Preferiti dei bambini

193. Come vi dividete il carico mentale in famiglia? Episodio «interattivo»

In questo episodio «interattivo» di Educare con Calma, esploriamo un tema della gestione del carico mentale all'interno della famiglia.

25 ottobre 2024·
20 min
·20 commenti
Grazie ad alcune condivisioni che sono arrivate su Instagram (e che leggo in questo episodio) riflettiamo sul fatto che equità nella distribuzione dei compiti e delle responsabilità domestiche non significa ripartizione al 50-50: ogni famiglia può trovare il suo equilibrio sostenibile. Qui, ne vediamo insieme alcuni esempi.

Carlotta: Benvenute e benvenuti a un nuovo episodio di educare con calma. Oggi faccio una cosa un po' diversa, faccio una sorta di podcast interattivo, nel senso che è iniziato nelle storie di instagram e nei commenti di instagram, e spero che finisca, o continui nei commenti dell'episodio di questo podcast. Quindi quello che farò è leggervi la storia da cui è iniziata tutta questa conversazione e poi leggervi alcune risposte delle persone che mi hanno appunto scritto nei messaggi privati di Instagram. Vi leggo prima di tutta la storia che riguarda proprio il come si divide il carico mentale, il carico proprio anche fisico all'interno della famiglia, perché in quella storia avevo messo una foto di me che andavo a fare due lavatrici, quindi sembrava Babbo Natale praticamente, e ho scritto pomeriggio di lavatrici. Questo capita spesso nel nostro stile di vita perché non avendo una lavatrice nel van ovviamente ci appoggiamo a lavatrici che troviamo nei campeggi piuttosto che nelle città e quindi ogni volta sono ore e ore di lavatrici.

Quindi ho scritto pomeriggio di lavatrici, di solito me ne occupo di più io perché Alex si prende cura già di tutti I pasti e dei servizi al van, prende cura già di tutti I pasti e dei servizi al van. Noi non ci dividiamo le faccende al 50-cinquanta, non è l'obiettivo e una divisione equa non significa a metà. Questo è un accordo che funziona per noi. Come funziona a casa vostra? Mi avete risposto inoltre cinquemila persone, il cinquantadue por cento detto me ne occupo io, il cinque por cento detto l'altro genitore, il quarantatré por cento detto che si dividono I compiti al cinquanta por cento cinquanta por cento ovviamente non sappiamo quante di queste percentuali siano uomini e donne ma se stereotipiamo possiamo immaginarlo.

Chiaramente avevo specificato appunto che cinquanta cinquanta non significa esattamente cinquanta cinquanta a metà ma un equilibrio che funziona per la vostra famiglia perché personalmente io non penso che una divisione esattamente equa quindi a metà sia l'obiettivo della divisione del carico familiare. Credo che l'obiettivo sia un accordo sostenibile, quindi a lungo termine, in cui ognuno dovrebbe essere in grado di fare tutto ma poi ci si divide il carico in base alle esigenze della famiglia, gli impegni dei singoli e anche in base agli stati d'animo dei singoli. Mi avete mandato tantissimi messaggi e quindi in questo episodio proprio quello che farò è leggerveli perché li ho raggruppati per continuare la conversazione fuori dai social in uno spazio sicuro. Se avete voglia di unirvi a questa conversazione andate nei commenti dell'episodio su la tela punto com e commentate, continuate la conversazione. Se andate nella lente in alto a destra e scrivete il titolo dell'episodio, trovate l'episodio e potete commentare subito sotto.

Inizio io con alcuni messaggi che ho salvato e li ho salvati proprio perché molti erano come questo di Isabella che dice: scusate mi metto gli occhiali perché non leggo più praticamente ok Isabella scrive: puoi approfondire questo argomento? Io faccio molta fatica a far capire al mio compagno la necessità di fare cinquanta cinquanta, con il fatto che lui lavora full time e io part time sembra scontato che debba fare più io per casa e bambini, che da un punto di vista organizzativo può andare bene per le ore in cui lui è assente, ma poi c'è anche tutto il carico mentale che nel mio caso pesa molto. Che ne pensi? Ed è proprio per questo che ho raccolto tanti messaggi in questo episodio proprio per creare una sorta di ragnatela di pensieri che voi mi aiutate a tessere e penso che sia proprio un modo per diciamo affrontare questo argomento in maniera onesta intellettualmente perché non esiste una sola risposta ma proprio come dicevamo prima esiste più un un ventaglio di risposte tante quante sono le varie coppie e I vari equilibri nella coppia. Francesca mi scrive: Sono troppo d'accordo per me significa che ognuno da quello che può dare in quel momento e trovare un equilibrio che funziona nella coppia.

