Preferiti dei bambini

217. Restituisci il senso di colpa al proprietario!

In questo episodio di Educare con calma torno a parlare di senso di colpa (soprattutto materno) e di come a volte non sia un'emozione nostra, ma un riflesso di un'emozione altrui – e in quel caso possiamo restituirla al proprietario!

16 maggio·
7 min
·4 commenti
Segui questa equazione con me: 
  • Il senso di colpa è un grande nemico della cura di sé;
  • La cura di sé è tra gli strumenti più importanti per riuscire ad educare a lungo termine;
  • Quindi, il senso di colpa è uno dei più grandi nemici per riuscire ad educare a lungo termine!

In questo episodio ti aiuto a liberartene.

Non sei sola, questo lavoro lo possiamo fare insieme: vieni su ⁠La Tela⁠ e troverai strumenti, aiuto e una comunità di genitori che sta facendo il tuo stesso percorso.

Carlotta: Benvenute e benvenuti a un nuovo episodio di educare con calma. Sapete che sulla tela parliamo spesso di non prendersi carico delle emozioni altrui. Ne parlo un po' ovunque, ne parlo da ormai dieci anni, credo che sia uno dei concetti fondamentali dell'educazione a lungo termine che diffondo. Oggi il tema di cui parlo, ovvero il senso di colpa, va assolutamente a braccetto con quello. Perché una delle cose che io vi invito a fare invito I genitori che fanno il percorso a lungo termine con me su tutta la tela è proprio questo, è proprio quello di riconoscere quando il senso di colpa non è un'emozione nostra, non deriva da un nostro comportamento sbagliato che allora in quel senso in quel caso va ascoltato perché il senso di colpa spesso è un segnale, no?

E ci dice quel comportamento non ti è piaciuto cambialo oppure non ti sei comportata bene, puoi riparare vai a riparare. Quando invece però non è questo senso di colpa ce n'è un altro che si intrufola nella nostra mente, c'è un'emozione che si intrufola nella nostra mente che noi chiamiamo senso di colpa ma che in realtà non lo è. E adesso vi faccio un esempio per iniziare qualche tempo fa sulle storie di instagram avevo raccontato che avevo scelto di lasciare che I bambini andassero a pattinare con Alex e di prendermi invece tempo per me. Avevo parlato del fatto che mi dispiacesse non partecipare a questa esperienza con loro, di non esserci nelle foto, di non esserci nei video, nei ricordi di questa esperienza un po' diversa, perché non è che andiamo a pattinare tutti I giorni, ma che stavo imparando a darmi il permesso di scegliere me, di mettermi al primo posto. Avevo anche detto che mi sarei andata a bere una cioccolata calda mentre lavoravo invece poi ho chiuso il computer e sono andata a farmi un'ora e mezza di camminata in un sentiero bellissimo di Yosemite perché in quel momento eravamo nel parco nazionale a iosemite e sia stato molto bello ne avevo proprio bisogno solo io e le mie montagne mie tra virgolette in quel momento erano mie perché non c'era nessun altro è stato veramente ciò di cui avevo bisogno e quando ho pubblicato quelle storie ho ricevuto centinaia di messaggi tutti simili con le stesse emozioni senso di colpa paura di perdersi eventi importanti sensazione di non fare abbastanza e allo stesso tempo di non ascoltarsi abbastanza Ve ne leggo giusto alcuni: Grazie per aver condiviso questa emozione, anche a me è capitato di fare cose insieme anche se in realtà non ne avessi voglia e per I motivi da te elencati non ho ascoltato me stessa.

Un altro nel momento in cui avevo deciso di prendermi tempo per me mia figlia mi chiesto di restare e io mi sono messa in secondo piano anche se avevo terribilmente bisogno di quel tempo per me un altro spesso mi torturo per fare cose di cui non ho voglia e poi mi incattivisco perché la mia anima soffre d'ora in poi mi ascolterò grazie anche io ho saltato un appuntamento in base al quale avevo organizzato tutta la giornata perché ero stanca e mi sono sentita molto molto in colpa Quindi vorrei che ora, proprio ora, ad alta voce prima di continuare o ad alta voce o nella tua mente ti dicessi questo: mi do il permesso di e poi continua tu la frase mi do il permesso di mi do il permesso di dire no mi do il permesso di perdermi il pattinaggio mi do il permesso di non esserci alla gita dei miei figli mi do permesso di lasciarli andare al ristorante da soli, mi do il permesso di passare la domenica senza di loro, mi do il permesso di andare via un fine settimana con le amiche. Ti invito proprio a incorporare questa frase nel tuo quotidiano e iniziare a percorrere la strada che ti riporta a te.

