190. Scuola a casa: un viaggio nell'homeschooling | con Paola
In questo episodio di Educare con Calma parlo con la mia amica Paola di homeschooling in Italia, una scelta ancora poco presente e poco compresa.
Vi offriamo anche temi pratici come la differenza tra scuola parentale e homeschooling, la burocrazia dietro questa scelta, riflessioni sul curriculum e sull'esame di idoneità, l'importanza di trovare scuole amiche degli homeschoolers e sfatiamo anche il mito della presunta asocialità dei bambini educati a casa.
Nell'episodio menzioniamo alcune risorse, ma ho deciso di farne un post del blog più completo:
:: Le domande
00:00 Come ho conosciuto Paola
02:33 Paola presenta la sua famiglia e il loro homeschooling
07:13 La differenza tra scuola parentale ed educazione parentale (homeschooling)
15:16 Come si svolge l’esame di idoneità?
19:17 Come avete deciso di fare homeschooling?
24:41 Sfatiamo il mito dell’asocialità degli homeschoolers
29:15 Non sono tutte rose e fiori
36:49 Che cosa consiglieresti a un genitore che vuole provarci?
Conosci l'ospite
Carlotta: Benvenute e benvenuti a un nuovo episodio di educare con calma. Oggi non sono sola, ho invitato la mia amica Paola a parlare di home-schooling. Noi ci siamo conosciute all'Ikea perché loro erano lì a fare compere, noi eravamo lì a fare compere per arredare il van e Paola mi riconosciuta ed è venuta e detto: Ma ciao, io ti conosco, tu non conosci me. Da lì abbiamo iniziato a parlare e mi molto colpito perché loro vivono in Piemonte e fanno home schooling ai figli che hanno più o meno l'età di Oliver Demili, e a me questa cosa colpito molto perché non mi era mai capitato di conoscere una famiglia in Italia che facesse home schooling. Per una volta non mi sono sentita sola nella mia allienità e quindi ci siamo proprio un po' trovate, abbiamo parlato parlato parlato mentre I bimbi guardavano I peluche mi sembra nella sezione dei giocattoli e poi ci siamo dette dai ritroviamoci e allora praticamente siamo andati da loro vabbè noi ci siamo parcheggiati nel loro giardino quindi praticamente ci hanno ospitato come se fossimo
Paola: a casa loro praticamente ospiti a casa loro
Carlotta: ed è stato molto bello perché effettivamente I bimbi si sono trovati hanno giocato tantissimo insieme e noi abbiamo avuto possibilità di condividere tanto di quello che è la nostra esperienza diversa ma molto simile con Home Schooling ed è per questo che oggi ho invitato Paola qui perché voglio proprio regalarvi questa loro esperienza perché magari se c'è qualcuno lì fuori che ci sta ascoltando e che questo desiderio di iniziare, non sa da dove iniziare, non sa che cosa sia la home schooling, non sa se potrebbe fare per loro, speriamo di darvi, di chiarirvi un pochino le idee in questo episodio. Quindi do il benvenuto
Paola: a Paola. Ciao Paola, grazie per essere qui con me!
Speaker 2: Ciao, grazie a te per avermi invitata, sono molto emozionata di essere qui in questo podcast che tanto ascolto.
Paola: Che bello, sono felice. Ti riascolterai quindi in uno di questi episodi un venerdì ti sveglierai e ti riascolterai.
Speaker 2: In realtà non l'ho ancora deciso.
Paola: Ti capisco perfettamente. A me ci sono, c'è voluto quasi un anno. Sì, c'è voluto quasi un anno per me per riascoltare I miei episodi perché sai che la voce cambia al microfono e quindi è veramente una sensazione un po' strana. Vabbè poi mi racconterai se ti sei ascoltata o no.
Carlotta: Ascolta proprio per iniziare brevemente io ho anticipato già che voi vivete in Piemonte ma proprio per permettere alle famiglie di tra virgolette relazionarsi di più alla vostra storia, alla vostra esperienza, capire anche se ci sono punti in comune con la vostra esperienza. Magari ti chiedo di partire proprio descrivendo un po' chi siete, la vostra famiglia, com'è composta, che cosa fate e così la prendiamo da lì. A te la
Speaker 2: parola. Grazie. Allora noi viviamo in Piemonte, come hai detto tu, vicino ad Alba, nella zona dell'Albese e siamo una famiglia composta da quattro persone. Ci siamo io e il mio compagno, che siamo I genitori di due bambini, come hai detto tu dell'età di Oliver ed Emily più o meno, si passano proprio poco. Il mio compagno un'azienda agricola, quindi noi viviamo in campagna e ci relazioniamo molto con la natura nell'arco di tutto l'anno abbiamo dei vigneti, abbiamo dei noccioleti, abbiamo il nostro orto quindi ecco sia noi che I bambini siamo a diretto contatto con I ritmi che richiede un po' ecco la natura e l'agricoltura nello specifico in questo caso.
Carlotta: E siete entrambi coinvolti nell'home school in maniera diversa, giusto? Perché io so che Ivano, per esempio, si prende più cura, tra virgolette, dell'aspetto, di aspetti pratici dell'home school, cioè proprio li coinvolge nel suo lavoro, giusto? Che poi in realtà diciamolo che però è un'azienda di famiglia.