Io non so nemmeno se faccio più io o lui nel complesso, non me lo chiedo. Se per me è troppo lo comunico e lo stesso fa lui e ci ri-bilanciamo. Questo mi è piaciuto moltissimo, mi ritrovo molto in questo messaggio proprio nel modo in cui anche io e Alex affrontiamo questo discorso, e mi riportato un po' un concetto di Brené Brown, perché lei racconta spesso che lei e suo marito quando tornano a casa la sera hanno proprio un loro linguaggio fatto di percentuali, lei magari dice Io oggi ho un venti per cento e allora lui dice Ok io ti copro, ti posso coprire e viceversa. Ma succede anche che magari entrambi abbiano un venti per cento, lo comunicano e allora si aggiustano le aspettative, sanno che magari ci sarà meno pazienza, meno tolleranza, meno empatia e così facendo si preparano e così facendo aumentano l'empatia reciproca. Ora vi leggo altri commenti senza un ordine preciso così come mi sono arrivati.

Gianna scrive: anche in base alle competenze e serve flessibilità. Quindi lei dice: Noi ce lo dividiamo in base alle competenze, c'è bisogno di flessibilità. Per esempio io cucino sempre, la volta che faccio tardi cucina mio marito senza che io debba fare da mangiare prima perché cucinare è un mio compito. Questo credo che sia anche molto importante, quindi come vedremo più avanti, adesso mi sembra di ricordare che ci sia un messaggio di questo tipo in cui si parla proprio di delegare, se dobbiamo delegare, quindi se Gianna in questo caso dovesse dire a suo marito Ehi guarda che io arrivo tardi cucina tu anche questo sarebbe un carico mentale perché dovrebbe pensare a quell'aspetto organizzativo invece è importante che nella coppia ci sia proprio questo accordo secondo me in cui proprio uno aiuta l'altro in un certo senso uno sopperisce per la mancanza dell'altro senza un input, quindi spontaneamente. Invece Letizia mi dice: A volte più io, a volte più lui, dipende dalle settimane.

Io viaggio tanto per lavoro lui no, quindi il peso cambia in base anche a questo. Generalmente la spesa e cucinare sono suoi. Qualcuno mi chiesto: Ciao Carlotta, voi avete deciso a priori o scegliete giornalmente o mensilmente? È stata una cosa spontanea o richiesta da uno o entrambe le parti? Per noi è stata una transizione graduale abbiamo iniziato la nostra relazione con l'immagine stereotipata della divisione dei compiti, ovvero io mi occupo della casa e dei figli, anche perché Alex continuato a lavorare a tempo pieno quando siamo diventati genitori, quindi eravamo sulla strada diciamo del sì è sempre fatto così, ma io ho presto capito che per me non era sostenibile e anzi ho ritrovato proprio vari messaggi a lui, anche un'email, in cui iniziavo a lamentarmi e a dirgli che non potevo fare tutto io, che dovevamo trovare un modo per dividerci I compiti in maniera più sostenibile e suggerivo cose specifiche, per esempio che lui cucinasse il pranzo al mattino e ce lo lasciasse pronto per me e Oliver.

Così io non dovevo cucinare con Oliver piccolo addosso e mi toglieva quel carico mentale. E così facevamo sembrano cose semplici che in realtà invece non lo sono, questa era una cosa grande, c'erano poi altre piccole cose semplici che abbiamo iniziato ad implementare e anche quando tornava a casa dall'ufficio, ricaricato da una giornata senza bambini, ricca di conversazioni adulte che io non avevo avuto perché molto probabilmente ero stata quasi tutto il giorno con I bimbi, Era il suo turno di stare con con loro mentre io magari preparavo il mio lavoro del giorno dopo perché anch'io lavoravo anche se molto meno di lui o uscivo per prendermi cura di me per una cena con le amiche per una lezione di ballo eccetera eccetera Spesso non ce ne accorgiamo, ma se non siamo noi donne a prenderci I nostri spazi ed esigere tempo per noi, è raro che qualcuno venga a dirci: Prenditelo, esci, vai, prenditi cura di te oggi, adesso me ne occupo io! Non sto dicendo che Alex non l'avrebbe fatto. Lui è molto attento, è cresciuto con una cultura diversa in una famiglia per molti anni in cui aveva un papà single e quindi sicuramente sarebbe anche venuto da lui, ma spesso e volentieri quando non viene dall'altro dobbiamo veramente iniziare noi donne a sradicare questi concetti, queste mentalità, e un modo per farlo è anche cambiare il linguaggio.

