Le nostre regole personali per affrontare conversazioni difficili in famiglia
Come parlare di morte, guerra, genocidio e altri temi difficili ai bambini senza aumentare l'ansia.
Qui ti lascio una cassettina degli attrezzi basica:
- Quando un bambino fa una domanda è perché è pronto per la risposta. La domanda è un segnale che nel suo cervello ha già elaborato la sua risposta e sta cercando conferme.
- L'obiettivo è sempre questo messaggio: «Qui si può parlare di tutto e io non paura di questa conversazione e delle emozioni che genera».
- Dai risposte minime: se ti chiede «Tutti moriamo?» la risposta è sì. Non serve abbellire: dire la verità in modo semplice riduce l’ansia e aumenta la fiducia.
- Se non fa altre domande, non serve continuare: ci torneremo quando è prontǝ. Così impariamo a rispettare i suoi tempi emotivi.
- Se non sai la risposta, di’ «Non lo so. Possiamo cercarlo insieme»; o se è più piccolǝ «Non lo so. Mi informo e stasera ti rispondo» (e poi fallo!). Mostrare che anche noi genitori non sappiamo tutto aiuta a interiorizzare che la conoscenza è un percorso, e possiamo farlo insieme.
- Mostra gli aiutanti della pace: se parliamo di tragedie, guerre o eventi climatici spaventosi, mostrare le persone che aiutano è un modo efficace per avviare la conversazione e contenere l'ansia. «Questo fa paura. Quando senti paura cerca le persone che aiutano. Ci sono sempre persone che aiutano».
- Offri onestà nelle tue risposte: se ti chiede «Come è entrato bebè nella tua pancia?» puoi rispondere (esempio di relazione eterosessuale) «Il pene di papà è entrato nella mia vagina e ha rilasciato nel mio corpo lo spermatozoo che poi, piano piano, è diventato un bebè». Ricorda: rispondere con chiarezza su sesso, nascita o corpo non toglie innocenza e, invece, costruisce fiducia e sicurezza.
- Sii il più oggettivǝ possibile, lascia le opinioni personali dentro di te: se tuo figlio ti chiede «Che cosa significa Genocidio?» puoi rispondere «È quando un gruppo di persone decide di sterminare, cioè distruggere completamente, un altro gruppo perché quelle altre persone sono diverse, per esempio per come vivono o per la religione in cui credono». Se ha domande, te le farà.
- Non avere paura di spaventarli con la verità vulnerabile: non sapere (ma percepire che qualcosa non va) spaventa molto di più. Se ti chiede «Perché piangi?» / «Perché sei triste?», invece di «Non ti preoccupare, va tutto bene» prova con «Quello che sta succedendo a Gaza mi fa soffrire» / «Sono triste perché il nonno sta morendo».
💡 Ricorda: la verità condivisa è meno spaventosa del silenzio.
Se le domande non arrivano?
Proteggere i figli da queste conversazioni non solo elimina il loro diritto di capire la realtà che li circonda, diventare esseri umani consapevoli e sviluppare una mente critica, ma toglie anche a noi genitori due cose fondamentali:
- La responsabilità di fare da occhio di bue;
- L'opportunità di fare da filtro.
Puoi approfondire queste conversazioni qui – non sei solə a fare questo lavoro:
Su La Tela non ci tiriamo indietro da conversazioni difficili. Dal 2020 produciamo guide per adulti con libro per l'infanzia per avviare e continuare conversazioni difficili: quando siamo preparati noi, la nostra sicurezza è contagiosa. Tutte le nostre guide sono incluse nell'abbonamento a Tutta La Tela.
Non funziona il link della guida “come parlare di morte in famiglia”, dove potrei trovarla?