Speaker 2: Sì, sì, è la nostra azienda, era l'azienda di mio suocero, l' passata Ivano e adesso ce ne occupiamo noi come famiglia. Ivano si è stato da sempre I genitori delle cose pratiche a partire dal lavoro passando poi anche in tutte le cose banalmente maneggiare I coltelli e tutte queste cose che a me impressionavano un po' con cui non avevo questa grande relazione. E io sono invece quella delle delle idee, delle emozioni che si prende carico di quest'altra parte di quella che è la genitorialità alla fine. E quindi sì ognuno conduce principalmente una parte, lui più la parte manuale e pratica e più io più la parte emotiva, teorica, creativa magari e anche burocratica, perché c'è poi anche quella parte lì nel mondo dell'Home Schooling in Italia.
Carlotta: Adesso ne parliamo tra l'altro. Però devo dire che noi abbiamo anche assaggiato I frutti di questa parte pratica della home Schooling,
Paola: perché ci avete preparato le tagliatelle fatte in casa.
Carlotta: Una cosa che colpisce molto è che per che magari le persone che non fanno home schooling non lo sanno è che home schooling è tutto, anche cucinare insieme può diventare home school.
Speaker 2: Sì assolutamente sono d'accordo e quello è proprio diciamo l'home school che piace a noi. Ci sono dalle cose più semplici alle cose un po' più complesse ma si può applicare in tante parti della nostra
Carlotta: vita. E' vero sì poi veramente la cucina ne è ricca di frazioni di conversioni di metri di misura È veramente molto nutriente. Com'è andato il vostro inizio?
Speaker 2: Bene. Di scuola. Di non scuola. L'altra mattina Antonio mi detto mamma sono proprio contento di non aver iniziato a scuola anche questa. Gli ho detto bene
Paola: si dice un clone è quello l'approccio che usiamo. No
Speaker 2: vabbè che comunque adesso sono un paio di settimane che ogni mattina facciamo qualcosa quindi tutto sommato eravamo già nel ritmo quindi ok va bene. Poi adesso finalmente hanno scelto I loro sport questa settimana iniziano già iniziamo già con gli orari regolari quindi sono contenta e stiamo sistemando cose e andiamo avanti un po più nel vivo.
Paola: Però voi fate lo stacco.
Speaker 2: In realtà mi piacerebbe non farlo perché poi soprattutto all'inizio riprendere è molto faticoso però praticamente quest'estate l'abbiamo fatto perché le piogge il lavoro e tutto hanno fatto sì che ci fermassimo. Quando riuscivamo a staccare mezza giornata ci riposavamo tutti e abbiamo fatto qualcosina ma davvero poco e quindi sì abbiamo ricominciato a metà agosto.
Carlotta: Siamo entrate proprio a capofitto nella conversazione ma io farei un passettino indietro per chi non conosce davvero home schooling, quindi scuola a casa. Che differenza c'è tra scuola parentale e home schooling, quindi scuola a casa?
Speaker 2: Dal punto di vista burocratico praticamente non ci sono quasi differenze perché la scuola parentale come l'home schooling a casa prevedono una dichiarazione di educazione parentale oppure il ritiro da scuola poi bisogna comunicare il proprio progetto didattico e fare richiesta alla scuola dell'esame di idoneità per poi fare l'esame di idoneità a giugno. Quindi è praticamente identico. Dal punto di vista pratico è differente perché la scuola parentale prevede che un gruppo di famiglie si organizzi oppure si affidi a qualcuno che organizza e quindi potenzialmente è più affine a una scuola pubblica seppur organizzata in maniere diverse e seguendo principi diversi che magari si ispirano di più a quello che l'home school, l'educazione parentale mentre quello che facciamo noi che educazione parentale invece prevede che ce ne occupiamo noi stessi noi genitori e poi possiamo decidere di avere dei supporti oppure no magari in materie in cui non siamo tanto bravi che comunque sono previste nell'esame di idoneità oppure proprio un supporto di tipo più pratico come ad esempio una persona au pair che può venire ad aiutare la famiglia.
Carlotta: Esatto che voi tra l'altro avete fatto questa esperienza con un au pair vero?
Speaker 2: Sì esatto! Da metà aprile a metà luglio abbiamo avuto una persona dal Sudafrica che ci arricchito le giornate con la sua presenza. E' stata un'esperienza relazionale molto ricca emotivamente anche sia per I bambini sia per noi e poi appunto noi avevamo bisogno di un sostegno proprio pratico per il lavoro, perché da noi diventava alta stagione diciamo e dovevamo andare a lavorare più ore. Avevamo bisogno che effettivamente I bambini fossero con una persona di fiducia, che fosse non dico sempre disponibile, ma almeno mezza giornata, come poi ci siamo organizzati con lei e quindi ecco abbiamo trovato una persona che ci parlava in inglese e ci siamo messi un po' in gioco tutti e abbiamo fatto questa esperienza.
Carlotta: Esatto, è stato bellissimo tra l'altro noi siamo arrivati lì da loro proprio la seconda volta, proprio quando c'era questa au pair ed è stato bellissimo vedervi proprio tutti come famiglia mettervi in gioco con l'inglese. Credo che viverlo da dentro ovviamente per voi sia stato anche probabilmente faticoso in un certo senso, perché comunque la relazione tutto il giorno in inglese con questa persona è impegnativa sicuramente soprattutto per chi non parla inglese fluentemente, ma a volte si pensa che l'hoper sia solo per I bambini, che è vero, certamente, perché I bambini hanno un grandissimo beneficio della lingua, però in realtà voi l'avete proprio vissuta come un impegno di famiglia e questo secondo me è stato molto bello, un bell'approccio.
Speaker 2: Sì assolutamente.