Io invito spesso tante donne che mi scrivono a smettere di dire mio marito mi aiuta. No, non è un aiuto, è una vera e propria collaborazione, è una vera e propria condivisione di carico. E quindi ecco per noi è stato graduale. Quando abbiamo iniziato, quando abbiamo venduto tutto per viaggiare a tempo pieno, lentamente ci siamo poi divisi I compiti in maniera più strutturata, giocando sulle forze individuali. Alex per esempio è più bravo a cucinare, probabilmente perché lo fa più spesso, e poi gli pesa meno, e così la cucina è diventata sua responsabilità, e sua responsabilità quindi anche fare la spesa, perché non avrebbe senso che faccia io la spesa se cucina lui, né che lui mi dia una lista della spesa perché allora il carico di fare la lista della spesa è comunque suo, non gli toglierei carico.

E vi ricordo proprio come dicevamo prima, non so se troveremo questo famoso messaggio che parlava del delegare, ma vi ricordo che anche delegare e dover delegare è carico mentale di chi delega, anche se poi è l'altra persona a fare l'attività. Quindi questo penso che sia un aspetto importante che se vi ritrovate in una situazione in cui magari vi dividete il carico ma è sempre uno che programma e delega io credo che anche questo sia poco sostenibile a meno che non lo sia effettivamente per la vostra famiglia. Io in casa mi occupo invece di altre faccende come la pulizia, le lavatrici, cambiare le lenzuola che poi in realtà però Io spesso faccio I piatti dopo pranzo, dopo cena. Alex spesso mi aiuta a rimettere le lenzuola per esempio. Anche I bimbi adesso partecipano alle faccende, quindi una volta al giorno Emily fa I piatti, una volta al giorno Oliver fa I piatti.

Quindi ecco l'altro giorno si sono rimessi loro le lenzuola che è una cosa che io odio fare in van, quindi ecco cominciamo proprio a essere una squadra, un team. E poi ovviamente io e Alex insieme facciamo I genitori, in quello siamo assolutamente intercambiabili e facciamo home school ai bambini. Anche in questo lo facciamo insieme, davvero uno sforzo di squadra, e questo è il nostro equilibrio, quello che funziona per noi, quello che abbiamo creato osservando la nostra famiglia e comunicando I nostri bisogni. Poi ci sono tanti messaggi così Eleonora per esempio dice che fa tutto lei, che non c'è assolutamente modo per cui il suo compagno o suo marito l'aiuti o faccia qualcosa di sua spontanea volontà e quindi alla fine finisce per fare tutto lei. Ilaria dice: bello il problema sorge quando non c'è un accordo.

Come fare a introdurre un accordo una volta diventati consapevoli, ma uno dei due non capisce la necessità di mettere in discussione la cosa? Annalisa dice se entrambi sono insoddisfatti perché credono di fare più del cinquanta e che l'altro non vede il contributo dato, c'era anche qualcun altro che parlava di sbilanciamento, perché magari un genitore lavorava fuori casa e allora l'altro genitore pensavano non non è giusto chiedergli troppo. Ecco io penso che su questo il dialogo aiuti tantissimo, credo che sia veramente importante avviare questo dialogo nella coppia, quando si sente uno sbilanciamento, quando ci si sente insoddisfatti, quando si pensa appunto come diceva Ilaria, sederci e fare una provare a sederci e fare una riunione come dico anche nel mio libro fare una riunione settimanale bisettimanale ma proprio con lo scopo di parlare di quel determinato problema. Possiamo prendere un episodio del podcast, ascoltarlo insieme e parlarne, possiamo leggere un capitolo di un libro, possiamo leggere un articolo insieme a parlarne, magari durante la settimana possiamo appuntarci varie cose su un quaderno, ognuno si appunta diverse cose proprio in preparazione a questa riunione settimanale e poi se ne parla, ma bisogna avviare questo dialogo perché altrimenti questa insoddisfazione, questo sbilanciamento finisce per trasformarsi o può finire per trasformarsi in risentimento.

