro pisolino, giocano, mangiano e poi nanna serale.

Ma quindi questo vuol dire che il mio bambino non deve avere orari? No, anzi è proprio il contrario. È molto probabile che il vostro bambino abbia già degli orari suoi e che non necessariamente corrispondono a quelle delle tabelle che si trovano in rete suddivise per età. 

💡 Scoprite gli orari del vostro bambino con il supporto di un diario del sonno e create la routine intorno a quegli orari, farà una differenza enorme e renderà il sonno del vostro bambino più semplice e molto più ristoratore.
 

5. Una consulente del sonno che segue un approccio dolce e a lungo termine vi chiederà come state voi

La famiglia è un sistema interconnesso, questo è uno dei miei mantra. Non siamo singoli individui che condividono lo stesso spazio, ma siamo un gruppo di persone che si influenzano in positivo e in negativo.

E allora, sì, il vostro stato d’animo diventa centrale e un tema cui porre grande attenzione.

Il sonno è molto delicato, sia negli adulti e soprattutto nei bambini che non hanno ancora la capacità di interpretare e gestire le proprie emozioni: il sonno risente del clima emotivo che si vive in casa.

Quando siamo tesi, molto stanchi, stressati e nervosi fatichiamo ad addormentarci, poiché il nostro corpo reagisce inconsciamente a un segnale di pericolo e previene il sonno, uno dei momenti in cui siamo più vulnerabili. Noi adulti abbiamo imparato tecniche diverse per calmare il nostro sistema nervoso e quindi spesso riusciamo comunque a prendere sonno.

I bambini non sono in grado di farlo e quando sentono che noi adulti siamo in uno stato di allerta, magari solo perché temiamo l’ennesima notte insonne, rispondono in modo inconscio agitandosi, e questo impedisce al loro sistema di rilassarsi, condizione fondamentale per poter dormire.

Ecco perché una consulente del sonno che segue un approccio rispettoso, dovrebbe prima partire da voi, perché siete voi accanto al vostro bambino quando lo dovete addormentare e se non siete tranquilli/e, non potrete trasmettergli quella serenità che è fondamentale per addormentarsi.
 
Questi sono, secondo me, i primi 5 punti fondamentali per riconoscere una consulente del sonno affidabile, che abbia un approccio gentile e rispettoso. Il mio consiglio per sceglierla è iniziare a fissare una chiamata conoscitiva e fare domande su questi ambiti e ascoltate le sue risposte. In alternativa alla chiamata, già acquistando una sua guida o un suo webinar potrete comprendere quale approccio utilizza e che soluzioni vi propone.

Ma soprattutto affidatevi a questa persona solo se sentite che risponde alla vostra visione e non perché pensate che non ci sia altra soluzione: nessuna situazione è così disperata da giustificare approcci che non si basino sul rispetto e che siano gentili e a lungo termine.
 

Un altro modo è possibile, scopriamolo insieme.

Scritto da

Chiara Baiguini – Educatrice del sonno gentile
Sono educatrice del sonno gentile, life coach e la creatrice del podcast «E se lo sapessi?!». Mi sono avvicinata al mondo dell'educazione del sonno infantile perché mio figlio di 6 anni aveva difficoltà nel dormire e io mi sentivo disperata. La situazione è diventata ancora più urgente dopo che mio marito ha subito due incidenti, uno particolarmente grave a causa di un colpo di sonno. Questi eventi hanno innescato in me la volontà di apportare un cambiamento.

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