Carlotta: Ascolta, invece hai già fatto un riassunto molto chiaro e hai chiarito una confusione che secondo me c'è tanto, quindi l'educazione parentale effettivamente proprio è quella che fanno I genitori. Però in realtà la scuola parentale così come la chiamiamo noi in Italia è una struttura dove porti I tuoi figli. Quindi fin qua ci siamo, partiamo da questo presupposto. Ora, parlando proprio di home school, quindi di educazione parentale di cui si occupano I genitori, chi è che decide il curriculum? Cioè voi vi appoggiate a una scuola e quindi è la scuola che vi dà questo curriculum o dovete fare tutto da soli?
Come funziona?
Speaker 2: Diciamo che ci sono più scelte in linea generale più ampia che riguarda tutti sia gli home schools che le scuole pubbliche. Ci sono le indicazioni nazionali per il curriculum che si trovano sul motore di ricerca esce il pdf e ci sono c'è tutta la descrizione che parlano di competenze e obiettivi che I bambini devono raggiungere entro determinate classi. C'è anche la possibilità di recuperare dei programmi attraverso le scuole di riferimento oppure online, anche si trovano. Noi personalmente usiamo le indicazioni nazionali per il curriculum e poi usiamo anche dei testi un po più didattici per vedere nelle classi che stanno facendo I bambini ad esempio che cosa trattano esattamente, più che altro per l'esame di idoneità perché poi appunto idealmente come dicevamo anche prima I loro interessi le loro curiosità sono quelli che più ci interessano e in cui più ci troviamo coinvolti come on scoooler.
Carlotta: Quindi e responsabilità del genitore, praticamente capire quello che è il programma da seguire e anche appunto come seguirlo, perché io ricordo che quando eravamo da voi mi hai fatto vedere vari libri, tanti di questi sono libri che qualsiasi genitore può trovare in libreria e che tu avevi scelto seguendo degli interessi dei tuoi figli, per esempio quello sulla preistoria, che si però relazionava anche al curriculum che dovete fare effettivamente secondo le indicazioni generali. Quindi, ecco, questo è un po' per far capire che c'è molta flessibilità e c'è molta libertà che a volte è un bene a volte è un male vero? Nel senso che a volte magari ti puoi sentire un po' magari sola, un po' insicura?
Speaker 2: Sì, assolutamente. Si sente questa solitudine diciamo intorno al mondo dell'Home Schooling, ma anche perché c'è poca possibilità di confrontarsi direttamente con delle persone che lo fanno. Online si trovano molte altre famiglie, però è chiaro che il rapporto diretto il confronto è differente. Noi abbiamo la fortuna che a pochi chilometri da noi c'è un'altra famiglia di uno scooler che più o meno l'età hanno I bambini più o meno dell'età dei nostri e quindi di tanto in tanto ci ci si ritrova, ci si confronta però è chiaro che ogni famiglia la propria modalità. Ad esempio loro sono molto per l'unschooling e quindi la prendono con approccio totalmente diverso e quindi sì questa è sicuramente una ricchezza però ecco sarebbe bello potersi come dire avere una comunità più grande più vicina anche perché non so appunto banalmente seguendo sui social magari nelle città o in certe zone ce n'è di più mentre qua è quello che è un po' per la zona, un po' per l'abitudine, non saprei dire con precisione.
Carlotta: Magari anche proprio per la conoscenza, magari non se ne parla abbastanza ancora, è per questo anche che ci tengo tanto a questo episodio, proprio perché nel corso degli anni ci sono state tante famiglie che mi hanno contattata dicendomi noi potremmo permetterci di fare home schooling effettivamente, ma non sappiamo da dove iniziare. Poi dopo il covid devo anche dire, magari l'avrai notato anche tu, che c'è stato un po' un aumento delle persone che hanno scelto questa strada di educazione, però più se ne parla, più si normalizza e più effettivamente è un po' come si ottengono gli strumenti per anche solo per prendere la decisione di provarci, e a volte questa preparazione la fa proprio il post del blog, l'episodio del podcast, un incontro con un'altra famiglia che fa home school, quindi ecco questa preparazione credo che sia importante. Prima hai parlato di esame, che è una cosa sulla quale io proprio non sono ferrata, perché noi non essendo residenti in un paese che richiede l'esame di idoneità di fine anno, non abbiamo mai fatto e quindi se hai voglia di raccontarci un pochino come si svolge, come vi siete sentiti in questo. Come dire.
Paola: In questo ostacolo forse lo chiameresti ostacolo.
Speaker 2: Per me solo per me sì. Sono sincera per me è proprio una di quelle cose su cui devo lavorare nella mia vita perché appunto ho il mio vissuto il mio trascorso tra del mio percorso scolastico principalmente e quindi per me l'esame è un po un ostacolo. Però appunto ci si lavora su e piano piano si snocciola e si sistemano le cose per arrivare un po' più tranquilli, un po' più rilassati. Perché per dire per I bambini questo grande problema non è. Loro sono andati un po emozionati perché comunque si trattava di un'esperienza che si fa una volta all'anno e per cui lo capisco anche con insegnanti che ora che abbiamo trovato la scuola rivedranno probabilmente e che hanno già visto, però ecco non è scontato che siamo sempre le stesse persone nello stesso ambiente soprattutto.