E sono curioso anche di sentire le vostre riflessioni su questo. Come vi dicevo prima andate su tela punto com e cercate l'episodio e scrivetelo, però io in generale vorrei anche portare un altro piccolo pezzettino di questa conversazione, ovvero io credo che ci sia sempre uno sbilanciamento. Per esempio in casa mia io penso che faccia molto più Alex di quanto faccio io, proprio perché non è a metà e perché non è un cinquemila cinquanta e non è neanche uguale ogni giorno come dicevamo prima, ma penso che davvero se uno dei due sente spesso e a lungo un senso di sbilanciamento sia proprio necessario avviare questo dialogo. Magari l'accordo non è solo nella divisione delle faccende, magari il genitore che lavora fuori casa potrebbe diciamo contribuire occupandosi di più dei figli quando arriva a casa a dare un'ora di respiro all'altro genitore. Però credo che sia proprio una conversazione che richiede sedersi a tavolino e parlarne e magari questa conversazione potrebbe proprio iniziare da una domanda del tipo: tu senti uno sbilanciamento nella divisione del nostro carico familiare?

E ognuno risponde a questa domanda. E se uno dei due dice di sì allora si continua, si continua questa conversazione. Anzi magari provate anche se sentite di avere una buona divisione del carico familiare, magari potete farvi questa domanda e vedere se cosa ne esce. Poi ci sono anche tanti commenti di questo tipo, per esempio Eva dice a volte più io, a volte più lui, a seconda del periodo e delle condizioni. Se un periodo stressante carico per me sul lavorosalute, lui mi alleggerisce e viceversa.

Se è un periodo pesante per entrambi cerchiamo solo di sopravvivere tra virgolette il giusto da uscirne. Quindi chi se ne frega se la roba si accumula in lavanderia. Sanità e benessere mentale in primis. Poi ci siamo accorti di seguire anche le propensioni personali, per esempio io odio piatti lavastoviglie e lui biancheria sporca. Un'altra persona mi dice Boh non c'è una risposta giusta!

Noi ci dividiamo tutto, ma nel senso che ognuno di noi sa fare tutto la divisione dipende dai momenti e dagli impegni di entrambi anche per noi I pasti sono più appannaggio maschile in percentuale ma ci sono giorni in cui l'equilibrio si capovolge e chi cucinato non è chi pulito e viceversa. Credo che possa essere considerato un cinquanta por cento ma spalmato nella vita e non nelle giornate singole. Comunque sono curiosa di sapere le risposte per capire come siamo messi. Invece Attriztria dice: Sì neanche noi facciamo tutto sia io che lui, la biancheria però più io, ma lui mette a posto le carte documenti, robe così che io odio fare e butta sempre la spazzatura per cui alla fine è come 50-cinquanta. Come dici tu non tutto lo stesso peso.

Esatto quello è il loro cinquanta cinquanta e questo appunto contribuisce a creare un equilibrio sostenibile, un accordo sostenibile. E mi piace proprio questa cosa che in tanti messaggi è emerso che ci si copre nelle cose che non si riesce a sopportare, quindi a me piace di più una cosa, chiedo che la faccia lui e proviamo ad accordarci così, poi le cose che invece non piacciono a nessuno dei due magari ce le dividiamo. Giulia dice: Non saprei dare una percentuale, credo un po' come voi. Marito si occupa della cucina, dalla spesa alla lavastoviglie e delle cose burocratiche di tutta la famiglia. Io ho lavatrici, riordino le piante e le bimbe quasi tutto io.

Nel senso che lui se ne occupa, le porta a scuola, ci sta insieme, dividiamo gli addormentamenti, ma il pensiero se si devono lavare, togliere le unghie, comprare vestiti nuovi, visite mediche, questa è roba mia! Non so dare una percentuale ma io non riuscirei mai ad occuparmi delle cose di cui si occupa lui e lui non mai tagliato le unghie alle figlie. Quindi ecco questo è il loro equilibrio che mi sembra sia sostenibile per la loro famiglia. Martina dice: Ciao Carlotta io e mio marito siamo una squadra, io ho deciso di lasciare il lavoro per dedicarmi ai bimbi due ai cinque e mio marito siamo una squadra. Io ho deciso di lasciare il lavoro per dedicarmi ai bimbi due-cinque anni e al nostro nido e lui invece lavora, esce di casa la mattina molto presto e rientra intorno alle venti.

Nonostante questo quando torna è presente con I bimbi e ci aiutiamo tantissimo. Mi è piaciuto questo cambio di linguaggio, ci aiutiamo tantissimo invece di e mi aiuta tantissimo. A volte lui a preparare la cena spesso nel fine settimana questo è il nostro equilibrio sicuramente non equo a livello oggettivo di cose che facciamo ma siamo una squadra davvero con tanta voglia di fare e di aiutarsi. Paola dice: Buongiorno Carlotta, non ti saprei rispondere. Nella nostra famiglia io faccio alcune cose e mio marito ne fa altre, ma non saprei dire se la divisione è al cinquanta por cento.

