10 concetti per parlare di genocidio in famiglia
Una conversazione «difficile» e necessaria che ha tanti precursori nella quotidianità.
Qui ci tengo a riassumere 10 concetti importanti, di cui i primi 2 sono la base da cui ti chiedo di partire:
- Le conversazioni «difficili» lo sono solo finché non ci abituiamo ad averle;
- Spesso pensiamo che le conversazioni «difficili» spaventino bambinǝ: in realtà, si ha molta più paura di ciò che non si conosce. La conoscenza è un antidoto della paura;
Una delle prime cose che ricordo nei miei studi sull'antirazzismo, fu questa frase di Brittany Hawthorne, autrice del libro «How to raise antiracist children»: «Quando non racconti ai tuoi figli che cos'è il razzismo, sei parte del problema; già solo il poter scegliere di non avere quella conversazione in famiglia riflette il tuo privilegio bianco». Allora questa frase mi stupì (e mi ferì un po'), ma oggi so che è una verità scomoda.
- l'età dei tuoi figli e delle tue figlie e il tuo osservarli (a che livello di profondità posso andare?);
- la tua preparazione (come mi sto (in)formando per affrontarla?);
- la loro esposizione a notizie di cronaca (quanto sta processando miǝ figliǝ da solǝ, di cui io non sono al corrente?);
- le connessioni personali che hai con quella conversazione (hai famiglia in quella parte di mondo?).
Per esempio, quando colorate, se vi chiedono di usare il «color pelle» potete riflettere sul fatto che ci sono tanti color pelle perché ci sono tanti colori di pelle. «Come la pelle di chi? Mia? Tua? Di Kenzy? Di Coraline?»;
- Rassicurare, rispondendo alla domanda «Noi siamo al sicuro?»: noi, fortunatamente, abbiamo il privilegio di poter utilizzare una mappa e mostrare che il conflitto è lontano;
- Trasformare le emozioni in azione e chiederci: che cosa possiamo fare noi? Che cosa posso fare io? Ne parlo un po' di più al punto successivo e nell'episodio del podcast;
- Concentrarci su chi aiuta: Mr. Rogers li chiamava «aiutanti» e scoprire le loro storie può regalare ispirazione e speranza. Il nostro gioco per scoprire gli aiutanti della storia può essere un motore della conversazione:
Se vuoi approfondire, di tutto questo ho parlato in alcuni episodi del podcast:
«Hai mai sentito parlare di genocidio? Sai che cosa significa?» o «Ultimamente è possibile che tu abbia sentito la parola genocidio: sai che cos'è?».
Ecco come io e Alex abbiamo spiegato il genocidio ai nostri figli la prima volta (7 e 9 anni). Loro avevano già familiarità con il concetto di morte e guerra (anche con il concetto di razzismo, ma in quel momento abbiamo preferito non complicare la spiegazione):
«Il genocidio è quando un gruppo di persone decide di uccidere o desidera uccidere, attraverso la guerra, tutte le persone di un altro gruppo, solo perché le persone di quell’altro gruppo sono diverse da loro. Possono essere diverse per il colore della pelle, per la religione o per altre cose. Ma di solito non ha niente a che fare con qualcosa che hanno fatto, ma solo con chi sono. È una cosa terribile e ingiusta che è successa molte volte nella storia e purtroppo succede ancora oggi in alcune parti del mondo. E sta succedendo proprio ora in Palestina».