E ora che parliamo di esame mi viene anche in mente di aggiungere una cosa che riguarda la scelta della scuola per l'esame che si può scegliere dove si vuole basta che sia una scuola pubblica o paritaria. Le famiglie home school consigliano che sia anche una scuola amica degli home school perché non è scontato di trovare le condizioni giuste tra dirigente e insegnanti che accettino una situazione del genere, magari legalmente devono farlo però poi ecco non è non è così scontato che si vada d'amore e d'accordo e noi appunto l'abbiamo sembra che l'abbiamo trovata ci siamo trovati bene negli ultimi due anni dunque l'esame una parte scritta una parte ad esempio entrambi I bimbi hanno avuto la possibilità di fare dei giochi durante l'esame per dimostrare il raggiungimento delle competenze che si prevedeva per le loro classi, il più grande che era doveva prendere l'idoneità per la quarta scritto un testo sul sul bambino preistorico, hanno giocato un po' con la matematica e poi hanno potuto visitare la scuola, scegliersi un libro nella biblioteca scuola, sono state proprio delle belle persone è stata una bella esperienza per loro e devo dire poi anche per noi perché poi abbiamo avuto la possibilità di confrontarci sia una settimana prima dell'esame per conoscerci e far vedere anche I bambini e sia poi dopo l'esame loro sono poi venuta a dirci come era andata, quali secondo loro erano I punti di forza e quali le loro debolezze su cui lavorare nell'anno successivo e quindi devo dire che alla fine a parte le forti emotività, ma merda è andata bene ecco.
È stata una bella esperienza.
Carlotta: Ti è piaciuto che tu abbia detto trovate una scuola che sia amica degli home schools perché questo credo che sia veramente un po'. Possa fare veramente la differenza tra l'esperienza dell'esame e proprio anche l'approccio all'anno successivo, perché probabilmente immagino, almeno mi immagino io stessa, di arrivare in una scuola in cui devo dare I miei figli devono dare un esame e tutto il tempo mi sento giudicata tra virgolette per la mia scelta di non mandarli a scuola, questo probabilmente sarebbe un ostacolo ancora più grande. Quindi questo è sicuramente un ottimo consiglio di trovare una scuola amica degli home schoolers. Facciamo un passo indietro Paola, è vero che abbiamo parlato tanto della vostra esperienza ovviamente però abbiamo parlato tanto di cose tecniche e invece io vorrei tornare proprio a qualche anno fa quando tu e Ivano vi siete seduti, vi siete guardati, avete deciso: facciamo home schooling a questi bambini, non mandiamoli a scuola
Paola: questi bambini. Raccontaci com'è andata, cosa è successo?
Speaker 2: Allora possiamo dire che è stato un processo, un percorso. Non è che ci siamo svegliati un giorno, abbiamo letto due cose e siamo diventati una famiglia oncooler. Io ho iniziato ad interessarmene ho letto tante cose, ho letto alcuni libri e poi appunto online si trovano tante esperienze di altre famiglie che diciamo mi ispiravano, tra cui la tela. E quindi ho cominciato a parlarne con Ivano. I bambini non erano ancora andati alla scuola dell'infanzia nonostante il più grande fosse anche già in età e proponendolo e parlandone con il mio compagno è stato poi che lui non se la sentiva, per diversi motivi, un po' per l'insicurezza comunque di sobbarcarsi di una responsabilità così grande e poi anche un po' per la socialità, anche per dire qua c'è la scuola del paese, non conoscono poi nessuno, come facciamo, non è bello e quindi c'è stata una fase di compromesso che è stata una scuola parentale che era ad Alba e sono andati Riccardo due anni, il più grande due anni e il più piccolo fatto solo un anno invece.
E poi in questa fase di transizione a un certo punto siamo sbocciati non lo so e abbiamo deciso che potevamo provare da soli abbiamo visto un po come funzionava le cose burocratiche che c'erano da fare grazie a loro anche perché comunque ci indirizzavano e ci dicevano come si faceva eccetera e poi attraverso appunto anche un po' al loro aiuto perché comunque gliel'abbiamo comunicato che volevamo provare eccetera il primo anno ci hanno un po' diciamo un po' più affiancati un po' più seguiti e poi siamo andati avanti da soli. Ecco abbiamo avuto anche la fortuna di poter fare questa questa cosa un po graduale diciamo per per lanciarci poi e prendercene completamente carico quando poi anche il più piccolo iniziato la prima elementare. Quindi questo è il secondo anno in autonomia e ci siamo arrivati così un pò provando. Alla fine è stato dopo l'esperienza con la scuola parentale è stato: Caspita magari ce la facciamo perché no? Muttiamoci e proviamo.
Quindi si è dato l'esame del primo anno del più grande e poi ci siamo lanciati.
Carlotta: Che è l'unico modo direi per scendere dalle ruote di qualsiasi cambiamento credo e anche non solo appunto dalle ruote del cambiamento ma proprio per intraprendere una strada un po' poco battuta. Credo che sia davvero l'unico modo: lanciarsi e vedere come va con una flessibilità a mente aperta e vedere perché poi magari fa per voi magari non fa per voi. In questo caso mi sembra che stia funzionando molto bene quando ti pensi tra cinque anni per esempio ti pensi ancora a fare home schooling?
Speaker 2: Guarda non saprei. Lo stiamo vivendo anno per anno, a volte stagione per stagione perché poi appunto noi guardiamo anche al nostro lavoro e le incertezze che ci sono potrebbe esserci la necessità di dover rivedere alcune cose. Per adesso finché ecco noi genitori abbiamo la possibilità di farlo guardiamo ai bambini quindi per te va bene? Andiamo avanti così? Senti il bisogno di andare a provare, non lo so, alla scuola di paese o che cerchiamo una scuola che possa fare per te.