Cinquanta por cento in termini di tempo, di carico mentale, io ho sempre la sensazione che faccia di più io, ma in realtà facciamo cose diverse con I tempi diversi, quindi forse la divisione al cinquanta por cento mi portata a maggiori frustrazioni. Che cosa ne pensi? Come dici tu bisogna trovare un equilibrio ed essere soddisfatti. Ma come si realizza? Ecco questo abbiamo già risposto prima e appunto come dicevo prima io penso che se uno dei due sente frustrazione pensando alla divisione del carico allora probabilmente non si è ancora trovato un equilibrio, un accordo sostenibile e quindi appunto dobbiamo parlarne.

Anche perché condividere il carico, come dicevamo prima, significa che io non mi occupo affatto né supervisiono quello che fa mio marito o mia moglie. E per concludere vi lascio due citazioni del mio libro Cosa sarò da grande? In cui ho scelto proprio di trattare queste tematiche in due capitoli: c'è questa frase che mi piace tanto del capitolo nove che si intitola Devo occuparmi di una ragazza che dice: Il mondo è abituato a mamme giocoliere ed equilibriste. Io scelgo di dissociarmi dal modello della super donna. La vera rivoluzione è una donna riposata.

E poi c'è anche questa frase del capitolo dieci che si intitola Sono suo padre in cui parliamo proprio tanto di questo. In questi due capitoli, anzi anche tre capitoli consecutivi parliamo proprio tanto della coppia, della divisione del carico, dell'importanza del dialogo, parlo anche del sesso all'interno della coppia e c'è questa frase, questa parte del capitolo dieci che dice: tanti uomini accettano il ruolo che la società attribuisce loro e resistono al cambiamento. È vero, spesso lo fanno perché sono stati cresciuti così, perché è ciò che conoscono, perché è più comodo, meno faticoso, ma anche perché noi donne glielo permettiamo: siamo complici dello stereotipo. E con questo chiudo queste riflessioni a ragnatela, ma chiudo solo le mie riflessioni a ragnatela e lascio che continuiate voi a tessere questa ragnatela nei commenti. Spero di aver piantato qualche semino davvero per qualche riflessione interessante a casa per le vostre riunioni di famiglia e spero di leggere anche tanti papà nei commenti all'episodio del podcast perché io so che ci siete so che mi ascoltate ci sono veramente tanti tanti papà sulla tela, quindi se state ascoltando vi chiedo di venire a lasciare un commento all'episodio su la tela punto com.

Come vi dicevo prima cercate il titolo dell'episodio nella lente in alto a destra e lo trovate. Infine vi ricordo che sul podcast ci sono due bellissimi episodi proprio sul carico mentale della coppia, su che cos'è, su strategie pratiche per come dividerselo, che sono davvero ottimi episodi anche da ascoltare insieme in una delle riunioni di coppia come vi dicevo prima che sono I numeri centoventi e centosettanta entrambi creati grazie alle newsletter di Zaira che è la nostra persona di riferimento in assoluto per sgretolare gli stereotipi. Se non ricevete ancora la sua newsletter, tra l'altro, ve la consiglio perché è sempre molto ricca. La trovate su zayracconta punto com. Non mi rimane che salutarvi e darvi appuntamento al prossimo episodio del podcast.

Buona serata, buona giornata o buonanotte a seconda di dove siete nel mondo. Ciao ciao!

Hai modifiche non salvate -
Ciao, a proposito di carico mentale... anche la percezione della quantità di carico è differente. Per esempio, parlando in modo semplificato di gestione domestica, io posso pensare che sia giusto pulire casa 2 volte a settimana mentre la mia compagna 4 (semplificando molto il discorso!). Quindi anche la.divisione del carico risulterà differente tale che la sua percezione sarà sempre di aver più compiti mentre la mia no. Come è possibile trovare un compromesso? È sempre possibile trovarlo?
Che bella riflessione, grazie per averla condivisa con noi! Sono assolutamente d'accordo con te: per esempio, nella nostra famiglia anche io e mio marito abbiamo idee diverse di quantità e quindi capisco perfettamente la tua riflessione. Il mio consiglio è rendere anche questo un argomento di dialogo: spesso consiglio ai genitori di scegliere una serata )o pausa pranzo o quando funziona per voi) e ascoltare insieme l'episodio per aprire la conversazione e predisporsi ad avviare il dialogo per trovare l'accordo. Ci ha provato in maniera così strutturata? Al contrario, spesso se ne parla quando si è infastiditi o si nota qualche mancanza e in questo stato d'animo è difficile trovare accordi.     
Hai modifiche non salvate -
Ciao Carlotta e ciao a tutti,
sono da poco approdata sulla tela e ascolto il podcast con grande entusiasmo e gratitudine.
Non sono mamma ma sono sempre a contatto con i bambini, quindi è davvero nutriente per me trovare questi contenuti di qualità. Grazie per questi doni! Sono preziosissimi.