E per aiutarti a fare questo lavoro ritorno su quel concetto che ti ho accennato all'inizio ovvero che c'è un tipo di senso di colpa che non è un'emozione tua. Questa è una cosa, è un concetto, è una riflessione che ho detto penso a tutte le quaranta presentazioni del libro Cosa sarò da grande in Italia perché per una domanda o per l'altra è uscita ogni volta. Il senso di colpa che provi quando stai per uscire di casa per andare a fare qualcosa per te lasciando marito e figli insieme in una situazione in cui di solito sono abituati alla tua presenza per esempio uscire a cena con le amiche che significa che non ci sarai per la messa a nanna, riprendere le tue lezioni di salsa o ballo o di yoga che significa che salterai cena con loro esempio oppure ancora andare via un fine settimana per una conferenza, per una formazione, per una gita con le amiche, per un fine settimana da sola. Ecco, Il senso di colpa che senti quando ti metti al primo posto in questo modo non è una tua emozione. È un riflesso dell'emozione altrui.

Immaginati proprio questa scena: sei sull'uscio di casa, stai per uscire nonostante tu abbia preparato tutti e tutto e tutti quanti siano a conoscenza del programma tua figlia piange e tuo marito o la baby sitter chi per esso ti guarda come dire e ora che faccio? Dentro di te senso di colpa immediato, fuoco. Ecco, quel senso di colpa non è una tua emozione, è un riflesso delle loro emozioni, delle emozioni che quelle persone in quella stanza stanno provando, è un riflesso della tristezza di tua figlia, è un riflesso della preoccupazione di tuo marito, della babysitter. Prendi quella emozione e restituiscila al proprietario. Io quando dico questa cosa mi immagino proprio una palla di luce che restituisco all'altra persona.

Avete presente Dragon Ball? Io sono cresciuta a pane e Goku, quindi quando mi immagino questo restituire il senso di colpa lo immagino proprio così: onda, energetica e puff! Senso di colpa riconsegnato al mittente non mi appartiene, non è una mia emozione posso restituirla. Mi do il permesso di restituire il senso di colpa che provo quando cerco di prendermi cura di me, perché quel senso di colpa non è una mia emozione è un riflesso di un'emozione altrui Ripetilo mi do il permesso di restituire il senso di colpa al proprietario non è una mia emozione è un riflesso di un'emozione altrui e questo per oggi è tutto prenditi cura di te mettiti al primo posto perché non puoi dare agli altri ciò che prima non dai a te buona serata buona giornata o buonanotte a seconda di dove siete nel mondo ciao ciao

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Ciao Carlotta, grazie sempre degli spunti di riflessione che diffondi. È un po' di tempo che però, ho un punto che non riesco a chiarire dentro di me: questo "rimandare il senso di colpa al mittente", mettendomi nei panni di mia figlia, non può essere vissuto come un "la mamma vede la mia tristezza, ma sceglie di non aiutarmi"? Quindi, dal suo punto di vista, ogni tanto ci sono e ogni tanto no, a seconda della situazione del momento. Spero di essermi spiegata... perché mi cruccia molto, nonostante io sia assolutamente convinta della bontà e della sensatezza di "rompere" con l'immagine di una mamma che si deve annullare per voler davvero bene ai suoi figli. Grazie :) Laura
Ciao Laura, certo, dipende dai casi, ma in realtà non la vedrei come esserci/non esserci per la sua emozione. Rimandare il senso di colpa al mittente (e scegliere ad esempio di prenderti del tempo per te) non significa che a tua figlia arriva il messaggio che sei indifferente alla sua tristezza/rabbia/frustrazione. Significa, piuttosto, che quella tristezza tu la riconosci e la accogli, senza però prenderla su di te come fosse responsabilità tua farla sentire sempre felice.

Lei sentirà il tuo «esserci» anche quando le dici «capisco che sei triste, amore… ma questa cosa non posso farla, o cambiarla, o evitarla». È vero, spesso è un equilibrio non semplice da gestire, ma quello che impariamo a fare, passo dopo passo, è non negare l’emozione, ma nemmeno farci travolgere dal bisogno di «aggiustarla». Perché se ogni volta che nostra figlia è triste ci affrettiamo a cambiare programma per evitarle quel dolore, il messaggio che rischia di arrivare non è solo «la mamma c’è», ma anche «la tristezza è insopportabile e va eliminata subito».

Ti lascio alcuni contenuti dal Percorso, per aiutarti a continuare questo lavoro 💜

Percorso / Coppia
Restituisci il senso di colpa ai proprietari
NB. Spesso il senso di colpa che provi non è nemmeno un tuo sentimento.


Percorso / Crescita personale
Diversi sensi di colpa e come gestirli
Qui trovi i sensi di colpa più comuni e strumenti pratici per gestirli in maniera consapevole.


Percorso / Mindset
Non prenderti carico delle emozioni altrui
Per educare all'empatia dobbiamo imparare a restituire le emozioni ai loro proprietari.
Percorso / Crisi
Le voci dentro di noi
Possiamo dare una voce alle emozioni e alle capacità, ascoltarle e anche dialogarci.
Grazie delle parole e degli spunti :)
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Ciao Carlotta, Ciao a tutti! Oggi ho ascoltato la puntata del podcast e stasera, ricevo la newsletter che allego qui!!  Incredibile coincidenza...condivido la mail per rafforzare questo messaggio che, personalmente, faccio molto fatica a mettere in pratica. Penso però sia già importante avere almeno imparato che si può, si deve fare self care. Prima o poi, imparer  anche a perdonarmi per questo...
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