E finché loro ci dicono: No va bene così, la nostra intenzione è di andare avanti. Praticamente un genitore per fare uno schouling bisogno di un titolo di studi superiore a quello che va insegnare. Entrambi noi siamo diplomati e quindi diciamo che potenzialmente fino alle medie c'è la possibilità. Ecco vedendo se tutto è inquadro e tutto allineato perché no? Però appunto bisogna vedere che tutti e quattro siamo dell'idea di andare avanti.
Certo
Carlotta: questa è una cosa credo super importante che anche noi ci ritroviamo a dire spesso a parlare spesso con I bambini proprio del fatto che tutti nella famiglia dobbiamo essere, fatto che tutti nella famiglia dobbiamo essere allineati sulla stessa frequenza d'onda per portare avanti questo stile di educazione, per noi anche stile di vita, perché comunque spesso parliamo con I bimbi: avete ancora voglia di viaggiare o preferireste fermarvi, per esempio, gli diamo opzioni, proviamo a immaginare dove ci fermeremmo, in che scuola andrebbero, eccetera eccetera. E finché loro sono convinti che no, questa è la nostra vita, cioè noi viaggiamo, perché dovremmo fermarci, ecco, finché loro sono tranquilli e sono convinti di questo stile di vita e noi, come giustamente tu dicevi, possiamo abbiamo questa possibilità, continueremo a farlo. Però effettivamente anche noi prendiamo un anno alla volta, a volte una stagione alla volta. E prima hai menzionato quando parlavi dei dubbi, delle incertezze del tuo compagno all'inizio di questo percorso hai menzionato la socialità che
Paola: devo dire Credo che se avessi com'è quell'espressione, no? Che se avessi se mi dessero un euro per ogni volta che mi è stata fatta
Carlotta: a socializzare? I tuoi bimbi hanno amici?
Paola: Ecco, se mi dessero un euro per ogni volta che mi è
Carlotta: stata fatta quella domanda non lo so potrei fare un sacco di beneficenza nella tela sarebbe
Paola: veramente al next level.
Carlotta: Però, ecco, mi piacerebbe sfatare questo mito insieme a te, perché qui io veramente raramente dico tutte, ma in questo caso davvero tutte le famiglie di home scoopers che ho incontrato, che abbiamo incontrato in giro per il mondo, ci hanno detto la stessa cosa, ovvero è un falso mito, è un falso mito che I bambini che fanno a scuola a casa siano asociali, che non sappiano relazionarsi, che non abbiano amici. Me lo confermi anche tu?
Speaker 2: Sì, te lo confermo anch'io. E' proprio così, anzi nel tempo ho visto proprio la loro facilità di relazionarsi con chiunque, con adulti, con persone piccole come loro, con anziani, ma proprio senza alcun problema, in qualsiasi contesto, dalla spiaggia al parco giochi alle cene magari a ambienti che non sono proprio I loro. Secondo me è una questione più di personalità magari di carattere essere socievoli oppure no, ma non credo che essere home schooler influisca su questa su questo aspetto della vita.
Carlotta: Sono d'accordo, credo che sicuramente sia una questione di personalità anche, che insomma sia uno degli ingredienti nel mix, però devo dire anche che effettivamente almeno nella nostra esperienza ma anche di tante altre famiglie che ho conosciuto e tu me l'hai confermato adesso, no? Proprio sento spesso questa frase: sanno relazionarsi con tutti, con tutte le età, con I bimbi piccoli di due anni, con quelli della loro età, con gli adolescenti, con I giovani adulti, con gli anziani, con insegnanti, con chiunque, sanno veramente relazionarsi con chiunque e questa credo che sia davvero l'abitudine a crearlo anche, perché effettivamente chi fa scuola a casa molte possibilità, tutto il giorno di possibilità, tutti I giorni dell'anno, di possibilità effettivamente di uscire, confrontarsi, relazionarsi con altre persone di qualsiasi età, per chi è in pianta stabile. Al pomeriggio si incontrano I bambini, ma al mattino si vanno a fare le visite ai musei, si parla con più adulti, si parla con gli anziani del paese, cioè c'è veramente tanto questo aspetto del sapersi relazionare proprio, saper gestire le proprie relazioni e noi ce ne accorgiamo ogni giorno di più, anzi ultimamente devo dire che sono I nostri figli che fanno gli amici per noi perché ogni volta che I bimbi vedono qualcuno in realtà con o senza figli, loro attaccano bottone, fanno una domanda, chiedono un qualcosa che li incuriosisce e fanno gli amici per noi.
Scherziamo sempre su questa cosa perché quando eravamo stabili a Marbeya eravamo noi adulti che avevamo amici e I nostri figli si relazionavano, figli di amici si relazionavano con I nostri, quindi sceglievamo noi tra virgolette gli amici dei nostri
Paola: figli, Mentre adesso è il contrario, sono loro che ci portano a casa amici
Carlotta: e sono loro a scegliere I nostri amici praticamente. Questo è veramente molto molto bello. Quindi sì, sfatiamolo questo mito. I bambini che fanno home school non solo non sono asociali, non solo non sanno relazionarsi, ma hanno anche amici perfino persone che viaggiano il mondo come facciamo noi, abbiamo amici non solo in giro per il mondo ma abbiamo amici anche che sentiamo in videochiamata e quindi questo davvero è un punto su cui al quale tengo e ci tengo a ripeterlo e sfatarlo perché è una domanda che viene fatta veramente spesso e penso che sia proprio una confusione semplicemente dettata dall'ignoranza. Ascolta invece perché ci sono talmente tante cose che vorrei chiederti ma probabilmente ti farei ancora due domande, anzi tre.