Ho ascoltato questo episodio insieme alla mia compagna Elisabetta, ancora non viviamo insieme ma tra un po’ accadrà. Siamo molto emozionate e anche un filo timorose perché abbiamo modi diversi di gestire e vivere le cose in casa. Siamo però certe che sia sempre possibile trovare un nostro modo, una nostra misura, per ogni cosa.
E così, dopo aver ascoltato questo episodio, abbiamo deciso di prenderci un momento per fare una lista di tutte le cose da fare in casa. Poi i numeri: una scala da 1 a 5 per la frequenza e il gradimento. Simbolo speciale: un cuore per le attività che preferiamo fare insieme.

Ci siamo prese un momento per scrivere e uno per parlarne, è stato molto bello e ci ha fatto sentire come le adulte che vogliamo essere. Ti siamo molto grate per questo spunto ♥️ 
Wow Anita ma che bellissimo lavoro che avete fatto insieme 😍 grazie per la tua condivisione 💜
Hai modifiche non salvate -
Ciao Carlotta, seguo il tuo podcast e ho letto il tuo libro, grazie per quello che fai!
Questo del carico mentale per la nostra famiglia è IL TEMA.
Da quando è nato mio figlio 6 anni fa, io e il mio compagno ci siamo scontrati su questo perchè "era naturale che io mi occupassi del bambino, perchè sono la mamma"; dopo anni di scontri e dopo un percorso di terapia di coppia le cose sono migliorate e, 3 anni fa, è nata anche la nostra seconda bimba. Intanto, per necessità, visto che il mio compagno è un libero professionista e non è stato possibile che lui diminuisse le ore del suo lavoro (ed è ancora così), io ho deciso, dopo aver già cambiato posto di lavoro, di fare un ulteriore "passo indietro" passando al part time a 6 ore. Questo mi ha fatto stare meglio, unitamente ad una suddivisione del carico un po' più equa con il mio compagno. Ma questo, per me, non è ancora sufficiente: lui porta i bimbi a scuola al mattino, ma io devo comunque svegliarmi perchè "i bimbi vogliono la mamma" e "aiutarlo a prepararli" nonostante io lavorando da casa, posso avere più tempo. Dopodicchè io vado aprenderli alle 16, mi occupo delle attività extrascolastiche e di preparare la cena perchè lui arriva non prima delle 19. Tutto ciò che è la cura dei bimbi è a mio carico mentale invisibile come prenotare visite, comprare materiale, organizzare merende con gli amici, organizzare compleanni, delegare alla suocera, pagare le attività extrascolastica ecc ecc a questo si aggiungono tutte le attività pratiche come fare la spesa, le lavatrici ecc. Sfinita da questa situazione e dopo un percorso mio personale, ho deciso che non potevo continuare ad arrabbiarmi con lui, quindi ho iniziato a prendermi più tempo libero tipo una sera a settimana e da l'anno scorso un percorso di formazione in danza educativa che mi porta un weekend al mese fuori casa. All'inizio il senso di colpa c'era ancora, ma oggi i bimbi sono felici di trascorrere del tempo esclusivo con il papà. Nel daybyday faccio ancora molta fatica soprattutto perchè sono io a dovergli "dare dei compiti" perchè lui non ci arriva e c'è sempre di sottofondo questa credenza per cui il libero professionista non possa lavorare meno, invece io che sono una dipendente, in ogni caso porto lo stipendio a casa. Ma il fatto di aver spostato lo sguardo su di me ed il mio benessere prendendo la decisione del part time e di un nuovo percorso formativo, mi rende più soddisfatta anche di tutte quelle attività che prima mi pesavano perchè ho più tempi di decompressione.
Grazie di cuore per questa condivisione Cinzia, credo che tu abbia toccato tanti punti fondamentali:

  • la cura di sé come strumento imprescindibile da cui (ri)partire (anche a piccoli passi, non deve essere tutto o niente);
  • la consapevolezza che non possiamo cambiare gli altri, ma possiamo scegliere le nostre reazioni e il nostro comportamento (e che questo spesso porta pian piano una reazione a catena positiva);
  • e ci hai ricordato che siamo in cammino, che anche quando la situazione è (ancora) migliorabile, vale la pena guardarci indietro e darci una pacca sulla spalla per quello che siamo riuscite a migliorare.