Posso fartene tre? Uno è un momento verità, un momento verità perché a un certo punto mentre ti ascoltavo parlare pensavo: abbiamo parlato delle fatiche perché uno pensa che sia tutto rose e fiori, cioè che questi bambini si siedano al tavolo, facciano le cose che noi abbiamo in mente
Paola: e ridi, ti vedo che ridi perché come dire: ma va! Ma quando? Quando succede questa roba? Ci sono momenti così, cioè possiamo confermarlo, ci
Carlotta: sono momenti così. Ci sono anche tanti momenti e sai che sulla tela ci piace essere trasparenti, ci sono tanti momenti in cui effettivamente sono lotte, nel senso che essere gli insegnanti dei propri figli è proprio come essere I genitori dei nostri figli non è facile. Mi confermi anche tu?
Paola: Non mi non farmi sentire sola in questa fatica.
Speaker 2: No no stai tranquilla non ti faccio sentire solo. Ne avevamo anche già parlato mi ricorda il nostro primo incontro che ci sono dei momenti in cui è faticoso si propone egli sarebbe ora di fare un po di scuola insieme perché non ci sediamo e ci possono essere delle resistenze. E quindi lì come anche ti ho sentito dire un paio di volte dobbiamo lavorare sul tenere la nostra la nostra brocca, la nostra caraffa bella piena, bella ricca, in maniera tale da riuscire a versare dei bicchieri alle persone che sono con noi. Specialmente se ci passiamo tanto tempo insieme c'è bisogno che io stia bene affinché le cose che facciamo insieme funzionino un po' meglio. Poi ovviamente non posso controllare la loro loro voglia di quel momento però posso trovare il modo di riuscire a fare qualcosa che sia abbastanza interessante e divertente per loro e appunto da riuscire a coinvolgerli poi magari c'è quella volta che ci sarebbe la necessità ok possiamo lavorarci su magari si fa dopo si fa prima si trova un compromesso e un grande lavoro di compromesso spesso l'home school in questo senso è vero nel trovare spazio tempo ed energia per fare delle cose volte un po' più strutturate perché su certe su certe cose c'è la necessità soprattutto in vista di un esame di idoneità e quindi ecco con tanta pazienza ci si mette lì e ci si prova.
E comunque si ragiona sul fatto che abbiamo fatto questa scelta l'abbiamo fatta insieme e bisogna portarla avanti. Sì per l'esame, ma in realtà proprio come un po' il senso c'è il bisogno di imparare e di scoprire cose nuove di nutrire anche quella parte di noi esatto
Carlotta: si gioca su anche sulla responsabilità in un certo senso no è mia responsabilità mantenere viva la curiosità, è mia responsabilità nutrire il mio cervello con informazioni, sviluppare la mia mente critica. Una cosa che noi abbiamo da poco in realtà un annetto a questo punto provato è proprio dare molta più responsabilità a loro. Noi abbiamo proprio creato un foglio, mettiamolo così, un foglio come se fosse un programma con una serie di materie, una serie di attività che noi sappiamo che loro possono svolgere indipendentemente, e ogni settimana ne stampiamo uno. Quindi l'elenco delle attività e poi varie colonne per ogni giorno della settimana. Ogni giorno loro possono scegliere una di quelle attività, ogni giorno della settimana possono scegliere una, due, tre di quelle attività e farle in maniera indipendente, e alla fine della settimana guardiamo e le verifichiamo tutte insieme, vediamo come sono state fatte, vediamo che cosa gli è piaciuto di più, che cosa gli è piaciuto di meno, su che cosa hanno fatto più fatica, che cosa gli è venuto molto facile che quel tipo che hanno fatto in due minuti hanno messo la crocetta questo è fatto.
Ecco quindi questo aiuta proprio anche noi a capire quali sono I loro interessi e a che punto sono, tra virgolette, e poi aiuta anche loro a prendersi proprio la responsabilità del loro lavoro. E noi tra l'altro sì lo chiamiamo lavoro perché come noi io e mio marito siamo responsabili del nostro lavoro, loro sono responsabili dell'oro. E un'altra cosa che non so se te l'ho raccontata, ma a noi piace molto ultimamente, non siamo molto costanti ancora, ma stiamo provando a
Paola: metterla, introdurla nella routine è sempre
Carlotta: un processo fare queste nuove creare queste nuove abitudini e questo l' inventato Alex il teaching quindi noi abbiamo un giorno alla settimana in cui ognuno di noi deve preparare qualcosa e insegnarlo agli altri. Lui l' fatto di giovedì perché gli piace mettere l'attività con l'iniziale uguale del giorno della settimana, quindi teaching third iniziano
Paola: tutti e due con t, quindi questo molto importante che sia di giovedì
Carlotta: però l'idea è proprio quella che ognuno di noi insegna qualcosa che può essere qualcosa di molto breve Alex sta leggendo un libro che gli interessa, lui a volte ci racconta una pagina, un capitolo del libro, può essere anche qualcosa di pratico, un giorno gli ho fatto una mini lezione di come si balla baciata, Emily un giorno ci insegnato qualcosa che aveva letto su Mirò, un altro giorno Oliver ci insegnato qualcosa del serpente più grande al mondo. Ognuno decide e proprio in maniera completamente indipendente facciamo questo piccolo giorno di insegnamento. Quindi
Paola: per chi ci sta ascoltando e che fa home schooling magari potrebbe essere un'idea carina che non so se ti avevo raccontato, magari potete provare a implementarla e poi ci racconti come va. Ascolta, ti
Carlotta: sei mai sentita giudicata per questa tua scelta?
Speaker 2: Sì, mi è capitato spesso da persone anche molto vicine nella cerchia familiare e è stato faticoso perché magari in quel momento avevo più bisogno di essere non so spronata o supportata supportata. Esatto mentre invece era ecco vedi una cosa esagerata e quindi appunto ci sono volte in cui è un po più è un po più dura in quel senso
Carlotta: e poi magari diventa un po più facile man mano che vai avanti che ti senti più sicura della tua scelta.
Speaker 2: Sì sì questo sicuramente quello uno poi comincia a vedere poi I propri punti di forza, I propri punti un po' più deboli e quindi sai che magari in certe circostanze ci va un po' più di delicatezza, un po' più di cura e magari ecco rimanere proprio nel non lo so tra me e Ivano magari in certe confidenze piuttosto che magari cercare conforto altrove e trovare e non trovarlo Sarebbe tutto un po' più pesante e difficoltoso così.
Carlotta: Certo è che avere anche quell'appoggio in casa è super importante, un po' come nella genitorialità, quando due genitori remano nella stessa direzione, quello sì che può fare davvero la differenza. Proprio ultima domanda: se un genitore venisse da te oggi e ti dicesse: abbiamo la possibilità di fare home school, effettivamente abbiamo la possibilità, ma abbiamo paura di non essere all'altezza, che I nostri figli si sentano diversi, che non sappiamo dare l'istruzione di cui hanno bisogno, che li instradiamo per il fallimento Però abbiamo questa cosa del home school ci sembra veramente valido per la nostra famiglia. Cosa gli diresti?
Speaker 2: Hey io gli direi prova! Vedi se ti piace, vedi se è il tuo, non considerarlo un fallimento, è un tentativo, un tentativo per vedere se funziona. Se non funziona hai scoperto che non fa per voi e quindi puoi metterlo da parte, ti fai magari un paio di mesi, un anno, non lo so quello che uno riesce a mettere come energia e risorse e trovare un compromesso magari in un aiuto magari un tutor che ti aiuta su quella materia che proprio non ti va giù online ci sono un sacco di risorse per quanto riguarda materiali I lap book per esempio ci sono cioè ci sono davvero tanti strumenti da utilizzare per fare dei tentativi e trovare anche il proprio poi come dire quello che più si addice a noi alla famiglia che si mette in gioco e prova.
Carlotta: Una cosa bellissima che mi era rimasta impressa, mi hai detto perché poi in realtà io e Ivano ci siamo guardati e ci siamo detti: Se non ci proviamo non sappiamo se davvero siamo capaci o no, se funziona per la nostra famiglia. Quindi credo che quello sia stato anche sia anche un consiglio importante, un consiglio valido.
Speaker 2: Sì, sì, esatto. Quando siamo arrivati al dunque è stato proprio quello che ci siamo detti. Buttiamoci, vediamo cosa riusciamo a combinare.
Carlotta: Esatto, esatto. E altrimenti vale cambiare idea, si torna indietro. Non si perderà nulla anzi ci sarà qualcosa di guadagnato comunque in quell'esperienza.
Speaker 2: Assolutamente anche solo nella relazione capire se lo vogliamo davvero noi, se lo vogliono davvero I nostri figli, perché mi è capitato nel tempo anche che alcune famiglie me lo dicessero ma io in effetti potrei però ci sono gli amici a scuola ci sono una serie di routine che a cui il loro figlio era legato quindi han detto no non cioè non ce la sentiamo non avrebbe senso di vieni via da una scuola che ti piace da un ambiente che ti piace e quindi hanno ecco hanno preso le loro decisioni però se ci sono appunto come dicevamo anche prima tutto allineato, tutti sono d'accordo, sicuramente vale la pena fare un tentativo e togliersi questo dubbio, questo tardo: Ci riesco o non ci riesco?
Carlotta: Che poi la risposta è: Ci riesci. Che poi piaccia o non piaccia, quella è un'altra questione secondo me. Magari è uno stile di vita che alla fine si idealizza nella propria mente, invece non piace. Ma riuscirci secondo me una volta che insomma si parte, poi più si va avanti più si diventa bravi anche a farlo. Io ricordo all'inizio ero molto impacciata, mi ricordo che non sapevo starò insegnando le cose giuste, starò insegnando nel modo giusto, effettivamente era proprio una questione di sicurezza mia personale.
Nel momento in cui io ho cominciato a sentirmi più sicura, più mi sono dimostrata che ero capace a farlo e che io e Alex eravamo capaci a farlo e che non stavamo rovinando la vita ai nostri figli come qualche persona ci diceva, più effettivamente abbiamo ci siamo sentiti come dire a nostro agio anche in questo. Paola, grazie! È stato veramente piacevole. Spero davvero che abbiamo piantato qualche semino, che abbiamo risposto a qualche dubbio. Sicuramente a me insegnato cose che io assolutamente non sapevo sulla parte burocratica che io non ho mai dovuto vivere e anzi hai menzionato anche qualche risorsa, qualche sito online, magari se me li mandi li metto nelle note dell'episodio così possono ritrovarli anche le persone interessate anche solo per iniziare
Paola: a bagnare I piedi in questo oceano che poi magari in cui vogliono farsi un bagno farsi un bagno non lo sappiamo. Grazie Paola per il tuo tempo.