Ti abbraccio forte 💜
Hai modifiche non salvate -
Ciao Carlotta,
Ascoltare i tuoi podcast è come avere al fianco un'amica. Io ritengo che il carico nella nostra famiglia sia abbastanza suddiviso, non saprei in percentuale, ma penso qualcosa in più io, essendo part time (fosse anche solo per tutta la burocrazia di casa). Parliamo tanto e ci diciamo a vicenda di prenderci tempo per noi. L'unica cosa che ancora mi pesa è dover essere la memoria della famiglia, sono quella che si ricorda di tutti gli impegni per tutti, nonostante un calendario condiviso che invia notifiche ed è sempre consultabile da entrambi. Pian piano in realtà sto responsabilizzando anche i bambini, per esempio al grande non preparo più la merenda per la scuola, anche se questo significa talvolta che, dimenticandosi, va a scuola senza.
Sapendo però che il dialogo è sempre molto aperto, mi sento di riuscire a galleggiare. Anche se a volta cado nella trappola della super donna. Grazie di tutto 🙏
Grazie per la tua condivisione Sofia 💜 
Hai modifiche non salvate -
Ciao Carlotta e ciao telisti 
Io penso che il carico equamente diviso sia una cosa molto complessa. Soprattutto per la vita frenetica che viviamo. Penso sia giusto venire incontro uno con l’altro. 
Nella nostra famiglia ognuno fa qualcosa. Lavoriamo entrambi su turni. Io non tutto l’anno lui si. Comunque se c’è il letto da fare per esempio chi c’è lo fa. Idem le lavastoviglie o lavatrici. Portare i bimbi a scuola non è compito solo mio o solo suo ma chi c’è la mattina lo fa, di conseguenza chi c’è la mattina non c’è al pomeriggio e viceversa. Quindi chi va a prendere i bimbi non li porta. 
Anche quando io sono a casa perché lavoro 6 mesi l’anno comunque facciamo sempre così. 
A volte siamo entrambi stanchi e quindi lasciamo qualcosa 😊 ma comunque questo è quello che per noi funziona ora. Poi chissà magari cambierà. 
Grazie per la tua condivisione Noemi, il vostro equilibrio familiare è fonte di ispirazione! 💜
Hai modifiche non salvate -
Mi è piaciuto tantissimo questo episodio, sia perché questo argomento è sempre molto attuale nella nostra vita,sia perché ultimamente in me risuona tantissimo, visto il periodo di grande fatica che sento di attraversare.
Anche per noi come coppia, non si potrebbe parla di carico equamente diviso perché mio marito è spesso fuori per lavoro ed oggettivamente anche quando lavora da casa lavora molte più ore di me ma è nostro accordo che quando non è fuori per lavoro, ci siamo e ci siamo oggettivamente di più. Proprio l'altra sera, gli ho chiesto di uscire con i bambini perché avevo bisogno di stare sola e di dedicarmi a me. O quando non è fuori per lavoro gli chiedo di prendere i bambini da scuola. O delego a lui cose burocratiche o lavastoviglie, stiro e cartacce varie che io odio sistemare.
Insomma ci parliamo e comunichiamo quando è troppo per entrambi e cosa è opportuno sistemare per "salvarci" nel qui ed ora.
Anche prendendo da asporto o facendo cena fuori quando necessario.
Non potrebbe mai essere cinquanta e cinquanta, neanche in partenza e non è sbilanciato perché correggiamo il tiro quando è possibile.
Grazie per questo episodio Carlotta e team, ne avevo bisogno 🥰
💜
Hai modifiche non salvate -
Ciao Carlotta, nella mia famiglia non è diviso nulla equamente. La gestione del bimbo (adesso ha 21 mesi) è sempre stata totalmente a carico mio. Per questioni legate al bimbo, ho dovuto lasciare il lavoro e, di conseguenza, per mio marito é giusto che sia io a farmi carico sia del bambino che della gestione in  toto della casa. Ovviamente é impossibile e quando fa qualcosa lui (ad esempio i piatti) fa pesare la cosa perché lui lavora tutto il giorno fuori casa. Io ho provato a parlargli ma mi chiedo questo: come si fa a instaurare un dialogo con qualcuno che, non solo non è disposto ad ascoltare, ma anzi non comprende nemmeno il problema?
Quello che mi sfinisce non è tanto il carico mentale e fisico ma il sentirsi costantemente sotto esame e criticata. 
Mi chiedo anche che esempio stiamo dando e daremo al piccolo. 
Tutto questo ci sta inevitabilmente portando alla separazione. 
Come ti capisco ❤️❤️❤️
❤️
Ciao Elisa, mi dispiace davvero tanto 💜