Speaker 2: Grazie a te Carlotta, è stata una ricchissima conversazione, grazie davvero.
Carlotta: Anche per me grazie Paola. Tra qualche anno facciamo un sequel.
Paola: Va bene? Ciao, grazie. Ciao ciao.
Carlotta: Ringrazio ancora una volta Paola, è stata veramente una conversazione super piacevole.
Paola: Me lo dico da sola che per voi è stata una conversazione piacevole perché io con lei abbiamo parlato spesso e sapevo
Carlotta: che appunto sarebbe stata proprio molto naturale, molto spontanea e quindi sono felice di averla potuta finalmente regalare anche a voi perché non l'ho detto prima, ma effettivamente una delle prime cose che ho detto a Paola quando ci siamo conosciute è stata un giorno faremo un episodio del podcast insieme e lei mi detto ci proverò! Quindi sono molto felice che ci siamo riuscite. E se avete interesse in questo stile di educazione, volete anche solo imparare un po' di più o magari avete la possibilità di farlo ma non sapete dove iniziare, speriamo di avervi dato qualche buon consiglio. Nelle note dell'episodio ne trovate altri, ci sono tutte le serie dei giochi produttivi del grande lavoro, gli audiolibri che sono una risorsa immensa per per home schooling. Tanti di questi contenuti sono anche in tre lingue, quindi veramente la tela sta diventando o potrebbe potenzialmente diventare anche un punto di riferimento proprio per fare home-scooling in maniera leggermente diversa da quella che è il programma didattico mirato a mantenere l'interesse e la curiosità dei bambini.
Trovate tutto sulatela punto com, da lì arrivate anche al mio Instagram. E non mi rimane che augurarvi buona serata, buona giornata o buonanotte, a seconda di dove siete nel mondo. Ciao ciao!
di hoomeschooling e che non andrà in una scuola tradizionale come pensa? E come
gestire il discorso riconoscimento dell'autorità e regole?Poiché tutti gli dicono "ah l'anno prossimo andrai a scuola e quando andrai a scuola dovrai stare alle regole" grazie
Spesso, quando una conversazione ci sembra difficile o scomoda è più che altro perché noi la pensiamo così. Nel Percorso per educare a lungo termine trovi diverse lezioni in cui Carlotta approfondisce questo concetto: preparare la nostra mente alle emozioni che possono nascere e dire la verità sono ad esempio due capisaldi.
Se non ne hai ancora mai parlato con lei, e la vostra decisione è presa, potreste fare ad esempio un elenco scritto dei motivi per cui avete preso questa scelta, così quando introdurrai la conversazione potrai dirle qualcosa come: «Sai, dal prossimo anno inizierai a fare scuola. Ci sono tanti modi per fare scuola, uno di questi si chiama homeschooling, che significa che... ed è quello che la nostra famiglia ha scelto perché...».
Sulla seconda domanda: ovviamente è un falso mito, le regole non si apprendono solo a scuola naturalmente, ma anche (soprattutto!) in famiglia, da noi genitori. Prova a non dare peso a questi commenti giudicanti: in questi casi spesso funziona prepararsi un copione per una risposta gentile ma assertiva, che potrebbe essere ad esempio «Noi pensiamo che le regole non si imparano solo a scuola, ma iniziano a casa, fin dai primi anni di vita. Anzi, spesso è proprio in famiglia che si sviluppano i fondamenti del rispetto e della responsabilità, che poi si portano anche nelle altre situazioni, come la scuola o la vita sociale».
Conoscere il panorama del metodo di istruzione in Italia è importante proprio perché si parla pochissimo di homeschooling in Italia.... chissà perché!
Questo é un tema che mi interessa molto e avrei altre mille domande!
Noi personalmente come famiglia non abbiamo intenzione di fare homeschooling per ragione di lavoro ed altro ( lavoriamo tutti e due in ospedale in presenza qui a Londra, i nostri bimbi sono piccoli e alla materna ci vanno volentieri) peró é un topic che comunque mi attrae!
Mi sarebbe piaciuto approfondire sul perché di questa scelta ed anche sui benefici di questa scelta. Nel caso di Carlotta capisco che sia anche per avere piú flessibilitá e tempo per viaggiare.
Come dite voi é faticoso quindi mi sarebbe piaciuto sapere ancora di piú quali sono i benefici di tutto ció che fan si che sia la migliore scelta per la vostra famiglia.
Sarebbe anche interessante intervistare qualcuno che faccia homeschooling a ragazzi adolescenti visto che é una fase di vita dove si vuole affermare il proprio sé nella societá e molte volte al di fuori della famiglia.... peró non conosco nessuno in questa situazione.
Grazie del podcast
Avrei mille domande da fare a Paola, a come reagiscono i loro figli, sia per l'esame, sia l'idea di non frequentare una scuola come tutti gli altri.... Insomma un po' di tutto! Mi sono anche sempre chiesta "e se la richiesta di mio figlio di non andare a scuola fosse per paura di uscire dalla sua zona di confort?" Ha quasi 5 anni e ogni mattina mi chiede "mamma ma perché mi porti a scuola????".
Io sarei molto interessata a questo percorso, mio marito un po' meno, ma per i soliti motivi culturali di cui avete parlato. Adesso andrò ad approfondire i vari link che avete messo, però è stata una conversazione veramente molto molto interessante che mi ha fatto frullare non poco il cervello 😅. Grazie ancora ad entrambe!