Ti mando un abbraccio fortissimo, è una fatica assolutamente non di poco conto, e come ha scritto
Karen Taranto
in un commento qui poco più giù: «Non si tratta di far cambiare idea al partner ma di negoziare alcuni compiti e aggiornare ciò che ognuno è disposto ad offrire alla coppia e alla famiglia».

Purtroppo spesso questo lavoro è particolarmente sfidante, anche perché sulla gestione della coppia spesso ci si sente ancora più affaticati che sulla genitorialità (ne parlavamo con
Carlotta
proprio pochi giorni fa in una chiamata aziendale, e a questo proposito ti anticipo che a febbraio su La Tela esploreremo insieme proprio questo argomento).

Intanto ti lascio alcuni contenuti che potrebbero aiutarti a iniziare il lavoro, magari potresti chiedere a tuo marito di fissare un appuntamento apposta per ascoltarli/leggerli insieme (anche insieme a questo o altri episodi del podcast) per coinvolgerlo e iniziare una conversazione costruttiva 💜

Percorso / Coppia
Come avviare una conversazione costruttiva con il\la partner
Anche questo richiede preparazione: ti lascio alcune idee.


Percorso / Coppia
Appuntamenti romantici in casa
Soprattutto quando i bambini sono piccoli, non serve uscire per nutrire la coppia.


Percorso / Coppia
I 3 superpoteri di una relazione
Gli strumenti imprescindibili che ci aiutano nelle fatiche che ogni coppia sperimenta.
Grazie mille di cuore ❤️
Hai modifiche non salvate -
Ciao Carlotta, nella mia famiglia il carico mentale è prevalente mio..i lavori sono divisi non equamente..e questa cosa a me non sta bene..anche nei periodi in cui io lavoravo fuori casa a tempo pieno e lui era in disoccupazione,la maggior parte delle faccende alla fin fine dovevo sbrigarla io..lui cresciuto in una famiglia dove l uomo a casa non deve toccare dito e far cambiare questa mentalità è parecchio dura..nonostante qualcosa faccia(cucina,spesa e ogni tanto collabora in qualcosa..molto meno di quelle che a mio avviso dovrebbe fare..ho cercato più volte di farglielo capire,perche questa situazione mi logora sia fisicamente che mentalmente,ma sembra che non riusciamo a fare un discorso costruttivo..io ormai sono molto risentita e lui che crede ancora di essere nella ragione..
Ciao Claudia, mi dispiace tanto, e capisco quanto sia frustrante 💜

Hai provato a chiedergli di ascoltare insieme ad esempio questo episodio del podcast o altri contenuti che potrebbero aiutarlo a piantare i primi semini in questa direzione?

Ti lascio qui anche un contenuto di
Karen Taranto
, la nostra persona di riferimento per quanto riguarda la conflittualità di coppia, e ti anticipo che nel mese di febbraio su Tutta La Tela parleremo ed approfondiremo proprio il lavoro sulla coppia):

Blog
Il valore del conflitto nella coppia
Scopriamone il (vero) significato e le sue funzioni.



Ciao Claudia, 
Come diceva Rosy, a febbraio parleremo molto nel dettaglio della coppia ed alcuni aspetti che la caratterizzano ma intanto ci tengo a dirti che comprendo la fatica di cui parli🌷 è davvero un grande impegno e per questo non andrebbe mai data per scontata, al contrario, dovrebbe essere uno degli argomenti su cui la coppia deve poter stare, parlandone e anche discutendone, rintracciando  le convinzioni che alimentano alcuni aspetti ritenuti “scontati”. Non si tratta di far cambiare idea al partner ma di negoziare alcuni compiti e aggiornare ciò che ognuno è disposto ad offrire alla coppia, alla famiglia, al presente. Ti invito a valutare il servizio 1a1 se senti di voler approfondire la questione; intanto ti mando un caro saluto e ti mando il mio sostegno🤍
Karen🌷
Hai modifiche non salvate -